Il nuovo editoriale dal titolo ""PASSIONE ARRICCIATI "" - a disposizione gratuita dei nostri soci e simpatizzanti, nell'apposita sezione Editoriali dell’A.O.E.
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Discussione: pyrrhura leucotis leucotis

  1. #11
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    (i cyanocephala, che ho visto che tu allevi, mi tentano, ma in gabbie come le mie se ne stanno molto letargici, quindi non cederò più alla tentazione.....quando avrò completato gli acquisti, posso mandarti le foto degli esemplari al e mail indicato qui sul tuo profilo?)

  2. #12
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    Quote Originariamente inviata da enrico lippolis Visualizza il messaggio
    Ho meditato bene su tutte le cose che mi hai insegnato, e, se approvi, mi limiterò ai coelestis ancestrali, ai bourke e ai lineola ancstrali, coppie in gabbioni da 150 e 60 e 60. Tutte e tre le specie dovrebbero appartenere al 1 step di difficoltà riproduttiva, se ho capito bene. Approvi?
    Si tratta, in effetti, di specie piuttosto semplici da riprodurre e, alloggiandoli in gabbioni idonei come quelli che mi hai descritto, non mi resta che augurarti buona fortuna e soddisfacenti risultati!
    Soprattutto i lineola sono pappagalletti deliziosi... personalmente li allevo da poco (non più di un paio d'anni) e li ritengo al contempo robusti, di facile mantenimento ed estremamente interessanti dal punto di vista zoologico, anche per gli allevatori più esperti.

    Quote Originariamente inviata da enrico lippolis Visualizza il messaggio
    (i cyanocephala, che ho visto che tu allevi, mi tentano, ma in gabbie come le mie se ne stanno molto letargici, quindi non cederò più alla tentazione.....quando avrò completato gli acquisti, posso mandarti le foto degli esemplari al e mail indicato qui sul tuo profilo?)
    I cyanocephala, insieme a molti altri psittacidi del genus Psittacula, hanno sempre costituito la parte preponderante del mio allevamento.
    Nonostante risulti possibile tentare la riproduzione in gabbioni al di sotto dei 2 mt di lunghezza - vi è addirittura chi, puntando su un allevamento intensivo a discapito del benessere degli animali, utilizza contenitori da 120 cm per ogni coppia - si rivelano agili volatori e richiedono, nel rispetto delle loro caratteristiche etologiche e fisiologiche, almeno 2,5 mt di volo orizzontale.
    Come giustamente ci hai fatto notare, in spazi sottodimensionati tendono ad indebolirsi diventando apatici e letargici, ragione che mi lascia consigliare di rinunciare al loro acquisto se non si dispongono di spazi idonei, dove i nostri animali potranno esplementare tutti i loro istinti ancestrali.

    Per le foto, puoi benissimo inviarle quando vorrai e non mi farà altro che piacere!
    Anche qui sul forum, esiste un'apposita sezione dove è possibile postare le foto di tutti i nostri esemplari, per mostrarli a tutti gli utenti e chiedere consigli: http://lnx.ornieuropa.com/forum/foru...Le-vostre-foto
    Saluti,
    Luca Marani.



    Il mio sito: allevamentomarani.jimdo.com

  3. #13
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    Luca, senti cosa mi scrive Tony Silva riguardo alle dimensioni-alloggio per i bourke:

    Enrico el largo de 150-180 esta bien para criar. Cuando terminen ponlas a volar en algo mas largo.

    Secondo te gli eventuali piccoli si sviluppano lo stesso bene nei miei gabbioni? o scarto anche l'opzione bourke e resto con i lineola e forpus?

    a te l'ardua sentenza

  4. #14
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    Se hai intenzione di alloggiare anche i novelli in quei gabbioni, temo si possa compromettere una corretta crescita e sviluppo, nelle piene potenzialità di un bourke ancestrale.
    Non hai possibilità di unire due gabbioni in lunghezza, creando così un alloggio di stabulazione per i novelli?

    Resta da dire che la maggior parte dei bourke che trovi in commercio non sono senz’altro stati allevati con tali standard, pertanto è importate precisare che simili dimensioni non sono indispensabili. A te la scelta... dipende molto dalla qualità dei novelli che vuoi ottenere.
    Saluti,
    Luca Marani.



