GENESI DEI CANARINI DA CANTO E FASI DELLA LORO EVOLUZIONE

Studio filetico e comparativo
a cura di G.P. Mignone




Benché nella serie di Note che la C.T.N. Malinois, in collaborazione con l'a. di questa Nota, va pubblicando sulla tecnica genetica si pongano problemi apparentemente complessi, tali problemi hanno una lunga genesi. Infatti, i Canarini da canto si sono evoluti dall'antenato selvatico Serinus canaria (Linneo) come prime Forme dei Canarini domestici e si sono diffusi con vari adattamenti alle nuove esigenze imposte dalle innovazioni selettive, la cui filogenesi può oggi avere cento suddivisioni fino agli usignolati del Dott. Reich, a quelli del Dott. Susmel, ai Rossi. gnol Parisien di Boulant, agli usignolati del Dott Cilea et al.
In verità, va subito detto che dopo l'introduzione di ogni nuova Forma si possono distin• guere due fasi nell'evoluzione selettiva. Dap prima vi è un periodo di imitazione, in cui i caratteri più apprezzati delle precedenti Forme • fungono da modelli per le nuove Forme (in ge . nere, nel nostro caso, del Tipo usignolato). Poi a mano a mano che i coltori acquistano dimestichezza e fiducia nei nuovi risultati selettivi - appaiono Forme nuove, che non sono più mere - imitazioni, ma sfruttano fino al limite le nuove tecniche genetiche.
Poiché, però, il destinatari del' ultimo è l'ornitofilo, l'indirizzo selettivo non è l'unico fattore che influenzi le forme stesse: le nuova Forma in sé rimane un'arte il cui eventuale successo riflette il sottile equilibrio tra imita zione e innovazione.
Il discorso or fatto vale nel globale coacervo selettivo, preso in tutta la sua interezza (Canto Forma, Posizione, etc.).
Ora, per apprezzare nel nostro tema la por tata del problema, si considerino tutte le possibili varianti delle Forme can,pre, secondo l'al- bero filetico di Klaus Speicher, lievemente adattato dallo scrivente.

Dal Canarino selvatico Serinus canaria (L.), riportato in fondo a destra dell'albero filetico in figura, sono derivati il Canarino domestico e, successivamente, da una parte i Canarini cantori tirolesi, poi gli Usignolati tirolesi e, infine, il Malinois-Waterslager; dall'altra i Timbrado spagnoli che Speicher ritiene derivazione degli « Schnapper » o primi Canarini cantori tedeschi ibridati (?!) con il Verzellino Serinus serinus (L.).
Questa tesi di Speicher circa l'intervento di ibridazione con il Verzellino, come punto di partenza dei Timbrado spagnoli, è presumibilmente tratta da un grosso lavoro sugli Uccelli europei dell'ornitologo inglese David Armitage Bannerman (1886-1979), ove si rinvengono vedute analoghe peraltro, a parere dell'a. di questa Nota, affatto comprovate dal punto di vista genetico.
Personalmente ritengo che il problema più stimolante di quegli anni in cui si coltivavano in Germania gli « Schnapper » sia stato invece lo sfruttamento integrale della lata flessibilità insita nella genetica del canto degli « Schnapper » stessi, vera e propria materia grezza, in allora, per la selezione che puntava essenzialmente sul canto in Germania, mentre in Inghilterra si puntava invece sulla forma.
Successivamente, per sviluppo genetico sequenziale, ma con diverso programma selettivo, si sarebbero ottenuto dagli « Schnapper » i cantori Harzer di Sankt Andreasberg ed i Seifert di Dresda da una parte, i Glucker (ceppi di Edo-ward e Taillue Volkmann di St. Andreasberg) dall'altra. Mancano, nel quadro genetico delle affinità tracciato da Speicher, i ceppi Koller di Peter Erntges di Elberfeld, forse perché rimasti, dal punto di vista genetico e delle stesse strutture di canto, avvolti nel mistero: il segreto di questi cantori di Erntges è sceso nella tomba con il loro scopritore.

