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Discussione: Mutazioni, come?

  1. #1
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    La bandiera di acanthurus

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    Mutazioni, come?

    Salve a tutti
    Leggo che siete espertissimi di genetica e mutazioni ed allora ne approfitto per porvi un quesito al quale non riesco a dare risposta.
    Le varie mutazioni come sono nate?Vado al caso specifico, per esempio prendendo in considerazione i fischer lutini dove la coppia deve essere per forza costituita da lutino per portatore vi chiedo non come sia nato il primo lutino ma il primo portatore.
    Scusate la domanda che risulterà molto banale per molti ma, purtroppo, per me non lo è.
    Grazie a tutti

  2. #2
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    Non sono espertissimo in genetica ma comunque ti posso dire che le mutazioni sono nate in natura o in cattività puramente per caso.Esistono poi mutazioni create dagli allevatori, come ad esempio l isabella nei fringillidi,che sono la "sovrapposizione" di altre due mutazioni nate casualmente,bruno e agata.Esistono anche mutazioni traslate da una specie all altra, naturalmente deve esserci affinità genetica.Sapere se è nato prima il portatore o il mutato,credo che sia come sapere se è nato prima l uovo o la gallina. ::-°°-

  3. #3
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    Un gene può modificarsi e mutare per svariati motivi e può farlo in vari modi sotto espressioni fenotipiche differenti.
    Ogni gene è responsabile per la codifica di un carattere che andrà poi a rappresentare il fenotipo.
    Nel momento in cui si genera un’anomalia ad esempio nel gene addetto alla normale polimerizzazione dell’eumelanina nera ecco che la stessa comparirà (fenotipicamente) bruna. E se poi tale caratteristica sarà trasmessa alla prole si parlerà di mutazione (a differenza delle aberrazioni che non si trasferiscono ai figli).

    Le mutazioni di colore in Natura sono molto rare in quanto i soggetti affetti da tale alterazione ereditaria di piumaggio sono più vulnerabili dinanzi ai predatori inoltre vi è da considerare che fra conspecifici si tende ad isolare un siffatto soggetto e a rifiutarlo come compagno/a nella stagione riproduttiva.
    In libertà un soggetto mutato ha poche possibilità di vivere e di riprodursi, infatti la mutazione più comune è la Bruno che differisce poco dall’ancestrale.
    In ambiente domestico l’uomo tende a selezionare le “anomalie” che la Natura genera ed è per questo che ad oggi vi è un continuo susseguirsi di mutazioni.
    Ricordo che le mutazioni di colore riscontrate negli uccelli selvatici sono per le maggior parte di tipo sex-linked e si rinvengono maggiormente nei soggetti di sesso femminile essendo gli stessi eterogametici, aventi un solo cromosoma della coppia funzionante (l’y è ritenuto inerte). In un soggetto maschile qualsiasi mutazione recessiva legata al sesso ha bisogno di essere presente in entrambi i cromosomi della coppia per esprimersi fenotipicamente. Le mutazioni autosomiche recessive per manifestarsi hanno bisogno di essere in duplice copia anche nel sesso femminile e in Natura sono del tutto assenti almeno sotto espressione fenotipica e non genotipica.

    Saluti a tutti.
    Francesco


  4. #4
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    In natura le mutazioni sono molto rare, ma la variabilità genetica di ogni singolo soggetto, all'interno della stessa specie, è altissima.

    Come ci nsegna la Legge di Darwin, ogni specie ha una singola nicchia ecologica, in cui le caratteristiche di quell'animale lo favoriscono, nella sua lotta per la sopravvivenza.

    Se gli animali non avessero un'alta variabilità genetica, sarebbe molto difficile che la loro specie possa sopravvivere ai cambiamenti del suo ambiente, alimentazione, predatori, malattie, ecc.

    Ti faccio 2 esempi:

    Con la Rivoluzione Industriale, in Inghilterra erano stati immessi grandissime quantità di fumi e fuliggini nell'aria, dovute al carbone.
    Prima di quel periodo storico, la farfalla Biston Betularis era chiara e adatta al suo ambiente. Quelle di colore scuro non riuscivano a mimetizzarci e venivano sterminate dai predatori.
    Poi, con le fuliggini che annerivano tutto, le cortecce degli alberi divennero sempre più scure, e quindi le farfalle chiare (che erano la maggioranza) erano più svantaggiate.
    Le farfalle chiare non erano adatte alla variazione subita dall'ambiente e diminuirono drasticamente per colpa dei cacciatori, mentre quelle scure riuscivano a riprodursi e proliferarono.
    in pratica la situazione si ribaltò nel giro di qualche decennio...

