INANELLAMENTO
Nell'allevamento dei pappagalli gli anellini chiusi (bandelle senza saldatura) stanno assumendo sempre maggiore importanza. Essi rappresentano anche la sola prova certa che un uccello è nato in cattività. E nella maggior parte delle regole attualmente in vigore è prevista questa prova. Un anello. chiuso può essere infilato alla zampa di un pappagallo solo se è un pulcino nei primissimi giorni o settimane (secondo le specie) di vita. Se è delle giuste dimensioni pub essere tolto solo se viene tagliato con un tronchese. Se è troppo grande pub ancora essere tolto quando l'uccello ha quasi raggiunto le dimensioni dell'adulto.

Molti allevatori sono restii ad inanellare i piccoli perché un anellino pub rappresentare un rischio letale e provocare serie lesioni o persino la perdita della zampa. Il problema è che sono poche le pubblicazioni che spiegano quali sono le dimensioni corrette dell'anellino per le molte diverse specie allevate in cattività. Se l'anellino è troppo stretto la zampa si gonfia e se l'allevatore non se ne accorge a tempo viene bloccata la circolazione del sangue. Pub anche capitare che della sporcizia si infili sotto l'anellino provocando un'infezione; anche in questo caso bisogna immediatamente asportare l'anellino.

Se l'anellino usato (di solito di metallo) non è sufficientemente robusto per la specie, c'è il rischio che il pappagallo possa deformarlo per cui penetra nella gamba provocando lesioni. Se è troppo grande può provocare la formazione di callosità. Nello scegliere un anellino si deve perciò tener conto della circonferenza del tarso, della sua lunghezza misurata dal dito posteriore e della forza del becco della specie considerata. La lunghezza dell'uccello non è assolutamente un criterio per valutare le corrette dimensioni dell'anellino. I lori, per esempio, hanno delle zampe molto più grosse dei parrocchetti australiani delle stesse dimensioni.

I piccoli pappagallini a zampe sottili possono essere inanellati molto presto, a circa otto-dieci giorni d'età, mentre le specie più grandi con zampe tozze, in qualche caso non possono essere inanellati finché non hanno circa quattro settimane L'età dell'inanellamento pub variare nell'ambito della stessa specie: non solo ci sono variazioni individuali, ma gli uccelli svezzati artificialmente vengono inanellati più tardi di quelli allevati dai genitori perché, all'inizio, crescono più lentamente.
Se un pulcino viene inanellato troppo presto o se l'anellino è troppo grande, può essere perso, talvolta non subito ma diversi giorni dopo. Se penso di aver inanellato un pulcino troppo presto ma so di non poter ispezionare il nido il giorno dopo spingo l'anellino a livello della tibia e lo riporto a livello del tarso qualche giorno più tardi. L'anellino normalmente viene sistemato a livello del tarso ma in realtà non c'è niente di male se sta a livello della tibia.

Lo strumento più adatto per inanellare i piccoli pappagalli e quelli di taglia media è uno stuzzicadenti di legno o, in mancanza di questo, un fiammifero di legno appuntito. Si infilano nell'anellino le tre dita maggiori e si spinge l'anello verso il tarso; il dito più piccolo, inizialmente piegato all'indietro, viene poi liberato con l'aiuto dello stuzzicadenti. Con i pulcini di specie di grandi dimensioni come le are o i cacatua, è meglio spingere l'anello oltre tutte le quattro dita, oltre il tarso e fino alla tibia. Se viene sistemato troppo tardi può essere molto difficile farlo passare attraverso le dita di un grosso uccello. In caso di difficoltà si può mettere un po' di vaselina sulle dita per facilitare il passaggio dell'anellino.

Con alcuni uccelli di voliera l'inanellamento è un rischio perché i genitori si oppongono all'anellino e, nel tentativo di toglierlo, gettano i piccoli fuori dal nido. Per gli uccelli che nidificano in una cavità, per cui l'interno del nido è buio, normalmente non ci sono problemi, ma i pappagallini del genere Forpus spesso cercano di togliere l'anellino. In un nido, una coppia di conspicillatus nidificavano per la prima volta quando i tre pulcini più vecchi vennero inanellati. I genitori ruppero la gamba di uno dei piccoli e mutilarono quella di un altro in modo cosí grave che la gamba fu perduta.
In una voliera gli anellini spesso sono anche pericolosi: gli uccelli possono rimanere impigliati in un pezzetto di filo di ferro sporgente e persino su un posatoio naturale. Bisogna che gli allevatori esaminino con molta cura l'interno della gabbia o della voliera prima di introdurvi un uccello inanellato. E quando si costruiscono gabbie di rete metallica non bisogna avvolgere le maglie attorno ai margini delle porte: bisogna fare attenzione e tagliare il filo di ferro il più possibile «a raso» rispetto ai bordi, senza lasciare sporgenze.

La tecnica ha migliorato la confezione degli anellini le cui forme sono diventate assai più sofisticate. Attualmente un fabbricante tedesco produce un anellino di plastica liscio e robustissimo che non ha bordi taglienti. I numeri e le lettere si leggono facilmente attraverso la plastica e sono stampati all'interno secondo le istruzioni date al momento dell'ordinazione.
Gli allevatori devono inanellare i loro soggetti. Entro pochi anni è probabile che sia obbligatorio per l'esportazione di tutti i pappagalli e per la vendita di quelli di specie in pericolo di estinzione (vedi C.I.T.E.S.). Gli anellini chiusi sono il più efficace modo di identificare i singoli uccelli. Ciò è di estrema importanza per quanto concerne le specie più rare per evitare che uccelli fra loro imparentati vengano accoppiati.

Tutti i numeri degli anellini devono essere registrati in modo da consentire una facile verifica, su un quaderno o su un computer. Forse verrà il giorno in cui vi sarà una registrazione centralizzata e le
informazioni scritte sull'anellino leggibili per chiunque in base a un codice come attualmente, per esempio, accade per la Associazione degli amatori di pappagalli ondulati (Bugerigar Society).

R.L.