Il nuovo editoriale dal titolo ""PASSIONE ARRICCIATI "" - a disposizione gratuita dei nostri soci e simpatizzanti, nell'apposita sezione Editoriali dell’A.O.E.
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Discussione: Il mio progetto ambizioso: un biotopo australiano

  1. #11
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    Solo riguardo al tappeto erboso: non mi pare un'idea così malsana, magari utilizzando particolari tipologie di erbe che durante la fruttificazione possano servire da cibo agli animali. Di fatto, molti pappagalli d'origine desertica sono soliti cibarsi al suolo con semi di graminacee, peculiarità da cui deriva l'appellativo di "uccelli pascolatori".
    La festuca, ad esempio, sarebbe più che ottima; a mio avviso, molto somigliante all'erba presente nelle praterie australiane.

  2. #12
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    Le quaglie cinesi sono monogame e molto territoriali, perció ti sconsiglio la colonia...meglio delle coppie possibilmente giá formate, o comunque maschi e femmine in egual numero, con molti nascondigli e schermature naturali (cespugli, ceppi d'albero, mattoni o pietre) di modo che ogni coppia possa crearsi un territorio e non entri in competizione con le altre; se metterai loro a disposizione angoli tranquilli e ben infrascati è molto facile che covino (spesso anche il maschio si accovaccia accanto alla femmina mentre questa cova) e crescano delle belle nidiate di minuscoli pulcini...attenzione quindi che non riescano ad uscire dalle maglie della rete, appena nati passano anche attraverso la classica 12x12, quindi, almeno nella parte bassa, occorrerebbe una rete più fine o meglio ancora uno zoccolo di cemento alto almeno una ventina di centimetri (saltano come grilli!); in una voliera di quelle dimensioni ti consiglio di non mettere più di tre/quattro coppie comunque. Per quanto riguarda i diamanti di gould, in natura esistono tutti e tre i colori delle teste (rossa, nera e gialla/arancio), anche se la varietá piú diffusa sarebbe la testa nera, seguita dalla testa rossa...
    Leo



    Uccello in gabbia, o canta per amore, o canta per rabbia...

  3. #13
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    Fossi in te eviterei di inserire più di una coppia.
    La voliera mi pare già discretamente affollata.

  4. #14
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    Grazie Pantaleo per l'aiuto, allora metterò una sola coppia di quaglie e 3 di gould testa nera.

    La festuca? Ma diventa parecchio alta! Dopo sarebbe complicato riuscire a mantenerla corta in voliera.

  5. #15
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    Beh, potresti sempre seminare l'erba solamente in piccole aree circoscritta, in modo da poterla tagliare nel caso in cui cresca eccessivamente.
    L'idea della festuca di pare ottima! Quasi quasi proverò nelle mie voliere di australiani (poche tuttora), poi ti farò sapere.

  6. #16
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    Ok proverò.
    Per quanto riguarda la pozza, come avevo già accennato avevo intenzione di ricreare un bacino d'acqua interrato per simulare le postazioni d'abbeverata che si trovano in natura.
    L'unico dubbio: ma non è che qualche novello, soprattutto le giovani quaglie, potrebbe affogarci dentro?
    Che ne pensate?

  7. #17
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    Il rischio é molto alto...i quagliottini se si bagnano anche solo con la pioggia sono persi. Comunque per diminuire i rischi o fai pas
    sare solo un rivolo d'acqua corrente o fai un bacino molto basso e con le sponde degradanti e ricche di vegetazione, di modo che eventuali novelli che si avvicinino all'acqua abbiano qualche appiglio...
    Leo



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  8. #18
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    Ciao Leo, scusa l'interruzione, ma la curiosità nasce spontanea: questa particolare vulnerabilità all'acqua che descrivi nei novelli di quaglia, è provocata da un disadattamento avvenuto in cattività oppure è indotta dalla mancanza di contesti ambientali idonei?
    Poiché mi pare strano che un animale d'origine selvatica si presenti così sensibile alle precipitazioni...

    Forse, alla luce di quanto affermato, sarebbe più opportuno procedere con l'estrarre dalla voliera i giovani quagliottini, sistemandoli in un ambiente protetto fino al raggiungimento di un soddisfacente sviluppo fisico.
    Dopotutto, innumerevoli ornicoltori ricorrono all'impiego di incubatrici o lampade riscaldanti per riprodurre questa specie...
    Saluti,
    Luca Marani.



    Il mio sito: allevamentomarani.jimdo.com

  9. #19
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    Ciao Luca, la vulnerabilità delle maggior parte dei giovani galliformi alle precipitazioni é collegata al rischio di raffreddarsi velocemente a cui sono esposti i pulcini, soprattutto nei primi giorni e soprattutto nelle specie più piccole: alle giovani quaglie o pernici bastano pochi minuti lontani da fonti di calore per far si che si raffreddino le estremità, ed una volta che le dita prima e le zampette poi perdono sensibilità, l'animale non si regge più in piedi ed agonizza in fretta. Tutto ciò é una conseguenza delle abitudini riproduttive di queste specie in natura, che nidificano ed allevano la prole nei mesi più caldi ed asciutti, quando le probabilità di improvvise precipitazioni e bruschi cali di temperatura sono ridotte al minimo...questi fattori restano comunque una delle principali cause di mortalità ed il motivo per cui le nidiate sono in genere molto numerose; va da sé che i piccoli, almeno nella prima settimana (dopodiché si impennando in fretta, a 15 giorni hanno il piumaggio quasi completo) vadano protetti nel miglior modo possibile da correnti d'aria e precipitazioni, ottima la soluzione di isolare la chioccia con l'intera nidiata in una gabbia riparata, per poi riportare la famiglia all'esterno una volta scongiurato il pericolo...
    Leo



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  10. #20
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    Grazie della spiegazione Leo; ingenuamente ipotizzavo che, come gran parte dell'avifauna australiana, anche le quaglie cinesi nidificassero durante la stagione delle piogge, quando la disponibilità alimentare si presenta più ampia.

    Da tale riflessione scaturiva il mio quesito, ma -evidentemente- le circostanze d'allevamento dei novelli si rivelano differenti in questi piccoli galliformi.
    Saluti,
    Luca Marani.



    Il mio sito: allevamentomarani.jimdo.com

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