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Discussione: IL DIAMANTE GUTTATO Giorgio truffi

  1. #1
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    IL DIAMANTE GUTTATO Giorgio truffi

    Giorgio Truffi
    IL DIAMANTE GUTTATO EMBLEMA GUTTATA (SCHAW 1796)

    Problemi di giudizio e notizie sull'ibridazione amatoriale

    Originario dell'Australia sud-orientale






    il Diamante guttato frequenta generalmente ambienti arbustivi ed erbosi (ma la sua presenza è nota anche in zone rocciose) pur compiendo incursioni nei giardini e nei parchi delle città. Costruisce, a volte in piccole colonie, un voluminoso nido sferico a forma lievemente allungata con corridoio laterale d'entrata ed ingresso rotondo, solitamente nascosto fra il fogliame degli alberi o nel folto dei cespugli. La deposizione (da 4 a 7 uova candide e senza macchie) è seguita dall'incubazionee ad opera di entrambi i sessi per una durata variabile dai 12 sino (più comunemente) ai 13-14 giorni.



    I piccoli, che assumono una grande quantità di cibo e si presentano di un monotono colore grigio, sono pronti all'involo dopo circa tre settimane dalla schiusa (normalmente a 22-23 giorni), tornano al nido sino a 60-70 giorni ed attorno ai quattro mesi d'età vestono la livrea da adulti assumendo la piena colorazione.



    L'alimentazione, onnivora ma in prevalenza a base di semi spontanei, diviene marcatamente insettivora durante il periodo riproduttivo.

    I sessi sono simili e nonostante vari Autori abbiano, sia pure dubitativamente, indicato lievi differenze (si è parlato della colorazione generale più opaca nelle femmine, che presenterebbero anche le punteggiature bianche sui fianchi più grosse e base del becco rosea anziché crema come nei maschi) l'unico elemento certo per la distinzione rimane il comportamento (e cioè il canto dei maschi e la tipica parata nuziale che questi compiono, corteggiando la femmina in posizione eretta, sbattendo la coda e con uno stelo nel becco e, quando questa si avvicina, chinando il capo nella posizione assunta dai piccoli per chiedere il cibo, senza tuttavia lasciare cadere lo stelo).




    IN CATTIVITA'
    Anche se non molto diffuso negli allevamenti amatoriali il Diamante guttato, uno fra i più appariscenti astrildidi australiani, ha destato da sempre interesse per le pregevoli caratteristiche della livrea, per il suo aspetto generale forte e vivace e per la non eccessiva difficoltà di riproduzione sia in voliera sia (ma più raramente) in gabbia, che però gli è meno congeniale dato che per non appesantirsi necessita di ampio spazio in cui compiere esercizi di volo mancando i quali le femmine incontrano difficoltà nella deposizione delle uova.
    Come per tutti gli uccelli (ed ancor di più per quelli esotici) importante è il preservarlo dalle correnti d'aria, dall'eccessiva umidità e, soprattutto nei primi mesi dal suo ingresso in aviario, dal freddo intenso che comunque sopporta benissimo dopo un adeguato periodo di acclimatazione.



    Nidifica spontaneamente in cassette di legno che imbottisce tappezzandole con materiale di ogni genere (ovviamente purché idoneo) che bisogna porgli a disposizione in abbondante quantità.
    Di indole abbastanza socievole, convive tranquillamente con gli abitanti della voliera tranne durante l'epoca della cova e quando ha i piccoli nel nido, mal sopportando in questo periodo la vicinanza di altri uccelli.



    La dieta non presenta problemi particolari e sarà rappresentata da un buon misto per esotici in cui prevalgono panico e scagliola, integrata da verdure, semi di erbe native (quando disponibili ottimi quelli allo stato ceroso) oppure germinati e da frutta (senz'altro appetita la mela, almeno nella gran parte dei casi). Non devono mancare gritt, sabbia ed osso di seppia.





    In periodo riproduttivo e per la preparazione alle cove abbisogna di abbondanti prede vive (larve di tenebrionidi, pupe di formica meglio se fresche oppure rinvenute in acqua e latte) ed è utile la somministrazione di un paltoncino a pasta fine per insettivori, eventualmente con aggiunta di tuorlo d'uovo rassodato.



    Non eccessivamente suscettibile in occasione di rapide ispezioni al nido da parte dell'allevatore (che però, come sempre, vanno limitate al minimo indispensabile), i nidiacei possono essere anellati con anello inamovibile del diametro di mm 2,5 (in Belgio 1'A.O.B, prescrive anellini di mm 2,3 ed in Svizzera gli allevatori di uccelli esotici che si riuniscono attorno alla rivista « Gefiederter Freund » adottano il diametro di mm 2,8 ).



