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Discussione: Grit sì o grit no?

  1. #1
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    Grit sì o grit no?

    So che si tratta di una scelta personale dell'allevatore non essendoci prove definitive a favore o sfavore dell'utilizzo.. io al momento uso il grit come fondo delle gabbie (senza griglia) e della voliera ma leggendo della possibilità di impallamento intestinale penso di eliminarlo, ho già trovato al negozio di articoli per animali una lettiera di palline compresse di trucioli, la proverò presto. Aggiungo che non fornisco il grit come unica fonte di calcio (anche perchè so che non è in una forma così facilmente assimilabile), per quello do gli ossi di seppia e la mattonella rosa con iodio. Voi personalmente come vi regolate, grit sì o grit no? Thanks

  2. #2
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    Mattonella rosa

    Mattonella rosa di sodio, mattonella bianca di sali minerali e ai Cenerini anche Liquisal liquido nell'acqua da bere.

    __________________________________________________ ______________

    ripropongo un vecchio contributo sul Grit nell'alimentazione degli psittacidi:

    IL GRIT

    Il grit è un elemento tradizionalmente considerato indispensabile nel corretto mantenimento degli uccelli da gabbia ed ampiamente consigliato da molti allevatori, rivenditori e libri divulgativi. Con l’avanzamento delle nozioni nel campo della fisiologia, alimentazione e patologia degli uccelli domestici, psittacidi in particolare, sono stati avanzati seri dubbi sulla reale necessità che hanno gli uccelli di ingerire particelle di grit. Proviamo, quindi, ad esaminare i motivi che inducono ad utilizzare il grit, unitamente a quelli che ne sconsigliano l’impiego.

    Che cos’è il grit e perché viene generalmente utilizzato.
    Di fondo bisogna considerare che vi sono due tipi differenti di grit: quello insolubile e quello solubile.
    Il grit insolubile è costituito da piccole particelle di silicati, non viene digerito dal sistema gastroenterico degli uccelli, permanendo, quindi, nell’organismo fino a che non viene eliminato con le feci. Molto spesso permane all’interno dello stomaco per tutta la vita del volatile. Data la particolare consistenza svolge la funzione di “macina” nel ventricolo degli uccelli, supportando l’opera della muscolatura gastrica e contribuendo significativamente alla digestione di alimenti grossolani altrimenti non digeribili. In particolare lo stomaco degli uccelli, in assenza di grit, non avrebbe la possibilità di aggredire i semi interi in quanto il guscio impedirebbe ai succhi gastrici di accedere alla parte edibile del seme stesso. L’azione di macinatura delle particelle silicee di grit insolubile presenti nello stomaco contribuisce, appunto, allo sfaldamento del guscio (già ammorbidito dopo il transito nel gozzo) permettendo agli enzimi gastrici di penetrare e digerire il seme. Questo è quanto avviene nel sistema digerente di quegli uccelli granivori che sono soliti ingerire semi interi, senza sbucciarli preventivamente (colombi, tortore, polli, ecc...). Sperimentalmente è stato evidenziato che la capacità digestiva dei semi in polli a cui veniva offerto del grit era del 10% superiore a quella di polli deprivati di grit. Tali risultati non sono stati mai dimostrati negli uccelli da gabbia.
    Il grit solubile, invece, è costituito essenzialmente da carbonato di calcio (ottenuto, generalmente, da gusci d’ostrica triturati) per cui può essere digerito dall’apparato digerente degli uccelli. Il grit solubile viene utilizzato soprattutto quale apportatore di calcio per l’organismo, ma ha limitata azione di macinatura nello stomaco. Spesso a questo tipo di grit viene associato, in composizioni presenti in commercio, del carbone attivo vegetale (carbon-grit) allo scopo di adsorbire eventuali sostanze tossiche presenti nell’intestino degli uccelli.

