L'ARRICCIATO BIANCO GIA' IVIILANBIANCQ
di G.F. BRACCHI

Per Arricciato bianco si deve intendere un canarino di taglia grande con arricciature e caratter.st:che il più vicino possibili al Parigino

La produzione italiana di questi canarini è tanto buona che ritengo chi il 70% da quelli che vengono esposti alle mostre raggiungerebbero un buon punteggio se valutati con lo standard e la scala valori del Parigino

Inizialmente si riconosceva il Milanbianco leggero

Non sono invece da considerare arricciati branchi i fratelli di ciuffati a testa liscia, di piumaggio bianco, perché di taglia e caratteristiche del tutto insufficienai. A suo tempo, certi tecnici, sicuramente per risparmiare ai pionieri l'eliminazione di molti scarti che dava all'origine il meticciamento del Parigino col sassone bianco riconoscevano il Milanbianco leggero, atteggia
mento indulgente ed erroneo che non poteva giovare a nessuno.
Questi meticci non costituiscono razza: un arricciato del nord bianco non è e non sarà che un Arricciato del Nord, non una nuova razza; così il Sud o il Bossu.
Questi atteggiamenti potevano essere tollerati in passato, oggi si tratterebbe di errori tecnici che favorirebbero equivoci e speculazioni.

Nessuna razza di forma subisce impunemente l'introduzione del colore

Nessuna razza di forma può dar vita ad una razza di colore.

Si veda com'è andato a finire il riconoscimento dell'Arricciato del Sud di colore francese, decisione su cui l'organo tecnico della COM è ritornato, disconoscendalo, appena dopo qualche anno.

Su questo argomento è possibile una sola eccezione: l'Arricciato bianco, fino a ieri sottorizza del Parigino Le difficoltà di ricostruire nel Milanbianco le caratteristiche del Parigino sono state «reali» per circa quarant'anni.

Basterebbe rileggere gli scatti anche più recenti (Lelh-Vaccari) e non soltanto dei pionieri (Astori-Ilossi) per capire quali fossero le differenze e qual'era il cammino che il Milanbianco doveva percorrete per raggiungere la taglia e bellezza somatica del Parigino.

Il travaglio del Milanbianco reso più difficile dalle carenze del Parigino

Anche il Parigino nell'immediato dopoguerra aveva avuto una fase calante prima quantitativa (a causa degli eventi bellici) e quindi conseguentemente di qualità
Questa circostanza rese difficile la disponibilità di buoni Parigini da reincrociare col Milanbianco congelando, in certo qual modo, le sue qualità morfologiche e ritardando la sua corsa verso lo standard del Parigino.
Ci fu, in quel periodo il dubbio, e quindi la sfiducia, che mai si sarebbe raggiunto il traguardo.

Ma poi le cose cambiarono; col miglioramento delle qualità razziali del Parigino rifiorì anche il Milanbianco, fatto che non avvenne soltanto nella zona Lombarda ma si verificò contemporaneamente in molte parti d'Italia.

Il boom del Milanbianco in molte regioni italiane

Martinetti di Asti, Polverini di Roma, Samassa di Padova, Perotti di Torino, Schianchi di Parma, Di Mauro di Venezia, Fatti di Novara, Basmi di Piacenza - cito solo i nominativi che mi vengono immediatamente in mente - poi un colonnello di Firenze, un commerciante di Lecce, un sottufficiale della Sicilia, un mediatore di Modena, un ragioniere di Alessandria ed altri ancora, allevavano in quel momento degli ottimi arricciati bianchi.
Si trattava di un vero boom, perché un piumaggio candido, soffice, simmetrico, molto abbondante colpiva veramente la fantasia degli amatori di quel tempo.

Motivi di recessione

Successivamente due fattori negativi valsero a spegnere tanto entusiasmo e a rallentare fortemente il suo allevamento:
1. La rapida diffusione del riscaldamento delle grandicittà e lo smog delle indu
strie insudiciava, dopo la muta il candido mantello che diventavapermanentemente grigio sporco;

2. L'accoppiamento continuato di bianco per giallo pagliato riduceva progressivamente la robustezza del calamo delle piume per cui si verificavano, con sempre maggior frequenza: vuoti nell'arricciatura, fianchi cadenti, piumaggi scomposti. L'inconveniente sembrava conseguenza di una degenerazione irreversibile connessa al piumaggio bianco e quindi condizione limitante il raggiungimento della meta.

L'atteggiamento della COM contrasta con le acquisizioni italiane

La maggior parte si scoraggiò e mollò.

Pochi ebbero la costanza di perseverare nello sforzo, e furono premiati.



I risultati sono davvero eccezionali.
Nei ceppi migliori si tratta di veri PARIGINI BIANCIiI, soggetti che tutti ci invidiano e che i francesi non sono mai riusciti a produrre.
Da ciò il loro recente atteggiamento contrario al riconoscimento del Parigino bianco da parte della COM e la decisione di giudicare in patria l'Arricciato bianco come sottorazza a sé, di standard diverso dal Parigino.

L'indirizzo attuale: solo eccellenti Parigini possono garantire buoni Milanbianchì

Dovrebbe essere ovvio che sarà possibile conservare caratteri ideali nell'Arricciato bianco soltanto se saranno mantenute elevate le caratteristiche somatiche del Parigino. Più il Parigino si manterrà «esclusivo», più bello sarà il bianco, essendo ormai acquisito che per fare dei buoni Arricciati bianchi non è più sufficiente accoppiare bianco x giallo, ma è necessario accoppiare - almeno saltuariamente - Arricciato bianco x Parigino.

E si dovrà trattare di un Parigino di elevate qualità razziali.

Questo accoppiamento darà, naturalmente, anche dei macchiati o degli scarti, ma d'altronde non c'è un' altra strada per produrre l'Arricciato bianco, giudicabile con le schede di giudizio del Parigino. L'esempio dei francesi, creatori del Parigino, di cui hanno avuto il monopolio poi perduto, dimostra che non ci può essere progresso ed evoluzione senza la dovuta attenzione -alle leggi genetiche e biologiche che non bisogna mai violare.

G.F.Bracchi