Infine, dalla fusione dei due indirizzi selettivi Glucker di St. Andreasberg e Seifert di Dresda, gli usignolati del Dott. Karl Reich, del nostro Dott. Livio Susmel (Usignolati « Fiume ») e del Dott. Pietro Cilea; dalla fusione, poi, degli indirizzi Harzer e Malinois gli Smet francesi (questi cantori di Gustavo Smet derivano altresì dal Sassone di colore ibridato con il Cardinalino del Venezuela Carduelis cucullata Swainson) e, dalla fusione degli indirizzi Harzer e Malinois con i Border inglesi, I'American Singer.

In conclusione, i moderni Harzer derivano geneticamente dai Seifertvógel di Dresda anche se nulla hanno ormai da spartire, se non nella ricerca costante della profondità tonale delle melodie e non certo di repertorio e infine di status genetico, con i cantori di Heinrich Seifert che trionfarono a Dresda nel 1898, mentre i moderni Malinois deriverebbero, secondo Speicher, dagli Usignolati tirolesi.
Ad ogni modo, con il Malinois ed i moderni Harzer si chiude dunque una serie antica della filogenesi artificiale del canto e comincia quella nuova, così che viene la tentazione, a chi vede quel grande albero filetico che sta in fronte a questa Nota, di tirare una riga rossa prima del Malinois e dell'Harzer.

Per il Malinois, in particolare, l'esattezza di tale assunto può essere compresa appieno soltanto da chi si addentra nello studio del canto dell'Usignolo. E, dopo formata la tecnica attraverso le varie e talora anche opinabili vicissitudini, specie per quanto attiene la soppressione in standard della voce « accento usignolato » (Anversa, 1955), avendo affinato la propria sensibilità d'interprete e di tecnico, si accinge a fare un bilancio delle prestazioni dei suoi Malinois. Se il ceppo che possiede ha le doti del vero, autentico Malinois per esattezza d'impianto e di indirizzo, raffinatezza di intonazione, purezza di suono, meccanismo di timbro e di sonorità, riuscirà ad imporsi correttamente, compiutamente; se le doti ed il talento non ci sono, non vi sarà fatica di studio e di apprendimento del canto nell'armadio-scuola, perseveranza nel ripetere i « passi » del maestro cantore che valga a dare un'esecuzione più che mediocre.

E con ciò avremmo confinato il canto Malinois nel ristretto campo della tecnica e della didattica di scuola e di giudizio generale.
Ma a chi, lo ripetiamo, voglia dare dell'usignolato di Malines un giudizio che non si ferma alla superficie o non sia affatto di maniera, appare subito come da ciò che abbiamo detto emerga puro il volto di un cantore di « slags » o di canto specialmente ritmico, al pari di quello dell'Usignolo.

Sia ben chiaro, il contenuto musicale del repertorio Malinois non giunge a librarsi nelle sfere più elevate di quello dell'Usignolo, e risente di un difetto di origine fisiologica, quello lapalissiano cioè di non essere lo stesso Usignolo, ma tuttavia nei pionieri fiamminghi (v. Nota 2a) gli indirizzi di canto del loro Canarino erano dettati soltanto dalla tormentosa ricerca di rendere più compiuta possibile, specie nelle melodie d'acqua, tale rassomiglianza.
Ricordo sommariamente la grande varietà di suoni armonici, semplici e doppi, il brontolio scandito e dissonante tipico delle Chorren; il timbro metallico; la stupefacente velocità ottenuta nei glissandi, sicché il massimo dell'effetto è ottenuto più che con l'agilità delle variazioni melodiche, con il prodigioso meccanismo delle note; l'impiego di accordature diverse da quelle profonde e forse troppo uniformi dell'Harzer; etc. etc.

A questo titolo ed in virtù di quella malia dei suoni che si fa arte quando il suono è Natura, vediamo meglio il Malinois come già i pionieri fiamminghi non per farlo così riemergere da un passato che non è passato, poi che sostanzia il nostro presente e più ancora l'avvenire stesso del Malinois.
Giuseppe Paolo Mignone