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Discussione: PRIMAVERA ALLE PORTE: CONSIDERAZIONI ALIMENTARI. - Maurizio Di Stefano

  1. #1
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    PRIMAVERA ALLE PORTE: CONSIDERAZIONI ALIMENTARI. - Maurizio Di Stefano

    PRIMAVERA ALLE PORTE: CONSIDERAZIONI ALIMENTARI.

    di Maurizio Di Stefano



    Quest'anno ho adottato dei nuovi inquilini.

    Il mio piccolo giardino è stato, infatti, frequentato da un gruppetto di 4 cardellini praticamente per tutto l'inverno. Amavano infatti sbeccuzzare tra i resti e le bucce soffiate via dalle mangiatoie delle mie voliere durante le quotidiane operazioni di pulizia. Non metto mai a disposizione del cibo agli uccelli selvatici, per una questione puramente etica. L'inverno non è un qualcosa di nefasto, è un evento naturale e come tale va interpretato e rispettato. Per quanto gli occhi teneri di un pettirosso infreddolito possano muovere l'animo di tutti noi che ci dedichiamo con passione a questo fantastico hobby, è giusto che la natura faccia il suo corso e l'uomo rimanga a guardare, per non alterare i delicatissimi equilibri della stessa. La selezione naturale che si compie durante l'inverno, seppur crudele, permette agli animali di adattarsi all'ambiente e resistere ai cambiamenti per migliaia di anni.

    Da un paio di giorni, notavo che la solita zona di alimentazione (nei pressi delle voliere) era frequentata per lo più da un paio di tortore ed una coppia di fringuelli, oltre ai soliti passeri. Mi sono così chiesto dove erano finiti quei quattro piccoli amici colorati che mi avevano dato compagnia durante l'inverno. Ogni dubbio è stato sciolto la mattina seguente, quando uscendo di casa intorno alle nove, noto il solito gruppetto ad una decina di metri dalle voliere, intento a sbeccuzzare dei piccoli ciuffi d'erba.

    Quando assisto a queste scene, è più forte di me, devo attendere che vadano via per vedere cosa stanno mangiando ed, eventualmente, raccoglierne un pò anche per i miei (fornisco erbe gratidissime di cui non so neppure il nome, la garanzia mi è data proprio dall'osservazione diretta di cardellini intenti a cibarsene). Mi avvicino e, con grande sorpresa, noto che stavano mangiando del senecio. Ci siamo, ho subito pensato, la primavera comincia ad affacciarsi.

    Per carità, l'inverno è ancora lungo. Ma dalle mie parti, il senecio si trova principalmente quando il sole comincia a scaldare l'aria e ci regala le belle giornate di questo periodo (fine febbraio). E' la prova inequivocabile che l'inverno sta cedendo il passo.

    Raccolgo alcuni mazzetti (che i miei cardellini hanno divorato avidamente), prima di fare alcune considerazioni sul passaggio tra queste due stagioni, un periodo importante direi, anzi, fondamentale.

    Il rigido inverno cui poco prima si accennava, porta i volatili a delle sofferenze per carenze alimentari che, per alcuni di loro, possono terminare anche con la morte. Seppur tragico, questo periodo risulta essere di importanza fondamentale proprio in relazione al susseguirsi, di li a breve, di tutta una serie di condizioni climatiche (quantità ed intensità luminosa) ed alimentari (la fioritura e la disponibilità di una grande quantità di erbe prative come il senecio appunto) che portano nel metabolismo del volatile l'innescarsi di tutta una serie di reazioni chimiche atte alla preparazione dell'estro.

    Se vogliamo ottenere risultati in allevamento, le condizioni naturali, seppur inarrivabili, vanno quanto meno prese come linea guida. Per questo semplice motivo sono assolutamente contro ad un'alimentazione carica in inverno. I nostri cardellini devono "sentire" l'inverno, devono provare il freddo, la fame, la scarsità, i problemi legati ad un'alimentazione prevalentemente secca, la grande umidità, ecc. Senza queste basi, il ciclo vitale dell'animale troverà degli ostacoli alla "partenza primaverile" proprio perchè sono mancate le condizioni invernali adatte. Tenere un cardellino a 18 gradi in inverno, in un locale riscaldato e con 12 ore di luce, con a disposizione pastoncino e semi a volontà, se di primo istinto potrebbe sembrarci una cosa giusta, in realtà è un grande errore, per tutti i motivi di cui sopra. Tante volte mi sono sentito criticato perchè ho lasciato i miei animali al gelo, senza alcuna protezione, con al mattino il ghiaccio nelle vaschette dell'acqua, e per tutto questo io "non voglio bene ai miei animali".. è proprio perchè voglio bene ai miei animali che evito di "umanizzarli", lasciandoli vivere nel loro ambiente, senza troppi fronzoli.

