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Discussione: La Gazza (Alamanno Capecchi)

  1. #11
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    La bandiera di Roberto Giani

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    Mi considero tra i fortunati ad aver avuto una gazza allevata allo stecco come compagna, per un anno circa. Ero un ragazzino ed avevo tanto tempo libero e la spensieratezza della gioventù.

    Ora è impossibile fare simili esperienze, rispettando le leggi. E' proibito prenderle da nido ed allevarle allo stecco, però è permesso sparargli...

    La gazza è uno straordinario mix di eleganza, intelligenza, furbizia ed opportunismo. Questo ne ha decretato il successo. E' onnivora, mangia dai pulcini e uova di piccoli uccellini (e per questo "odiata" dagli amanti dei fringillidi), alla frutta, alla verdura e ovviamente i nostri avanzi e rifiuti malamente abbandonati.

    Mi sono sembrate illuminanti le parole di giuseppe2603:

    "Più che gracchiare...sembrano ridacchiare di noi..di ciò che le circonda...
    un monito che spinge a riflettere..."
    Ciao, Roberto

    (allevo parrocchetti australiani)


  2. #12
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    io ne ho allevate 5 portate a casa da mio padre......erano in un nido su di un traliccio della ferrovia che è stato abbattuto....le ho cresciute tutte e 5 libere.....come ha detto il dott Capecchi "Non tutti sono ornitofili, non tutti hanno l’aureola di San Francesco".....una è stata catturata da un mio anziano vicino che a suo dire non sapeva che era mia....le ha tagliato le penne delle ali e lei non so nemmeno come ha fatto, gli è sfuggita ed è tornata a piedi a casa!!!!!!!!sn state da me tutto l'inverno....la cosa che più mi affascinava era il loro riuscire ad interagire con i miei cani!!!!...erano dispettose con loro ed a volte anke con me......sebravano fare comunella tra loro!!!!!!lestate successiva si sono allontanate gradualmente tutte.....hanno iniziato prima ad andarsene per un giorno poi per due poi per una settimana...alla fine nn le ho più viste.....kissa dove sono.....

  3. #13
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    Studio di Raimondi su IO

    Ragazzi avete letto l articolo di Raimondi (dottore forestale)sù IO di novembre e dicembre?
    In "succo",in un territorio con 71 nidi di passeriformi,67 sono stati predati,solo quattro le covate salvate.I più colpiti sono i cardellini e i verzellini.
    Penso che non ci sia più tempo da perdere,se vogliamo salvaguardare un patrimonio genetico e biologico.Anche se ho amato,ammirato,allevato gazze,mi recherò in"provincia"per chiedere un permesso per la cattura e la soppressione delle gazze.Probabilmente qualcuno si indignerà,ma alcune volte invece del cuore,bisogna usare la testa.

  4. #14
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    Ancora sulla Gazza

    Già in passato la Gazza è stata oggetto di violente accuse da parte degli ornitologi. Ecco quanto scrissi nell’articolo completo, pubblicato anni fa da I. O.


    …Per queste “malefatte” gli ornitologi del passato, inclini alla antropomorfizzazione ed attribuire agli animali i principi morali propri
    dell’uomo, diedero sulla Gazza giudizi severi o la descrissero, come il Toussenel, in modo fantastico e tragicomico.
    Riporto alcuni esempi.

    Nel 1601 Antonio Valli da Todi così scriveva di questo uccello, nella sua rarissima opera "Il Canto de gl'Augelli" – La Gennara ovvero Pica, da alcuni è chiamata Uccello vizioso; è simile ai ladri e il suo costume non è altro che di rubare e nascondere ciò che ha rubato.

    L'Olina (1622) in "Uccelliera" ricalca quanto detto dal Valli.

    Il Brehem dice testualmente "Un difetto della gazza domestica è di sottrarre e di nascondere gli oggetti luccicanti, anzi si narra e si crede che questo vizio più volte cagionasse la disgrazia di persone innocenti che, sospettate di furto, perdettero la libertà e forse anche la vita".

    Del viziaccio di "rubare" ne parla Arrigoni degli Oddi nell"`Ornitologia Italiana" dimostrando inoltre grande antipatia per questo Corvide, considerato un classico "nocivo". Dopo aver tratteggiato a tinte fosche le sue abitudini alimentari, continua: "Esso è uno dei più potenti nemici dell'agricoltura e della selvaggina, e la legge, che provvidamente ne permette la cattura nelle bandite in tutte le epoche dell'anno, avrebbe dovuto estendere tale concessione a tutto l'anno dovunque, se l'educazione venatoria fosse da noi maggiormente sentita".

    Plaude alle leggi francesi che consentono in quel Paese di uccidere le Gazze con ogni mezzo lecito ed illecito, comprese le esche avvelenate.

