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Discussione: SULL'ALLEVAMENTO DELLA QUAGLIA DI CINA - M.Russo

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    SULL'ALLEVAMENTO DELLA QUAGLIA DI CINA - M.Russo

    SULL'ALLEVAMENTO ARTIFICIALE DELLA QUAGLIA DI CINA

    di MARINO RUSSO

    Fra tutti gli uccelli cosiddetti terricoli la Quaglia di Cina occupa invero un posto di preminenza e per la sua taglia minuscola (circa 12 cm) e per la relativa facilità con la quale si assuefà alla vita captiva. Unici inconvenienti (la scarsa reperibilità in commercio non deriva certo da problemi d'importazione dato che ormai la totalità dei soggetti posti in vendita proviene da allevamenti) una rara abilità nel pigliare la fuga (non siate mai abbastanza sicuri una volta acchiappato un soggetto!) e una certa fragilità riscontrabile nei giovani, fatto questo certamente legato alla quasi totale impassibilità di rinsanguare i ceppi esistenti.



    Se quindi coloro che volessero intraprendere tale allevamento non dovessero essere dissuasi dall' esposizione dei piccoli problemi che lo stesso comporta, allora davvero questa specie potrebbe diventare in breve tempo una delle più amate e allevate. Le note che seguono spero serviranno a spezzare una lancia a favore della Quaglia di Cina ed a far si che la stessa non venga più soltanto considerata «troppo piccola per essere messa in pentola».

    Note tecniche riferite all'incubazione artificiale La temperatura, mantenuta attentamente costante sin dall'inizio dell'incubazione, è opportuno si aggiri sui 39 °C, anche se variazioni di 1° 0 2° C per brevi periodi sono tollerate assai bene dagli embrioni, ricordo a questo proposito che durante lo scorso mese di luglio vi fu un'interruzione della corrente elettrica nel mio allevamento che durò all'incirca per otto ore, periodo nel quale la temperatura all'interno dell'incubatrice scese sino ai 23-24° C. Ebbene, gli embrioni in tale occasione non ebbero affatto a soffrirne, tanto è vero che la schiusa avvenne regolarmente allo scadere dei sedici giorni.



    L'umidità è anch'essa fattore assai importante, specialmente nella fase che precede la schiusa. In molti casi la morte dell'embrione in fase di avanzato sviluppo va senz'altro attribuita alla scarsa umidità; in definitiva è consigliabile mantenere la percentuale d'umidità attorno al 50-55%, per arrivare al 70% nei due o tre giorni che precedono la schiusa.

    Le uova andrebbero pazientemente rivoltate due volte al giorno ma per esperienza diretta posso affermare che una sola volta risulta sufficiente. La schiusa, come ho occennato, è sempre avvenuta puntualmente a sedici giorni esatti dall'inizio dell'incubazione. I piccoli (che volendo si possono ane11are con anellino di diametro 3,5 mm.) sono in grado di badare a se stessi non appena le piume si sono asciugate e per tale ragione è opportuno lasciarli all'interno dell'incubatrice per almeno dodici ore dopo la schiusa, avendo ovviamente cura di provvedete ad una sufficiente areazione.

    I primi giorni di vita

    La fase che segue la schiusa è, facile immaginarlo, la più difficoltosa per le piccole quaglie: sensibili, delicate, colte dal panico ad ogni piè sospinto, esse vanno poste in un gabbione il cui soffitto sia adeguatamente protetto con uno strato di gommapiuma ad evitare che i frequenti balzi in verticale si concludano con lo scoperchiamento del cranio oppure, e ritengo questa soluzione la migliore, in un contenitore chiuso da tutti i lati tranne che per il soffitto al posto del quale verrà posta della rete plastificata.