    Tornando agli aspetti più propriamente tecnici, viste anche le diverse email che ricevo al riguardo, diciamo che in questo periodo, fino alla fine della muta, oltre alla normale alimentazione ed a tutte le erbe prative di stagione, fornisco un pastoncino all'uovo, che sostituisce gli afidi (stranamente introvabili da un paio d'anni dove li prendevo di solito). Il pastoncino che realizzo è simile a quello dell'amico Franco Monopoli (http://www.webalice.it/francomonopoli/pastoncino.htm), senza però l'aggiunta di alcun polivitaminico, zucchero, ecc, solo uova, latte e pan grattato. A tale pastoncino aggiungo semi germinati e pisellini scongelati (come suggeritomi qualche tempo fa dall'amico Marco Novelli, www.ciuffolotto.it). Ecco il risultato.



    Il consumo di semi secchi diminuisce circa del 50% quando hanno a disposizione erbe prative e questo pastone.

  2. #2
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    Concordo con Maurizio,ci deve essere uno "stacco" invernale,questo favorisce, alla ripresa della somministrazione in primavera, l entrata in estro. /||]]

  3. #3
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    Concordo con voi, Maurizio e Roberto: ci deve essee uno stacco!
    Gli uccelli devono sentire che il periodo della riproduzione si sta avvicinando...

    Ci sono moltissime specie che entrano in riproduzione poco prima dell'arrivo della stagione delle piogge, perché sanno che sta per arrivare il periodo dell'abbondanza alimentare...

    Inoltre ci sono molti meccanismi fisiologici, fondamentalmente tutti gli assi ormonali, che sono regolati da tutta una serie di situazioni climatico-alimentari...



    Maurizio, mi togli una curiosità?
    Come prepari il tuo pastone?
    A che percentuale proteica cerchi di arrivare (io arrivo al 18%, nel periodo riproduttivo)?
    Che quantità usi?
    Usi il latte parzialmente scremato?
    Usi l'uovo sodo o l'uovo sbattuto?
    Io lo preparavo (10 anni fa) un po' in modo simile, ma sono sempre aperto ad altre idee migliori...


    Grazie per l'eventuale risposta e un saluto a tutti.

    Biagio

  4. #4
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    Maurizio, mi togli una curiosità?
    Come prepari il tuo pastone?
    A che percentuale proteica cerchi di arrivare (io arrivo al 18%, nel periodo riproduttivo)?
    Che quantità usi?
    Usi il latte parzialmente scremato?
    Usi l'uovo sodo o l'uovo sbattuto?
    Io lo preparavo (10 anni fa) un po' in modo simile, ma sono sempre aperto ad altre idee migliori...


    Grazie per l'eventuale risposta e un saluto a tutti.

    Biagio
    ciao biagio. sinceramente non ho la più pallida idea della "percentuale proteica" che raggiungo, non mi sono mai posto neanche il problema. chi mi conosce sa che non amo assolutamente fare questo genere di considerazioni e calcoli in allevamento, secondo il mio punto di vista del tutto inutili!
    credimi, non è in base a quel "18%" che avrai risultati o meno. perlomeno io non l'ho mai tenuto in considerazione e qualche soddisfazione me la tolgo.
    tornando alla domanda, il latte lo utilizzo parzialmente scremato u.h.t. a lunga conservazione, le uova sono sode. /||]]
    tutto viene messo a libera disposizione in quantità abbondante.
    saluti, maurizio

  5. #5
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    Ineccepibile la spiegazione dell'amico Maurizio, che come Roby condivido al 100%. Anch'io preparo il pastone con il metodo dell'amico franco, aggiungo solo polline d'api, spirulina e ortica macinata, 5gr per ogni cosa, solo che al posto dell'uovo sodo(che a parer mio, perde qualcosa in termini di proteina nobile) uso la frittata.
    Bel post Maurizio, un abbraccio
    Non importa cosa facciamo....
    è come lo facciamo che realmente conta.
    _______________________________________________
    GIANLUCA ANNIBALLI F.E.O.r.a.e 0009 - A.O.E r.n.a SV 370

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