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Discussione: Considerazioni sui nidi

  1. #1
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    Considerazioni sui nidi

    Ciao a tutti, volevo esporre alcune considerazioni riguardo i nidi per psittacidi.

    Per prima cosa quello andremo a trattare, non è tanto come costruirli, ma quello che penso sia importante tenere presente per far si che un nido sia accettato dai nostri pappa.

    Se per i lori ci vogliono dei nidi particolari, e vi dico subito che ci sono altre persone preparate per questo in quanto non ho molta esperienza, possiamo dividere in due grandi categorie i pappagalli per capire di cosa hanno bisogno.

    Ci sono i pappagalli di foresta e i pappagalli del deserto, rispettivamente di zone umide e aride, queste due caratteristiche differenziano sia la costruzione, che i materiali.

    La foresta pluviale ha come particolarità il caldo afoso e la pioggia che cade praticamente ogni giorno, anche il nido dunque deve essere in grado di mantenere calore e umidità, gli alberi marcescenti che caratterizzano la maggior parte dei siti di nidificazione, sono costituiti da uno strato di legno molto alto sl fondo, che evaporando di continuo, trasmette l'umidità necessaria alla schiusa, questa particolarità che le specie nidificanti hanno bisogno si deve mantenerla se vogliamo che la schiusa sia garantita, il nido sarà in questo caso con pareti di spessore grosso, anche le forme ad L sono più adatte a trattenere l'umidità in quanto il foro d'ingresso essendo spostato ne limita la fuoriuscita, gli alberi caduti o marcescenti non sono in posizione eretta, quindi anche le forme orizzontali sono come dire, più naturali, i corridoi di ingresso ad esempio imitano perfettamente il tronco caduto o apoggiato ad un altro albero, i doppi fondi possono trattenere più umidità e alcuni accorgimenti già descritti possono favorire il ristagno d'acqua.

    Il deserto o zone aride hanno le caratteristiche opposte chiaramente, costruire un nido per questi uccelli diventa più facile in quanto non esiste il problema, o almeno è ridotto, l'evoluzione degli uccelli che abitano queste zone per cui si sono adattati a tali condizioni climatiche e sanno sfruttarle al meglio, ricordiamoci che questi animali "portano" l'acqua all'interno, sarà nostra cura dunque non far mancare loro la possibilità di bagnarsi, lasciare ad esempio un calopsitte senza vaschetta del bagno è un grosso errore, entrambi i genitori in questo caso, andranno a bagnare le piume del petto e adagiandosi sulle uova trasmettono l'umidità necessaria.
    Il nido per questi parrochetti generalmente è senza imbottitura per evitare che questa assorba l'umidità delle uova stesse, ecco perchè di solito i rosella ad esempio puliscono il nido trasportando fuori il materiale che noi abbiamo messo dentro, questi pappagalli covano generalmente sul legno nudo, il fondo di questi nidi sarà incavato per tenere raccolte le uova, in natura non esistono tavole levigate, ma normalmente usano nidi di picchi o cavità naturali, modificate da loro stessi, quindi finiscono ad U, lasciare il fondo piatto e nudo è un grosso errore, le uova finiranno negli angoli, con conseguenze che possiamo immaginare.

    Questi semplici accorgimenti che analizzando le varie specie che abbiamo possiamo facilmente creare, non ci fanno fare degli errori banali che compromettono la covata.

    Altri particolari che sono in entrambi i casi validi sono:

    Il nido deve essere solido, fisso in un punto, acessibile e sicuro, posizionato il più in alto possibile, mimetizzato, in un posto tranquillo, e cosa importantissima sempre lo stesso se ha dato risultati in precedenza, gli animali tornano se hanno avuto successo, un nido "predato" viene cambiato, anche prelevare i pulli per allevarli a mano è una forma di predazione che la coppia percepisce, questa pratica per me è la principale causa per rovinare brave coppie riproduttrici.
    Ispezionare il nido gradualmente, non in maniera invasiva, facendo capire che non siamo predatori, ma semplici visitatori, loro lo vedono come "abbiamo scelto bene il nostro nido è sicuro "

