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Discussione: Il Canarino Malinois Waterslager - G.p.mignone

  1. #1
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    Il Canarino Malinois Waterslager - G.p.mignone

    I. ORIGINI E CARATTERISTICHE

    « Und was in schwankender ErscheinurtZ schwebt, befestzget mit dauernden Gedanken » (') ,,

    GOETHE



    1 - INTRODUZIONE

    Le Fiandre, a cui dobbiamo il cantore di Malines, corrispondono a circa una metà dell'antico e scomparso ducato di Burgundia e costituiscono una parte augusta e cospicua dell'Europa; sono terre dai luminosi e ariosi cieli, dalle acque chiare e trasparenti che si perdono in sommessi mormorii lungo la campagna e le strade.
    Quando eravamo ai principi del secolo tre poeti belgi ben rappresentavano lo spirito di questo popolo e influenzavano la poesia europea e quella italiana in particolare.
    Maurice Maeterlinck con la sua magia di verso, di surrealismo, di musica, il Maeterlinck di « Serres chaudes » ; Georges Rodenbach con le sue soavità preziose, con il suo profondo decadentismo romantico su « Bruges la morta » « O città, tu sorella, cui rassomiglio, - città decaduta, preda delle campane... » ed Emile Verhaeren che con la sua accorata malinconia scriveva delle pianure di Fiandra « ...con il cielo che è di madreperla e d'oro, e sospende sui prati, i campi e i casolari, i massi risplendenti delle piú belle nubi » (2).
    Voglio dire che i nativi delle Fiandre hanno fatto della loro lingua - il fiammingo - una tavolozza d'incomparabile ricchezza ; hanno sempre infatti dipinto con le parole.
    Il nearlandese, cosí ricco di vocaboli atti a tradurre la percezione nella sua originale freschezza, si presta mirabilmente a
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    (') E ciò che nelle fluttuanti apparenze aleggia voi lo fissate in durevoli propositi.
    (2) Da « Tutta la Fiandra » di E Verhaeren
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    tale esplorazione del concreto. Evidentemente ha sempre predominato e predomina in loro un senso visivo, spettacolare delle cose; e poiché ogni parola è un suono, un fonema, per cui ogni lingua non è fatta di parole, ma di suoni, non si sorprenda il lettore di questa mia introduzione, né che essi - i fiamminghi -abbiano raggiunto, dopo vari tentativi, nell'arte della fotografia del canto dell'usignolo, ch'è pur esso una successione di suoni, i loro piú duraturi successi di canaricoltori.
    Il grande naturalista francese G. L. Buffon lasciò scritto nel suo trattato di Storia Naturale : « ...le rossignol doit son chant surtout à la Nature; les arts font communiqué au canori... le canori a plus d'oreille, plus de facilité dans l'imitation, plus d2 mémoire... il est aussi plus sociable, plus familier... » « ...l'usignolo deve soprattutto il suo canto alla grande madre Natura ; all'abilità degli uomini lo deve invece il canarino... il quale ha piú orecchio, piú facilità di imitazione, piú memoria... ed è anche piú calmo, piú familiare... ».
    Cominciare questo libro con le parole di un amico fiammingo non è solo un modo qualsiasi di cominciare, ma un doveroso atto di riconoscenza verso questi nostri colleghi cosí cordiali e fraterni.
    Di J. C. G. Oudermans d'Anversa, già Segretario della K. B. F. (Koninklijke Belgische Federatie) la piú vecchia Federazione belga sorta nel 1905, sappiamo che è un allevatore d'élite e un fervido sportivo « italianisant ». Nel paragrafo seguente tradurremo dal fiammingo un suo lavoro di questi anni pervenutoci manoscritto dal titolo » De oorsprong varn onte kanarie » sull'origine di questo canarino nei cui segreti di selezione e canto intendiamo con questa monografia inoltrarci.

