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Discussione: Cenerino, consiglio sull'acquisto

  1. #1
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    Cenerino, consiglio sull'acquisto

    Sono interessato all'acquisto di un Cenerino allevato a mano. Secondo l'allevatore sarà svezzato a metà settembre. Avendo tempo a disposizione (visto che lavoro da casa), sarebbe meglio far completare lo svezzamento all'allevatore o prenderlo prima (a quante settimane?) e continuare io?

    Faccio questa domanda non per provare a strappare un prezzo migliore, ma per il legame che si instaura tra il Cenerino e chi lo nutre. Credete cambi qualcosa?

    Sono pratico di Cenerini e pappagalli in genere, ma non ne ho mai allevato uno ancora da svezzare. Cosa mi consigliate?

  2. #2
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    Comunque tu decida di fare ti consiglio due cose: 1) mai mai mai affamare un cenerino 2) mai mai mai dargli da mangiare fuori dalla gabbia anche fosse la pappa da imbecco
    Ti dico questo per esperienza e la mia giorgina è un cenerino super dolce che entra sempre volentieri in gabbia. E noi abbiamo usato lo svezzamento abbondante (mi sembra si chiamasse così). Ti racconto la nostra esperienza:
    Abbiamo preso giorgina un anno fa come svezzata ma a casa ci siamo resi conto che non era così. Non sapeva mangiare cibi solidi e nemmeno i semi e non voleva niente. contattiamo L'allevatore che c dice che forse é meglio continuare ancora con la pappa da imbecco. Anche corriamo a comprare il necessario (pappa e siringa) e conta che non si voleva far toccare era piuttosto spaventata da noi non conoscendoci. Così spaventata io e spaventata lei ho inserito comunque la mano dentro la gabbia con la siringa e ci si é fiondata subito aveva tanta fame. (Se decidi di farlo anche tu non sparargli mai tutt'a la pipetta in gola ma dagliene a piccole dosi). Dopo varie volte e giorni sono riuscita finalmente ad accarezzarle la coda mentre mangiava e ho continuato finché non si é abituata. Una volta successo questo ho iniziato a tirarla fuori per farle vedere la casa. Premetto che le ha tagliato le ali l'allevatore e per quanto molto siano contrari e io stessa vedo che ancora dopo un anno lei di volare non se ne parla se non in casi rari, quindi facendo così non si é purtroppo abituata a volare, mi é servito per creare un rapporto con lei. Intanto perché non scappava volando per casa quando non riuscivo a prenderla ad es. comunque i primi tempi con il bastoncino posatoio in legno la facevo salire lì per farla entrare e uscire dalla gabbia. Una volta uscita stava sul tavolo e cercavo di farmela amica e di spronarla ad assaggiare la frutta.. Estrusi inumiditi.. Ma niente.. Allora ho provato con la pappa da imbecco su un cucchiaino e non sapeva nemmeno come prendere il cibo.. Dopo vari tentativi é andato tutto bene.. Sempre poco perché il grosso lo ha mangiato sempre in gabbia.. Infatti appena vedeva la siringa saliva di corsa sul posatoio che tenevo e la indirizzavo per scendere poi in gabbia.. Ma del resto del cibo manco a parlarne.. Così anche se non va bene le ho preso degli omogenizzati bio di frutta e col cucchiaino ha iniziato a mangiare piccoli assaggi.. Provava in gabbia coi semi e estrusi a volte.. Per questo ti dico se hanno fame non capiscono niente, vogliono solo la siringa d pappa. Ma se tu la sazi abbastanza e dopo un oretta la stimoli con altri alimenti hai più successo e un pappagallo sereno. Altrimenti rischi di essere per il cenerino colui che lo ha imprigionato e affamato. Cmq col tempo ha poi dAssaggiato e imparato a mangiare. Bio normale alternato a pappa da imbecco (diminuita in base a come lei era in grado di mangiare). Ricorda Quando hanno fame devono sempre avere in gabbia cibo semi e estrusi. Anche se non li mangiano. Se pensi di non riuscirci piuttosto fallo fare al l'allevatore (che d norma si limita ad una cosa più cruda nel senso diminuiscono la pappa da imbecco fino a toglierla e poi per la fame l costringono a svezzarsi). Però io ti dico una volta a casa se vuoi che viva bene l'ambiente interni alla gabbia e non solo lo stare in casa con te, qualsiasi Cibo va dato da mangiare in gabbia. A distanza d un anno la mia ogni mattino ci salutiamo viene in spalla e mi guarda che le preparo da mangiare e appena é pronto non vede l'ora d rientrare in gabbia. Idem gli altri pasti e nel pomeriggio quando sta con me se ho da fare e deve rientrare la rimetto dentro e lei sta bene é sempre felice canta e m da affetto é sempre dolce e si é molto legata a me. Spero d esserti stata utile!


