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Discussione: Gli Uccelli del Genere Liocichla

  1. #1
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    Gli Uccelli del Genere Liocichla (Alamanno Capecchi)

    Gli Uccelli del Genere Liocichla Swinhoe 1877

    di Alamanno Capecchi


    Appartengono al genere Liocichla tre Specie di Uccelli di taglia medio-piccola con livrea prevalentemente poco appariscente (bruno, grigio-oliva) ravvivata in alcune parti del corpo da piume e penne rosse o gialle.
    Di aspetto ricordano i Garruli (Genere Garrulax) ma sono più piccole e di
    struttura meno robusta. Vivono nella parte bassa, ricca di macchie e cespugli, delle foreste montane di alcune regioni asiatiche.
    Le uova (quattro o cinque), colorate e abbastanza mimetiche, vengono deposte in nidi a forma di tazza, collocati a circa due metri dal suolo, ma anche più in basso. L'incubazione dura dodici - tredici giorni; altrettanti giorni occorrono prima dell'involo.

    Classificazione e distribuzione

    Lo studio della sistematica, che si avvale attualmente dell'analisi del DNA di
    Uccelli ascritti a Famiglie o a Specie diverse, per verificare le supposte differenze o affinità, fa ritenere che in un prossimo futuro vi potranno essere rilevanti cambiamenti nelle classificazioni tradizionali.
    Qui di seguito la classificazione tratta dalla seconda edizione, aggiornata,
    dell'autorevole: A complete Checklist of the Birds of the World (O. cit.), nella quale tra i numerosi cambiamenti, rispetto le precedenti edizioni, la sottofamiglia Timalinee ha ripreso il ruolo di famiglia: Timalidae.
    (I nomi in italiano sono quelli riportati dall'Enciclopedia Illustrata degli Uccelli di
    C.R. Perrins.)
    Famiglia Timalidae.
    Genere Liocichla.
    Liocichla phoenicea (Liocichla f a c c i a rossa)
    Liocichla omeiensis (Liocicla del monte Omei)
    Liocichla steerii (Liocicla di Steere)
    Liocichla f a c c i a rossa
    È fra le tre Specie quella che raggiunge le maggiori dimensioni (L.T. media 23 cm)

    e la più appariscente per il caratteristico colore cremisi, più scuro nel maschio, dei lati della testa e del collo. Occupa un vasto areale e viene divisa in quattro
    Sottospecie così distribuite.
    L p. phoenicea E. Himalayas.
    L. p. bakeri. S Assam, NW Burma.
    L. p. ripponi. E & S Burma, NW Thailand.
    L p. wellsi. S Yunnan, N Indochina.
    Vive tra i 900 e i 2200 metri nelle foreste umide e sempreverdi, frequenta anche i margini dei boschetti lungo i sentieri montani.
    Liocicla del monte Omei.
    Specie monotipica presente sul monte Omei nella provincia di Szechwan (Cina centromeridionale).
    Taglia leggermente minore della precedente (L.T. 20 cm circa).
    Liocicla di Steere
    M o n o t i p i c a è la più piccola delle tre Specie con una L.T. media di 18 cm. Ha una peculiare macchia gialla a forma di mezzaluna vicino agli occhi. E ’ propria di Taiwan (Formosa), dove vive nella parte meridionale dell'isola, nel sottobosco delle foreste montane tra i 1100 e i 1900 metri. Frequenta anche i frutteti.

    V i t a in cattività.

    Se i dati che si riferiscono alla biologia in natura di questo Genere di Uccelli sono quanto mai esigui e si riducono a scarne e frammentarie notizie di carattere generale, a pochi disegni, o alla descrizione delle loro principali peculiarità somatiche, quasi inesistenti, per quanto sappia, risultano quelli sulla cattività. Perciò penso abbia qualche interesse la descrizione del comportamento riproduttivo di una coppia di Liocichla phoenicea osservato in voliera dal 1° maggio al 26 agosto del 1991.




    Premetto che la coppia, acquistata alla fine di marzo del 1988, a pochi giorni
    dall'importazione, non accennò a tentativi di nidificazione nel periodo 1988-1989, eccetto qualche sporadico passaggio della femmina tra i cespugli con un fuscello nel becco, durante la primavera-estate del secondo anno. Le osservazioni sono riportate alla lettera dal blocco appunti, stilate al momento.