    La gabbia o il contenitore dovrà necessariamente avere a disposizione calore ed a tale scopo, e questa mi pare la soluzione più idonea, si porrà una lampadina di opportuno voltaggio (25 watt si rivelano in genere sufficienti) in un angolo, a circa 10 cm dal fondo. II calore dovrà essere fornito per i primi trenta giorni o più se nel frattempo dovessero sopraggiungere improvvisi freddi. In conclusione, è opportuno notare quanto il calore giochi un ruolo di capitale importanza durante il periodo iniziale dell'esistenza di questi uccelli, al punto che se per qualche motivo esso dovesse venire a mancare per un certo tempo le conseguenze potrebbero anche avere esito letale; è quindi in ogni caso consigliabile tenere due o più piccoli assieme in modo che se dovessero verificarsi le condizioni suaccennate essi possano quanto meno scaldarsi fra loro. Non ci sarebbe ovviamente motivo di suggerire simili precauzioni (a meno di casi eccezionali) qualora i genitori fossero presenti. Non dimentichiamo però che queste note hanno ragione d'essere solo se riferite a pulcini nati in incubatrice.

    Senza problemi invece, anche in assenza di genitori, l'assunzione del cibo, spontaneamente acquisita dai piccoli nel breve volgere di qualche ora.
    Unica precauzione, comunque da non sottovalutare, è quella di somministrare cibo a grana fine e ad alto tenore proteico. Vien da sé che la sfarinato per 'pulcini rappresenta a questo punto l'alimento ideale per diverse ragioni ed anzi, per diretta esperienza, lo si può fornire c.'me base anche agli adulti, dosandone opportunamente la quantità ed integtandolo con prede vive, sementi (panico e ravizzone soprattutto) e grano finemente triturato.

    Osservazioni pratiche

    Sensibili oltre ogni dire, ripeto, si dimostrano i piccoli quagliotti. Ogni qual volta immettevo i nuovi nati nei contenitori già occupati, iniziava immancabilmente una indescrivibile baraonda, con balzi verticali a ripetizione e corse in tondo da parte dei primitivi ospiti, baraonda che non si chetava se non dopo alcuni minuti durante i quali (specialmente se la disparità di taglia era notevole) vi era seriam°nte d.a temere per l'incolumità dei nuovi arrivati. AI di fuori di questi problemi iniziali, la vita comunitaria è sempre scorsa liscia, senza eccezioni sino al momento in cui i maschi assumevano la livrea definitiva.




    A quel punto buon senso suggeriva che li si separasse senza indugio pena, in caso contrario, il sorgere di schermaglie, a volte davvero cruente, per il dominio territoriale ed il conseguente possesso della femmina (più di una volta, per aver tardato a separarli, ho avuto il maschio «debole» con il cranietto scalpato o il dorso completamente deplumato).
    Non troppo vario ma sicuramente interessante il repertorio canoro dei maschi (giacché le femmine non emettono altre che un breve e squillante verso durante le fasi di eccitamento) che consta di due frasi tipiche del periodo di fregola (e che, manco a dirlo, segnano inequivocabilmente il passaggio all'età adulta che avviene, a quanto mi consta, attorno ai quattro-cinque mesi per le femmine e sei mesi per i maschil; la prima, la più conosciuta certamente perché la più usata, consta di due o tre note (che suonano all'incirca p-hirti. hizi, hiu) emesse in crescendo, ripetute per due o tre volte di sebuito e per più volte nel corso della giornata.





    La seconda, che ho riscontrato far parte del hauaglio canoro di uno solo fra tutti i maschi adulti che possiedo (4 normali e 1 argento, quest'ultimo capostipite dell'intero ceppo) è ritmicamente e monotonamente ripetuta per lunghi periodi, soprattutto all'alba, e non è altro (senza che da parte mia esista la pretesa di descriverlo in modo esauriente) che un suono gracchiante e sommesso nel contempo, un tantino lugubre ed emesso in parabola ascendente. I1 maschio mentre lancia tale richiamo che rassomiglia vagamente, e quanti allevano queste quaglie me ne daranno atto, al pigolio emesso durante la fase di offerta del cibo alla femmina, si erge sulle zampe arruffando le penne ed allungando curiosamente il collo.

    Proverbiale, almeno per quanto ho potuto personalmente osservare, la foga amorosa dei maschi Eccitabili e sensibili al punto da assumere atteggiamenti aggressivi ogniqualvolta il sottoscritto cercava di imitarne il richiamo amoroso, i maschi e soprattutto il soggetto argento mi hanno da tempo abituato (anche se di abitudine in questo campo non se ne fa mai) ad assistere a notevoli exploit sessuali .