  3. #3
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    Che cosa strana, proprio ieri, su facebook, ho consigliato ad un ragazzo che aveva preso un roseicollis da imbecco (che ora ha circa 4 settimane), di cominciare a mettere nella gabbia gradualmente tutti gli alimenti che faranno parte della sua dieta, a partire dalla spiga di panico, pastoncino... ecc. Generalmente, se le cose sono state fatte bene, sono i piccoli a rifiutare l'imbecco. A volte, la loro smania d'indipendenza li porta a lasciarlo prima del dovuto.

    Warlola, grazie per aver condiviso la tua esperienza, sono d'accordo con te, la gabbia, a prescindere da quanto tempo passano fuori deve essere la loro casa, il loro rifugio sicuro. Il cibo è uno dei modi perché lo capiscano.

    La morale della tua storia è se l'allevatore è coscienzioso, meglio che lo svezzi lui, altrimenti meglio farlo a casa.


    In ogni caso sono contento che tra te e il tuo cenerino le cose siano finite bene. Non c'è nulla di peggio di un pet estremamente intelligente con problemi comportamentali.

  4. #4
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    si per fortuna la mia giorgina ha un bellissimo carattere.. Ma davvero.. I cenerini se ben allevati sono davvero di compagnia e intelligenti.. Per gli allevatori che ho avuto modo d vedere io devo ammettere che pur facendo del loro meglio se ne han tanto d pappagalli e uccelli da guardare non riescono a svezzarli nel modo più soft diciamo.. Ma per esperienza t dico le uniche volte in cui inizialmente da pulletta diventava un po' nervosetta era quando aveva fame.. E ne aveva parecchia e spesso.. Ho scoperto tra l'altro da poco e lo condivido qui sul forum che il mais per quanto apprezzato riduce l'assorbimento d calcio cosa per i cenerini molto importante e spesso problematica (spero non capiti a me!). e informati molto bene sulla frutta e verdura da dare e non (alcuni alimenti per i cenerini sono velenosi e mortali come per altri pappagalli) e quali limitare. Se hai problemi a trovare le info chiedi pure. Attenzione a padelle in teflon per cucinare per i vapori tossici, idem phon e ferri da stiro stufe e forno.

  5. #5
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    Quote Originariamente inviata da Warlola Visualizza il messaggio
    Ho scoperto tra l'altro da poco e lo condivido qui sul forum che il mais per quanto apprezzato riduce l'assorbimento d calcio cosa per i cenerini molto importante e spesso problematica (spero non capiti a me!). e informati molto bene sulla frutta e verdura da dare e non (alcuni alimenti per i cenerini sono velenosi e mortali come per altri pappagalli) e quali limitare. Se hai problemi a trovare le info chiedi pure. Attenzione a padelle in teflon per cucinare per i vapori tossici, idem phon e ferri da stiro stufe e forno.
    Grazie Warlola. A volte credo che i pappagalli abbiano migliorato la mia alimentazione ^_^ dovendo comprare frutta e verdura per loro, le mangio anche io, prima per me usavo legumi in scatola, ora utilizzo quelli secchi, freschi o surgelati ^_^

    Acido ossalico e acido fitico riducono l'assorbimento di calcio, ma sono presenti in tanti alimenti: spinaci, crescione, barbabietola, pomodori, etc. (il primo); grano, orzo, avena, mais (il secondo). Ma come giustamente osservava su questo forum Mark.Bassi, una dieta variegata è la cosa migliore. Basta non diventare monotematici con gli alimenti e non esagerare con quelli che hanno alcuni effetti collaterali oltre ai benefici.

  6. #6
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    Bravissimo giusto! Auguri col tuo futuro cucciolo


  7. #7
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    Salve a tutti,
    Tornando a noi, penso proprio di non condividere quanto espresso fin ora sull'acquisto di esemplari allevati a mano in età prematura.

