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Discussione: Frutta secca ai pappagalli

  1. #1
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    Frutta secca ai pappagalli

    Salve a tutti gli amici del forum.
    Siamo in inverno ormai inoltrato: mi chiedevo se la frutta secca potesse essere una buona integrazione per proteggere i pappagalli dal freddo pungente, quale tipologia sarebbe più indicata e le dosi consigliate.

    Ho provato a fornire ai rossella un po’ di nocciole sgusciate, ma non hanno apprezzato.
    Possiedo dei rossella, parrocchetti alessandrini, calopsite, senegal e pyrrhura, ma intendevo estendere la domanda a tutti i pappagalli in generale, ben sapendo che le esigenze nutrizionali possono variare di molto.

    Grazie mille.

  2. #2
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    Ciao Delend.
    La frutta secca, oltre a costituire l'alimentazione naturale di molte specie di psittacidi, è ricchissima di acidi grassi e altamente calorica, di conseguenza anche particolarmente gradita agli animali e spesso utile durante la stagione fredda.

    Le nocciole risultano molto appetite ai pappagalli di grossa taglia esclusivamente se fornite immature: una volta secche, non sono sempre ben accette.
    Potranno quindi essere fornite appena raccolte dall'albero, ancora munite di guscio e buccia coriacea, meglio se in grappoli di 3-4 frutti: oltre che un ottimo alimento ricco di vitamine e minerali, costituiranno anche un importante stimolo psicologico.

    Discorso differente è per quanto riguarda le noci, le quali vengono consumate principalmente se ben mature, meglio se precedentemente private del guscio.
    Nonostante l'elevato contenuto di grassi, raramente vengono prese in considerazione dai pappagalli di piccola taglia, come calopsite e agapornis, che preferiscono consumare i pinoli.
    Anche questi ultimi possiedono un tasso lipidico superiore al 50%, e generalmente vengono graditi da tutti gli Psittacidi.

    Ultimamente faccio largo uso di datteri di palma, somministrati in piccole quantità porzionate: oltre ad apportare un discreto numero di calorie, contengono una buona dose di betacarotene, piuttosto carente nella maggiorparte della frutta delle nostre zone.

    Per quanto riguarda le dosi da somministrare durante l'inverno, occorre suddividere gli psittaciformi in due macro-gruppi:
    - pappagalli caratterizzati da un'altro fabbisogno lipidico, come are, cenerini, Poichephalus, cacatua neri e Psittacula di grossa taglia (alessandrini e derbiana): con queste specie possiamo fornire frutta secca anche a giorni alterni, ovviamente moderando le dosi
    - pappagalli caratterizzati da diete più magre e leggere, gruppo nel quale rientrano la maggiorparte dei parrocchetti australiani, cacatua bianchi, amazzoni e alcuni parrocchetti sud americani: potremo fornire frutti grassi e oleosi con cadenza bisettimanale, meglio se settimanale.

    Altri frutti secchi frequentemente utilizzati in ornitologia sono le castagne, le mandorle ed alcuni arachidi.
    Saluti,
    Luca Marani.



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  3. #3
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    Argomento molto interessante!
    Le nocciole immature si potrebbero congelelare e fornirle saltuariamnete durante l'anno?

  4. #4
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    Grazie delle delucidazioni... i pyrrurha in quale gruppo rientrano? : alcuni stostengono che sono delle are in miniatura come alimentazione, è vero oppure no?

  5. #5
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    Quote Originariamente inviata da Guido.gen Visualizza il messaggio
    Argomento molto interessante!
    Le nocciole immature si potrebbero congelelare e fornirle saltuariamnete durante l'anno?
    Certo, ma personalmente penso che ogni periodo debba avere la sua integrazione: in primavera prossiamo fornire erbe prative e spighe di graminacee selvatiche, in estate saranno disponibili miglio e panico allo stato lattiginoso, verso l'autunno ritroveremmo le nocciole immature ed, infine, in inverno somministreremo la frutta secca.

    Sono fermamente convinto che, almeno con le integrazioni, sia necessario rispettare i ritmi stagionali.
    Saluti,
    Luca Marani.



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  6. #6
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    Quote Originariamente inviata da delend Visualizza il messaggio
    Grazie delle delucidazioni... i pyrrurha in quale gruppo rientrano? : alcuni stostengono che sono delle are in miniatura come alimentazione, è vero oppure no?
    Dove hai letto e sentito questa cosa?
    I pyrrhura avranno pure un'alimentazione più grassa rispetto ai parrocchetti australiani, ma non rientrano certo nella categoria delle are come fabbisogno lipidico.
    Per loro, la frutta secca dev'essere fornita con una cadenza massima bisettimanale.
    Ultima modifica di Luca Marani; 05-01-16 a 12: 51
    Saluti,
    Luca Marani.



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  7. #7
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    Quote Originariamente inviata da Luca Marani Visualizza il messaggio
    Certo, ma personalmente penso che ogni periodo debba avere la sua integrazione: in primavera prossiamo fornire erbe prative e spighe di graminacee selvatiche, in estate saranno disponibili miglio e panico allo stato lattiginoso, verso l'autunno ritroveremmo le nocciole immature ed, infine, in inverno somministreremo la frutta secca.

    Sono fermamente convinto che, almeno con le integrazioni, sia necessario rispettare i ritmi stagionali.
    Capito, grazie.

    Ieri ho provato a somministrare i datteri e sono piaciuti parecchio.

  8. #8
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    Non mi ricordo dove l'avevo sentito, probabilmente mi sto confondendo con un'altra specie.

    Nel negozio di animali dove compro il misto, ho visto una confezione di noci già sgusciate per animali da compagnia: andrebbero bene o sarebbe preferibile acquistare quelli ad uso umano?

  9. #9
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    Quote Originariamente inviata da Luca Marani Visualizza il messaggio
    Dove hai letto e sentito questa cosa?
    I pyrrhura avranno pure un'alimentazione più grassa rispetto ai parrocchetti australiani, ma non rientrano certo nella categoria delle are come fabbisogno lipidico.
    Per loro, la frutta secca dev'essere fornita con una cadenza massima bisettimanale.
    buonasera sig.Marani. secondo me i pyrrhura Rhodogaster, ha bisogno di una alimentazione nettamente più grassa rispetto agli altri pyrrhura, certo non come le ara mi sembra ovvio, specialmente se hanno una voliera grandina dove hanno anche la possibilità di volare molto.
    MICHELE
    Referente Regionale AIAP per il Friuli Venezia Giulia


    "l'amore per tutte le creature viventi è l'attributo più nobile dell'essere umano"Charles Darwin

    AIAP:071
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  10. #10
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    Quote Originariamente inviata da miche Visualizza il messaggio
    buonasera sig.Marani. secondo me i pyrrhura Rhodogaster, ha bisogno di una alimentazione nettamente più grassa rispetto agli altri pyrrhura, certo non come le ara mi sembra ovvio, specialmente se hanno una voliera grandina dove hanno anche la possibilità di volare molto.
    Grazie della precisazione, non ho esperienza diretta con i Rhodogaster.
    Saluti,
    Luca Marani.



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