I DIAMANTI AUSTRALIANI
Diamante variopinto
(Emblema picta)

Anche se da alcuni autori incluso nel gruppo dei cosiddetti « coda di fuoco », cioè nel genere « Zonaeginthus », in realtà il Diamante variopinto costituisce non solo una specie tipica, ma anche un genere ben distinto, anche se al riguardo sussiste ancora un certo disaccordo. Questo Diamante si è adattato a vivere nelle zone aride e pietrose dell'Australia nord-occidentale ed il suo becco allungato ed appuntito costituisce probabilmente il risultato di questa fase di adattamento, dovendo di necessità ricercare e beccare i piccoli semi nascosti tra il pietrame. Una ulteriore differenza con il genere « Zonaeginthus » è costituita dalla modalità di corteggiamento che, per il « picta », è alquanto diversa ed anche la sfera-nido è più piccola e mancante dell'entrata-tunnel laterale.



E' opinione diffusa che anche queste ultime differenziazioni siano il risultato di un processo evolutivo dovuto alle necessità di adattamento. Webber infatti afferma (« Ten years with the Painted Finch and some historical notes », Avic. Mag. 52, pp. 149-158, 1964) di avere osservato in cattività maschi di « picta » eseguire un corteggiamento molto simile a quello del Diamante moscato (Z. guttatus) e Ziegler riferisce « Nestbau und nest des Gemalten Astrild », Gefiederte Welt, pp. 188-190, 1964) di avere verificato, sempre in cattività, che, nel caso si fornisca abbondante materiale alla coppia per la costruzione del nido, quest'ultimo viene realizzato in maniera piuttosto voluminosa e viene anche abbozzata una entrata-tunnel laterale.
Descritto da Gould (Birds Aust., pt. 7, 1842).
Caratteri distintivi.
Il maschio adulto presenta, nelle parti soprastanti, il piumaggio di un colore bruno chiaro. In particolare appaiono di questa tonalità la parte superiore della testa, i lati del collo, il mantello, il dorso, le copritrici alari. Alcuni soggetti presentano in queste zone delle soffusioni rossastre. Primarie e secondarie bruno più scuro. Groppone e copritrici superiori della coda rosso scarlatto. Coda nero-bruna con le penne centrali che presentano delle suffusioni rossastre sui bordi esterni. Parte bassa della fronte, faccia, mento e parte superiore della gola, rosso scarlatto. Parte inferiore della gola, superiore del petto e addome neri macchiettati di bianco. Una linea irregolare scarlatta attraversa verti-
calmente il centro del petto. La quantità di rosso può variare da individuo ad individuo. Eccezionalmente la linea rossa verticale può estendersi dalla gola al ventre.
II resto delle parti sottostanti, compresi i fianchi, nero macchiettato di bianco. La macchiettatura è assente nella parte superiore del petto tra le due zone rosse. Le macchie bianche sono inoltre più ampie sui fianchi. più piccole ai lati del petto, minute sulle parti laterali del collo.
Il becco presenta la mandibola superiore nera, di solito con soffusioni rossastre verso la punta. Mandibola inferiore rossa con del blu alla base. Gambe e piedi carnicini. Lunghezza circa 11-11,5 cm.
In generale, come struttura, è simile alle specie del genere « Zonaeginthus » ma, in proporzione, l'ala è più lunga, la coda è più corta ed il becco è più lungo e sottile. Anche le penne del corpo, più corte e meno soffici, contribuiscono a dargli un aspetto più allungato.
La femmina si riconosce agevolmente dal maschio perché presenta il rosso della testa limitato ai lori, alla zona intorno agli occhi ed alla base della mandibola inferiore. Gola e petto neri con macchie bianche. Rosso più limitato sulla parte inferiore del petto, talvolta solo qualche penna rossa.
I giovani sono simili alla femmina adulta ma generalmente più sbiaditi, con la testa senza rosso. I fianchi sembrano più barrati che macchiettati. La mandibola superiore del becco è nera, quella inferiore grigia con del bianco alla base.
Distribuzione.
E' distribuito nelle zone aride dell'Australia centrale fino a tutto il Queensland occidentale. Immelmann riferisce che nell'Australian Museum sono presenti tre esemplari *******ti da A. Pay-ten vicino a Sidney il 22-9-1896. Sidney si trova sulla costa sud-orientale dell'Australia, completamente al di fuori della zona di distribuzione. E' probabile che si sia trattato di soggetti fuggiti da qualche allevamento in quanto la località dove il « picta » è stato regolarmente segnalato più vicina a Sidney dista da questa città oltre 2.000 chilometri.