    Forse perché non allevato intensivamente il Diamante guttato non aveva sino ad ora prodotto in cattività varianti nella colorazione della propria livrea, tipiche conseguenze della domesticazione.

    L'unica traccia al riguardo che trovo nella letteratura (BATES & BUSENBARK 1970) è quella relativa (traduco letteralmente) ad « una mutazione in cui il colore fulvo sostituisce il grigio e il fulvo scuro rimpiazza il nero » e che viene definita « molto attraente, rarissima e non disponibile per il pubblico ». Dato che non se ne è più sentito parlare (e per quanto ne so nessun esemplare con queste caratteristiche è mai stato presentato in una mostra di ornicoltura) ritengo che la mutazione stessa già all'epoca non fosse stata stabilmente fissata e che comunque i soggetti che la manifestavano (ma era poi realmente una mutazione?) non si siano riprodotti (nel campo dell'ornicoltura amatoriale era ed è purtroppo diffuso il malvezzo, per motivi commerciali, di prestigio o di allegra sprovvedutezza, di dare per certe ed acquisite cose destinate a rimanere nella fase di mere aspirazioni).




    L'ESPOSIZIONE IN MOSTRA.

    L'assenza già più volte evidenziata a proposito della maggior parte degli uccelli esotici d'allevamento di precisi e ben definiti standards di eccellenza fa sì che il giudizio espositivo delle specie possa essere oggetto di valutazioni differenti, causando all'allevatore giusta perplessità dato che in mancanza di un criterio univoco (almeno nella pratica) al quale attenersi (come, ad esempio, in canaricoltura sia di colore sia di forma e posizione) deve forzatamente stimare i risultati ottenuti unicamente sulla base di quanto espresso dai giudici in occasione delle esposizioni.

    [IMG][/IMG]

    A loro volta questi non avendo un metro comune cui fare riferimento non possono essere sempre (sia pure in linea generale) concordi. Mi pare quindi opportuno un tentativo di analisi del problema richiamando alla memoria quanto teoria e pratica (oltre alla scarsissima letteratura specifica) ci pongono a disposizione. Come tutte le specie ornitiche da valutare in mostra, il soggetto ottimale d'allevamento deve essere il più possibile uguale a quello che si incontra in natura. A questa norma di carattere generale fanno ovviamente eccezione le varianti cromatiche e morfologiche ottenute in cattività per le quali esistono, anche se pressoché sconosciute in Italia, scale di valori e codificati orientamenti che tengono conto delle caratteristiche fissate allo stato captivo.



    Detto questo la questione parrebbe risolta (e forse lo è, almeno a mio modo di vedere e convinto come sono che condizione irrinunciabile per giudicare gli uccelli sia quella di conoscerli) ma d'altro canto è necessario tenere presente che oltre ai requisiti di forma, disegno e colore l'uccello esposto in mostra deve avere domestichezza con il posatoio (sul quale non accovacciarsi ma assumere una posizione formante un angolo di circa 40°) ed assolutamente 'non dare cenni di forasticità (entrambe le cose vengono valutate, e se del caso -penalizzate, alla voce " portamento
    (presentazione " della scheda di giudizio).



    L'attenzione del giudicante dovrà inoltre soffermarsi (voce ",condizioni generali ") sullo stato di salute e sulla perfetta e totale integrità del piumaggio che si dovrà presentare ben fitto e aderente anche nelle parti inferiori del corpo, sulla taglia che come spesso si verifica in soggetti d'allevamento non dovrà essere troppo ridotta (e nel nostro caso mai inferiore agli 11 cm) e sul disegno che deve risultare netto e ben definito.
    L'unico studio, sintetico ma non per questo meno calzante, riguardante le particolarità negative che più frequentemente si incontrano nel Diamante guttato è quello di GEVAERT (1972) che mi trova concorde ed al quale è bene fare riferimento analizzando ora il soggetto in dettaglio e prendendo in particolare considerazione i punti indicati in fig. 3.
    1) - becco eccessivamente largo alla base, malformato o con evidenti scagliature;

    2 ) - cranio appiattito;

    3 ) - nuca rientrante;

    4) - redini diseguali, irregolari o presentanti interruzioni;

    5) - cerchi perioculari non perfetti o di diversa -forma o grandezza;

    6) - barra pettorale troppo stretta (deve ricoprire l'alto petto), irregolare o non perfettamente definita soprattutto nella parte inferiore;

    7) - dorso eccessivamente prominente (nei casi limite quasi a gobba);

    8) - groppone di un ròsso poco acceso o, peggio ancora, rosa pallido;

    9) - ali pendenti o incrociate fra loro (attenzione anche all'eventuale mancanza di remiganti);

    10) - cattiva condizione delle timoniere, coda arrotondata anziché squadrata;

    11) - petto e parti inferiori cascanti;

    12) - chiazze nere dei fianchi ineguali fra loro o di troppo limitata estensione, gocce bianche disposte disarmonicamente;

    13) - zampe malformate o scagliose, unghie mancanti (anche parzialmente) o deformate.