    Questo modo di scrivere può essere noioso e ripetitivo, ma ha il vantaggio di esporre "dal vivo" i fatti con tutti i particolari.
    1° maggio 1991
    Le L. hanno fatto il nido, non completamente nascosto, tra i rami di un arbusto a circa un metro e venti centimetri dal piano terra. Ha forma di coppa è piuttosto piccolo se raffrontato alla taglia degli Uccelli. Costruito con fibre vegetali di un materasso in disuso risulta molto accurato, ma privo di
    imbottitura interna.
    8 maggio
    Le L., alternandosi, covano tre uova celesti con piccole macchie e strie nere.
    Al momento del controllo (ore 17,30) era presente nel nido la femmina.
    Comportamento: calma, tranquilla, si è allontanata, dopo circa un minuto che
    l'osservavo stando vicinissimo, e, apparentemente senza manifestare alcun timore, si è posata su un ramo poco distante. Il nido pare in ottime condizioni, nonostante sia abbastanza esposto alla pioggia, che in questi giorni è stata intensa e insistente, con vento e temperature nettamente inferiori alle medie stagionali.



    14 maggio
    La cova continua in modo regolare ma il comportamento è cambiato. Quando mi avvicino, se costrette a abbandonare il nido, gridano (più intensamente il maschio) come quando vedono un Biacco, (Colubro viridans) mettendo così in allarme tutti gli Uccelli della voliera.
    24 maggio
    Ho controllato il nido (ore 12,20). Vi è un solo nato, ha l'epidermide scura, le
    uova sono scomparse. I genitori si dimostrano attaccatissimi al pullus. Nel
    momento che ho avvicinato troppo la mano, la femmina mi ha beccato le dita con veemenza.
    25 maggio
    (Ore 18,20). Il piccolo, molto vitale, reclama il cibo a becco aperto allungandosi al disopra del nido incostudito appena mi ha sentito. Approfittando dell'assenza dei
    genitori alla ricerca affannosa di cibo idoneo, che evidentemente scarseggia, ho tentato di prenderlo (due-tre giorni di età) per esaminarlo, ma la madre mi ha "aggredito".
    Sono andato a rifornirmi di larve e pupe di Tenebrior molitor. Ho discostato le
    fronde e ho offerto il cibo alla femmina che nel frattempo era tornata nel nido: le ha prese ad una ad una e le ha mangiate, senza paura, accennando anche a imbeccare il piccolo in mia presenza. Ho ripetuto l'operazione alle ore 20: stesso comportamento. Da notare, però, che man mano diminuiva il bisogno di cibo si evidenziava l'atteggiamento aggressivo di difesa, e anziché prendere l'insetto e mangiarlo, lo faceva subito cadere beccandomi le dita.
    __________________________________________________ ________

    continua....

  2. #2
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    Gli Uccelli del Genere Liocichla seconda parte

    26 maggio
    Tre somministrazioni di larve e pupe alla femmina nella solita maniera (ore 11-
    15,30-20,30): comportamento identico al precedente.
    27 maggio
    Ho proseguito a intervalli a dare gli insetti nel solito modo, distribuendo gli ultimi alle ore venti. A quell'ora il nido risultava incostudito, perché la femmina era alla febbrile ricerca di cibo vivo tra le piante (non utilizza le larve di Mosca carnaia); appena mi ha visto spostare le foglie che nascondono il nido, si è avvicinata posandosi sul bordo; ha mangiato il primo insetto, poi si è accovacciata senza timore sul piccolo per riscaldarlo e ha preso dalla mano gli altri.



    Nota. Il maschio non si fa imbeccare, si allontana dal nido appena mi avvicino
    troppo lanciando i consueti gridi d'allarme. La femmina, quando è nel nido, come riportato, prende gli insetti dalla mano; fuori dal nido, pur avvicinandosi quasi ai piedi per raccoglierli da terra, è più vigile e paurosa; fa udire anche lei il grido di allarme ma con minore intensità del maschio; se tocco il nido nell'atto di prendere il Pullus corre a difenderlo e a beccare la mano.

    28 maggio

    Due distribuzioni di larve e pupe (ore 12, ore 17). La femmina è sempre più
    mansueta: prende delicatamente dalle dita gli insetti senza evidenziare
    comportamenti conflittuali: richiesta di cibo e istinto di difesa del nido. Anche il maschio, durante questa operazione, grida con minore intensità e appare meno allarmato.
    Ho purtroppo l'impressione che questo copioso cibo vivo non venga
    utilizzato per il piccolo che, sebbene non controllato da vicino, appare denutrito e sofferente.
    29 maggio
    (Ore 11,45) Solita distribuzione di larve e pupe: il pullus è ancora vivo. Ore 17.45: la femmina è fuori dal nido alla ricerca d'insetti; il piccolo è morto. Un esame più accurato conferma il mio sospetto: il nidiaceo è morto per insufficiente alimentazione.

    15 giugno
    Secondo nido. Le L. covano da ieri due uova.

