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Discussione: Scientificamente..perché il passero muore in gabbia?

  1. #1
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    La bandiera di Marco Elidori

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    Scientificamente..perché il passero muore in gabbia?

    Da appassionato da sempre di ornitologia mi son sempre chiesto perché il passero vive sempre poche ore in cattività.
    Specie molto più delicate soppravvivono molto più facilmente ..Avete sentito motivazioni scientifiche sulla cosa?
    Esistono altre specie che non riescono ad adattarsi alla cattività?

  2. #2
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    Veramente si riescono anche a detenere nelle gabbie da 120 se sono nati in cattività, per riprodurli invece serve una voliera. Nel forum diversi utenti li allevano con successo

  3. #3
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    Quote Originariamente inviata da Marco Elidori Visualizza il messaggio
    ..... mi son sempre chiesto perché il passero vive sempre poche ore in cattività.
    Al pari di tutte le specie autoctone nati e vissuti liberi nella natura, se li rinchiudi nella gabbie normalmente periscono.
    Ho letto sul web che alcuni si lasciano morire di inedia, altri si ingozzano all'inverosimile ma il risultato finale è sempre lo stesso. Solo qualcuno riuscirà a sopravvivere ma purtroppo condurrà una vita scialba poichè difficilmente riuscirà a riprodursi.

    Contrariamente, se acquisti o vieni in possesso di animali di allevamento, cioè nati e vissuti in cattività, tutto questo non succede e come tutte le altre specie che tu definisci "delicate" hanno una vita regolare riuscendo a riprodursi ed a svezzare i propri pulli.

    Se ci pensi bene, un cardellino (faccio un pargone con un animaletto molto ambito e ricercato) prelevato in natura difficilmente sopravviverà e qualora riuscisse, molto più difficilmente ancora riuscirà a riprodursi. Ma perchè tutto ciò non avviene se invece si tratta di un animaledi allevamento e quindi nato e vissuto in gabbia ?


    ROE - A.O.E. 016 - F.E.O.0016SV 085AIAP 26

  4. #4
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    Io sono un pò vecchiotto...quando ero piccolo a metà anni 60 i cacciatori che rientravano in paese avevano anche le gabbie piene di fringillidi *******ti con il vischio.. (pratica aberrante ai nostri giorni)..Questi uccellini sopravvivevano sui balconi per quinquenni o decenni (mio padre tenne un lucherino per 15 anni) Noi ragazzi provavamo con i passeri..e la mattina dopo stecchiti in gabbia..
    Niente di nuovo per noi.....Il nostro amico passero il più orgoglioso e incorruttibile fra tutti...

  5. #5
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    Secondo me fa tanto la differenza la conoscienza ornitologica che abbiamo adesso perche per arrivare ad avere animali nati in cattività qualcuno deve essere riuscito a tenerli in vita e farli riprodurre partendo da animali di *******

  6. #6
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    Da ragazzino ho sempre tenuto dei passeri presi col vischio, naturalmente ti parlo di almeno 25\30 anni fa e allora lo facevano praticamente tutti, li alloggiavo in una voliera di 2x2x4 in compagnia di un "fritto misto" di fringillidi, insettivori, alaudidi, emberizidi e ti posso assicurare che non ne moriva neanche uno, e l'alimentazione allora era molto spartana. Più volte si sono anche riprodotti, anche se non hanno mai svezzato un solo piccolo, a quei tempi per me i passeri mangiavano semi, si era ancora lontano dall'idea che anche i granivori avessero bisogno di insetti per svezzare i loro pulii. Ricordo benissimo una passera mattugia che fece un nido in un cipresso e nacque un piccolo, e siccome era l'unica mattugia che avevo il padre doveva per forza essere una delle passere sarde presenti nella voliera.
    sicuramente messi in una piccola gabbia senza nessuna schermatura perivano nel tentativo di liberarsi sbattendo freneticamente nelle sbarre.

  7. #7
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    Quote Originariamente inviata da Marco Elidori Visualizza il messaggio
    Da appassionato da sempre di ornitologia mi son sempre chiesto perché il passero vive sempre poche ore in cattività.
    Specie molto più delicate soppravvivono molto più facilmente ..Avete sentito motivazioni scientifiche sulla cosa?
    Esistono altre specie che non riescono ad adattarsi alla cattività?
    ma io ho esperienze di segno opposto alla tua. ricordo ancora la grande nevicata del 1985 quando riuscivo a *******re passeri ed altri tipi di uccelli.


    i passeri li detenevo in gabbiette da 55 e non ne moriva nessuno fino alla loro liberazione.


    ho tenuto un passero di ******* per anni in una gabbietta da 45 alimentato a sola scagliola.

  8. #8
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    Salve a tutti, sono un nuovo membro. Io ne ho recuperato un pulcino implume lo scorso 24 luglio, sopravvissuto ad un volo di 5 metri ed a gatto e gazze presenti nel giardino. Il problema è ad una zampetta. Il veterinario aviario venerdì ha parlato di POSSIBILITA' di recupero e di volo ma non di autonomia (ci ha detto chiaramente "Se lo lasciate in natura muore subito"). Lo stiamo ancora alimentando con il pastone da imbecco. Il veterinario ha detto di non aggiungere altro, ma ho letto nel web che un po' di mela grattugiata va bene: che mi consigliate? Attendo consigli di ogni tipo, grazie. PS: è possibile caricare foto? Così vi mostro la zampetta.

  9. #9
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    mela meglio di no xchè è lassativa ,magari inizia a svezzarlo con un pò di semi x canarini lasciati a disposizione in una ciotolina

  10. #10
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    Mille Grazie! :-)

    Quote Originariamente inviata da pierre Visualizza il messaggio
    mela meglio di no xchè è lassativa ,magari inizia a svezzarlo con un pò di semi x canarini lasciati a disposizione in una ciotolina
    Mille grazie, lo farò domani. Sembra molto intelligente. Si tiene in piedi sulla zampetta sana e quando si stanca fa leva sull'altra agganciandola alle sbarre della gabbietta. Oggi mi è anche saltato fuori. E' tenerissimo.

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