    2 - LE ORIGINI DEL CANARINO MALINOIS-WATERSLAGER (J.C.G. OUDERMANS )

    Com'è noto, il canarino vive ancora oggi allo stato libero nelle isole Canarie, ma differisce in colore e forma da quelli che alleviamo. A questa trasformazione, avvenuta per opera dell'uomo, vogliamo dedicare qualche nota che serve anche di breve introduzione storica al nostro canarino Malinois o Waterslager.
    Intorno all'anno 1500, l'allevamento dei canarini era già praticato come « hobby » in Olanda e specialmente ad Amsterdam.
    Questi canarini provenivano dalle isole Canarie e la loro importazione, da parte degli olandesi, divenne assai importante in
    torno all'anno 1575. Infatti, sul finire del sedicesimo secolo, e poi nel diciassettesimo, quando le Fiandre vissero la loro età aurea, veneziani e turchi, entrambi in declino, si dividevano il Mediterraneo, la Prussia non rappresentava un pericolo e la Spagna era la potenza militare piú forte di Europa, ma l'Olanda, dopo spaventose lotte protrattesi per due generazioni, la sconfisse e la costrinse ad abbandonare il paese. Questo segnò anche la nascita di forti compagnie di mercanti per i commerci e questo spiega le importazioni di canarini, da parte degli olandesi.



    Orbene, la storia del nostro canarino è ricordata in un vecchio libro olandese, dove si legge il seguente episodio
    « Un ululante vento di nord-est, caldo e soffocante, si avventava sui principi dell'agosto 1573 su un vecchio veliero spagnolo, facendo schioccare la bandiera di poppa e gemendo tra le ragnatele del sartiame. Era un brutto mare che faceva imprecare e pentire il capitano di aver dato l'ordine di levar l'ancora quando partirono dalle isole Canarie.
    Il vecchio veliero faceva rotta su Lisbona. Aveva pochi ucìmini di ciurma e quei Pochi un eran daffare ner contrnllare la situazione.
    Il carico, come era ormai diventata consuetudine, a causa delle guerre spagnole, non includeva casse di viveri, ma soltanto qualche cassa di ducati e alcune grosse gabbie e voliere di canarini comprate da importanti commercianti di allora.

    Come Dia volle Lisbona fu avvistata e il veliero poté ricoverarsi nella rada, in attesa di proseguire il suo viaggio. L'ordine venne dal capitano la mattina di venerdí 13 agosto 1573 alle ore 10, con un forte vento di levante e con rotta su Livorno, allora uno dei principali porti d'Italia per gli spagnoli.

    Il viaggio attraverso lo stretto di Gibilterra e poi nel Mediterraneo si svolse senza difficoltà, ma in vicinanza delle coste italiane della Toscana la nave fu sorpresa da un forte vento, cui purtroppo questa volta non poté offrire alcuna valida resistenza. Il veliero perse gli alberi e le vele.

    All'ultimo momento, il capitano diede l'ordine che le gabbie venissero aperte e la violenza del vento spinse gli uccelli verso l'isola d'Elba, dove poi essi ebbero a nidificare nei fitti boschi. Là però attirarono l'attenzione degli olandesi, allora in crescente potenza sulla terra e sul mare e degli italiani, cosicché sia i primi che i secondi organizzarono un servizio di esportazione di questi uccelli verso tutta l'Europa ».

    Fin qui il resoconto del vecchio libro olandese.

    Il clima europeo, l'alimentazione e la selezione conferirono ben tosto al canarino una livrea piú bella, furono scelti anche quelli piú grossi e di piú belle forme, perché il canarino selvaggio era ed è piuttosto piccolo, furono allevati con preferenza quelli a colore giallo, e a poco a poco l'uccello perse la sua natura selvatica e poté essere considerato come un uccello domestico. Allora sorse ad Amsterdam una varietà particolare di canarini che è conosciuta con il nome di vecchio canarino olandese. Di questa varietà esistevano diversi tipi che andarono poi dispersi, ma soltanto 125 anni piú tardi, e cioè intorno al 1700, si poterono ottenere degli importanti risultati.

    A quei tempi il sindaco di Amsterdam, sig. Corver, acquisí una certa fama di buon allevatore in patria e all'estero.

    Era famoso per i belli e leggiadri canarini che allevava.

    Questi soggetti erano assai piú grandi della media e di piumaggio e colore superbi. Ma quando gli allevatori olandesi cominciarono ad esportare i loro canarini, si accorsero ben presto che i gusti degli altri popoli non collimavano con i loro. Cosí i canarini olandesi vennero modificati in vari modi e si giunse a diverse varietà.

    In Olanda ci si specializzò nel cosiddetto canarino arricciato. In Belgio, a Malines,







    si selezionò per linee di canto, di forma e di colore. A Gand e Bruges nacque il rinomato Bossu belga. A Bruxelles il piccolo brussellese o brabantino, con il capo pendente e di forma curva.

