LA PREPARAZIONE DEGLI UCCELLI ALL'ESPOSIZIONE

Preparare degli uccelli per 1' esposizione è indubbiamente un'arte che richiede abilità, esperienza e soprattutto molta pazienza ha scritto C.D. Saunders in un recente numero di « Cage and Avzary Bzrds ».

Impossibile l'addestramento con gli indirizzi attuali

Ma se consideriamo il tempo necessario ad impedire che un novello inselvatisca in voliera, si muova con naturalezza e disinvoltura in una gabbia da esposizione, non impazzisca di terrore nel frastuono della folla di una mostra, si esibisca di fronte ad estranei (giudici) mostrando il meglio di sé, la forma e la linea della propria razza, il disegno e i colori della sua specie o varietà di colore, dobbiamo ammettere che chi espone alla stessa mostra cinquanta e più soggetti, e in una stagione frequenta diverse mostre, non abbia alcuna possibilità di prepararli secondo i dettami dei club di specializzazione inglesi per cui dovremo accontentarci, specie nel « colore », delle mostre che abbiamo; una folla di uccelli spaventati, che razzolano sul fonfo o si ricantucciano negli angoli della gabbia, raramente in posizione, spesso sudici con piume scomposte, remiganti e timoniere spezzate o mancanti.

Addomesticare l'uccello da mostra fin dal nido

Le opinioni sull'età in cui dovrebbe essere iniziato l'addomesticamento di un canarino, ondulato, indigeno od esotico da mostra non coincidono - scrive Saunders - neanche tra gli esperti inglesi anche se ciò,
a suo parere, abbia poca importanza se alla fine l'allevatore riesce a portare davanti ai giudici un uccello disinvolto, senza paure, in buona posizione ed accettabili caratteri specifici e razziali. A suo parere ogni uccello ha un comportamento personale, richiede un minore o maggiore tempo per l'addestramento, è più o meno adatto all'esposizione.
E' un fatto che soggetti di specie e razze di lunga prigionia e domestiche inselvatiscono presto se lasciati a se stessi per cui i tecnici ritengono che all'uccello che si vuole esporre bisogna iniziare ad instillare fiducia e confidenza a tre settimane d'età ispezionando giornalmente il suo nido, prendendolo in mano, togliendogli con un dito i rimasugli di cibo dal becco, lisciandogli dolcemente la testa, etc Questi ripetuti contatti rimuovono, giorno dopo giorno, nell' uccello ogni istintiva inibizione nei confronti dell'uomo che finisce per riconoscere dal passo e dalla voce.

I loro rapporti, ce lo confermano le ricerche di Lorenz, possono andare spesso oltre le confidenze e l'amicizia, ma nella generalità dei casi - ed è quello che più importa alle finalità pratiche - perdono ogni timore dal contatto umano facilitando sia le cove che l'esposizione.

Svezzamento con precettare in piccoli gruppi

Abbandonato il nido e superata la prima fase dello svezzamento gli uccelli destinati alle mostre dovrebbero essere alloggiati in gruppetti di 4-5 soggetti in normalissime gabbie da cova (senza divisorio) perché imparino a vivere insieme, facciano un movimento fisico in relazione all'età senza forzamenti dannosi, completino lo svezzamento abituandosi alla dieta di adulti, si irrobustiscano fisicamente. Se in ognuna di queste gabbie di novelli si introduce un maschio adulto, il suo contegno calmo e riservato influirà positivamente su quello dei novelli e sul loro futuro carattere.

Questo periodo di addestramento con precettore, contenuto nelle manifestazioni esteriori per i limiti dell'alloggio, formativo del carattere e degli istinti naturali copiati dal modello dell' uccello anziano, dura fino a 3 mesi d'età dopo di che i novelli si alloggiano in più ampie voliere, al chiuso o all' aperto, allo scopo di farne soggetti estremamente robusti e resistenti alle più difficili con dizioni ambientali, a sforzi e disagi.

