Simili risultati sembrano effettivamente alquanto incoraggianti, a tal punto che gli esemplari hanno incominciato ad abbandonare il parco naturalistico ove erano stati introdotti, girovagando per le regioni circostanti, arrivando perfino nelle cittadine limitrofe.
A mio avviso, tuttavia, non si riuscirà a ristabilire la popolazione di Kaka fin quando non verrà avviato un progetto di estirpazione fisica di predatori come donnole e pantegane, le quali - dopo l'introduzione per mano umana nel territorio neozelandese - hanno portato la specie letteralmente «in ginocchio numerico» depredando i nidi e divorando i piccoli pulli.
Fino ad ora, per quanto ne so, si è verificata una costante sorveglianza nei confronti dei riproduttori, atta a tutelare l'incolumità dei siti riproduttivi.
Ciò nonostante, con il graduale aumento della popolazione di animali, qualsiasi tentativo di salvaguardia incomincerà a rivelarsi difficoltoso: per auspicare una concreta ripresa, occorre stroncare il problema in nuce.