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Discussione: Un cenerino addomesticato in allevamento

  1. #1
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    Un cenerino addomesticato in allevamento

    Salve a tutti, mi farebbe piacere raccontarvi un mio strano "esperimento" che ho tentato in allevamento.
    Vi racconto in breve: ho cominciato a portare il mio cenerino allevato a mano insieme a me durante i lavori di routine, mentre pulisco le voliere o somministro le razioni di cibo agli animali, ed - ogni tanto- gli fornivo qualche leccornia e gli facevo qualche grattino dietro la testa di fronte agli altri soggetti.
    In poco tempo tutte le coppie riproduttrici in mio possesso hanno cominciato ad acquisire fiducia nei miei confronti, iniziando ad avvicinarsi sempre più a me mentre somministravo gli alimenti più buoni e - poco a poco - sono diventati sempre meno impauriti e sempre più indifferenti alla mia presenza: alcuni soggetti addirittura hanno cominciato ad avvicinarsi e le ex coppie di cattura non si rintanano più nel nido.
    I vantaggi sono stati a dir poco spettacolari e non vedo l'ora che arrivi la prossima stagione riproduttiva, per constatare i possibili miglioramenti durante l'allevamento dei novelli.
    Dopo tutto, l'allevamento a mano non è così "inutile"

  2. #2
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    Avevo già sentito parlare di esperienze analoghe: evidentemente la presenza di un soggetto addomesticato in allevamento, il quale manifesta fiducia dei confronti dell'ornicoltore, rappresenta una prova tangibile per le coppie selvatiche che la figura umana non esprime necessariamente caratteristiche predatorie e potenzialmente pericolose

    Simili contesti di assuefazione, del resto risultano ancora più evidenti all'interno di una coppia composta da un solo individuo allevato a mano: in tali casi, il compagno tenderà ad assumere un atteggiamento più benevolo nei confronti dell'allevatore.

    Una sola curiosità, da quanto tempo veniva protratta questa operazione di «assuefazione»?
    Ovviamente col passare del tempo, perseverando nella medesima direzione, otterrai risultati sicuramente più apprezzabili.
    Ultima modifica di Luca Marani; 31-07-16 a 15: 57
    Saluti,
    Luca Marani.



    Il mio sito: allevamentomarani.jimdo.com

  3. #3
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    Grazie della tua esperienza, non avevo mai considerato questa potenzialità dell'allevamento a mano.
    Rimane ovvio, tuttavia, che per scopi riproduttivi rimane sempre meglio utilizzare esemplari selvatici, anche se quoto in pieno le considerazioni riportate da Luca.

  4. #4
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    Mah, io a la verità possedevo una coppia di Senegal con una femmina allevata a mano ed è stata un vero disastro: mi aggrediva ogni volta, inseguiva il maschio, covava malamente e rompeva le uova.
    Non oso immaginare cosa sarebbe potuto succedere se fosse nato qualche pullo...
    Detto questo, dell'opinione che gli allevati a mano vadano lasciati a chi ha deciso di imprintarli: totalmente inutili in riproduzione, senza parlare di tutti i disturbi comportamentali che presentano.

  5. #5
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    Quote Originariamente inviata da delend Visualizza il messaggio
    Mah, io a la verità possedevo una coppia di Senegal con una femmina allevata a mano ed è stata un vero disastro: mi aggrediva ogni volta, inseguiva il maschio, covava malamente e rompeva le uova.
    Non oso immaginare cosa sarebbe potuto succedere se fosse nato qualche pullo...
    Detto questo, dell'opinione che gli allevati a mano vadano lasciati a chi ha deciso di imprintarli: totalmente inutili in riproduzione, senza parlare di tutti i disturbi comportamentali che presentano.
    Forse c'è stato un fraintendimento: io NON ho usato allevati a mano a scopi riproduttivi, ma - per dirla in soldoni - ho solo fatto in modo che i miei esemplari riproduttori facessero conoscenza con il mio cenerino addomesticato.

  6. #6
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    Ad ogni modo, l'esperimento descritto è iniziato intorno a settembre 2015 e continua tuttora.

  7. #7
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    Bernard, scusa la domanda un po' scema, ma non ho ben inquadrato la situazione: l'effetto di assuefazione che hai descritto, è stato riscontrato unicamente nelle altre coppie di cenerino, oppure in maniera trasversale in tutti gli Psittacidi in tuo possesso?

  8. #8
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    Qualcosa di simile, in piccolo, è capitato anche a me con i roseicollis. La femmina era stata allevata a mano, il maschio no. Ho addomesticato altri pappagalli e pappagallini, ma è un lavoro lungo e che richiede molta pazienza. In questo caso non ci ho neppure provato, il maschio, semplicemente osservando la femmina come si comportava con me, nel giro di una settimana ha iniziato a fare lo stesso.

  9. #9
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    In ambito agapornis e parrocchetti australiani, l'optimum consisterebbe nell'assuefarre i novelli alla nostra presenza fin dal nido materno, maneggiandoli giornalmente e fornendo qualche imbeccata di supporto.
    In tal modo, gli esemplari potranno dimostrarsi più fiduciosi e meno irrequieto al cospetto dell'allevatore, pur mantenendo tutte le vantaggiose peculiarità di un esemplare naturalmente svezzato.

    Inutile sottolineare che una simile pratica si rivela inapplicabile durante l'allevamento di Psittacidi particolarmente aggressivi o riservati, i quali rischierebbero di abbandonare la nidiata ad ogni minima interferenza da parte nostra.
    In tal caso è possibile ricorre al metodo adottato da Berdard, anche se riverso tuttora numerose perplessità circa il suo esperimento.
    Saluti,
    Luca Marani.



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