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Discussione: ibridi e pappagalli domestici.. cosa ne pensate?-

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  1. #1
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    ibridi e pappagalli domestici.. cosa ne pensate?-

    ciao,

    vi posto questo interessante articolo:

    http://cityparrots.org/journal/2013/...viculture.html

    per alcuni aspetti, in quanto dati di fatto come il vigore ibrido, mi trova assolutamente d'accordo... per altri invece mi trova in disaccordo, voi cosa ne pensate?
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  2. #2
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    Penso che dal momento in cui i pappagalli sono diventati animali domestici saranno soggetti alla "ibridazione " , ti dirò di più secondo me già il fatto che si siano create in cattività così tante nuove colorazioni , alcune molto differenti dagli ancestrali , lo considero il primo passo verso tentativi più importanti di "manipolazione " . Daltronde è quello che è successo nel tempo con tutti gli animali venuti in contatto con l'uomo e divenuti domestici , i pappagalli sono tra gli ultimi arrivati e credo non sfuggiranno a questo ; solo che con l'attuale profonda e rapida trasformazione degli habitat naturali sarà sempre più necessario preservare il patrimonio genetico originale .
    Ti auguro una buona giornata Francesco

  3. #3
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    Quote Originariamente inviata da Francesco_i Visualizza il messaggio
    Penso che dal momento in cui i pappagalli sono diventati animali domestici saranno soggetti alla "ibridazione " , ti dirò di più secondo me già il fatto che si siano create in cattività così tante nuove colorazioni , alcune molto differenti dagli ancestrali , lo considero il primo passo verso tentativi più importanti di "manipolazione " . Daltronde è quello che è successo nel tempo con tutti gli animali venuti in contatto con l'uomo e divenuti domestici , i pappagalli sono tra gli ultimi arrivati e credo non sfuggiranno a questo ; solo che con l'attuale profonda e rapida trasformazione degli habitat naturali sarà sempre più necessario preservare il patrimonio genetico originale .
    Ti auguro una buona giornata Francesco
    no sono due cose completamente diverse, finché si parla di mutazioni si intendono animali che abbiano si un colore si diverso ma che per il resto siano del tutto uguali ai soggetti selvatici!

    quando nell'articolo si parla di addomesticamento si riferisce più che altro a cambiamenti morfologici evidenti (es. ondulati di forma e posizione, A. roseicollis "piuma lunga" ecc.) oltre che ad altri fattori comportamentali e non che vengono selezionati in maniera più o meno involontaria nell'allevamento in cattività
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  4. #4
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    ma le mutazioni ci sono sempre state . pero la moda di fissarle non cera ,si allevava gli ancestrali con spirito di preservazione.per me i mutati valgono una cicca di sigaretta .e' un bum da quando i canarinari sono passati ai pappagalli .portandosi dietro la smania della mutazione al solo pensiero di fare soldi IO COME QUESTI LI O SEMPRE ELIMINATE38358_114217531962412_2959480_n.jpg

  5. #5
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    Ragazzi,

    io penso tutto il male possibile. Il patrimonio genetico va preservato nella sola forma ancestrale, ma si notano sempre di più ibridazioni e meticciamenti.

    Le mutazioni le considero l'anticamera dell'ibridazione, anche perchè, per fissarle in molti casi si usa proprio ibridare i soggetti, senza contare che compromettono del tutto la possibilità di distinguere le sottospecie presenti in natura...
    Ultima modifica di Simone Durigon; 30-10-13 a 16: 19
    Simone Durigon

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  6. #6
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    Ragazzi,

    io penso tutto il male possibile. Il patrimonio genetico va preservato nella sola forma ancestrale, ma si notano sempre di più ibridazioni e meticciamenti.

    Le mutazioni le considero l'anticamenta dell'ibridazione, anche perchè, per fissarle in molti casi si usa proprio ibridare i soggetti, senza contare che compromettono del tutto la possibilità di distinguere le sottospecie presenti in natura...
    Non sono un allevatore di pappagalli ma credo che tu abbia ragione , nel mondo dei fringillidi e degli estrildidi già ci sono troppi esempi a mio avviso deleteri degli argomenti riportati nell' articolo.Basti pensare alle mutazioni trasferite dal lucherino agli altri spinus ,al passero del giappone che non esiste in natura nella forma data ma è bensì frutto di ibridazioni e meticciamenti , penso a tutti gli ibridi sterili e mi pongo delle domande anche se penso che ognuno sia libero di pensarla come vuole.Dal punto di vista della preservazione e della difesa dei patrimoni genetici penso che l'unica cosa da fare sia tentare di conservare delle popolazioni in cattività e prelevarne il dna in attesa di legislazioni di ambito genetico che permettano la clonazione mirata a quelle specie che noi stessi e la nostra avidità abbiamo contribuito ad estinguere in natura.