Habitat.
Caratteristico delle zone aride con scarsissime precipitazioni, cosparse soprattutto di cespugli spinosi. Tra i Diamanti australiani, fatta eccezione per il Diamante mandarino (Taeniopygia guttata), è quello che è riuscito a penetrare più profondamente all'interno del cosiddetto deserto australiano ed a crearvi un proprio modus vivendi. Si può trovare sia lungo i fianchi di colline pietrose, sia in ambiente completamente aperto. Tuttavia la sua presenza è sempre strettamente vincolata a quella dell'acqua. Non potendo ovviamente vivere senza quest'ultima, si stabilisce di preferenza nelle vicinanze di pozze d'acqua permanenti. In tal senso ha abitudini sedentarie che contrastano con quelle di altre specie di Diamanti australiani distribuite anche in zone similmente aride.
Di solito non si riunisce in gruppi numerosi ma è più facile osservarlo a coppie od in gruppetti al massimo di 15-20 individui.
Immelmann osserva che la stretta dipendenza dall'acqua fa sì che, pur avendo il « picta » un'area di distribuzione molto estesa, in realtà all'interno di questa si trova distribuito a chiazze (appunto intorno all'acqua), queste potendo
distare l'una dall'altra anche centinaia di chilometri. In alcune zone può risultare quindi molto comune, in altre completamente assente.
Talvolta si spinge vicino ai centri abitati, nelle vicinanze di fattorie e addirittura all'interno di giardini o parchi.
Il volo è deciso con dei movimenti ondulatori piuttosto ampi. Di solito preferisce volare ad un'altezza limitata, subito al di sopra dei cespugli od anche fra di essi. E' ancora Immelmann a darci una rapida immagine di questo Diamante: « Durante il volo il groppone scarlatto brilla alla luce del sole come le luci posteriori di un'automobile ».
Infine un'ultima caratteristica che lo differenzia da molte altre specie di Diamanti: a dispetto della bassa temperatura raggiunta durante la notte nella zona di distribuzione, non dorme all'interno del nido ma vicino al terreno a addirittura su di esso.
Nidificazione.
II nido è posto in generale in cespugli spinosi, di solito a 30-60 cm. dal suolo. Cowle riferisce di un nido costruito su una pianta di pomodoro e Mc Gilp descrive un nido (South Australian Ornithologist) posto direttamente in una concavità del terreno. Il tipo di costruzione è il solito dei Diamanti australiani: viene realizzata prima la base di appoggio, poi le pareti e la copertura. E' costruito in genere in modo piuttosto sommario. Di forma sferica con un foro laterale di ingresso, ha un diametro di circa 12 cm., la qual cosa lo caratterizza come uno dei più piccoli nidi tra quelli di tutti i Diamanti australiani. L'entrata laterale è piuttosto ampia e manca del tutto il tunnel. Per la costruzione viene utilizzata ogni sorta di materiale disponibile. Appartenendo il « picta » ad un ambiente naturale semidesertico nel quale la vegetazione è scarsa, necessariamente deve utilizzare ciò che trova: radichette, steli, lanuggine, penne ecc. Come accennato in precedenza, non ha l'abitudine di dormire nel nido e quindi, al di fuori del periodo della riproduzione non costruisce il cosiddetto nido di riposo. Questa caratteristica costituisce indubbiamente un altro fattore di adattamento all'ambiente. Costruire più nidi laddove il materiale è scarso costituisce un compito gravoso.
Anche nel periodo della riproduzione solo la femmina passa la notte nel nido ed il maschio su un arbusto vicino al terreno o addirittura su di esso.
Immelmann nota che l'abitudine, comune a molte specie di Diamanti, di passare la notte in nidi costruiti appositamente, è stata spiegata da alcuni ornitologi come una forma di auto-termoregolazione. II Diamante variopinto sembra però smentire questa ipotesi. Nel nord dell'Australia, dove la temperatura non è caratterizzata da una forte escursione notturna, molte specie di Diamanti passano la notte nel nido, mentre nell'Australia centrale, dove la temperatura notturna raggiunge valori bassi, anche sotto Io 0 °C,il « picta » non entra mai in un nido per dormire. A mio avviso subentra sempre una forma ancestrale di adattamento al particolare ambiente. Il nido per la riproduzione è piccolo perché il materiale è scarso ed è preferibile adattarsi alle basse temperature notturne piuttosto che impegnarsi in una faticosa ricerca del materiale occorrente per la costruzione di un altro nido.