    In Inghilterra i primi canarini selezionati per la forma furono importati dagli Ugonotti, cioè da operai belgi fuggiti in Inghilterra a causa delle persecuzioni religiose. Essi portarono cori sé i loro uccelli d'allevamento e continuarono ad allevarli comunicando questa loro passione ai vicini d'oltre Manica. Nacquero cosí diverse varietà di canarini di forma che presero il nome di Yorkshire, London, Lizard, Lancashire, Norwich, Border, ecc.

    In Francia, a Parigi e Roubaix, ci si specializzò in un tipo di canarino arricciato.
    In Germania, la selezione operò prima sul canto, la cosiddetta razza Sassone, ma divenne poi famoso il canarino Harzer o Roller, che successivamente conquistò larga fama con i ceppi di Trute e Seifert.

    Il Malinois costituisce probabilmente l'anello di congiunzione tra i primi canarini di forma e i canarini originari importati dalle Canarie, tanto che ancora alla fine del secolo XIX era allevato sia per la forma che per il canto.

    E' dunque probabile che l'origine vera e propria del Malinois si possa situare nel XVI secolo, con gli intenti selettivi ora visti.

    Sappiamo poi che Malines divenne un centro principale di questi canarini dove gli allevatori fiamminghi riuscirono ad ottenere ammirevoli « performances » nella selezione del suo canto. Questo avvenne a spese sia della forma di questo canarino che della livrea.
    Ma noi sappiamo bene, per esperienza d'allevamento e d'allevatori, che colore, forma e canto non vanno assieme e perciò l'attuale Malinois, pur conservando ancora una forma slanciata ed una lunghezza superiore a quella dei cantori tedeschi, che ricordano le sue ormai lontane origini, è ora solamente selezionato per il suo canto variato. Canto che, soprattutto nei campioni, disegna mirabilmente i sommessi e vari mormorii dell'acqua nei piccoli ruscelli di campagna, e le frasi più tipiche dell'usignolo.

    3 - STABILIZZAZIONE GENETICA

    Fu veramente un cantore originario, nuovo nel vero senso tecnico, selettivo e genetico del termine? E non un cantore « migliorato », un cantore di derivazione, per incroci, da quelli tedeschi o Sassoni o dai ceppi tedeschi piú specializzati dell'Harz:
    Malgrado il parere contrario di autorevoli ornitofili (3), degli olandesi A. Rutgers ('), P. Nagel (5) e M. Van Woezik (s), in opere susseguenti e piú recenti, io sostengo appassionatamente di

    __________________________________________________ ____________
    (3) L. Susmel, Le Canari Rossignol I talien « Fiume », in « Anthr,logie Canaricole » del dott. Savino, Vol. III, M. Resta - Bari, 1955, pagg. 89-99.
    (4) A. Rutgers, Waar komen de Zangkanarzes vwndaan? Gorssel 1903.
    ( 5) P. Nagel, Waterslagers van verleden en heden, Venlo 1969.
    ( 6) M. Van Woezzk, Waterslagers: hozaden, kweken, keuren. De n
    HaaQ 1965.

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    no, anche se i ceppi « Wasser » dei famosi stamm tedeschi del1'Harz (Edoward e Taillue Volkmann ) abbiano probabilmente avuto origine comune, e non di derivazione gli uni dagli altri, nella creazione selettiva delle due razze: Harzer (') e Malinois.

    Vanno però ricordati alcuni falliti tentativi di creazione di ceppi di Harzer usignolati (8) che hanno poi indotto gli ornitofili piú logicamente e razionalmente a pensare che tali indirizzi erano soprattutto dovuti all'imitazione naturale o, meglio, alla « Praegung » del Lorenz (9).
    Per poterlo appurare, dopo lunghi e laboriosi anni e con l'aiuto degli amici fiamminghi e olandesi, compulsando molti te
    __________________________________________________ _____________
    (7) G. P. Mignone, IL CANARINO HARZER, EDIZIONI ENCIA, Udine 1968.
    ( 8) H Duncker, Die Nachtigallenschlager des Herrn Karl Reich, Gefiederte Welt 1922 - Heft 9-11.
    ( 9) K. Lorenz, Der Kumpan in der Umwelt des Vogeln, Leipzig 1935.

