Forse se cerchi come "Aratinga erythrogenys", che è il termine con il quale è stato fino ad ora indicato, trovi di più...
Qualcuno mi può fornire un po' di informazioni (alimentazione, alloggi, nidi, esigenze...) su questo delizioso parrocchetto?
Su libri, internet e riviste è praticamente sconosciuto, qualcuno di voi lo ha allevato?
Forse se cerchi come "Aratinga erythrogenys", che è il termine con il quale è stato fino ad ora indicato, trovi di più...
Ciao, Roberto
(allevo parrocchetti australiani)
Si, hai ragione: fino a poco tempo fa apparteneva al genere Aratinga.
Personalmente li ho allevati qualche anno adietro: come esigenze sono molto simili agli altri conuri.
Putroppo tutt'ora sono quasi introvabili, nonostante abbia potuto constatare che anche in cattività si rivelano ottimi riproduttori.
Necessitano di un alimentazione moderatamente grassa, con misto semi secchi nei periodi freddi e di riposo, e cibo umido in primavera ed estate.
Germinati e legumi bolliti risultano certamente molto graditi e fondamentali durante la riproduzione.
Come tutti gli aratinga, gli ecletti e le amazzoni, possiedono un elevato fabbisogno di vitamina A: di conseguenza è meglio fornire cibi molto ricchi di betacarotene, o in alternativa somministrare appositi integratori.
La mia coppia era alloggiata in un gabbione sospeso da due metri, con un nido presente per la maggior parte dell'anno.
Quest'ultimo si trattava di un parallelepipedo a sviluppo orizzontale, dalle misure di circa 25x25x50H.
I soggetti svernavano all'aperto e puntualmente ogni anno, all'inizio di aprile, cominciavano a deporre.
Come ho gia accennato in precedenza, si sono sempre rivelati sempre genitori premurosi: oltre ad entrare in estro con estrema facilità, accudivano i pulli in maniera spettacolare, i quali crescevano sempre costantemente e uniformemente, per poi involare attorno ai 40 giorni d'età.
Addirittura un anno mi hanno portato a termine ben due covate: non so perchè dopo la chiusura delle importazioni siano diventati cosi rari... sicuramente anche nello scorso decenio la situazione non era delle più promettenti, ma visto la loro buona prolificità avrebbero dovuto diffondersi tra gli appassionati.
Altra nota interessante è che sono pappagalli molto rumorosi e distruttivi.
Se oggi sono così rari come dici, spero di riuscire a trovare una coppia.
Per il rumore nessun problema, ma considerata la loro distruttività sarrebbe meglio rinforzare gli angoli del nido con dell'alluminio?
Solitamente rivesto la parte interna del nido con una rete metallica sufficientemente robusta.
Il foro d'ingresso dovrà comunque rimanere libero, per permettere agli animali di aprirsi un varco all'interno del nido.
A inizio maggio andro in Belgio, dici che riuscirò a trovare dei buoni soggetti nel nord europa, oppure la situazione è simile a quella italiana?
Come sempre nei paesi nordici troveremo maggiore disponibilità ed anche una miglior garanzia di qualità.
Durante la mia ultima visita in olanda, avevo notato due soggetti in vendita in un normale mercatino ornitologico. Sicuramente negli ultimi tempi la situazione sarà nettamente mutata, anche in Belgio e Olanda.