    28 giugno
    Sono nati i due pulli. Visto l'esito negativo della precedente esperienza, ritengo inutile interferire nelle cure parentali.
    1 luglio
    (Ore 11) Ho effettuato un controllo preoccupato dal fatto che il 29 giugno c'era stato nel pomeriggio un forte temporale e il nido è collocato in un punto della voliera completamente esposto alla pioggia: i due nidiacei sono cresciuti normalmente e sembrano stare bene.

    2 luglio
    (Ore 19,20) Ho veduto, da lontano, la femmina posata sopra il bordo del nido
    imbeccare i piccoli.

    3 luglio
    (Ore 11,30) Il pullus più grosso (il primo nato) giace morto sul fondo della voliera, pochi metri distante dal nido. Nel pomeriggio regalo il supestite a un amico allevatore che tenterà di alimentarlo a mano. Il piccolo morirà tre giorni dopo.

    7 agosto
    Costruzione di un terzo nido nel medesimo posto.

    26 agosto
    Il nido è rimasto vuoto. Oggi è morta la femmina che da alcuni giorni appariva
    sofferente e con evidenti difficoltà respiratorie. L'autopsia evidenzia imponente
    ascite e noduli biancastri traslucidi su tutta la superficie del fegato.

    Commento

    Pretendere di interpretare queste "turbe comportamentali", o peggio ancora
    generalizzare ipotesi ricavate dalle osservazioni considerandole una caratteristica della Specie in condizioni di cattività, sarebbe, a mio modestissimo parere, un grave errore. L'alloggio che noi offriamo agli Uccelli esotici di cattura risulta sempre artificiale, e i "comportamenti anomali" sono tentativi mal riusciti per adattarsi a queste nuove condizioni di vita per loro sconosciute e non di rado molto stressanti; tentativi che possono variare da coppia a coppia e in rapporto alle caratteristiche della voliera. Bisogna ricordare che un animale e l'ambiente naturale nel quale vive costituiscono un'unità dinamica interreagente importantissima, che per alcune
    Specie è quasi impossibile riprodurre in cattività.
    Una constatazione comunque può essere fatta anche in questo caso, come per altri descritti in precedenti articoli. Il momento più delicato del ciclo riproduttivo risultò quello dell'alimentazione dei nidiacei nei primi otto-dieci giorni di vita. Per gli adulti invece nessun problema: grandi consumatori di pastoni alla frutta, pastoncini per insettivori "becchi fini", scagliola, mele, uva, ecc.


    Bibliografia
    Austin O.L. jr., Singer A. 1962 - Uccelli del mondo - A. Mondadori, Milano.
    Grzimek B. 1971 - Vita degli animali - Vol.IX Uccelli - Editrice Bramante, Milano.
    Howard R., Moore A. 1991 - A complete checklist of the birds of the world- Academic Press,
    London.
    King B., Wooncock M., Dickinson E.C. 1984 - A Field Guide to the Birds of South-East Asia -
    Collins, London.
    Lanza B. 1982 – Dizionario del Regno Animale – A. Mondadori Milano
    Meyer De Schauensee R. 1989 - Birds of China - Oxford University Press, Oxford.
    Perrins C.M. 1991 - Enciclopedia Illustrata degli Uccelli - A. Mondadori, Milano.


    __________________________________________________ ____________



    Alamanno Capecchi
    nato a Pontedera (PI) il 25 settembre 1927.
    Laureato in farmacia. Zoofilo. Ornitologo dilettante.
    Menbro della Società Italiana di Scienze Naturali (Milano)
    Rappresentante nazionale C.R.O. ( Commission de ricerche ornithologique) della C.O.M.

    Autore di circa trecento articoli pubblicati da riviste italiane ed estere (Avifauna, Uccelli, Italia Ornitologica, Atualidades Ornitologicas, O Paporrubio

  3. #3
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    Molto interessante l' articolo. E sono molto belli anche loro.

  4. #4

    Come sempre articolo di estremo interesse foto stupende e protagonisti eccezionali

  5. #5
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    Molto interessante l'articolo,complimenti Marco,personalmente ho avuto esperienza con una coppia di liocicle a faccia rossa circa 10 anni fà, la coppia acquistata da un commerciante è stata alloggiata in una grande voliera alberata dove per 2 anni mi ha deposto,ma non ho mai avuto la fortuna di vedere i pulli,gli embrioni si seccavano all'interno,ho riscontrato i comportamenti descritti in maniera eccellente,morta la femmina dopo circa 4 anni non sono più stato capace di trovarne un'altra,ho ceduto il maschio ed ho provato ad inserire una coppia di usignoli del giappone che ho riprodotto con successo le cui abitudini si avvicinano a questi stupendi uccelli.

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