Salve,
Nel 2006 acquistai due coppie di ali dorate d'importazione.
Al tempo erano ancora pappagalli sconosciuti e venivano venduti a bassissimo prezzo perché considerati di poco valore.
Non si sapeva nemmeno di cosa si cibassero: il venditore mi disse che apprezzavano il girasole e l'avena.
Il sesso non era ancora stato determinanto, e mi era stato consigliato il sessaggio endoscopico. Andando sulla fiducia, acquistai 4 soggetti che sembravano particolarmente affiatati, che poi si rivelarono realmente 2 coppie.
Li ho sistemati entrambi in due gabbioni da 90, per osservare il loro comportamento, dopo sei mesi ho unito le due coppie in una volieretta da 2 metri.
Inizialmente cominciai a fornire semi per parrocchetti e pastone per granivori, successivamente (sotto consiglio di un allevatore spagnolo) presi a somministrare un nettare per lori composto da polline e sfarinati di riso e mais, grandi quantità di frutta e pastone per insettivori.
Infatti, studiando in modo più approfondito la loro alimentazione naturale, scopriremo che sono uccelli molto più simile ai pappagalli frugivori, rispetto ai granivori; anche la forma del becco e della lingua suggerisce una dieta principalmente basata su polline e frutta.
Trascorrono tranquillamente l'inverno all'aperto, a patto che sia lasciato loro a disposizione un nido a sviluppo orizzontale.
Iniziata la primavera entrambe le coppie entrarono facilmente in estro: cominciarono a scavare sul fondo del nido ed entrarvi durante il giorno.
Putroppo quell'anno non vidi neanche un'uovo.
L'anno successivo, a partire da inizio febbraio, cominciai una ricca preparazione alla riproduzione, con fornitura giornaliera di cibo vivo e bacche di ginepro.
Questa volta, con mia grande sorpresa, a metà marzo entrambe le coppie iniziarono a deporre con grande divario tra le due femmine: la prima depose 4 uova, mentre la seconda 6.
Dopo 25 giorni tutte le uova si schiusero, anche se nella prima settimana di vita un pullo morì inspiegabilmente.
I soppravvisuti involarono a 5 settimane, e rimasero con i genitori per i due mesi successivi.
Dopo qualche tempo riuscìi a capire quale dimorfismo sessuale presentassero i soggetti adulti: la femmina era leggermente più minuta, con colori più sbiaditi e dal becco più ridotto.