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    sti, ho passato in rassegna l'imponente messe dei risultati selettivi, odierni e passati, dei loro allevamenti (della storia selettiva di questo cantore, senza ombra di immodestia, posso affermare che ben poche cose mi siano sfuggite) e ho diretto specialmente le mie ricerche sugli studi del naturalista G. C. Buffon, sui « dossiers » delle piú vecchi;e società fiamminghe che riunivano sotto la loro egida gli allevatori di questo canarino (quella di più antica data è la « Koninklijke Verenigde Vrienden » - K.V.V. - d'Anversa, fondata nel 1872), sui dialoghi e sul carteggio scarnbiati con molti conoscitori belgi, sulle testimonianze di molti pubblicisti, specialmente tedeschi, dell'epoca in cui ebbe ad affermarsi il nostro cantore e quello dell'Harz (specie i ceppi Volkmann, già ricordati, e quelli « Koller » di Peter Erntges ).




    Anteriormente al periodo 1879-1914 (cfr. App. Il), il Malinois era soltanto conosciuto nella parte Nord del suo paese d'origine, cioè, era già ben conosciuto ed allevato in centri abitati di una certa importanza come Antwerpen (Anversa), Mechelen ( Ma: lines ), St. Niklaas ( Waas ), St. Nicolas ( Waes ), Brussel (Bruxelles), Thienen ( Tienen ), Aalst ( Alost ) e Leuven ( Louvain ), piú tardi interessò anche i Valloni dei centri di Luik (Liegi), Verviers e Namen (Namur) cosicché, a fine periodo, le Società belghe dimostrarono maggior impulso, facendo una preziosa propaganda ai loro soggetti e alla loro cara « Merhelsche ».

    Dalle riviste dell'epoca ho potuto constatare che dopo il 1914 la fama dei cantori usignolati di Malines si è diffusa e rafforzata sempre piú ; segnatamente, poi, in questi ultimi quarant'anni soprattutto per merito di un ristretto trust di ornitofili, parecchio bravi.
    Alludo al dott. Keyenberg, De Mulder, Thijs, De Maayer, Kerincks, Van Coppenolle, Van Laer, Bailleul, Giehens, Verhavert, Dhont, De Brant, Dijk, Doni, Lambrechts, Grillaert, Van Geldorp, Pluym, Steyert e Boeyens : tutti allievi di B. Peleman di Borgerhout (Anversa) il quale curò, nel 1922, con una monografia molto ben fatta, una teoria ed una conoscenza approfondita del Malinois-Waterslager e diede definitivo avvio all'attuale rinomanza del cantore di Malines (10)

    4 - IL MALINOIS E L'USIGNOLO

    Il canto dell'usignolo continua sempre, dai tempi dei tempi, ad innalzarsi ed a farsi ascoltare ed ammirare, tra lo scintillio delle stelle, nello stormire delle foglie, nel mormorio dei ruscelli, oggi come allora, nei profondi e profumati boschi di Maratona di cui già ne scrissero, tremila e piú anni or sono, Aristofane e Plinio il vecchio.

    Tuttavia, sebbene meno coltivato dell'Harzer, come cantore da gabbia, l'usignolo è uno dei protagonisti non meno importanti nel composito quadro della storia del Malinois-Waterslager.




    Ma perché?

    In effetti, tutte le ricerche selettive di nuovi tipi di cantori, consigliate tanto da considerazioni estetiche, quanto da necessità 10 ) B. Peieman, numerose note in riviste ornitologiche belghe e olandesi dal 1918 al 1923, riprodotte poi nel volume, De Belgische Waterslager of Nachtegaalslager, Borgerhout (Antwerpen) 1922.
    Il primo accenno alla caratteristica fondamentale del Waterslager r zsale per altro al 1912 in « Die Grfiederte Welt » Wochenschrzft fiir Vogellzebheben, Magdeburg Creutz'sche Verlagingsbuchhandlung M. Kretschmann 30 October 1912 tot 21 November 1912, XLI Jahrgang; e, inoltre, W. Kluhs Wolgast, Der Belgische Waterslager und Sein Gesang, ibidem.

    La questione del canto Malinois e del canto dell'usignolo sta essenzialmente nella parziale, meravigliosa rassomiglianza di certi squarci di canto : in particolare, nei suoni che riproducono quelli dell'acqua in movimento, in quelli flautati, metallici, nei Woeten, nei Tjonken e nei Tjokken che ambedue i cantori, sebbene in modo diverso, rendono in meravigliose, scintillanti successioni.
    Se l'usignolo disegna tanto bene i vari mormorii dei ruscelli, perché ne ascolta la musica nel suo naturale habitat, pari risultato - mutatis mutandis - si ha con il canarino, pur con toni diversi : ecco, dunque, sinteticamente e semplicemente il segreto dei pionieri fiamminghi : far ascoltare, per lungo tempo, al canarino che ha già un canto, vicino a tali suoni, le voci della natura, già anche per altro tipiche dell'usignolo e non già il canto dello stesso usignolo, intervenendo ed affinando poi in selezione.