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  5. #15
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    un alloggio a parte non l'avrò mai probabilmente
    per i forpus e bolborhynchus, se, dopo lo svezzamento, metto una coppia di novelli nelle solite gabbie (150, 60, 60),pensi che ne pregiudicherei lo stesso il pieno sviluppo o per loro andrebbe bene?
    prometto che non ti rompo più, poi, ormai sto in dirittura d'arrivo

  6. #16
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    Nessun disturbo, mi fa solo piacere... Scusa solo il ritardo nel rispondere perché ultimamente mi ritrovo particolarmente impegnato.
    Come detto, la dimensioni degli alloggi che ti imponi è subordinata alla qualità dei soggetti che vuoi ottenere: un contenitore da 150 cm risulta sufficiente per un discreto sviluppo fisico, tuttavia resta inutile precisare che non c'è nessun paragone con i risultati che potrebbero scaturire dal solo allevamento se sistemassi i tuoi giovani bourke in voliere lunghe oltre 3 metri.
    Gli esemplari si svilupperanno senz'altro più robusti e meglio strutturati, ma sempre in misura inferiore rispetto ai soggetti che verranno cresciuti in spazi ancor più dimensionati... e via dicendo: non c'è una dimensione massima a cui sottostare.

    L'affollamento di un alloggio poco inflluirà sullo sviluppo fisico, poiché è la possibilità di effettuare volo battuto a incidere sullo sviluppo della muscolatura, non lo spazio vitale destinato ad ogni novello; è al contrario preferibile ricorrere all'alloggiamento comunitario (ovviamente senza sovraffollare i gabbioni), dal momento che l'instaurazione di rapporti sociali intraspecifici è condizione necessaria per favorire l'autoapprendimento, permettendo ai giovani di acquisire capacità e potenziare istinti naturali che andranno a costituire l'individuale formazione psicologica.

    In conclusione, una struttura di 150 cm può permettere ai novelli un sufficiente esercizio motorio atto a evitare il rachitismo, tuttavia volendo ottenere animali di soddisfacente qualità, sarà preferibile sacrificare più spazio per il loro allevamento, poiché il solo metro e mezzo resta troppo ridotto per avvicinarsi, anche lontanamente, al pieno sviluppo fisico che il genotipo specifico di questo piccolo pappagallo australiano potenzialmente permette.
    Vi è quindi differenza tra le condizioni d'allevamento considerate sufficienti e quelle che, d'altra parte, sono reputate adeguate, ovvero nel rispetto delle caratteristiche etologiche della specie.
    A te la scelta su come giostrarti in questo "range dimensionale": personalmente non posso far altro che consigliarti un gabbione più ampio, ma certamente non posso escludere categoricamente la stabulazione in simili contenitori, che resta senz'altro possibile.
    Ultima modifica di Luca Marani; 19-01-18 a 09: 57
    Saluti,
    Luca Marani.



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  7. #17
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    Grazie Luca, ho qui sintetizzato tutti i miei dubbi restanti, altri non ne ho, tu rispondimi quando vuoi e puoi, ci mancherebbe.
    (Rinuncio ai Bourke in base a ciò che mi hai detto: ho appena comprato una coppia di coelestis, ma dipendendo dalla tua risposta posso anche restituirli, e da oggi cercherò una coppia di lineola ancestrale, diventata rarissima perchè trovo solo mutazioni oramai....mi sembra folle questa cosa, che gli ancestrali spariscano e ci siano solo mutazioni, spero che in Italia non sia cosi, anche se ormai pure la follia è globalizzata) Cerco di mandarti un messaggio privato, poi dai un’occhiata per favore, ti mando un archivio, e se non ci riesco userò il tuo e mail

    1) Ho puntato i lineola perchè SEMBRA che non siano eccezionali volatori....la tua ultima risposta sui pulli è riferita solo ai bourke, o anche ai Forpus e Lineola?

    2) in questa foto, si tratta di due ancestrali o quello sulla sinistra è mutazione verde scuro?


    3) Mi arriverà a breve il primo libro di Bertagnolio, um cimelio usato vista l’età e dedicato a calopsitte, gropponi rossi e bourke; tu lo vorresti, non l’hai e te lo posso spedire a qualche recapito? Mi piacerebbe finisse nelle mani giuste, cioè le tue. Per me Bertagnolio è uno dei più grandi a tutt’oggi. Pappagalli da gabbia e da voliera è scritto benissimo e ancora molto attuale, questo primo volume invece non l’ho mai letto.