    I nostri pappagalli necessitano di grit?
    E’ questa la domanda fondamentale da porsi. I pappagalli in cattività usano sbucciare i semi, grazie al becco che permette loro che questa operazione venga svolta con la massima accuratezza. Anche pappagalli di grande taglia sono, infatti, in grado si sbucciare con gran cura tanto un grosso seme di girasole quanto un piccolo seme di miglio. Il seme, quindi, viene ingerito completamente privato del guscio, ammorbidito nel gozzo ed è, dunque, perfettamente aggredibile dai succhi gastrici. Nei pappagalli, quindi, la funzione di macinatura, svolta dal grit insolubile nello stomaco, non è necessaria ai fini della digestione. O, almeno, questo è ciò che si verifica nei pappagalli in buona salute, per i quali esistono dati di soggetti vissuti in perfetta forma sebbene privati del grit per oltre 20 anni (Avian Medicine: Principles and Application. Ritchie, Harrison & Harrison, 1994). Nei pappagalli con insufficienza pancreatica od altre difficoltà digestive sembra, invece, che l’assunzione di piccole quantità di grit possa giovare alle funzioni digerenti in quanto la funzione meccanica di macinatura compenserebbe, almeno in parte, il deficit enzimatico. E’ consigliabile, tuttavia, che in questi casi sia il veterinario a decidere il trattamento più opportuno, piuttosto che ricorrere autonomamente alla somministrazione di grit.
    Discorso diverso merita il grit solubile, in quanto, come detto, viene utilizzato come fonte di calcio per un organismo che, se alimentato con dieta basata sui semi (ricca in fosforo), presenta fatalmente un equilibrio calcio/fosforo sbilanciato in favore di quest’ultimo, richiedendo un integrazione alimentare di calcio. Tale scompenso può, tuttavia, essere corretto più semplicemente somministrando al pappagallo una dieta bilanciata od un integratore alimentare apposito.

    Possibili problemi causati dal grit.
    Il pappagallo in cattività può essere indotto, per noia, per problemi comportamentali o semplicemente per gioco, ad ingerire grandi quantità di grit nel caso in cui possa avere libero accesso ad esso. Le particelle di grit, in questi casi, andranno a depositarsi nel gozzo, nel proventricolo e quindi nel ventricolo, causandone progressivamente la distensione. In queste condizioni lo stomaco costipato non è più in grado di svolgere i propri movimenti e le funzioni digestive vengono ad essere interrotte, causando la morte del volatile. Questi casi sono stati osservati con una certa frequenza negli USA, ma stanno divenendo comuni anche in Europa. E’ da ricordare che questi fenomeni di costipazione possono avvenire non solo in seguito all’assunzione di grit insolubile (non digeribile), ma anche per ingestione di quantità elevate di grit solubile. Allo stesso modo bisogna pensare che i casi di costipazione gastrica possono essere conseguenti anche all’ingestione di qualsiasi altro corpo estraneo (pezzetti di plastica, polistirolo, metallo, ecc..), come dimostrano i non rari rilievi di tali oggetti nello stomaco dei pappagalli. Il carbone attivo presente in alcuni prodotti, inoltre, inibisce l’assorbimento di A, B2 e K, potendo causare uno stato carenziali che va ad aggravare le condizioni di carenza in cui si trovano molti pappagalli alimentati con diete a base di semi. Tali effetti collaterali sono decisamente più importanti di eventuali benefici apportati dal carbone attivo, il cui impiego può essere considerato in caso di effettiva necessità.

    Conclusioni.
    Per i motivi sopra evidenziati vi è la tendenza a sconsigliare l’impiego di grit nei pappagalli anche in considerazione che essi non ne hanno bisogno per le funzioni digestive e che la supplementazione di calcio può essere ottenuta con mezzi più sicuri ed efficaci. Di questa opinione è la maggior parte dei veterinari aviari tanto che già negli anni ‘80 è stato presentato un pannello, all’annuale conferenza della AAV, sconsigliante l’impiego del grit. Questo non vuol dire, ovviamente, che il grit debba necessariamente causare problemi ai pappagalli, in particolare se viene fornito grit solubile in limitate quantità. Tuttavia, non essendo mai stato scientificamente provato che si tratti di un elemento indispensabile all’organismo, ma al contrario sono stati documentati vari casi di costipazione gastrica causata dal grit (Avian Medicine: Principles and Application. Ritchie, Harrison & Harrison, 1994) è consigliabile che esso non venga somministrato ai pappagalli, ricorrendo ad altri metodi più sicuri per integrare il calcio nella dieta.
    Come sempre la dieta dei pappagalli è un elemento cruciale per il loro corretto mantenimento in cattività ed il frequente riferimento all’alimentazione, al comportamento ed alle condizioni dei pappagalli allo stato selvatico non è applicabile, per ovvi motivi, ai pappagalli in cattività. Allo stato captivo, inoltre, viene a perdersi spesso anche la capacità di autoregolazione del pappagallo nei confronti dei propri fabbisogni alimentari e nella capacità di distinguere ciò che è tossico da ciò che non è commestibile. L’affidarsi alla presunta abilità dei pappagalli nel distinguere ciò che è meglio per il loro fabbisogno causa spesso brutte sorprese nei proprietari.
    Marco Cotti FEO 0004