    Concludendo, è invece l'ornitofilo che deve studiare il canto dell'usignolo, agli effetti selettivi del suo stamm, e non avvalersene come maestro per i suoi cantori !

    Coloro che, in primavera, nei boschetti o tra le siepi che lo riparano amorosamente dagli uomini e dalla luce troppo accesa el cielo, hanno avuto la fortuna di ascoltare un buon usignolo, sanno bene che non v'è canto migliore, tanto ricco di chiari squarci, quanto quello che sgorga da questo silvano.
    Ognuno di noi dovrebbe, almeno una volta, ascoltarlo per avere la possibilità di formarsi un modello reale della tessitura del canto stesso, della forza argentina e della purezza dei suoni del suo repertorio, per poi compararlo a quello dei propri Malinois-Waterslager.

    Forse alcuni di voi, leggendo ciò che è detto sopra, sorrideranno; tanto piú, in quanto confortati dal fatto che molti Waterslager d'oggigiorno sono ben lontani da tali modelli di canto silvano e, fors'anche, da quello che il loro stesso nome di Waterslager, che, per altro, non è piú quello di Nachtegaalslager, farebbe pensare.

    E' questo - e tali lettori hanno ragione-il dilemma centrale, la vera difficoltà insita nel canto e nella selezione del moderno Malinois- Waterslager.

    5 - CARATTERISTICHE DI RAZZA

    Per quanto riguarda le caratteristiche di colore, forma e posizione del moderno Malinois dirò che è piú forte, ma soprattutto piú lungo e piú slanciato dell'Harzer. Ha, sul posatoio, una posizione piú verticale ed il suo petto è anche meno largo, cosí che il Malinois appare piú affilato e piú sottile ed ha, nell'insieme, l'aspetto e l'atteggiamento del cantore classico.
    La testa è piccola e piuttosto allungata, la coda lunga e sottile ed il becco, a forma conica, è piccolo ed affilato.

    L'occhio è piuttosto evidente, le ali ben aderenti al corpo; la coda è lunga, sottile e ben chiusa.

    La sua lunghezza va dai 15 ai 17 cm e la livrea, ben aderente
    al corpo, è lucida e brillante.

    Il piumaggio
    è molto ricco ed abbondante. Lo si nota, in particolare, nei piccoli appena usciti dal nido, che già presentano un'impiumagione che ha dell'eccezionale ; questo fenomeno m'è capitato, in diverse riprese, di vederlo avvertito specie dai profani ed è qui che forse vi è un vecchio segno atavico di connessione genetica con l'antico arricciato olandese, di cui s'è parlato.
    Il Malinois ha riflessi pronti e vivaci.

    Il colore è generalmente il giallo, il macchiato e talvolta il pezzato verde. Il giallo, in tutte e tre le varietà, nei chiari, macchiati e pezzati è carico, quasi dorato, nei maschi che quindi, con un occhio un po' allenato, si possono immediatamente distinguere, paglierino nelle femmine che hanno generalmente una taglia piú ridotta dei maschi stessi.

    Come negli Harzer, anche nei Malinois-Waterslager, i pezzati verdi sono altrettanto puri quanto i gialli, anche se un'errata convinzione ha fatto sí che i nostri allevatori ritengano i Malinois pezzati meno puri dei gialli o dei gialli macchiati.
    Tale convinzione, del tutto infondata, si è venuta formando da noi ed ha messo radici assai profonde, in seguito a suggerimenti dei colleghi di lingua francese che, prima dell'ultima guerra, curarono assiduamente anche la livrea e la forma del Malinois-Waterslager fiammingo.

    Diceva il giudice belga P. De Backere, della Ia Lega dei Giudici, venuto varie volte in Italia a giudicare i nostri MalinoisWaterslager: « Als kweekvogels worden dan gewoonlijk de zuiver-geel en zanglustigste manneties gebruikt, terwijl andere diemisschien een betere waterslag hebben, geweerd worden »... cioè: « Ho l'impressione che gli italiani impieghino in allevamento soltanto ed esclusivamente i maschi gialli e assidui cantori, mentre altri soggetti con dei colpi d'acqua (suoni d'acqua o waterslags) molto migliori dei gialli vengono, per motivo del loro piumaggio, scartati ».