    Capace di accoppiarsi sino a dieci volte consecutive con femmine diverse, se si usa il metodo ad «harem» (e la presunta monogamia, riferita da autorevoli testi, va a farsi benedire) esso non recede dai tentativi di copula nemmeno in mia presenza: ad ali larghe, con l' evidente intenzione di bilanciarsi, avvinghiato strettamente alla compagna, spesso, portato dalla sua stessa foga amorosa, finisce con il rovinare a terra di fianco, senza però mostrare di preoccuparsene granché ed anzi rivelando il più d'elle volte l'intenzione di voler continuare la copula.

    Piccolo rilievo statistico

    Quello che segue non è altro che un piccolo sunto delle esperienze fatte con l'uso dell'incubatrice che va dal 14 aprile al 14 luglio 1979. I dati riportati si riferiscono ai risultati ottenuti dall'accoppiamento fra maschio argento e femmina normale. I figli sono risultati tutti normali e naturalmente portatori del fattore argento (notoriamente recessivo nei confronti del carattere normale).

    Percentuale uova schiuse (sulle fecon date): 79,07%
    Percentuale uova fecondate: 58,11%
    Percentuale con embrioni morti: 20,93%
    Percentuale piccoli morti nei primi 15
    giorni 26,47%




    Un tentativo di incubazione artificiale

    Davvero disgraziato l'unico (sino ad oggi) tentativo effettuato di incubazione naturale delle uova, lasciandole sotto la madre, per intenderci.
    Furono deposte 7 uova in sei giorni (in un giorno ne furono deposte due!) a partire dal 10 agosto. L'incubazione non ebbe luogo immediatamente bensì solo alla deposizione dell'ultimo uovo (il 15 di agosto) e si protrasse sino al 3 settembre, per un totale quindi di diciannove giorni. Nessun problema durante questa fase curata da entrambi i genitori con grande zelo, ben diverso invece e direi sorprendente il compor tamento del maschio alla schiusa dei piccoli. Nel giro di qualche ora, non appena i quagliotti furono in grado di muoversi da soli, il padre li attaccò, mirando alle giunture delle zampe, uccidendoli.
    Tardivo il mio intervento, giunto a sottrarre al maschio degenere un paio di piccoli (su sei nati) peraltro già seriamente feriti e che morirono poche ore più tardi.
    Strano e abberrante, ripeto, il comportamento del padre (marito esemplare del resto) al punto da farmi tornare con la mente e con certe perplessità a ciò che si legge sulle qualità parentali di questa specie. Certi ínspiegabilí comportamenti comunque giungono del resto a completare l'esperienza di allevatori che da tale pratica oltre che piacevole svago intendono trarre motivi di studio. In calce a queste annotazioni riterrei opportuno consigliare l'allevamento di questi piccoli uccelli anche all'allevatore neofita che dovrà seguire oltre ai suggerimenti sopra riferiti anche quel che il buon senso gli indicherà nelle varie situazioni che man mano gRli si presenteranno.


    MARINO RUSSO


  2. #2
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    molto molto molto interessante grazie!

  3. #3
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    Bellissimo,grazie mille!
    Solo una domanda: a che età posso capire se sono maschi o femmine?
    "Ben fatto" è meglio che "ben detto"

    Frà

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  4. #4
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    Incubazione

    HOLA SONO UN ITALIANO RESIDENTE IN COLOMBIA DA MOLTI ANNI E HO UN ALLEVAMENTO DI QUAGLI 10.000 UNITA PER PRODUZIONE DI UOVA.

    . HO LETTO IL TUO ARTICOLO E DEVO FARTI UNA PRECISAZIONE PER QUANTA RIGUARDA INCUBAZIONE ARTIFICIALE

    LA TEMPERATURA DEVE STARE FRA 37.OO E 37.5 MENTRE UMIDITA 30 % , e dal 15 giorno in avanti aumentare la temperatura a

    38 grado mentre umidita va portata 33 %.


    COMUNQUE SE TI SERVONO INFORMAZIONI RIGUARDANTE INCUBAZIONE O ALTRE PRATICHE FAMMELO SAPERE CON

    MUCHA ATTENZIONE RISPONDERO.

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