    GLI IBRIDI REALIZZATI

    L'ibridazione amatoriale del Diamante guttato ha avuto un notevole sviluppo in questi ultimi anni ed alle manifestazioni espositive cominciano ad apparire con maggiore frequenza (anche se ancora però si tratta di pochi soggetti) prodotti di incroci con varie specie appartenenti alla famiglia degli Astrildidi, mentre sino a poco tempo fa erano noti soltanto ibridi con il Diamante mandarino Taeniopygia (Poephila) guttata castanotis.




    E' a questo proposito opportuno ricordare che negli anni '60 vennero in più occasioni presentati ibridi di Diamante mandarino var. mascherato per Diamante guttato, con piumaggio prevalentemente bianco, disegno molto diluito e sfumature rosate su fianchi, dorso e codione. Attorno a questi, soprattutto in Germania, fu effettuata una delle scorrette operazioni commerciali che purtroppo a volte degradano e travagliano il mondo dell'ornicoltura, ponendoli sul. mercato con la denominazione (volutamente fuorviante e inesatta) di « Diamante mandarino rosa brillante ».

    Questi F 1, infecondi in entrambi i sessi, costituirono per parecchio tempo un enigma sino a che il tedesco Oppenborn, buon tecnico e competente allevatore, non li ebbe identificati come ibridi sterili (RADTKE 1979).

    Da allora sono praticamente scomparsi dalle mostre (in Italia però non si erano mai visti), dove invece si incontrano spesso ibridi fra il Diamante guttato e il Diamante mandarino della varietà, grigia (non parlo di forma tipo dato che è noto, o almeno dovrebbe esserlo, che gli esemplari grigi da esposizione sono cosa ben diversa da quelli sempre grigi che si trovano in natura).

    Questi soggetti si presentano ovviamente grigi fatta astrazione da dorso e sopraccoda vistosamente colorati di rosso cremisi. Disegno del petto a zebrature irregolari tendenzialmente nere e in cui è assente la barra che separa dal bianco delle parti inferiori; picchiettature biancastre ai fianchi, becco rosso. Abbastanza comune, e lo si comincia a vedere anche in Italia, l'ibrido fra Diamante guttato e Diamante zebrato Aidemosyne modesta,



    caratterizzato da vistose striature orizzontali su tutte le parti inferiori del corpo che spiccano abbastanza nettamente sul bianco; gola bianca; grigio capo, nuca, collo, remiganti, copritrici alari e groppone su cui si notano soffusioni rossastre più o meno marcate; becco rosso con tracce di nero alla radice.

    Altra specie australiana con cui il Diamante guttato si ibridizza (ricordiamoci sempre però che ne stiamo parlando in condizioni di cattività dato che non sono noti ibridi naturali, almeno per quanto a mia conoscenza) è il Diamante a coda rossa Neochmia ruficauda,



    dando origine ad F 1 caratterizzati da una macchia giugulare grigio-nerastra che può estendersi all'alto petto, picchiettature bianchicce (che spiccano nettamente sul grigio) ai fianchi e sul petto, parti inferiori bianche; remiganti, parti superiori del corpo e timoniere grigio-verdastre; vistose lavature rosse al codione, becco rosso corallo.


    Dell' avvenuta ibridazione con il Domino Lonchura punctulata



    ho preso visione, avendone in due occasioni avuto l'opportunità di esaminare e giudicare un soggetto, soltanto nel 1992.

    Caratteristiche dell'ibrido sono una colorazione generale bruniccia con lavature verde-grigiastro, una abbastanza evidente macchia nericcia alla gola, uniforme picchiettatura biancastra su petto, fianchi e parti inferiori del corpo; becco rosso.


    Fra le specie d'origine asiatica con cui il Diamante guttato è stato recentemente ibridato vi è il Padda Padda oryzivora



    a proposito del quale CASANOVA (1981) ha ottenuto F 1 utilizzando una femmina della var. isabella, risultato al quale successivamente sono giunti anche altri allevatori italiani.