    E passiamo a parlare dei macchiati. In quasi tutte le nidiate di Malinois-Waterslager, specie se i genitori hanno qualche penna scura, si trovano dei soggetti con una macchia sul corpo o sul capo, o delle penne scure tra le remiganti o le timoniere. Molti allevatori li ritengono di miglior rendimento.

    Personalmente, ho sentito e allevato dei maschi con livrea tutta gialla, buonissimi cantori. Ma altrettanto buoni cantori li ho trovati tra i. macchiati ed i pezzati. Non posso quindi qui avallare queste vedute che mettono in rapporto il mantello con il canto, perché non ho mai avuto motivo di appurare una connessione tra le due cose, come d'altra parte non mi è mai capitato con gli Harzer.

    In conclusione, il novizio si orienti pure, senza tema di sbagliare, sia sui gialli che sui macchiati o sui pezzati (abbandoni le prevenzioni contro questi ultimi i cui ceppi originari sono proprio di Malines e segua soprattutto il consiglio del De Backere) di taglia robusta, collo lungo, testa e coda lunghe ed affilate e lasci soprattutto gli arancio e i bianchi o i ciuffati agli specialisti.
    Tenga presente che la meta, che fu già di Gustavo Smet, il famoso ornitofilo francese, meta riassumibile nel famoso slogan del « canto nel colore », non è ancora stata raggiunta in allevamento, anche se lo è stata in teoria (e comunque da parte olaiidese e non francese).

    Infine, va osservato che la razza Malinois, come la Harzer, appartiene alla categoria delle omeosome e non presenta, per ciò stesso, difficoltà veruna in allevamento ; anzi, se difficoltà si può chiamare, v'è quella di una forte prolificità (eccellente attitudine alla riproduzione e ottima costanza nella cova).

    Il maschio è piuttosto vivace e poco domestico e le lotte tra maschi Malinois sono di solito assai cruente, specie se l'allevatore non corre ai ripari, ma è anche un maschio prolifico ed un eccellente imbeccatore della prole. Le femmine sono piú quiete, prolifiche, eccellenti covatrici ed imbeccatrici ; ottime madri, possono tranquillamente portare a termine lo svezzamento senza l'aiuto del maschio, per altro anch'esso ottimo genitore.


    G.P. Mignone

    fine prima parte...
    continua



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  2. #2
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    grazie grazie grazie

    Grazie Marco,mi hai fatto un grande regalo,per ora ne ho solo una coppia(tutto giallo lui,tutta gialla con una macchia verde sul collo lei)ma mi sono letteralmente innamorato di questa specie e il prossimo anno entrerá prepotentemente afar parte del mio allevamento con parecchie coppie((((o1--.][+

  3. #3
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    Grazie Marco!
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  4. #4
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    malinois

    tempo fa' in un sito tedesco avevo visto una cosa che mi sembra veramente crudele mettevano in una scatole in legno con dentro incorporato un altoparlante una gabbieta con dentro un canarino malinois e a ciclo continuo per un ora facevano sentire il canto di un maestro voi cosa ne pensate?
    [SIGPIC][/SIGPIC]


  5. #5
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    Ciao a tutti,oggi la mia coppia di malinois ha fatto il primo uovo e mi sono accorto che é di colore piú scuro di quello dei bronzi:é una loro caratteristica o é un caso?[[-"|||hooo]"]]]]^^^^((((o

  6. #6
    Cristiano Ferrari
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    Secondo me e' un caso...comunque cosi' ti accorgi subito quando fanno l'uovo azzurro[

  7. #7
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    Quote Originariamente inviata da Cristiano Ferrari Visualizza il messaggio
    Secondo me e' un caso...comunque cosi' ti accorgi subito quando fanno l'uovo azzurro[
    Grazie Cristiano,mi era venuto il dubbio che fosse una loro caratteristica2°°°

  8. #8
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    L'avatar di pasx
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    ma imalinois iniziano a fare i primi gorgheggi anke a 40gg di vita? ho un novello nato da una femmina ke canticchia (vendutami x maskio ma poi si è rivelata un'ottima madre) e un maskio di colore ke già compone dei piccoli versi

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