  7. #7
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    Ragazzi,

    io penso tutto il male possibile. Il patrimonio genetico va preservato nella sola forma ancestrale, ma si notano sempre di più ibridazioni e meticciamenti.

    Le mutazioni le considero l'anticamera dell'ibridazione, anche perchè, per fissarle in molti casi si usa proprio ibridare i soggetti, senza contare che compromettono del tutto la possibilità di distinguere le sottospecie presenti in natura...
    penso che questo sia uno di quei argomenti di quelli che scottano, e tutti ci troverebbero dei pro e dei contro. io dal mio personale punto di vista sono assolutamente d'accordo con Simone, che in poche parole ha detto tutto.
    MICHELE
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    "l'amore per tutte le creature viventi è l'attributo più nobile dell'essere umano"Charles Darwin

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  8. #8
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    Non ho mai capito tutta questa ostilità nei confronti dell'ibridazione negli psittacidi...o meglio,posso capirla per animali ormai sull'orlo dell'estinzione,di cui effettivamente va preservato il patrimonio genetico,ma per specie molto diffuse in natura non vedo perchè non si possa sperimentare così come si è fatto per i fringillidi.
    Inoltre ritengo che il semplice allevatore non sia certamente la figura adatta a garantire l'integrità genetica delle varie specie....a questo sicuramente penserebbero meglio giardini zoologici ed altre associazioni che possono avvalersi di personale e strutture sicuramente più qualificate,va anche ricordato che per tante specie comunemente allevate che si è pensato di reintrodurre in natura per rinfoltire le popolazioni selvatiche ci si è trovati davanti a problematiche relative all'immissione negli ambienti originari,oltre che di soggetti non "puri"geneticamente,anche di malattie magari latenti nei soggetti allevati in cattività e che avrebbero fatto correre il rischio di peggiorare ancorpiù la situazione di quelli selvatici,senza contare il fatto che riabituare ceppi domestici alla vita in natura non sempre si rivela un'impresa semplice.
    Quindi,tenendo presente che è quantomeno remota la possibilità che un giorno qualcuno si presenti alla porta dei vari allevatori di inseparabili...calopsiti e parrochetti vari chiedendogli di donargli dei soggetti per ripopolare le aree originarie,direi che effettivamente qualche "esperimento"di ibridazione si potrebbe anche tentare senza farsi troppe s...e mentali...
    Il problema dell'ibridazione ,come già detto,è uno di quelli che divide...ci sono quelli non l'accettano per nulla...quelli che ibriderebbero tutto con tutti e quelli che ritengono si possa fare senza abusarne e usando il cervello,io mi inserisco in quest'ultima categoria

    Massimo

  9. #9
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    Caro Massimo,

    ti faccio un paio di esempi di quanto le mutazioni possano essere distruttive nei fenotipi ancestrali:

    1. la cocorita: è il pappagallo più presente in cattività, malgrado tutto, solo in rarissime eccezioni, abbiamo a che fare con coppie ancestrali che danno figli per il 100% ancestrali. In germania ed olanda ci stanno riprovando a selezionare ceppi puri, ma dopo 2-3 generazioni spuntano figli mutati.

    2. inseparabili come il nigrigenis: presente e mutato in cattività, si trova in grosso pericolo in natura. Finiti quelli, rimangono solo quelli che abbiamo in mano noi, moltissimi dei quali ormai "compromessi dalle mutazioni".

    Non mi dilungo su altri casi,

    buona serata!
    Simone Durigon

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  10. #10
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    santissime parole Simone ,,ma per i dipiu' cadono nel vuoto questi mutatori non allevatori ,ma quasi tutti palancai ,stanno rovinando quel poco di patrimonio genetico che ancora abbiamo

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