A tre mesi in voliera: prima lezione di vita

In voliere ampie e spaziose, abitate da uccelli della stessa età, taglia, caratteri ed abitudini i novelli imparano a volare, saltare, camminare con destrezza sviluppando i propri mezzi fisici; imparano a conoscerli e ad usarli questi mezze per difendersi dalle angherie dei più forti e soprav vivere usando violenza ai più deboli; imparano a scegliere gli alimenti che più gradiscono o di cui sentono istintivamente di aver bisogno; adattano il proprio fisico alle condizioni ambientali ed alimentari normalmente favorevoli, ma anche sfavorevoli, quindi si adattano a condizioni peggiori; secondo il proprio carattere di capo o subordinato, il talento, la forza, la vitalità, imparano a comportarsi nel confronto dei propri compagni, in altre parole a vivere, ad arrangiarsi e quindi a sopravvivere anche in un ambiente di violenti, in condizioni fisiche ed alimentari difficili.

Precauzioni per evitare incidenti il passaggio dei novelli dalle gabbie alle voliere, da una vita contenuta nei movimenti, controllata, dove alcun eccesso era consentito dalla presenza del precettore ad una completamente libera, deve avvenire con qualche precauzione.

A tre mesi un novello ha un desiderio sfrenato di vita, ma organismo fragile e muscoli non allenati.

Del nuovo ambiente non conosce le insidie ed i pericoli; probabile che nei primi momenti non riesca neanche a trovare cibo ed acqua, non s'accorga di una rete mascherata dal verde. Se la voliera è esterna un pomeriggio troppo caldo o troppo freddo e ventoso potrebbe essergli fatale. Mentre sono possibili anche spaventi che provocano voli ciechi, sostenuti, incontrollati, mortali.

In queste voliere un paio di uccelli anziani potrebbero fare da piloti e da moderatori degli smodati entusiasmi. Gli specialisti inglesi han
no anche sperimentato che una leggera bagnatura delle piu
me con acqua smorza le prido, un vero addomesticamento
adattamento alla gabbia da esposizione, tempi necessariamente lunghi. Allo stesso modo dei novelli, giunti a questo punto, devono essere trat:ati gli adulti - per 1'eventua'e esposizione nelle classi B - anche se avessero mutato s:ngolarmente in tempi e gabbie diverse dai novelli.
Addomesticamento e addestramento graduale alle gabbie da esposizione
Riacquistato un certo controllo dei singoli uccelli, ristabilita quella sntimità di rapporti per cui l'uccello non teme ma cerca e gradisce la presenza dell'allevatore che lo vezzeglia, lo stimola, gli parla, lo premia con bocconcini graditi, entrano in scena le gabbie da esposizione che possono essere collocate, inizialmente, all'interno dei gabbioncini od appese esternamente alle gabbie da cova in corrispondenza delle porte aperte che l'uccello visiterà prima per curiosità ed alla fine vi passerà qualche ora al giorno, prendendovi confidenza ed abituandosú a servirsi deoli accessori e dei posatoi normalmente diversi dalle gabbie normali.

L'allevatore potrà rinchiudere l'uccello nella gabbia da esposizione e lasciarvelo per diverse ore soltanto negli ultimi giorni della preparazione. Sono ovvie le ragioni di questa gradualità di adattamento alle gabbie da esposizione, normalmente anguste, scomode, non distensive che obbligano, in particolare i canarini di «forma », a posizioni di difesa non naturali. La « posizione » voce di giudizio dello standard è per molti uccelli una posa naturale e quindi distensiva e non faticante, ma per molti canarini di « forma » la posizione e un atteggiamento di allarme e di difesa, quindi di tensione, difficile da conservare a lungo per cui i canarini da esposizione devono abituarsi con l'allenamento.

Tempi minimi di addestramento tenuto anche conto il ricambio di remiganti e timoniere

Tenuto conto i tempi necessari all'addestramento e alla messa a punto di un uccello (nostrano, esotico, ondulato, canarino, un allevatore, calendario alla mano, dovrà fare un preciso programma delle gare alle quali intende partecipare, con quanti e quali uccelli, ognuno dei quali dovrà essere pronto per una determinata data.

Gli esperti inglesi reputano che una preparazione sufficiente con un canarino di forma possa essere raggiunta in circa due mesi ed un po' meno con uccelli, canarini di colore, ibridi e pappagallini in relazione all'assiduità, al metodo, all'abilità dell'allevatore, alle necessità specifiche di ogni specie e razza od al bisogno di ricambiare - ad esempio - remiganti, timoniere, punti del bavaglino (ondulati) od altre parti del piumaggio cadute, strappate, perché difettose od incomplete, beccate dei compagni che richiedono, per ricrescere, rispettivamente 4-5, 7-8 e 3-4 settimane di tempo all'incirca.

