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Discussione: Coppia di Psittacula longicauda

  1. #1
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    La bandiera di Fernandez

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    Coppia di Psittacula longicauda

    Salve ragazzi, recentemente sto prendendo contatti con un allevatore conoscente, il quale sarebbe disposto a scambiare i miei tre novelli di cacatua rosa con una coppia riproduttiva di Psittacula longicauda.
    Qualcuno ha esperienza oppure può rifermi le informazioni che ha raccolto sull'allevamento di questa specie.
    Pensavo di predisporre una voliera di 4x1x1h metri, da sistemare vicino all'alloggio dei roseata in modo da poterla riscaldare durante l'inverno.
    L'allevatore da cui prenderò la coppia mi ha consigliato di fare uso abbondante di proteine animali e cibo vivo.
    Altri consigli?

  2. #2
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    Ispirato dal tuo post mi sono andato a leggere qualcosa (https://www.parrots.org/encyclopedia...ailed-parakeet). E' un animale molto bello, ma allevato poco e con scarsi risultati, se l'allevatore da cui li acquisti riesce a tenerli bene (forse) ti conviene seguire le sue indicazioni. Da inesperto mi preoccupa l'eccesso di proteine animali che ti consiglia.

  3. #3
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    La bandiera di Francesco Boccia

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    Qui trovi una buona scheda sull'alimentazione in cattività https://www.beautyofbirds.com/longtailedparakeets.html

  4. #4
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    Ciao Fernardez,
    Lo Psittacula longicauda rientra certamente tra i parrocchetti asiatici più bistrattati e sconosciuti all'interno del panorama ornitologico europeo.
    Le maggiori difficoltà riscontrabili nel corso del suo allevamento consistono nella scarsa attitudine riproduttiva, l'elevata sensibilità termica e l'eccessiva riservatezza degli esemplari; tuttavia, esistono alcune semplici accortezze a parer mio indispensabili per permettere ai riproduttori di tentare un pur fragile tentativo di deposizione.

    In primo luogo, analizziamo l'alloggio e l'arricchimento ambientale di cui esso dovrà risultare dotato.
    In quanto specie arboricola, il parrocchetto coda lunga predilige le voliere caratterizzate da notevole sviluppo in altezza, oppure - ancor meglio - gabbioni sospesi dal terreno.
    Nonostante la ridotta proporzione alare in rapporto alla taglia, peculiarità suggerente l'abitudine stanziale di tale Psittacide, sconsiglio vivamente di scendere sotto i 3 metri di estensione orizzontale; una struttura profonda 4 metri può sicuramente considerarsi accettabile.
    Causa enormi difficoltà di acclimatazione e notevole incompatibilità col gelo, occorre assicurarsi che i soggetti non risultano esposti a temperature inferiori a 5° Celsius, ovviamente impedendo a correnti d'aria e umidità di infiltrarsi negli alloggi delle coppie.
    La voliera andrà posizionata al riparo da sguardi indiscreti, possibilmente ben immersa nella vegetazione, lontano dagli schiamazzi e dalle urla di altri pappagalli.
    Di fondamentale importanza è il sopracitato arricchimento ambientale, conseguito tramite l'inserimento in voliera di alberi o posatoi ramificati, corde e frasche da rosicchiare, giochi in legno, passatempi vari e soprattutto un'alimentazione ricca dal punto di vista psicologico: un'ambiente affine al naturale, garantisce alla coppia un atteggiamento di sicurezza, predisponendo i soggetti alla deposizione e garantendo il loro benessere psicofisico.

    Il nido più idoneo sarà rappresentato da una solida struttura dalla foggia ad L rovesciata - utile per eludere l'entrata della luce nella camera di cova e garantire un'adeguato senso di protezione alla femmina - dalle misure di 25x25x70h, possibilmente posizionato all'interno della gabbia mantenendo sempre una buona distanza dal terreno.
    Le deposizioni non si rivelano spesso soddisfacimente ricche, al contrario - nella maggiorparte dei casi - un ciclo riproduttivo non appare caratterizzato da un numero di uova superiore alle 2-3 unità.
    In assenza di disturbi esterni, tuttavia, i soggetti sembrano rivelarsi ottimi riproduttori, alimentando i novelli in maniera egregia fino all'ultimarsi dello svezzamento.
    Talvolta i giovani risultano colpiti da un'anomala mortalità pre-involo, la quale risulta priva di alcuna giustificazione scientifica; anche lo svezzamento - putroppo - risulta una fase di transizione estremamente critica, poiché alcuni giovani, anche se completamente indipendenti, rifiutano di alimentarsi dopo la separazione dai genitori.
    È interessante notare come in letteratura vengano citati come positivi alcuni rari tentativi d'allevamento in colonia, tuttavia tenderei ad analizzare con cautela una simile esperienza, non potendo constatare l'ambiente in cui le coppie risultavano mantenute; certamente, il pieno affiatamento tra i partner si rivela fondamentale per il conseguimento dell'obiettivo riproduttivo.