    http://digilander.libero.it/cocoricoland/index.htm

    http://tarantamyblog.blogspot.com/

    Dove tuona un fatto, siatene certi, ha lampeggiato un'idea.
    Ippolito Nievo

  3. #3
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    Interessantissimo grazie. Guarda io uso il grit onda (mi permetto di fare il nome perchè l'ho già visto citato in altri post sul forum) a base di gusci d'ostrica macinati quindi solubile a quanto scrivi.. teoricamente meno dannoso se ho ben capito. Appena finisce il pacco comunque (un altro paio di cambi fondo alle gabbie) lo sospendo e passo ai trucioli compressi. Sempre continuando con la mattonella rosa e l'osso di seppia. Dici che per delle cocorite basta come apporto di calcio o devo usare integratori nell'acqua o nel cibo?

  4. #4
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    Io non uso il grit come fondo delle gabbie ma lo fornisco con parsimonia in una vaschettina bassa.
    Non esagero perchè pure io temo il blocco dell'intestino però ho visto che i miei non fanno gli ingordi, hanno sempre e comunque a loro disposizione osso di seppia e sali minerali...o rosa o bianchi perchè quelli rosa faccio fatica a trovarli.

    Per il fondo delle gabbie uso o il tutolo naturale o una sabbietta apposta per uccelli oppure semplice carta di giornale quando son senza di tutto (economica di facile cambio), sottolineo però che tutte le mie gabbie hanno una griglia che separa il fondo dagli uccellini di qualche centimetro, trovo poco salutare che razzolino nella loro cacca... Ho applicato la griglia anche ai gabbioni grandi usando della rete metallica che a rotazione pulisco con una spazzolina di ferro e poi quando troppo sporca vado a smontare e sostituire.
    ]"^^
    Ciau!



    Bergo Luisa
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  5. #5
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    Io uso la sabbia marina che si trova in negozio solo per il fondo gabbia. Cmq quando ho girato in vari ambulatori per i problemi di una calopsitte,ho anche chiesto il parere dei vet riguardo alla sabbia e al grit.Tutti mi hanno detto che non hanno sentito dire che un pappagallo/uccellino abbia mai avuto problemi con la digestione se non avevano a disposizione grit/sabbia .però invece hanno visto casi in cui questi hanno diciamo peggiorato la situazione,specialmente nei soggetti con problemi al gozzo,però anche qui nessuno ha espresso una diagnosi certa al 100%.Uno dei vet aveva fatto anche una radiografia a questa calopsitte malatta e sulla radiografia sotto il proventricolo si poteva vedere come la sabbia o il grit si sia depositato(avendola presa in negozio non sò quale dei 2 usavano lì),però anche qui il vet mi ha detto che almeno teoricamente non dovrebbe creare problemi.
    Tutto sommato mi è stato detto che il grit o la sabbia (io li chiamo così perchè ho notato che almeno qui da me sono diversamente chiamati però sono anche diversamente fatti,il grit essendo molto più grosso della sabbia marina che uso normalmente) va "benissimo" usarlo/a come fondo gabbia e non da mettere nelle mangiatoie ,ovviamente poi se uno vede che il suo amico lo mangia un pò troppo va sostituito.I miei devo dire che non gli ho mai visti dedicarsi solo a mangiare questa sabbia,ogni tanto lo facevano però poi ho cominciato a cambiare spesso l'osso di seppia e ho aggiunto un piccolo blocco di minerali e hanno smesso; ho provato a mettere anche carta(non di giornale perchè la considero troppo pericolosa)..però la facevano a pezzi in pochi minuti e allora ho lasciato perdere.
    I'm flying in a blue dream