    Per le specie particolari, quelle che fanno fatica a riprodursi, mettere più nidi e di varie forme può fare la differenza, anche le doppie entrate a volte sono molto importanti, se una coppia rosicchia un angolo creando una seconda via di fuga, è perchè se in natura entra un serpente arboricolo, hanno la possibilità di salvarsi, non facciamo l'errore di tappare il buco, lo rifarebbero, anche se si adattano il foro d'entrata è segno che lo gradiscono così.
    I parrocchetti dal collare ad esempio gradiscono una tavoletta che chiuda l'entrata, lasciando un centimetro di apertura ad esempio, stimola la coppia a rosicchiare il resto, facendo scattare l'istinto riproduttivo.

    Queste considerazioni ho voluto scriverle in quanto mi capita di vedere molto spesso che alcuni commettono errori banali, dicendo magari, ho comprato questo nido in negozio, ma le calopsitte non entrano nemmeno, magari è un nido per ondulati, oppure come uno ha messo il nido per tortore dal collare ad una coppia di rosella, sorprendentemente hanno deposto a terra, dicendomi, che non sono mai andate dentro.

  2. #2
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    Trovo ciò che hai scritto molto utile, spesso però è difficile riuscire a sodisfare tutte le esigenze che hanno questi animali. Occorrerebbe avere spazi molto ampi sia coperti che al aperto. Cercare di ricreare l'ambiente naturale con piante simili a quelle del loro abitat naturale. Il problema e che non tutti dispongono di tutto ciò....




    Anche la mente più erudita ha qualcosa da imparare. [George Santayana]

  3. #3
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    Ma chi ve le racconta queste cose se non questo forum!!!!
    Giustissime considerazioni e prezioso contributo Attilio, sono queste le cose che fanno la differenza.
    //[[]]


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  4. #4
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    Quote Originariamente inviata da paolomrc Visualizza il messaggio
    Trovo ciò che hai scritto molto utile, spesso però è difficile riuscire a sodisfare tutte le esigenze che hanno questi animali. Occorrerebbe avere spazi molto ampi sia coperti che al aperto. Cercare di ricreare l'ambiente naturale con piante simili a quelle del loro abitat naturale. Il problema e che non tutti dispongono di tutto ciò....
    Dipende dal tipo di pappagallo che vuoi allevare. L'altra grande differenza tra i pappagalli di foresta e quelli di prateria è proprio lo spazio necessario.
    Dividerei anche tra foreste pluviali sud americane ed asiatiche.
    Le foreste sudamericane sono un groviglio di alberi attaccati uno all'altro e i pappagalli tendono a fare il nido nella parte più alta dove filtra la luce.
    Le foreste asiatiche hanno invece la caratteristica di avere gli alberi lontani uno dall'altro.
    Basti pensare all'evoluzione degli scoiattoli che in asia hanno sviluppato membrane che gli permettono di coprire le distanza tra un albero e l'altro.
    I pappagalli di prateria ed asiatici come le roselle e i collari hanno bisogno di voliere sviluppate soprattutto in lunghezza (almeno 3 metri) che permettano loro il volo.
    I pappagalli sudamericani, invece, si adattano a gabbie più piccole perchè abituati a muoversi tra un albero e l'altro senza praticamente usare le ali.
    Discorso a parte bisogna fare per i pappagalli africani.
    Essi provengono da tre biotopi.
    Prateria o savana (agapornis), foreste di acacie ( rufiventris, jardine, robustus, etc) e foreste pluviali o di mangrovie (cenerini, senegal, etc).
    Solo la terza categoria ama spazi raccolti e poco illuminati.
    Per quanto riguarda le piante, sconsiglio di inserire nelle voliere dei pappagalli alberi o arbusti. Durerebbero solo pochi giorni sotto il potente becco dei nostri amici pennuti.
    L'ambientazione di cui parli va bene per gli uccelli esotici, per i pappagalli è assolutamente inutile.