    Infine, reputo doverosa una breve precisazione sull'alimentazione.
    Occorre prestare attenzione a non generalizzare durante la contemplazione delle esigenze alimentari caratteristiche delle varie specie di Psittaciformi: mentre alcuni pappagalli, muniti di un metabolismo decisamente più spartano, non richiedono particolari integrazioni proteiche e lipidiche, altri animali possono gradire maggiormente una saltuaria somministrazione di proteine animali e grassi saturi, dal momento che essa rispecchia l'alimentazione naturale degli individui.
    Senza alcun dubbio, tali forniture risulteranno concentrate in periodi mirati, come - ad esempio - durante la preparazione alle cove o l'inverno freddo.
    Per il resto, il programma nutrizionale più idoneo si presenta alquanto affine a quello consigliato per altre specie del genere Psittacula: una dieta discretamente proteica e principalmente basata su cibi umidi e freschi.
    Saluti,
    Luca Marani.



    Il mio sito: allevamentomarani.jimdo.com

  5. #5
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    Trovò estremamente utile che sul forum si riesca a trattare in maniera esauriente le esigenze e le tecniche di allevamento di alcune specie così rare e affascinanti.
    Spero che una simile discussione possa rivelare anche uno scopo divulgativo, incoraggiando gli amatori più seri ed esperti ad "avventurarsi" nell'acquisizione dei parrocchetti maggiormente sconosciuti, favorendo inoltre la loro diffusione in ambiente protetto.
    Continuate così!

  6. #6
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    Grazie Luca e Francesco delle informazioni: sicuramente mi ritorneranno estremamente utili.
    Avevo già sentito parlare di molti problemi durante la riproduzione: spero proprio che non mi accadano dei simili inconvenienti, ma anche solo il fatto di riuscire a farli deporre sarebbe già sufficiente.
    Una simile sensibilità ai disturbi esterni non aiuta di certo! Sicuramente appronterò un adeguato arricchimento ambientale, ma temo che non basti visto la vicinanza della voliera con l'alloggio degli Psittacula roseata.
    Reputante che lo scambio che sto per fare si riveli un buon affare?

  7. #7
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    Certo! Cosa non si darebbe per ottenere una coppia di codalunga!
    In questi tempi è diventato realmente sporadico reperire qualche soggetto: un semplice scambio con qualche Galah mi pare alquanto allettante, almeno il sottoscritto appassionato di Psittacula.
    Accertati con dovere di non acquistare una fregatura... Quanto tempo ha la coppia? Hai raccolto informazioni riguardo ad eventuali tentativi riproduttivi?

    Per quanto riguarda la vicinanza con gli Psittacula roseata, credo che una simile sistemazione non possa generare particolari complicazioni, anche considerando la particolare silenziosità di questi ultimi.
    A mio avviso, sarebbe sufficiente eludere qualsiasi eventualità di contatto fisico e visivo tra le due voliere.
    Saluti,
    Luca Marani.



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  8. #8
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    Beh, ti dirò che sono veramente affascinanti.
    Appena riesci a riprodurli sono da te
    Ho visto gli Psittacula longicauda per la prima volta in un allevamento tedesco: la coppia era di cattura, ma riproduceva ogni anno con la stessa precisione di un orologio svizzero.
    Erano però mantenuti tutto l'anno in una serra a temperature non inferiori di 20° centigradi: sarà per questo che risultavano così semplici in riproduzione, anche se si trattava certamente di un'eccezione.
    In natura questo parrocchetto è abbastanza comune, purtroppo sembra sia così raro in cattività proprio a causa della sua scarsa capacità di adattamento al freddo intenso.

  9. #9
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    Ahahah, certo! Però ti avverto che non nutro molte speranze...

    Vi racconto cosa mi ha spiegato questo mio amico: la coppia originaria era formata da una femmina 2006 e un maschio 2005, entrambi nati in cattività: messi insieme nel 2008, hanno riprodotto per la prima volta nel 2010 e -successivamente, se non sbaglio- nel 2012 e 2014, svezzando un numero complessivo di 6 novelli.
    Avendo formato alla fine del 2014 due nuove coppie così composte: padre (2005) x figlia 2010 e figlio 2010 x femmina 2011 olandese, ha deciso di cedermi la coppia formata dalla madre (2006) x figlio (2012).
    Questa coppia, ovvero quella che sto per prendere, ha riprodotto per la prima volta quest'anno, dando alla luce un solo novello di recente svezzato.
    L'unico motivo per cui ha deciso di liberarsene, a suo dire, deriva dal fatto che si sta specializzando nell'allevamento dei cacatua e gli sembrava sufficiente mantenere 2 coppie di longicauda, invece di tre.
    Come vedete, conosco alla perfezione tutto il susseguirsi dei fatti e penso che non ci sia alcuna fregatura sotto l'angolo.
    L'unico neo è la consanguineità tra i due soggetti, ma considerando la rarità di questa specie ed essendo di grado di parentela non troppo stretto (e solamente alla prima generazione), lo considero già un buon affare.
    Non credo certo che la femmina sia troppo vecchia avendo solo 10 anni.

  10. #10
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    Non preoccuparti dell'età, a 10 anni non è certo anziana.
    Gli Psittacula sono estremamente longevi: un conoscente possiede un maschio di parrocchetto dal collare del 1994 che ancora riproduce.
    Sicuramente dipende dalle condizioni in cui mantieni la coppia e certamente le femmine risultano molto più "delicate" dei maschi, ma per un soggetto nato in cattività, un decennio di vita è una baggianata :-D

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