Serinus

CANARINO DI RUPPEL
(Serinus tristriatus tristriatus)

di S. Q.

Descritto da Ruppel nel 1840 (N. Wirbelt. Vog., p. 97, pl 35, 1840) dopo essere stato *******to presso il passo Taranta nel distretto di Acchele Guzai in Eritrea. Il termine specifico «tristriatus» è dovuto alla seguente ragione: guardando questo uccello di fronte si notano subito tre striscie bianche pesantemente marcate, due sui sopraccigli ed una sulla gola.
Il termine generico «Serinus» è stato solo recentemente, da pochi anni, sostituito in modo definitivo a quello di «Poliospiza», genere in cui per lungo tempo era stato incluso e universalmente accettato. Claude Grant (African Handbook of Birds, Series I, vol. II), ricercando nella letteratura ornitologica di oltre un secolo, ripristinò quello che primitivamente era stato il nome generico, cioè «Serinus» e che Ruppel stesso aveva pro• posto oltre un secolo fa.



Caratteri distintivi
E' del tutto insignificante in quanto a colore ed a prima vista potrebbe essere scambiato per una femmina di Passero. Il colore generale delle parti soprastanti è grigio bruno, con le parti interne delle penne più scure. Ciò determina una leggera striatura sul dorso, più marcata e quindi più scura sulla testa. Bande sopraccigliari bianche, mento e parte superiore della gola bianchi limitati da due striscie scure. Copritrici alari, remiganti e coda molto scure con margini bruni più chiari. Le rimanenti parti sottostanti sono grigio cenere che sfuma in bianco sull'addome. Becco color carnicino, piedi bruno rosa, iride bruna. Lunghezza circa 13 cm. I sessi sono del tutto simili. I giovani si riconoscono per una maggiore striatura sul mantello e sui lati del petto.

Distribuzione
Il Canarino di Ruppel è tipico dell'Africa orientale. E' diffuso in Eritrea, Etiopia, Somalia ex britannica e Somalia ex italiana settentrionale. Probabilmente risulta distribuito anche nel Kenia settentrionale. Il dubbio deriva dal fatto che, con riguardo a quest'ultima zona, si ha notizia di soli due esemplari *******ti da Sir Frederick Jackson sulle pendici del monte Elgon e nessuna altra notizia sicura.

Habitat
E' una specie abbastanza comune, caratteristica
tuttavia degli altipiani al di sopra dei 1200 m.
Lo si può osservare soprattutto sul terreno dove ama sostare in genere in gruppetti di due o tre esemplari. Il suo ambiente preferito è costituito da terreni pietrosi con bassa vegetazione e macchie di cespugli, situati ad altezze comprese tra 1200 e 3300 m. Sono uccelli poco paurosi e confidenti. Due esemplari di Canarino di Ruppel che ho avuto per un certo tempo, si lasciavano quasi toccare con la mano.



Dopo Ruppel ci sono state molte segnalazioni di catture da parte di ornitologi; mi limito a citarne qualcuna.
Speke catturò un esemplare presso la località di Makhir, Somalia settentrionale e scrisse: «ucciso sui monti dove essi volano in gruppi come i nostri passeri inglesi». Von Heuglin lo trovò abbondante sugli altipiani di Bogos in Eritrea ed in Etiopia ad altezze di 1200-3300 m. Dall'Eritrea Bandford riferì che esso era «mol-
to comune sugli altipiani, generalmente tra i cespugli, in piccoli gruppi e singolarmente. Si mantiene molto sul terreno.
Non l'ho mai visto ad altezze inferiori a 1200 m». Lord Lovat collezionò alcuni esemplari vicino la località di Harar in Etiopia orientale ad una altezza compresa tra i 1800 e i 2400 m.

I due esemplari del Kenia, conservati nel British Museum, furono *******ti sul monte Elgon a circa 1800 m.
Per ciò che riguarda la Somalia ex britannica, Lord Phillips scrisse: «questi uccelli si trovano nelle fitte macchie della località di Golis Range sul monte Wagar, dove li ho osservati in piccoli gruppi».



Nidificazione
Sulla nidificazione allo stato libero si hanno informazioni da due fonti.
Von Heuglin riferisce: «il nido era costruito su una pianta di ginepro ad un'altezza di circa 1,70 m. ed era composto di radichette, sottili fili d'erba, muschio e peli di animali. Conteneva tre uova di un bianco verde pallido, leggermente macchiate ai poli di violetto».
Von Erlanger trovò sette nidi in Etiopia, sui monti, tra aprile e ottobre. Tutti contenevano tre uova ad eccezione di uno che ne conteneva quattro.
La coppia 'che ho avuto nel giugno 1972, ha nidificato in voliera.
Il nido è stato costruito in un cestino di vimini dalla sola femmina con sfilacci di iuta normalmente usati dai canarini domestici. Esso è risultato molto ben costruito e di una perfezione sferica notevole. Sono state deposte due uova, purtroppo_ e inaspettatamente sul fondo della voliera e quindi sono andate perse. Per il colore devo dire, al contrario di quanto riferisce Von Heuglin, che era assolutamente assente ogni traccia di verde. Probabilmente l'alimentazione in cattività ha avuto qualche influenza sulla colorazione del guscio.
Il maschio in amore esegue un corteggiamento piuttosto strano: arruffa le penne del dorso e, gira intorno alla femmina eseguendo delle movenze goffe. Il tutto risulta buffo a vedersi.

Cibo
Si nutre principalmente di semi di erbe. In cattività va benissimo la normale miscela dei canarini.

Canto
Il verso di richiamo è molto simile al cinguettio dei passeri.
La canzone, eseguita quasi esclusivamente nel periodo degli amori, è dolce e stridula insieme. E' una via di mezzo tra il canto del Canarino domestico e quello del Verzellino (Serinus serinus).

Sottospecie
Esiste una sola sottospecie sull'esistenza della quale c'è stata una lunghissima polemica.
Serinus tristriatus pallidior. (Phillips 1898) Lord Phillips catturò cinque esemplari nella Somalia ex britannica nel gennaio e febbraio del 1897 e li descrisse l'anno successivo come sottospecie col nome di «poliospiza pallidior». (IBIS, p. 398, 1898). Egli scrisse: «confrontati con gli esemplari di tristriatus conservati nel British Museum, questi miei uccelli della Somalia sono molto più grigi sul petto mentre gli altri sono
più scuri di sotto e non presentano l'addome così bianco. Il colore scuro del becco è anche una caratteristica di questi uccelli somali». D.A. Bannerman fu di parere contrario. Dopo aver ripetuto il confronto, giunse alla conclusione che non c'erano giustificazioni sufficienti per distinguere gli esemplari della Somalia in una sottospecie. Tuttavia non solo Shelley era del parere di Lord Philips, ma oggi anche Claude Grant la riconosce come sottospecie.
E' distribuito dall'Eritrea fino a tutta la Somalia ex britannica.

S.Q.
Il Mondo degli Uccelli rivista bimestrale di Ornitologia dell'ANIEI