Originariamente inviata da
giuseppe valendino
Vedi Patanè che, come si suol dire, casca l’asino? Quanti allevatori possono permettersi un «un frigo a pozzo industriale» in allevamento? Quanti allevatori, allevando 100 coppie, non prendono in considerazione i costi (considerevoli) di tale allevamento?
La maggior parte di noi il pastone lo acquista in negozio, appena gli capita, o ne viene a conoscenza, passa al cous cous, i rimasugli che si avanzano in casa non si buttano anche perché, con i tempi che corrono, un occhio a costi – ricavi lo devi sempre avere. E’ finita l’era che un allevatore con il suo lavoro ingrassava commercianti, negozianti, ditte del settore e mediatori. E lui ci perdeva un sacco di soldi.
La gente è cambiata. Si è resa conto, che una condizione del genere non può proseguire. Nessuno alleva per soldi, ma almeno le spese a fine anno le devi portare a casa. E in questo contesto la correlazione entrate - uscite è importante.
L’immagine bucolica raccontata spesso sulle pagine di I.O. dell’allevatore che alleva per regalare i suoi soggetti a bambini, novizi, anziani e infermi, fa parte del passato. Anche se, comprensibilmente dal loro punto di vista, molte persone sono propense a riproporla sempre e comunque. E le eccezioni confermano la regola. Sto parlando, si capisce, da allevatore. Per gli appassionati, gli amatori le considerazioni sono diverse. Ma mi fermo qui perché mi sto accorgendo di uscire fuori dal seminato.