    4) I conspicillati e gli aurifrons sono un po’ più difficili da riprodurre o richiedono maggiori spazi di volo per i pulli, se comparati rispettivamente ai coelestis e lineola?
    Ultima modifica di enrico lippolis; 19-01-18 a 12: 44

  8. #18
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    gli allegati li ho mandati sul tuo icloud, non sono riuscito a metterli qui

  9. #19
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    eccoli

    rimane l'articolo mandato su icloud
    Immagini allegate

  10. #20
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    Ciao Enrico,
    Ogni specie deve essere studiata per le peculiarità che possiede in quanto evoluta in un determinato areale e non, come spesso erroneamente accade, tramite l'attribuzione di caratteristiche simili ad altre specie dalla taglia simile.
    E' il biotopo d'origine, e non la taglia, a determinare le necessità di spazio di ciascun pappagallo: i bourke possiedono una fisionomia estremamente adatta al volo battuto, praticato spesso su lunghe distanze ed in spazi aperti, espressione di una vita movimentata nelle ampie praterie australiane da cui provengono. La muscolatura, pertanto, si dimostrerà ampiamente sviluppata e il loro metabolismo regolato sulla base di un consistente esercizio fisico giornaliero. Innumerevoli inoltre saranno le caratteristiche insite nel genotipo della specie che si ricollegano alla conformazione del territorio d'origine, come ad esempio, le abitudini prettamente terricole.

    Al contrario, Forpus e Barrati, ma questi ultimi in particolar modo, si sono adattati alla vita arboricola con lo sviluppo di una tecnica di volo scattante ma al contempo poco sostenuto, aspetto li rende più timidi e stressabili, oltre che adatti alla crescita e riproduzione in gabbioni meno dimensionati.
    Non sono animali che necessitano di notevole attività aerobica per mantenersi in forma, ma - cosi come ti spiegavo per i leucotis - resta preferibile trovare un compromesso tra volume disponibile e arricchimento ambientale, dimostrandosi disposti a sacrificare lo spazio di volo "in eccesso", pur di garantire agli animali un ambiente correttamente riparato e protetto da sguardi indiscreti.
    Per fare un esempio pratico, tra una voliera di 2 metri totalmente esposta, priva di schermature, e un gabbione da 150 cm avvolto dalla vegetazione (naturale e non), sceglierei senza indugio il secondo.
    Tale ragionamento, se da un lato può perdere parte della propria validità con alcuni forpus (più adattabili, attivi ed esuberanti), è più che mai importante per uno psittacide come il barrato, schivo, tranquillo e sensibile allo stress.
    Un alloggio da 150 cm, pertanto, potrà rivelarsi idoneo altresì per la stabulazione di novelli, a condizione di fornire altre modalità di passatempo ed esercizio motorio: ricordo che i pappagalli sud-americani si dimostrano estremamente abili nell'arrampicata, nella manipolazione e frantumazione di cibi e vegetali dalla complessa consumazione (spighe, pannocchie grappoli, rami, frasche, germogli... e via discorrendo)

    Purtroppo devo condividere a pieno le tue considerazioni sulla conservazione della forma ancestrale della specie che, anche nel nostro paese, sembra abbia perso importanza negli ultimi anni.
    E' davvero triste constatare come la rarità o il prezzo di talune mutazioni possa attrarre l'amatore medio ancor più del fascino adamantino di una specie, cosi come la natura e le condizioni ambientali l'ha plasmata.
    Oltre al fattore estetico, che ci fa apparire un paradosso detenere una specie selvatica in cattività per poi stravolgerla con grotteschi standard artificiali, è importante ricordare che l'allevamento di mutazioni e forme selezionate compromette irreversibilmente la salvaguardia del patrimonio genetico e della robustezza intrinseca in ciascuna specie.
    Soprattutto ora che, qui in Europa, non ci è concesso un rinnovamento genetico tramite sangue puro e selvatico, la gestione irrazionale e secondo standard anti-protezionistici dello scarso patrimonio che abbiamo a disposizione crea grandissimi danni a tutti gli allevatori che scambiano sul mercato internazionale; al contrario, dovrebbe essere prioritario dedicarsi alla protezione della forma ancestrale, al fine di eludere la completa scomparsa di una specie, nel senso scientifico del termine, in ambiente protetto.

    Nella foto che hai pubblicato, di certo, vediamo un soggetto ancestrale affiancato ad un altro barrato a fattore scurente.
    Volendo dedicarsi ad un allevamento consapevole e professionale dei bolborhynchus lineola, dovremo indirizzarci unicamente alla riproduzione di soggetti nella loro forma originaria.

    Per quanto riguarda i conspicillati e gli aurifrons, mi riservo di fare un discorso a parte... lo scriverò il prima possibile, magari in una discussione a parte.
    (ti risponderò anche in privato per le altre questioni più "private")
    Ultima modifica di Luca Marani; 20-01-18 a 13: 29
    Saluti,
    Luca Marani.



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