Da tenere poi presente che non è opportuno iniziare quest'ultima fase della preparazione che a muta ultimata.

La rimozione di piume e penne spezzate, malformate o nate storte dev'essere fatta con perizia ed in tempo utile per la loro ricrescita.

Negli ultimi tempi gli uccelli in allenamento devono passare qualche ora nelle gabbie da esposizione mangiando e bevendo nei loro accessori.


Le ultime lezioni devono avvenire alla presenza di persone estranee alle quali gli uccelli devono assolutamente abituarsi.
Il risultato ultimo che l'addestramento si propone è quello di ottenere - ad esempio - un canarino di forma confidente, che resta calmo di fronte al pubblico, che tiene il posatoio ed assume, in presenza di giudici, la posizione richiesta dallo standard così che riesca loro agevole apprezzare le qualità e valutarne i difetti.

La tecnica dei bagni e dei lavaggi

Gli allevatori inglesi abitanti nelle zone industriali fortemente inquinate dallo smog hanno il difficile problema di dover ripetutamente lavare i propri uccelli nelle ultime 3/4 settimane che fanno normalmente con acqua tiepida e shampoo o sapone neutro per neonati evitando di spruzzarne negli occhi.

In questo ultimo periodo le lavature, se necessarie, sono due la settimana, ciò fino a 5 giorni prima dell'esposizione, e si servono anche di pennelli teneri, spazzolini ed altro, alloggiando quindi i soggetti in gabbie perfettamente pulite, con segatura bianca sul fondo, per evitare il pericolo che sabbie impure possano sporcare o tingere unghie, timoniere e remiganti.
Sono anche evitate bacche, verdure ed altri alimenti che possono compromettere quel senso di nitore che ispirano certi uccelli da mostra inglesi, di cui gli amatori sono orgogliosi.

Bagni e lavaggi dovrebbero essere fatti nelle ore più calde della giornata e possibilmente nelle sole giornate di sole o asciutte per evitare malanni, infreddature e favorire una rapida asciugatura del piumaggio.

Ultimi tocchi e precauzioni con gli uccelli che partono e rientrano dalle mostre
Non insisteremo, entrando in dettagli, sui metodi di toelettatura usati dagli amatori inglesi - che pur sono dei grandi sportivi - dato che in Italia sono ritenuti, da certi giudici non corretti. Sappia comunque l'allevatore: che una leggera spruzzata spray, a base di sola acqua nel momento desiderato, obbliga l'uccello a ripassare col becco il piumaggio, a « riagganciare » le barbule del vessillo, a spalmare con grasso della glandola uropigia il che vale a spazzolare, stirare, lucidare un vestito spiegazzato rendendolo più presentabile; che la coda, immersa in un bicchiere d'acqua zuccherata molto calda, resiste per qualche tempo stretta e compatta facendo al giudice una migliore impressione.
Sarà inutile qui ripetere le precauzioni che sarebbe opportuno prendere con gli uccelli inviati alle mostre o che rientrano stanchi, affaticati, stressati dai lunghi viaggi, non adeguatamente accuditi o bene alimentati, che hanno avuto contatti con altri uccelli, o come trattare gli uccelli acquistati alle mostre provenienti da allevamenti di cui l'amatore sconosce spesso tutto.

Le mostre italiane più che esposizioni all'inglese sono occasioni per vendere uccelli

Per quanto riguarda le manifestazioni italiane facciamo un rilievo di fondo: l'inizio tanto anticipato delle mostre ufficiali (quelle sociali, intersociali, locali, specialistiche, secondo quello che si propongono potrebbero aver luogo durante tutto l'anno) non consente di presentare novelli perfettamente mutati che alla fine d'ottobre, primi di novembre.
Se si tiene poi presente il tempo necessario per un'adeguata preparazione di un uccello d'esposizione e che un allevatore ne presenta parecchi alle 2-3 mostre che stagionalmente frequenta, si deve ammettere che buona parte delle mostre italiane non si propongono proprio il fine di esporre bei soggetti, perfettamente impiumati ed addestrati ad esporre il meglio di sé.


C.D.Saunders