Ciao Stefano, ti inserisco un articolo di Giorgio Truffi sulle Vedove e il loro parassitismo di cova che può rendere l'idea della difficoltà nel cercare di riprodurre il Combassu.
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VEDOVE
Una latente tendenza al parassitismo esiste in parecchi appartenenti alla famiglia dei Ploceidi (Ploceidae) dove assistiamo con frequenza a casi di usurpazione di nidi ed a volte anche a nidificazioni in coppia.
Nell'ambito dei Ploceidi un intero.genere, le Vedove (Vidua) composto di nove specie (o forse otto, dato che alcuni sistematici considerano Vidua obtusa sotto-specie di Vidua orientalis) ha assuntoo costumi obbligatoriamente parassitari e non riesce più, e nemmeno ci tenta, a covare da sola le proprie uova che provvede a fare incubare deponendole nei nidi di piccoli passeriformi per lo più appartenenti ai generi Pytilia, Estrilda, Uraegìnthus e Lagonostica, che a schiusa avvenuta si prendono cura dei pulcini.
Sotto molti punti di vista, soprattutto per quanto si riferisce al comportamento di parata, al piumaggio in eclisse ed agli elementi innati del canto, le Vedove, che vivono tutte nelle praterie e nelle savane africane dal confine meridionale del Sahara sino all'estrema punta del Capo, somigliano più agli :Euplectini (Eualectinae)- che a tutti gli altri rami dei Ploceidi.
D'altro canto altri caratteri più adattativi, particolarmente quelli dei pulcini e dei giovani, ricordano gli Estrildidi • (Estrildidae) tra cui appunto si trovano i loro ospiti abituali di cova che le Vedove imitano in modo sorprendente, cosa che costituisce un esempio di mimetismo estremamente interessante, se concordiamo con il Wickler (1968) sull'intendere la nozione di mimetismo nella più ampia accezione, del termine. comprendendo in questo non solo le somiglianze tipicamente batesiane a carattere protettivo (secondo il mimetismo detto batesiano, dal naturalista Bates che lo descrisse per primo, alcune specie, mancando di propri mezzi di difesa, imitano altre specie) ma più in generale anche quelle che si basano sulla contraffazione dei segnali (Eibl-Eibesfeldt, 1976).
Fra ospiti e parassiti si osserva anche una evoluzione parallela, tanto la somiglianza è spinta sino ai minimi dettagli e ciascuna specie di Vedova si è progressivamente adattata all'ospite al quale si è infeudata e che parassitizza più frequentemente, al punto di poter stabilire una tabella di concordanze tra ospiti e parassiti.
Le Vedove, uccelli particolarmente socievoli, errano abitualmente in branchetti per lo più formati da due o tre maschi e sino a quindici o venti femmine e spesso negli erratísmi si associano ad altri passeriformi. Soltanto durante il periodo nuziale i maschi di due anni (solo a quell'età raggiungono la maturità sessuale) rivestono una splendida livrea, variopinta in talune specie, nero bluastra in altre, e, ad esclusione del Combassù, Vidua chalybeata,
vedono allungare notevolmente le quattro timoniere centrali.
Gli stormi tendono allora a dividersi in piccoli gruppi unifamigliari poligami ed ogni maschio cerca di accaparrarsi il maggior numero di femmine, a volte anche più di dieci. Come per tutti i parassiti di cova la vista di nidi di specie parassitabili stimola nella femmina l'ovulazione.
Le Vedove depongono di regola un solo uovo (eccezionalmente due ed in alcuni casi forse anche tre) più grande e più ovale di quello degli ospiti, nei nidi parassitati, senza incontrare manifestazioni ostili. Non è il caso di parlare di mimetismo oologico perché sia le uova dei parassiti sia quelle degli ospiti sono bianche e immacolate.
Dato però che le uova di specie affini alle Vedove, come appunto gli Euplectini, sono macchiettate, è legittimo ritenere che le uova delle Vedove abbiano perso la macchiettatura nel corso dell'evoluzione.
Di regola, il parassita non distrugge alcun uovo nel nido dell'ospite anche se secondo le osservazioni di Nicolai (1964) i cui studi sono e rimangono fonda¬mentali per la conoscenza della biologia di questi ploceidi, quando più femmine di Vedova scelgono lo stesso nido per ovideporvi in modo che alla fine in questo vengono a trovarsi più uova di parassiti, pare che in questo caso le Vedove distruggano una o più uova dell'ospite e ne mangino il contenuto senza mai incorrere in errore e distruggere uova della propria specie.