    Gli ibridi ricordano il Padda, fatta astrazione dalla taglia che è come era logico attendersi pressoché intermedia fra quella delle due forme parentali, soprattutto per le vistose macchie bianche alle guance e per la colorazione nero-grigiastra del capo e del collo. L'apporto del Diamante guttato è evidenziato dal rosso cremisi del groppone, del sopraccoda e di una parte del sottocoda, presente anche sia pure con tonalità soffusa ai fianchi. Rimane il cerchio perioculare rosso di cui entrambe le specie sono in possesso.

    Anche il Passero del Giappone è stato accoppiato con successo al Diamante guttato, come già ricordato da BucHAN ( 1981) che, ma non mi trova assolutamente d'accordo almeno per quanto riguarda la realtà espositiva italiana, francese, spagnola e tedesca, classifica questo soggetto fra, i più comuni, e come più recentemente riconferma il tedesco Schoorburn (1983). Gli ibridi (fig. 10) hanno becco rosso piuttosto pallido con tracce di nero alla radice; capo, copritrici, remiganti e timoniere bruno scuro; addome da grigio bruno bianchiccio sino al bianco del sottocoda; petto e fianchi con nette scagliature bruno-biancastre più scure e marcate nella parte alta.



    E' presente una tacca bianca alla gola, caratteristica di tanti ibridi alla formazione dei. quali concorre il Passero del Giappone.
    Richiamo simile a quello del Diamante guttato.
    Particolare interessante comunicato da Schónborn è che nelle voliere dello 'svizzero Spillmann presso il quale gli incroci di cui è caso sono stati realizzati nel 1982, erano ospitati con altri piccoli uccelli esotici oltre ai Passeri del Giappone una coppia di Diamante guttato ed una coppia di Diamante a coda lunga Poephila acuticauda



    tutte, ci assicura l'Autore, ottenute con allevamento naturale e senza l'ausilio di balie.
    Ebbene, nelle due voliere si ebbe, nonostante la presenza di conspecifici, la !formazione spontanea di coppie miste rispettivamente di Diamante guttato per Passero del Giappone e di Diamante a coda lunga per Passero del Giappone che entrambe in due regolari e successive covate di quattro uova ciascuna tutte schiuse, nidificando in punti inaccessibili della voliera dettero origine ad F 1 la cui presenza fu constatata solo casualmente in occasione del loro invola.
    L'ultima ibridazione, in ordine di tempo, che è stata presentata recentemente riguarda l'accoppiamento di Diamante guttato per Cappuccino tricolore Lonchura malacca malacca



    dove l'apporto di entrambe le specie si nota per capo, collo, gola e petto nero nettamente separato dal bianco delle parti inferiori, dorso e remiganti bruno, fianchi bruno-nerastro punteggiati vistosamente di bianco, sopraccoda e sottocoda rosso, timoniere bruno, becco rosso.

    La letteratura non riporta casi di fertilità in nessuno dei soggetti sopra elencati. A puro titolo di complemento ricordo che CASANOVA (in litt. 22.05.1982) mi informava di avere ottenuto nel suo allevamento un uovo fecondo da a Diamante guttato per Diamante di Gould a testa rossa Poephila gouldiae mirabilis



    aggiungendo, con corretto senso di aderenza alla realtà
    « ... so quante difficoltà ci sono nella realizzazione di tale ibrido e non faccio castelli in aria ».

    L'episodio, come era prevedibile, non ha avuto seguito e l'embrione ha arrestato il suo sviluppo. Stà di fatto che non sono a conoscenza, né per esperienza diretta né tramite letteratura affidabile, di ibridi alla formazione dei quali abbia concorso il Diamante di Gould, neppure con le filogeneticamente affini Poephila sp


    .
    RINGRAZIAMENTI

    Desidero ringraziare i sigg. Vito Bertalli, Elio Caprioli, Luigi Casanova, W.H. Keijtzer, Aldo Margiocco, Maurizio Pignone, Marino Russo, Carl Heinz Schónborn per le fotografie e le informazioni cortesemente .postemi a disposizione e la dott. Maria Koller per la corrispondenza pazientemente curata con l'allevatore tedesco sig. Schoonborn.