    Altro esempio è quello degli animali alpini col manto invernale bianco e con quello estivo scuro.
    Le lepri alpine, a esempio, sono favorite quando il loro manto è completamente candido, ma sono visibili su territori sprovvisti di neve.
    Con l'effetto serra, i ghiacciai si sciolgono e si ritirano... e quindi vengono favoriti gli animali dal manto pezzato, che gli permette di mimetizzarsi meglio agli occhi dei predatori e ovviamente di riprodursi.
    Mai come oggi, sulle alpi si stanno vedendo molte lepri dal manto non completamente bianco.


    Le mutazioni genetiche possono portare alla creazione di nuove specie e sono un meccanismo che mantiene adattabile la specie, visto che le variazioni ambientali cambiano nelle epoche storiche.


    Ho scritto delle cose banalissime e semplicistiche, cercando di rendere l'argomento di facile comprensione a tutti quanti (anche ai neofiti di genetica e mutazioni).
    L'argomento è molto complesso, ma questo è il minimo, striminzito al massimo.

  5. #5
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    Quote Originariamente inviata da grimek Visualizza il messaggio
    In natura le mutazioni sono molto rare, ma la variabilità genetica di ogni singolo soggetto, all'interno della stessa specie, è altissima.

    Come ci nsegna la Legge di Darwin, ogni specie ha una singola nicchia ecologica, in cui le caratteristiche di quell'animale lo favoriscono, nella sua lotta per la sopravvivenza.

    Se gli animali non avessero un'alta variabilità genetica, sarebbe molto difficile che la loro specie possa sopravvivere ai cambiamenti del suo ambiente, alimentazione, predatori, malattie, ecc.

    Ti faccio 2 esempi:

    Con la Rivoluzione Industriale, in Inghilterra erano stati immessi grandissime quantità di fumi e fuliggini nell'aria, dovute al carbone.
    Prima di quel periodo storico, la farfalla Biston Betularis era chiara e adatta al suo ambiente. Quelle di colore scuro non riuscivano a mimetizzarci e venivano sterminate dai predatori.
    Poi, con le fuliggini che annerivano tutto, le cortecce degli alberi divennero sempre più scure, e quindi le farfalle chiare (che erano la maggioranza) erano più svantaggiate.
    Le farfalle chiare non erano adatte alla variazione subita dall'ambiente e diminuirono drasticamente per colpa dei cacciatori, mentre quelle scure riuscivano a riprodursi e proliferarono.
    in pratica la situazione si ribaltò nel giro di qualche decennio...

    Altro esempio è quello degli animali alpini col manto invernale bianco e con quello estivo scuro.
    Le lepri alpine, a esempio, sono favorite quando il loro manto è completamente candido, ma sono visibili su territori sprovvisti di neve.
    Con l'effetto serra, i ghiacciai si sciolgono e si ritirano... e quindi vengono favoriti gli animali dal manto pezzato, che gli permette di mimetizzarsi meglio agli occhi dei predatori e ovviamente di riprodursi.
    Mai come oggi, sulle alpi si stanno vedendo molte lepri dal manto non completamente bianco.


    Le mutazioni genetiche possono portare alla creazione di nuove specie e sono un meccanismo che mantiene adattabile la specie, visto che le variazioni ambientali cambiano nelle epoche storiche.


    Ho scritto delle cose banalissime e semplicistiche, cercando di rendere l'argomento di facile comprensione a tutti quanti (anche ai neofiti di genetica e mutazioni).
    L'argomento è molto complesso, ma questo è il minimo, striminzito al massimo.

    Questo meccanismo prende il nome di “Speciazione” ed avviene nel corso dei secoli. Qui non si sta trattando l’argomento evoluzione della specie (vedi teoria di Darwin) bensì di semplicissime anomalie che alterano la normale espressione di un gene che anziché manifestarsi (fenotipicamente) sotto il suo caratteristico aspetto si propone in maniera differente.
    Quello che hai citato sopra tu si riferisce all’adattabilità della specie che a causa di alcuni mutamenti ambientali (nonché di natura antropologica) cerca (nel corso dei secoli) di cambiare aspetto morfologico e/o etologico per meglio arrangiarsi al nuovo ambiente e quindi continuare a sopravvivere.
    Francesco


  6. #6
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    Fra i due discorsi, mutazioni fenotipiche e adattabilità della specie, esiste una grossa differenza.
    Nel primo caso la Natura è “innocente” del nuovo mutamento e cerca, attraverso vari modi, di ripristinare tale anomalia (vedi il mio primo post).
    Nel secondo caso è la stessa Natura che permette alla specie di modificare la propria morfologia e/o l’etologia per garantire agli individui di far fronte ad alcune sostanziali modifiche dell’ambiente e quindi di continuare a vivere.
    Francesco


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