Tutti gli Estrildidi, che abbiamo visto più sopra essere i principali ospiti abituali, nutrono i loro piccoli in una maniera particolare somministrando cibo predigerito nel loro gozzo ma non, come fanno altri uccelli, a piccole dosi e staccando ogni volta il becco da quello dei nidiacei, bensì affondando il becco in quello del piccolo e pompando a lungo e senza sosta nella sua gola buona parte del contenuto del proprio gozzo.
Questa singolare sistema di nutrizione, unico fra i passeriformi, è il motivo per cui non si possono fare allevare i piccoli Estrildid da uccelli apparteenti ad altri gruppi sistematici e, reversibilmente, non si possno neppure affidare uccelli di specie diverse. (se non quelle della sottofamiglia) ad strildidi addomesticati, anche se questi ultimi non prestano più molta attenzione ai segnali boccali che, come vedremo più avanti, hanno invece in natura una importanza fondamentale ai fini nutricatori.
Soltanto i nidiacei di Vedova sono adattati a questo sistema di nutrizione.
Il giovane della Vedova, a differenza di altri parassiti di cova (Cuculi europei ed Indicatori) non danneggia in alcun modo i fratellastri per quanto (Dorst, 1973) la specificità pare porti ad una non indifferente diminuzione delle possibilità di successo delle covate parassitate, ma deve solamente unirsi a questi per essere imbeccato dai genitori adottivi. E proprio qui osserviamo una delle particolarità .adattative sviluppatesi. nelle specie che stiamo considerando. Gli Estrildidi hanno infatti disegni nelle fauci altamente specializzati: il becco aperto rivolto verso il genitore per la richiesta del cibo è caratterizzato da macchie nere sul palato, sulla lingua e sulla parte inferiore; esistono inoltre a livello delle connessure labiali una o due papille per lato tondeggianti e solitamente bianchicce (ma in talune specie anche tendenti al blu) che sembrano luminescenti ma che hanno invece solo la funzione di riflettere la luce. Questi organismi, particolarmente adatti a funzionare nell'oscurità dei nidi chiusi e la cui disposizione specifica è servita per lo studio della filogenesi di questi uccelli, formano un insieme di stimoli-segnale fondamentale per liberare negli adulti il riflesso dell'imbeccata e recenti studi (vedere Dorst, cit., e la letteratura da questi riferìta) hanno dimo¬strato che giovani di altre specie che presentano un aspetto generale diverso della cavità buccale ed un comportamento diverso di solito non vengono nutriti. I genitori conoscono istintivamente il « disegno a bocca aperta » dei nidiacei della propria specie senza che debbano avere avuto esperienze precedenti al riguardo e depositano il cibo solo nei becchi che presentano quel particolare tipo di dise¬gno che varia da specie a specie, differenziandosi per il numero e la diversa disposizione e forma delle macchie e delle papille.
I piccoli con diverso disegno buccale introdotti nei loro nidi non vengono nutriti e muoiono conseguentemente di fame; è quindi facile prevedere che i nidiacei delle varie specie di Vedove devono presentare pattem buccali non distingui¬bili da quelli della corrispondente specie di uccelli ospiti. Ai segnali di richiesta del cibo si aggiungono negli Estrildidi altri importanti segnali vocali e comportamentali anche questi specifici: i piccoli emettono suoni ben determinati e contemporaneamente ruotano il capo in modo del tutto particolare. Queste manifestazioni foniche ed etologiche sono copiate esattamente dai piccoli delle Vedove che inoltre, dovendo rimanere accanto ai piccoli del¬l'ospite sino alla raggiunta indipendenza e quindi sempre disponibili per un confronto, concordano con questi anche nel colore della livrea giovanile evidenziando le differenze fenotipiche solo nel piumaggio da adulti. Se non altrettanto appariscenti non meno importanti sono le concordanze nella fisiologia della digestione. Mentre è lecito presumere che un individuo di Cuculo europeo non accampi preferenze alimentari e sia quindi per lui indifferente farsi inibeccare con insetti da un silvide o con carne di topo o di rettile da un lanide, per quanto riguarda i piccoli delle Vedove si sa che dipendono dal tipo di cibo con il quale la specie corrispondente di estrildide alimenta i suoi nidiacei, pur essendo la maggior parte delle Vedove in grado di parassitare positivamente altre specie oltre l'ospite principale.
Infatti mentre si sa che Vidua regia parassitizza soprattutto il Granatino, Uraeginthus granatinus, si sono trovate le sue uova nei nidi di altri quindici tessitori ed addirittura in quello di un silvide, Prinia (lavicans. Il Moltoni (cit.) ci ricorda che Vidua macroura, che parassitizza principalmente l'Estrilde ondulata, Estrilda astrid, depone le proprie uova anche nei nidi di altre diciassette specie.
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