Originariamente inviata da
Luca Marani
A quanto pare, esistono differenti opinioni sull'argomento... motivo per cui, tengo a fare un piccolo passo indietro, cercando di chiarire la situazione.
Nè gli estrusi, nè i semi secchi, possiedono un'elevata influenza sull'estro degli animali: come tutti gli Psittaciformi granivori, gli agapornis sono indotti al picco ormonale da un'alimentazione essenzialmente umida e iper-proteica, per ragioni prettamente evolutive (allo stato selvatico, la stagione degli amori coincide con il periodo delle piogge e la rinascita della vegetazione, nonché con il risveglio degli sciami d'insetti e la fruttificazione delle coltivazioni).
Per tale ragione, sarebbe consigliabile evitare la somministrazione di frutta, pastoni, verdure molto acquose e misti composti da legumi e cereali (da impiegare, invece, durante la stagione riproduttiva, al fine di sostituire in buona parte i semi secchi).
Personalmente nel periodo di riposo, antecedentemente alla preparazione alle cove, sono solito utilizzare un programma nutrizionale estremamente povero, costituito da estrusi e semi secchi, ognuno per metà del consumo totale giornaliero, eliminando totalmente frutta e verdura ad esclusione di qualche erba amara.
Gli alimenti preformulati sono certamente meno calorici dei semi secchi, poiché, come già accennato, contengono buone dosi di alimenti decisamente più "leggeri" sotto l'aspetto nutritivo: possiamo affermare che, dal punto di vista organico, estrusi e pellettati contendono una quantità di carboidrati attestata intorno al 50%; tale tasso calorico è ampiamente superato nella maggiorparte delle granaglie, grazie ad una percentuale superiore al 70%.
Tuttavia, considerato il loro contenuto proteico piuttosto esiguo, contribuiscono comunemente ad eludere l'estro.
Una precisazione anche sui granulati: in commercio è possibile reperire varie formulazioni, caratterizzate da tassi proteici sensibilmente differenti; genericamente, i prodotti così definiti "di manentimento" si rivelano ottimi e ipoproteici, ideali per essere affiancati ai semi secchi durante il riposo, al fine di apportare alla dieta le sostanze necessarie per il buon funzionamento dell'organismo (vitamine, oligoelementi, aminoacidi...).
Il fotoperiodo si dimostra meno rilevante rispetto all'alimentazione, almeno sotto il profilo riproduttivo; tuttavia anch'esso può in parte influire sul ritmo ormonale dei soggetti, insieme ad umidità e intensità luminosa.
Analiticamente, una diminuzione delle ore di luce giornaliere può risultare utile per ridurre le probabilità di una successiva ovulazione.
Il consiglio di dividere la coppia (se si fosse rivelata tale) non mi pare così campato per aria; del resto, come ben sappiamo, gli agapornis non rientrano nella lista di pappagalli monogami e, al di fuori del periodo riproduttivo, capita spesso che le coppie vengano disgiunte. Nonostante ciò, credo che sia bene risparmiare i soggetti da pericolose situazioni di solitudine e isolamento, estremamente deleterie per animali caratterizzati da una così complessa psicologia, come lo sono gli Psittacidi.
Perciò, come giustamente affermato da Sabrina, occorre prestare attenzione a non innescare ulteriori complicazioni.
In conclusione, sarei più propenso a credere che la coppia di Tony (a questo punto composta da due femmine) sia stata spinta in picco ormonale dalla presenza di stimoli riproduttivi (nido o materiale per il suo allestimento) e da un'alimentazione troppo ricca dal punto di vista quantitativo.
Come accennato in precedenza, infatti, una consistente porzione di cibo a disposizione simula una situazione di abbondanza alimentare, garantendo le risorse sufficienti per l'allevamento della prole.
Il mio consiglio (oltre a rimuovere la carta da parati) consiste nel fornire quotidianamente la sola quantità di cibo che ogni soggetto è in grado di consumare, corrispondente solitamente al 15% del peso corporeo.
Tale modalità ti consentirà, inoltre, di bilanciare la dieta in modo ottimale, ponderando le diverse tipologie d'alimento secondo le proprie esigenze.
Il sessaggio endoscopico, infine, non può essere considerato "una scienza esatta", in quanto - se praticato su animali troppi giovani - la differenza tra i due apparati riproduttivi si dimostra alquanto irrilevante.
In assenza di stimoli riproduttivi, la convivenza tra esemplari dello stesso sesso non si dovrebbe rivelare problematica; in alternativa, potrai procedere alla divisione dei soggetti, pur mantenendo il contatto visivo.