Uova da tre a cinque di forma più arrotondata rispetto ad altre specie di Diamanti. La stagione riproduttiva non sembra ben definibile: i « picta » cominciano a nidificare comunque dopo le pioggie, allorché si verifica un risveglio della vegetazione e c'è quindi più abbondanza di cibo.
La modalità di corteggiamento è tipica e si distingue da quella delle specie del genere « Zonaeginthus ». E' probabile che anche questa ulteriore diversificazione sia dovuta al particolare habitat. Immelmann, secondo il quale esistono notevoli somiglianze con il comportamento della « Donacola petto bianco • (Heteromunia pectoralis), ne dà una precisa descrizione:
« Allo stato libero il corteggiamento avviene sempre sul terreno (in cattività sono state osservate fasi di corteggiamento su rami). Durante l'intera sequenza, sia il maschio che la femmina girano la coda l'uno verso l'altra in modo molto più accentuato che nelle altre specie di Diamanti. Come atteggiamento iniziale, maschio e femmina raccolgono con il becco penne, radichette, pietruzze che lasciano poi cadere improvvisamente. Il maschio canta rivolto verso la femmina in una posizione quasi verticale con le gambe tese. Rapidamente fa poi roteare la testa senza però tenere nessuno stelo d'erba nel becco. Le penne della testa e del ventre sono sollevate in maniera del tutto particolare, facendo in modo di dare maggiore risalto alla maschera scarlatta ».
Webber ha tuttavia descritto (Avic. Mag.. 1946) il corteggiamento del « picta » dopo averlo osservato in soggetti tenuti in cattività e ne è risultato un comportamento molto simile a quello del Diamante moscato (Z. guttatus). La qual cosa riconduce ancora a considerazioni di carattere evoluzionistico dovute all'adattamento ad un ambiente arido e a una vita in buona parte terricola.
Cibo.
Si ciba generalmente sul terreno cercando i piccoli semi tra il pietrame ed in questa ricerca il becco allungato ed appuntito costituisce un valido aiuto. Immelmann afferma che la principale fonte di cibo è costituita dai semi di varie specie di « triodia », sebbene durante o subito dopo la stagione delle pioggie appetisca una grande varietà di semi. Non esistono prove che, allo stato naturale, si cibi anche di insetti. Beve normalmente alla maniera dei Fringillidi e non per suzione, il che contrasta stranamente con le abitudini di altre specie di Diamanti distribuite in zone aride e semidesertiche.
Canto.
Emette un verso che è tra i più forti ed aspri in confronto a quelli di altri Diamanti e suona come un « tiik » od un « triut », caratterizzato in genere da intensità variabili a seconda che il soggetto emittente sia vicino o meno ad altri soggetti, oppure in volo.
La femmina possiede un caratteristico verso di allarme, prodotto nel caso in cui il nido venga direttamente minacciato. Il verso di allarme sembra essere assente nel maschio. Il « picta » ha anche un canto vero e proprio, emesso dal maschio sia nella fase di corteggiamento sia da solo. Le penne, soprattutto nelle parti sottostanti. vengono alzate e la testa compie una sorta di movimento da lato a lato con il becco diretto verso l'alto. Webber lo descrive come un insieme di quattro note rapide seguite da un tipico suono gutturale.
Avicoltura.
Il Diamante variopinto è stato importato per la prima volta in Gran Bretagna nel 1869 ed ivi riprodotto nel 1910 dal sig. Wilford. Negli anni immediatamente successivi è stato di sicuro riprodotto anche in Germania. Tra il 1914 ed il 1934 sembra che sia completamente scomparso dagli allevamenti europei. La situazione si è però successivamente normalizzata ed oggi esso è abbastanza regolarmente allevato sia in Australia che in Europa.
Il « picta » è uno dei Diamanti più rustici e resistenti in cattività. Essendo abituato a vivere in un ambiente caratterizzato da forti variazioni di temperatura tra giorno e notte, non risulta particolarmente sensibile alle basse temperature tant'è che può essere tenuto all'aperto per tutto l'anno, facendo attenzione a fornire il solito riparo contro la pioggia ed il vento forte. Per questa sua resistenza molti allevatori in Australia lo consigliano a coloro che desiderano iniziare a cimentarsi nell'allevamento dei Diamanti.