    Non condivido la tua idea, ma darei la vita perché tu la possa esprimere!
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  5. #5
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    Rigurdo ai nidi, quoto in pieno Attilio e lo ringrazio per l'ottima trattazione.
    Vorrei solo aggiungere qualche cosa a proposito dei nidi per lori.
    Le considerazioni rispetto alla provenienza sono le stesse che per i granivori, tenedo conto che i due habitat di elezione sono le foreste rade di acacie (per gli australiani) e le fitte foreste equatoriali.
    Il grande problema dei lori è il substrato di fondo che deve essere in grado di assorbire le feci acquose dei piccoli.
    Io, normalmente adotto due metodi.
    Per i lori meno sensibili alle ispezioni, cambio regolarmente il substrato (truciolo) ogni qual volta diventa sudicio mentre per i più sensibili costruisco il fondo apribile in modo da fare l'operazione senza disturbare, ogni qual volta i genitori escono dal nido.
    Sul fondo pratico, inoltre, una serie di fori con il trapano per permettere una migliore aerazione.

    Non condivido la tua idea, ma darei la vita perché tu la possa esprimere!
    R.N.A. SV527

    R.A.E. FEO 0001

  6. #6

    Per i nidi di lori, ho visto al centro di cova del Loro Parque di Tenerife, che veniva adottato un metodo particolare, che però non so se potrà essere utilizzato alle nostre latitudini. Vi spiego:

    Nido a cassetta solito, delle dimensioni e forme adatte alla specie, solitamente a sviluppo orizzontale, erano posti in diagonale quindi la parte dove vengono deposte le uova era più bassa...
    il fondo era metà di legno e metà con una zanzariera fitta.
    Ho chiesto come mai, e mi hanno detto che la zanzariera favorendo il ricircolo dell'aria consente al trucciolo di restare asciutto, evitando al massimo le ispezioni del nido e le rivoluzioni al suo interno.
    L'interno non l'ho visto, quindi non so che tipo di substrato utilizzino.

    Potreste provare e vedere come va...
    Marco Congiu


  7. #7
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    Quote Originariamente inviata da marcongiu Visualizza il messaggio
    Per i nidi di lori, ho visto al centro di cova del Loro Parque di Tenerife, che veniva adottato un metodo particolare, che però non so se potrà essere utilizzato alle nostre latitudini. Vi spiego:

    Nido a cassetta solito, delle dimensioni e forme adatte alla specie, solitamente a sviluppo orizzontale, erano posti in diagonale quindi la parte dove vengono deposte le uova era più bassa...
    il fondo era metà di legno e metà con una zanzariera fitta.
    Ho chiesto come mai, e mi hanno detto che la zanzariera favorendo il ricircolo dell'aria consente al trucciolo di restare asciutto, evitando al massimo le ispezioni del nido e le rivoluzioni al suo interno.
    L'interno non l'ho visto, quindi non so che tipo di substrato utilizzino.

    Potreste provare e vedere come va...
    L'avevo letto su unlibro di Rosemary Low. Effettivamente si potrebbe provare.

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    R.N.A. SV527

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  8. #8
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    Grazie Enzo e Marco per le vostre precisazioni, con i lori sapevo di queste particolarità, quella della zanzariera si potrebbe adottare anche su specie che sporcano particolarmente , si potrebbe predisporrre la zanzariera, ed in un secondo tempo aprire il fondo, penso sia utilissima.

  9. #9
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  10. #10
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    I parrocchetti testa di prugna (psittacula cyanocephala), che credo siano asiatici, di quale tipo di nido hanno bisogno?
    sono cosparsi di soffici piume, non avranno un ottimo odore, nè delle labbra morbide, e ai piedi zampette rugose, ma almeno si legano per tutta la vita.. E se uno dei due si ritira, l'altro muore.

    Io posso imparare a parlare, tu puoi imparare a volare?
    http://www.youtube.com/watch?v=RTiUy5QY4gM

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