    BIBLIOGRAFIA

    Basanta J.A., 1976 - EI Diamante moteado, Las Aves, 1(5): 27.
    Bates H. & Busenbark R., 1970 - Finches and soft-billed birds, T.H.F., Neptune City.
    Buchan J. 1981 - Foreign Birds, exibition and menagement, Saiga Publishing, Hindhead. Casanova L., 1981 - L'ibrido Guttato x Padda isabella, Avifauna, 4 (6): 261-262.
    Eibl-Eibesfel{lt 1., 1967 - Grundriss der vergleichenden Verhaltensforschung. Ethologie, Piper,
    Múnclien, trad. it. 1976, I fondamenti dell'etologia, Adelphi, Milano. Felix J., 1975 - Gli uccelli di voliera, Teti, Milano.
    Gevaert H., 1972 - Le Diamant a gouttelettes, Le Monde des Oiseaux, 27 (10): 629-630. Gruson E.S., 1976 - Checklist of the Birds of the World, Collins, London. Pizzey G., 1980 - A Field Guide to the Birds of Australia, Collins, Sydney. Radtke G.A., 1979 - Domestizierte Prachtfinchen, Albrecht Philler, Minden.
    Rutgers A., 1964 - The Handbook of Foreign Birds, vol. I, Blanford Press, Poole, fourth (rev.)
    ed. 1977.
    Schónborn C.H., 1983 - Nicht allt~gliche Prachtfinkenkreuzungen!, Gefiederter Freund, 30 (3): 61-62.
    Soderberg P.M., 1963 - Foreign Birds for cage and aviary, book III, Finches, T.H.F., jersey City. Wriends T., 1982 - Le Diamant a gouttelettes, Le Monde des Oiseaux, 37 (9): 487-491. Woolham F., 1974 - Aviary Birds in Colour, Blanford Press, Poole, trad. it. s.d. (ma 1979), Uc
    celli esotici in colore, S.A.F.E. Ediz. Zootecniche, Udine.

  2. #2
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    Molto interessante. Io vorrei provare ad ibridare Il Guttato con l'Astro ali gialle
    (Pytilia hypogrammica) visto che possiedo una femmina di quest'ultima specie.
    Penso che se fosse realizzazibile, sarebbe ancora più interessante ibridare il Guttato con il Melba ( Pytilia melba).
    Vorrei segnalare, poichè li ho visti personalmente e ne possiedo alcune immagini, altri ibridi ottenuti col D. Guttato.
    Ad esempio: D. Guttato x Nonnetta Maggiore, D. Guttato x Donacola petto bianco, D. Guttato x Donacola petto castano, Cappuccino nero ( Lonchura stygia ) X D. Guttato ed altri ancora con altre Lonchurae che non ricordo con precisione. Infine è stato realizzato ,dal Dott. Bilardo, L'ibrido di Diamante Fetonte x D. Guttato. Di questo ultimo tipo di ibridi l'allevatore in questione ne ha realizzati diversi, sia utilizzando la sottospecie nominale, a ventre nero, del Fetonte ( Neochmia phaeton phaeton), sia una di quelle a ventre bianco, presumibilmente Neochmia phaeton evangelinae.
    Degli ibridi sopracitati con le specie della sottofamiglia delle Lonchurinae, non conosco con esattezza l'ordine dei parentali.

  3. #3
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    Dimenticavo di ricordare due ibridi "classici" ottenuti col Guttato.
    Becco di piombo ( Euodice-Lonchura malabarica) e col Becco D'argento ( Euodice-Lonchura cantans).

  4. #4
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    Questo diamante nella sua semplicità di colori ha degli accostamenti stupendi, molto bello sia l'articolo che le foto, grazie !

  5. #5

    Davvero un uccello bellissimo nella sua eleganza
    Marco Peluso

    [SIGPIC]http://www.ornieuropa.com/red%20parrot%20factory/birdboard-roll-peluso.gif[/SIGPIC]

  6. #6
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    Credo che tra tutti gli esotici AUSTRALIANI questo sia il più bello senza ombra di dubbio, questo per quanto riguarda la mia opinione.
    E' inutile....l'Australia sotto questo aspetto ha dato molto...ed ancora deve dare agli appassionati di animali in genere.
    Dott. Santi Spadaro Medico Veterinario




    www.allevamentoredeye.it

  7. #7

  8. #8
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    Si,sono molto belle le mutazioni del guttato!
    L'ali brune poi................




    Membro dell'Italia zebravinken club- www.italiazebravinkenclub.it

    R.N.A. AA311-K.B.O.F (Belgium)

  9. #9
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    si certo che esistono mutazioni...
    mio zio ne alleva di tutte le mutazioni....
    ecco il link

    http://www.codalunga.it/main.htm
    Dott. Santi Spadaro Medico Veterinario




    www.allevamentoredeye.it

  10. #10
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    Bellissimo "australiano"!
    Articolo interessantissimo: anche se gli ibridi non sono la mia passione è interessante sapere che si possano incrociare specie apparentemente diverse e vedere cosa viene fuori...


    askerix@outlook.com
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