    Ma chi accusa la Gazza dei più turpi delitti è il Toussenel (1884) : “La Gazza, abituata a vedere, fino da quando è ancora nel nido, i furti delle uova, le carnificine dei pulcini e dei piccoli animali perpetrati dagli scellerati genitori anzi a camparne, da grande ne segue l’esempio.
    Eccola, dopo tre mesi soltanto dalla nascita, eccola ferma sulla cima di un grande albero, vicino alla strada, nel posto più strategico della contrada, ove esercita a vantaggio di se, dei suoi simili e dell'uomo una instancabile vigilanza. La Lepre ferita, la Pernice, esausta di forze, non sfuggono all'acuto suo sguardo: l'uomo le ha smarrite, il cane non sa dove cercarle, ma un nemico più terribile le sta attentamente osservando: la Gazza. E quando cane e cacciatore, dopo molti inutili giri, si sono allontanati, la feroce chiama le sue compagne in aiuto, e tutte insieme in cerchio assaltano la malandata bestia, per primo strazio trafiggendole gli occhi.
    Quando il bue, l'asino o il cavallo, stanchi, zoppicanti, pieni di piaghe pascolano nel prato, o, dimenticando per un poco l'aratro e la soma, il pungolo e le frustate, si adagiano nell'erba fresca a riposarsi, dal bosco vicino precipita sul loro dorso la Gazza a tuffare voluttuosamente il becco in quelle piaghe dolorose o sanguinanti.
    Quando il vecchio Cervo, impara dagli squilli delle trombe, dall’abbaiare dei cani, che i suoi giorni sono minacciati, e si nasconde tremante nel bosco più fitto; quando i cani e gli uomini stanchi di cercare si allontanano, la spia vigliacca, la Gazza, con
    l'incessante gracchiare li richiama. Quando l'inverno arriva e la neve ricopre la terra, l'uomo nasconde sotto il candido mantello le tagliole, e sopra vi sparge pallottole di carne avvelenata. La Gazza corre e rimane presa alla tagliola: ed ecco
    altre Gazze che piombano addosso alla prigioniera, l’uccidono e la squarciano, le dilaniano le viscere, e muoiono anch'esse sopra la loro vittima, così immediatamente vendicata”.
    Alamanno Capecchi


  5. #15
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    Caro dr Alamanno io non mi azzarderei mai ad accusare i "metodi" della gazza,ha una sua parte nell ecosistema e così si è evoluta.Ma questo mondo da noi creato sta portando degli "scompensi" all equilibrio dell ecosistema,visto che siamo noi che abbiamo creato le condizioni per farle moltiplicare,spetta a noi riequilibrarne il numero.
    Per la cronaca il CFS mi ha negato qualsiasi permesso di cattura o soppressione per gazze e affini,si vede che sono ancora poche....e tra qualche mese .....

  6. #16

    Da me sono in piene esibizioni di corteggiamento...spettacolari, bellissime.
    Anche io non ho niente di personale contro le gazze, che anzi considero uccelli splendidi ed affascinanti, ma anche io sono convinto che, avendone favorito la crescita abnorme, l'uomo debba anche assumersi la responsabilità di controllarle, prima che sia troppo tardi

  7. #17
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    Per ghido e marcopeluso

    Completamente d’accordo con voi. Aggiungo due brevi note. Fino ad una ventina di anni fa,se volevo vedere una gazza, dovevo andare nei boschi. Ora le gazze gironzolano per l’orto e per il giardino e se non chiudo la porta, quasi quasi, mi entrano in casa. Prima gli storni, dove abito io, si vedevano soltanto “di passo”. Ora numerose coppie di storni fanno i nidi sul tetto.
    Cordiali saluti, Alamanno
    Alamanno Capecchi


  8. #18
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    Ancora sulla Gazza.

    Avete letto l’interessante articolo: “ Corvidi e piccoli uccelli: quattro conti della spesa.” del Prof. Renato Massa, pubblicato da I.O. di febbraio ?
    Alamanno Capecchi


  9. #19
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    No prof Alamanno,non ricevo più IO.Se mi può fare un riassunto le sarei grato.
    Cordiali saluti.

  10. #20
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    Personalmente ho un brutto ricordo delle Gazze.
    Vi racconto un fatto realmente vissuto. Premetto che ho sempre allevato in giardino all’aperto e fino a che succedesse il fattaccio non avevo mai riscontrato problemi. Ebbene un giorno di Maggio di cinque anni orsono mentre mi accingevo a somministrare gli alimenti ai miei soggetti (in piena fase riproduttiva) mi accorsi che dalle gabbie mancava qualche novello (appena involato) di Verdone e un giovane ibrido di Cardellino x Verdone, inoltre un ibrido di Crociere x Canarino presentava una ferita sul cranio mentre gli adulti erano integri senza che manifestassero alcun scompenso (penne rotte, piume mancanti, ferite ecc…). Turbato dall’accaduto cercai di fare mente locale per capire cosa fosse realmente successo. Non ci volle molto visto che un paio d’ore dopo un bel gruppo di Gazze tornò a far visita al mio allevamento. Per evitare altre perdite fui costretto a proteggere il frontale delle gabbie (volierette da 90 e 120 cm) con una rete metallica a maglia piccola.
    La cosa che ancora oggi non sono riuscito a capire è come facevano a sfilare dalle sbarre della gabbia i novellini, non lasciando alcuna traccia della loro visita!
    Saluti, Francesco Giacalone.

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