Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo articolo di Sauro Cané. Siamo sempre rispettosi del diritto alla replica, per cui ci rendiamo disponibili, per chi non lo possa, editare per suo conto eventuali considerazioni che ci pervengano. Resta sempre la responsabilità dello scritto sull'autore. Ovviamente non verranno pubblicati in questo Forum articoli o parti di essi che siano offensivi, diffamatori o quant'altro, da cui l'AOE si dissocia completamente.Grazie
Premessa: il seguente scritto esprime alcune valutazioni a commento dell'articolo dal titolo “Quelli che l'AGI” a firma di G. Valendino apparso alla pag. 9 del n°4 di aprile 2008 di “I.O.”.
Recidive
Vedo che dopo un periodo di bonaccia durante il quale sembrava si fosse “digerita”, da parte dei detrattori nostrani, la venuta di quella che ormai non si può più definire una nuova Razza, cioè l'AGI, ora si sta scatenando una recidiva.
Siccome l'italiano è un popolo dalla memoria corta, ... purtroppo..., credo gli vadano ricordate alcune cose, anche se son cose trite. Ma tant'è.
1° : Un gruppo consistente di allevatori italiani, se riferito al numero complessivo dei cultori di questa Razza, di un Canarino cioè che tutti ritenevano essere l'Arricciato di Parigi, di fronte alla constatazione che tale Canarino non rientrava più nei parametri previsti dallo Standard del Paese d'origine, chiese a “La Nationale” di Parigi se fosse stato possibile includere in tale Standard le modificazioni raggiunte dalla selezione italiana, definendo tale Soggetto “Arricciato di Parigi Italiano”. I francesi ci risposero: “perchè chiamarlo “Parigino Italiano”?...Parigi è in Francia.. chiamatelo Arricciato Italiano... come noi 126 anni fa abbiamo fatto il nostro Canarino, ora voi avete fatto il vostro.- Bravi!”.
2° : Va ricordato intanto che all'interno della COM si raggiunse un accordo -sottoscritto anche dall'Italia- che stabiliva che “Solo la Nazione creatrice di una Razza poteva modificarne lo Standard”.
In questo ambito furono chiare altre due cose: A, i francesi non erano disponibili a modificare lo Standard della loro Razza Nazionale. B, -seconda cosa molto importante- che non vi era opposizione a riconoscere una nuova Razza purché fossero elencate, in un nuovo Standard, le differenze sostanziali che la distinguevano dalla Razza più prossima.
Ora, mi pare di poter dire, che anche allo stratega più “scalcagnato” non rimaneva che scegliere la strada per intraprendere l'iter del riconoscimento di una nuova Razza.
Quale altra strada, in questa situazione, ci fu indicata di intraprendere?
In mancanza di alternative, tale strada fu intrapresa!
Intanto, a Tarnos, il 4 ottobre del 1997, la CT Francese unitamente ai loro Giudici, riaffermarono il loro Standard ancora meglio precisandolo, ma fecero di più: elencarono tutte le caratteristiche che sul loro Canarino ritenevano fossero difetti oppure difetti gravi.
1° difetto: Testa a cappuccio.(Frisures en forme de huppe avec point central. Frisures en
forme de capuchon de moine).
2° difetto: Jabot che non sia chiuso a conchiglia (...cosntitué de plumes orientées vers le haut
en éventail (défaut très grave).
3° difetto: Mantello mancante di linea mediana netta (absence de ligne médiane bien nette..).
4° difetto: Mancanza di collarino sulla nuca. Infatti lo Standard dispone: (La tête s'insère dans le
épaules par une corolle de plumes redressées formant collerette).
Come si può agevolmente ricostruire raffrontando gli Standard del “Parigino” e dell'AGI, quelli che sulla Razza francese sono elencati come difetti o difetti gravi sono i pregi della Razza AGI ed è sacrosanto che sia così perché per essere considerate due Razze bisogna che ognuna sia portatrice di sue caratteristiche tipiche, diverse, e non sovrapponibili.
Ogni ulteriore polemica, a questo punto appare quantomeno bizzarra!
Nel nostro paesino abbiamo un concittadino simpaticissimo e strano allo stesso tempo. E per questo è considerato da tutti un sempliciotto. Tra le varie caratteristiche di cui è portatore ve ne è una che è quella di “sparare addosso” (verbalmente s'intende), a tutti coloro che lo trattano o gli fanno del bene. Per questo si dice di lui che predilige”sparare ai colombi della sua piccionaia”.
Visto che abbiamo una Razza riconosciuta a livello COM, già da otto anni (Nota : 8 anni all'epoca dell'improponibile scritto del Valendino) e invidiataci da tutto il mondo dei cultori di Canarini arricciati, vogliamo essere tanto autolesionisti da giocarcela, facendo la figura del sempliciotto che "spara ai colombi della sua piccionaia" ?
Sauro Canè.
Due disegni -standard di Giorgio de Baseggio che bene chiariscono il suddetto scritto di Sauro Canè, valido tecnico ed esperto allevatore di Canarini AGI