  6. #6
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    @ luisa: anche la questione griglie sì/griglie no mi ha creato qualche problema.. alla fine però ho deciso di toglierle tutte in quanto si sporcavano lo stesso parecchio (soprattutto con le femmine in deposizione come ben saprete) e gli uccelli venivano quindi ugualmente a contatto con gli escrementi. Inoltre credo (e spero) che se un uccello è sano anche le sue feci saranno più o meno "sane" (certo se non restano a fermentare a lungo ma io svuoto i cassettini ogni 3-4 giorni al massimo, tanto è un'operazione rapidissima), non vorrei dovermi ricredere :S
    @ ana-maria: anche le mie cocorite non mi sembra si abbuffino di grit (poi certo non posso giurarlo, se fosse in una mangiatoia potrei valutare se il livello diminuisce, sul fondo è difficile) mentre hai ragione, di ossi di seppia ne fanno fuori molti. La mattonella rosa la fornisco da poco e anche quella, dopo una perplessità iniziale, hanno iniziato a mangiucchiarla con gusto

    ciao e grazie a tutte

  7. #7
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    Ciao Beppe, anche io uso il sistema senza griglie ma utilizzo il trinciato di faggio sterilizzato come fondo, è abbastanza igienico e assorbente a patto che si cambi con frequenza regolare, soprattutto durante le cove. Io lo cambio al massimo ogni 10-15 giorni, dipende dal livello di sporcizia.
    Per quel che riguarda il grit, prima lo lasciavo sempre a disposizione miscelato con un pò di carbone vegetale, i pappagalli non ne abusavano e credo di non aver avuto mai problemi, anche se la certezza al 100% non posso averla perchè non sono riuscito a fare la necroscopia in tutti i casi di morte improvvisa. Ora cerco di darlo con un pò più di parsimonia, sia per paura di impattamento sia perchè credo che come fonte di calcio sia molto più importante l'osso di seppia perchè più facilmente assimilabile.
    In alternativa, un buon integratore di calcio è il CARBONATO DI CALCIO in polvere (non bicarbonato, mi raccomando!) che si può reperire in tutte le farmacie. Ne puoi spolverizzare un pò nel pastoncino oppure su frutta e verdura, soprattutto su quei vegetali solitamente poveri di Ca e con un rapporto Calcio/Fosforo sfavorevole, come ad esempio il mais lattiginoso. Solitamente invece le verdure a foglia scura (es. tarassaco) hanno un rapporto Ca/P ottimale e non c'è bisogno di questa integrazione. Ciao [=^||||
    Mirko - RNA TT25

  8. #8
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    ciao mirko, ma il trinciato di faggio che consistenza ha? tipo trucioli, segatura o è abbastanza solido e pesante? perchè una volta ho comprato un pacco di trucioli, ne avevo messi nei nidi e sul fondo ma volavano letteralmente da tutte le parti

  9. #9
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    No Beppe, non si tratta di segatura, è come se fosse compensato di faggio (legno non tossico) ridotto in quadratini. Ne esistono di due misure (almeno quello della ditta che uso io), una da 6 e l'altra da 8mm; ho usato inizialmente quella da 6 ma forse è un pò troppo leggera e vedevo che a volte i pappagallini ne ingerivano dei pezzetti, poi sono passato a quella da 8 che invece è più pesante e non viene mangiata. Poi è poco polverosa.
    E' un tipo di lettiera che viene spesso utilizzata come fondo nei terrari per rettili [
    I trucioli che dici tu sono i "riccioli" che si usano come lettiera x conigli e simili, io li uso in piccole quantità come fondo per i nidi. Questi si, sono troppo leggeri.
    Mirko - RNA TT25

  10. #10
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    ah ok ho capito, sì l'ho vista quel tipo di lettiera.. terrò presente

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