E' opportuno tuttavia che, pur tenendolo all'esterno, si faccia in modo di esporre le gabbie o le voliere verso mezzogiorno, in modo che possa utilizzare la luce diretta del sole poiché è particolarmente desideroso dei cosiddetti « bagni di sole ». Se allevato in gabbia, mantiene in generale, anche se in piccola percentuale, una certa timidezza, cosa che non accade invece in voliera. Poiché ha abitudini terricole, è opportuno ricreare sul fondo di quest'ultima, per quello che è possibile, situazioni che ricordino un ambiente arido e quindi spargere abbondantemente pietre anche di una certa grandezza nonché sabbia mista a terriccio.
In cattività gradisce una notevole quantità di semi: miglio, panico, scagliola, miscela per Canarini. E' opportuno somministrare abbondantemente anche le spighe di panico, semi germinati e verdura. Immelmann ed altri allevatori tedeschi raccomandano l'alimentazione insettivora quando la coppia ha i piccoli. Direi che è comunque consigliabile offrirla, anche se in quantità minori, durante tutto l'anno, aumentan-
do le dosi nel periodo della riproduzione. Esistono tuttavia dei casi particolari. Webber stesso (opera citata in precedenza) ha kiprodotto con successo in Australia il « picta » sulla base di un'alimentazione esclusivamente granivora. Ritengo tuttavia questi casi piuttosto eccezionali: anche se Webber ha dimostrato che l'alimentazione insettivora non è strettamente vitale, a mio avviso rimane sempre consigliabile. La qual cosa è sottolineata anche da Ziegler (« Brut und Zucht des Gemalten Astrild (emblema picta) », Gefiederte Welt, p. 112, 1965) il quale ha verificato che i propri Diamanti variopinti, che non avevano mai avuto in precedenza alimentazione insettivora, a partire dalla nascita dei piccoli consumavano una grande quantità di tarme della farina e allevavano la prole soprattutto con queste.
Ziegler ha notato, come anche altri allevatori europei di questa specie, che i giovani muoiono spesso improvvisamente subito dopo l'involo. I suoi studi hanno mostrato che questi giovani non adottano sul posatoio la classica posizione accucciata di richiesta del cibo, con il collo e la testa girati dal basso verso l'alto, sebbene emettano il regolare pigolio. Ziegler presume che questo anomalo comportamento dei giovani affamati, che li porta alla fine ad essere trascurati dai genitori e quindi a morire, è dovuto alla mancanza di vitamine e di altri elementi che sono contenuti nella verdura e nei semi germinati. Ulteriori osservazioni hanno mostrato che ciò accade quando la verdura e tali semi non sono offerti come prima cosa al mattino e quindi in condizioni di assoluta freschezza. Le note di Ziegler concludono che in cattività il Diamante variopinto non accetta verdura e semi germinati, con conseguenze poi letali per molti giovani, a meno che non siano assolutamente freschi.
Per la costruzione del nido vengono utiliz-
zati cestini, cassette, cespugli o viene realizzato direttamente sul terreno. Talvolta sono costruiti dei nidi imperfetti ed approssimati. Tuttavia se viene fornito materiale a sufficienza sia come quantità che come varietà, il nido in generale risulta robusto e ben costruito. Contrariamente a quanto accade allo stato naturale, in cattività il Diamante variopinto tende a costruire, seppur con scarso successo, una entrata-tunnel laterale. Entrambi i sessi partecipano alla costruzione.
Hargreaves (è sempre Webber che riferisce) ha effettuato un interessante esperimento in Australia: ha inserito 12 coppie in una piccola voliera. In queste condizioni di sovraffollamento sette coppie hanno costruito il nido a contatto l'uno con l'altro ed hanno svezzato complessivamente 15 giovani.
Uova da tre a cinque. Entrambi i sessi partecipano alla cova, dandosi il cambio ogni 30-60 minuti. Di notte è invece la sola femmina che provvede alla cova. II periodo di incubazione varia da 15 giorni in estate a 19 giorni in inverno (Webber, Ziegler, 1965). I piccoli aprono gli occhi a 10 giorni ed a questa età i genitori cessano di coprirli continuamente. L'involo avviene da 19 a 25 giorni in dipendenza della stagione.
Il Diamante variopinto in generale è un buon allevatore. Tuttavia talvolta può capitare che i piccoli siano gettati fuori dal nido durante la prima o la seconda settimana di vita. Sembra (Immelmann) che l'espulsione dal nido dipenda dal fatto che gli Uccelli non hanno a disposizione l'alimentazione desiderata. In questi casi è pertanto necessario offrire immediatamente una maggiore varietà di cibi.
Nessuna sottospecie.

S.Q.