APPUNTI SU ERBE, ORTAGGI E FRUTTA
La Piantaggine
(Plantago lauceolata e major)
Le proprietà terapeutiche della piantaggine, sia dei semi che delle foglie, sono di notevole efficacia e la pianta può essere utilmente impiegata in canaricoltura.
Le foglie fresche masticate, sono efficaci nei dolori dentari; pestate ed applicate come cataplasmi aiutano a cicatrizzare ferite e piaghi e attenuano il fastidio provocato dalle punture di api e zanzare.
Bollite in acqua (30-60 gr. in t litro) si ottiene un decotto che bevuto nella giornata guarisce enteriti e diarree. L'infuso però può essere preparato anche con foglie secche.
I semi, ricchi di mucillagine sono rinfrescanti ed emollienti. Macerati in acqua sono ottimi decongestionanti delle infiammazioni dell'apparato digerente. Tutti i preparati hanno buona efficacia contro le infiammazioni della gola e delle vie respiratorie. Gli ornicoltori oltre che fare largo impiego dei semi (sono disponibili fino al tardo autunno - che è il momento più propizio per raccoglierli - e possono essere conservati durante tutto l'inverno) possono impiegare le foglie tenere come verdura, le più fatte e quelle secche per farne decotti e infusi da somministrare come bevanda agli uccelli allevati a qualunque specie e razza appartengano.
Dal trattamento trarranno maggiori benefici i soggetti afflitti da infiammazioni intestinali croniche, da disturbi respiratori (asma, acariasi, tracheiti, sinusiti, còrizze, etc.) ma soprattutto i cantori, ad iniziare dagli Harz ai Malinois, che senza una gola sana e fresca non raggiungono l'apice della forma migliore e non esprimono nelle prestazioni canore tutte le loro possibilità genetiche. I semi, somministrati durante la muta, favoriscono l'emissione di un piumaggio attillato e brillante.
Paola Lanzara («Guida alle piante medicinali» - Mondadori) scrive:
«Gli estratti di Plantago lanceolata hanno dimostrato azione anato
lica e ricostituente nella crescita, e pare abbiano azione antibiotica».
bifronte a tante virtù e qualità, alla quasi ingordigia con cui tutti i granivori divorano le spighe sia della «lanceolata» che dalla «major» dalla loro formazione (verdi) alla maturità (brune), è un peccato che la piantaggine sia quasi sconosciuta tra gli amatori, pochissimo impiegata e non impiegata sufficientemente e in tempo potendo risolvere molte situazioni in allevamento senza ricorrere ai medicinali più costosi e di più aleatoria utilità.
plantago launceolata
Plantago major