    Quote Originariamente inviata da Warlola Visualizza il messaggio
    Per gli allevatori che ho avuto modo d vedere io devo ammettere che pur facendo del loro meglio se ne han tanto d pappagalli e uccelli da guardare non riescono a svezzarli nel modo più soft diciamo..
    È proprio questa la sostanziale differenza tra l'allevamento a mano individuale e le pratiche di svezzamento conseguite da un'allevatore.
    Buonaparte dei pappagalli, cenerini in primo piano, rivelano una indole fortemente gregaria e, oltretutto, una capacità d'apprendimento principalmente emulativa.
    Di fatto, la presenza di conspecifici durante la formazione psicologica di un pullo rappresenta un fattore imprescindibile per determinare le caratteristiche comportamentali di un soggetto adulto: un soggetto cresciuto in isolamento, il cui unico contatto possibile consiste nella presenza umana, si presenterà certamente meno equilibrato, praticamente incapace di rapportarsi naturalmente con altri individui.

    Inoltre, l'apprendimento vicario è decisamente indispensabile per ottenere un animale dotato di tutte le capacità cognitive imprescindibili per l'autosufficienza dello stesso; ricordiamo infatti che la mancanza di genitori adeguati pregiudica già di per sè un'enorme eredità costituita da istinti e comportamenti ancestrali: un esemplare allevato singolarmente, pertanto, presenterà notevoli disadattamenti nell'interazione con la realtà circostante.
    Infine, occorre chiarire che la solitudine risulta una condizione completamente sconosciuta per gli Psittacidi e, analiticamente, spesso associata sillogisticamente a sofferenza e malessere: mantenere un cenerino in isolamento dai propri conspecifici, si oppone quindi alle peculiarità etologiche dalla specie.

    Oltretutto, occorre contemplare l'aspetto strettamente pratico: l'allevamento artificiale di un pullo può comportare rilevanti inconvenienti e complicazioni, fronteggiabili unicamente da personale discretamente esperto.
    Non a caso, il tasso di mortalità tra i neofiti si dimostra oggettivamente più elevato rispetto ad amatori rodati ed ornicoltori, privati o commercianti che siano.
    Inoltre una maggiore esperienza sul campo permette di assecondare in modo ottimale le esigenze individuali dei soggetti, mentre la maggiore disponibilità di attrezzature (camere calde, sondini, rilevatori) agevola uno sviluppo fisico più costante e soddisfacente.

    Di contro, troviamo solamente un leggero svantaggio nei rapporti diretti tra l'animale ed il nuovo proprietario, ma -in seguito ad un'analisi d'insieme delle considerazioni sopra riportate- l'acquisto prematuro di un soggetto non si considera un buon compromesso tra agevolazioni e svantaggi, almeno per un privato alla prima esperienza.
    Ultima modifica di Luca Marani; 04-08-16 a 13: 18
    Saluti,
    Luca Marani.



    Il mio sito: allevamentomarani.jimdo.com

  8. #8
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    Quoto Luca Marani.
    È per questo che si dice sempre, quando occorre allevare a mano un pullo, di non prelevare mai un solo soggetto dal nido materno, ma almeno 2 in contemporanea.

  9. #9
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    Grazie a tutti dei consigli, alla fine sono stato scelto da un'amazzone aestiva (baby), tra una settimana compie due mesi. Condivido tutto, anche se dovrebbe essere l'allevatore a seguire una certa condotta, ad avere una determinata etica, l'acquirente si fida dei consigli a volte ai limiti della truffa. Voi mi direte che ci sono allevatori e allevatori, ma negli ultimi due mesi ho parlato con diversi di loro, quasi tutti piccoli allevatori, e soltanto uno mi ha risposto che non poteva darmelo finché non fosse stato completamente svezzato. Gli altri avevano già venduto i piccoli man mano che ricevevano le richieste. Anche quello che ho preso io era rimasto l'unico della sua nidiata, probabilmente il più piccolo o debole dei fratelli.

  10. #10
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    Purtroppo non ci risulta difficile constare quanta ignoranza e indifferenza vi sia tra molti appassionati del settore.

    Appare ovvio che, per ragioni strettamente commerciali, l'allevamento a mano rappresenti una pratica alquanto allettante e, parallelamente, la cessione di pulli in età pre-svezzamento - nonostante si riveli più economica per l'acquirente - non può effettivamente compensare le enormi difficoltà rilevabili durante la crescita del pullo: conseguentemente, alcuni allevatori preferiscono svendere i soggetti ad un prezzo modico piuttosto che fronteggiare l'alto tasso di rischio che caratterizza l'allevamento artificiale.

    Da parte mia, auspico che nel prossimo futuro venga opportunamente introdotta un'adeguata legislazione al riguardo, così come è accaduto in altri paesi europei quali Belgio e Olanda.
    Saluti,
    Luca Marani.



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