Galliformi
L'Argo gigante
di M.P.


E' questo un galliforme della famiglia dei fasianidi (gen. Argusianus) che raggiunge nel maschio adulto quasi la lunghezza di 2 metri di cui più di uno è dovuto alla splendida coda.
La testa di questo uccello è lateralmente per una parte nuda, di colore celeste violaceo, salvo che sulla sommità dove esiste una fitta e breve cresta di penne compatte e nere che partendo dal becco arriva sino alla nuca.
Per il resto del corpo, la livrea dell'Argo è di un color misto tra marrone e grigio con numerosi ocelli che sono regolarmente distribuiti soprattutto sulle remiganti (da cui il mitico nome) ; a proposito delle quali bisogna dire che mentre le primarie sono assai brevi, le secondarie e le terziarie sono lunghissime ( nel maschio) e allargate e ondulate
negli apici. Questa particolare disposizione e dotazione naturale del piumaggio è ciò che rende possibile l'effetto straordinario e veramente artificioso della parata amorosa.
L'andatura dell'Argo è a scatto ritmato, le zampe alte sono sprovviste di speroni, di colore carnicino chiaro.
Questo splendido fasianide è originario del Borneo e diffuso a Malacca, Giava, Sumatra. La sua rarità è costituita non dalla rarefazione della specie, ma dalla difficoltà di *******. Infatti, trattandosi di animale timido di fitta boscaglia, attende di preferenza le ore crepuscolari per aggirarsi alla ricerca del cibo composto in prevalenza di grani, germogli, bacche, insetti e simili.
Contrariamente a quanto creduto da molti, l'Argo sopporta a lungo e perfettamente la cattività dove è in grado di riprodursi agevolmente. Allo stato libero è considerato un animale poligamo come molti galliformi, in cattività a me consta invece essere di tendenze piuttosto monogame.
Ho avuto modo di osservare per anni la crescita, lo sviluppo, i costumi e la riproduzione di alcuni Argo in cattività.
Il raggiungimento della maturità, e quindi della livrea definitiva, avviene dopo alcune mute complete e comunque non prima del terzo anno. Ma passa in genere ancora qualche tempo prima che l'uccello manifesti il suo istinto riproduttivo. Allora il maschio abbassando e rientrando il capo nelle spalle, e allungandolo poi di colpo, emette una lunga serie di urli brevi ed identici, vocalizzando la «u»; percorre poi a passi brevi e rapidi il «territorio» che è in genere uno spiazzo o piccola radura (a seconda della ampiezza del recinto) libera da arbusti e detriti; abbozza dei tentativi di assalto contro un ipotetico rivale.
Il comportamento della femmina è frattanto schivo e distratto come avviene similarmente in altre specie di fasianidi.
La vera parata è costituita poi dalla elevazione delle penne timoniere della coda del maschio, contornate dal ventaglio formato dalle remiganti delle ali. In questa guisa, e scuotendo e frusciando tutte le penne, l'Argo gradatamente stringe dappresso la sua femmina che dopo una serie di tentativi e di approcci, viene coperta rapidamente, alla maniera dei pavoni.
Nei nostri paesi la deposizione e la cova avvengono ricorrentemente nei mesi invernali. Non so se questo sia dovuto a condizioni climatiche e ambientali, od allo sfalsamento delle stagioni provocato dalla differenza delle fasce emisferiche.
Dopo qualche giorno dall'inizio degli accoppiamenti, la femmina si apparta sovente negli angoli più riparati radunando sommariamente qualche filo di sterpagli o qualche fronda. Le viene allora offerta una capace cesta di vimini ripiena di paglia nascosta alla vista
indiscreta da uno stuoino di canne, che essa in genere accetta senza riserve. E' lì che depone uno o due uova di colore bianco, della grandezza circa di un uovo di anatra. Dette uova vengono assiduamente covate per 28-30 giorni.
Alla nascita i pulcini sono molto simili a dei tacchinotti, molto delicati e soggetti ad ogni sorta di malanni, prime fra tutti le infezioni parassitarie (singamosi, salmonellosi) . E' buona norma quindi rendere l'alloggio dove usciranno a razzolare i piccoli nati, il più possibile asettico previe acconce disinfestazioni del terreno, che sarà poi ricoperto con un breve strato di sabbia, calce in polvere e pozzolana ben mescolate per renderlo morbido e asciutto. Può giovare l'uso di lampade schermate a raggi infrarossi ed a luce solare miscelata, nella zona dove la chioccia suole ritirarsi con i piccoli durante le ore notturne, la quale chioccia è per solito di una assiduità impareggiabile.
L'alimentazione che viene somministrata ai piccoli, può essere considerata una edizione riveduta e corretta dei mangimi bilanciati esistenti per i galliformi. Alle varie fasi di som-
ministrazione, che partendo dallo sfarinato e passando al granulato vanno a finire al pellettato, è opportuno però porre attenzione con formule bilanciate in modo che i componenti di apporto chimico valorizzino il tasso dietetico in vitamine e proteine, evitando quei prodotti addittivi pesanti, irritanti, non precotti che sono frequentemente causa di turbe intestinali tanto nocive nell'infanzia.... avicola!
Il maschio non infastidisce affatto i piccoli anzi, quando questi diventano più intraprendenti, li guida razzolando con delicatezza alla ricerca del cibo.
E' facile che la coppia sia disponibile per una seconda covata che in genere ha miglior risultato prima, giungendo allo svezzamento della prole, inteso a livello di indipendenza, alle soglie del periodo primaverile. Voglio terminare questa nota con alcune considerazioni. Quanto esposto è quello che ho potuto direttamente osservare su alcuni soggetti in cattività.
Per quanto riguarda eventuali pareri diversi e contrastanti, in merito alle tendenze poligame dell'argo, al numero di uova deposte, al periodo riproduttivo, mi limito ad osservare che mi sono basato su dati obiettivi e su constatazioni dirette, senza per questo voler imporre delle asserzioni che inderogabilmente costituiscano testo.