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Discussione: Uova di Trachemys scripta elegans

  1. #1
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    Manfredonia
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    Uova di Trachemys scripta elegans

    Salve a tutti,
    l'anno scorso la mia Trachemys (tartaruga dalle orecchie rosse), ha deposto alcune uova. Ovviamente non avendo un "tartarugo" le ho eliminate. Ma quest'anno mi è venuto un dubbio: non è che per caso anche le Trachemys, come alcuni altri rettili, si possono riprodurre per partenogenesi?
    Se così fosse quest'anno le conservo e cerco di farle schiudere.
    Qualcuno mi può illuminare?

    Grazie

  2. #2
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    Giggetto ciao, ciò che tu affermi non è correto: la tua femmina se si fosse accoppiata con un maschio durante una stagione, per i 4-5 anni successivi produrrebbe uova feconde, anche se, col trascorrere degli anni, la percentuale d'uova fertili diminuisce, fintantochè no si riaccoppia nuovamente con un maschio!
    Buona serata!
    Alessandro
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  3. #3
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    scusami, ma quali sono i rettili in grado di riprodursi per partenogenesi?

    Abbe

  4. #4
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    Abbe ciao! Dai una letta a questo articolo redatto dal Prof. Biagio D'Aniello:

    Appunti di Biologia Animale


    PARTENOGENESI
    Definizione: particolare strategia riproduttiva in animali e vegetali in cui si sviluppano uova non fecondate; anche detta riproduzione unisessuale.
    Il fenomeno della partenogenesi è stato scoperto nel 18° secolo da Charles Bonnet. Alcuni biologi considerano un tale processo nell'ambito della riproduzione asessuale, in quanto non comporta fecondazione. Attualmente la maggior parte degli autori sono, invece, concordi nel ritenere la partenogenesi un particolare caso di riproduzione sessuale perché essa implica l’intervento delle cellule sessuali e spesso una meiosi tipica.

    La partenogenesi può essere definita in base al sesso del nascituro
    Arrenotoca: produzione di uova che si sviluppano solo in maschi (es. imenotteri, alcuni rotiferi).
    Il maschio dell’ape (fuco) prodotto partenogeneticamente da uova aploidi resta aploide nella linea germinale, ma presenta vari tessuti diploidi per fenomeni di locali di raddoppio cromosomico durante lo sviluppo.
    Telitoca: nascono solo femmine (es. afidi, crostacei cladoceri, rotiferi bdelloidei).
    Deuterotoca: si originano maschi e femmine contemporaneamente (es. afidi: fillossera della vite, rotiferi monogononti).

    Gli organismi nati partenogeneticamente che originano da un uovo aploide, raramente restano aploidi! Spesso l’uovo non diventa affatto aploide!
    Partenogenesi apomittica: nel caso che l’uovo non diventa aploide, cioè subisce una sola divisione maturativa (mitosi); o, comunque, una meiosi atipica (es. alcuni cladoceri e rotiferi e alcune specie di diversi ordini d’insetti).
    Partenogenesi automittica: in questo caso l’uovo diventa aploide, ma recupera la diploidia attraverso il riassorbimento del secondo globulo polare, che si fonde con il pronucleo femminile (es. alcuni insetti stecco); oppure avviene la coniugazione dei nuclei derivanti dalla prima divisione dello zigote (es. alcune specie di diversi ordini d’insetti).

    Modelli partenogenetici
    Accidentale: produzione occasionale d’individui per partenogenesi in specie regolarmente anfigoniche (es. molti lepidotteri, ortotteri, acari; tacchino); piuttosto frequente.
    Facoltativa: quando le uova possono svilupparsi sia con, sia senza fecondazione (es. imenotteri, fasmidi).
    Bacillus rossius (fasmidi) produce per partenogenesi solo femmine. In questa specie la facoltatività è relativa al fatto che popolazione partenogenetiche possono essere fecondate da maschi di popolazione anfigoniche. La fecondazione determina la nascita di maschi e femmine.
    Obbligatoria: tutti gli individui di una forma nascono esclusivamente per partenogenesi; tipica delle specie eterogoniche (che alternano periodi con partenogenesi a quelli con anfigonia; es. fillossera della vite) e in quelle in cui sono assenti i maschi (Cnemidophorus sp.: rettili).
    Ciclo della fillossera della vite Viteus vitifoliae o Phylloxera vastatrix.
    Dall’uovo invernale deposto si sviluppa una femmina fondatrice, che vive sulla pianta producendo galle nei germogli (per questo è detta gallecola). Le sue uova partenogenetiche possono dare altre femmine gallecole o radicicole, che si alimentano delle radici. Le radicicole producono uova partenogenetiche da cui nascono femmine radicicole o alate. La forma alata produce partenogeneticamente maschi e femmine atteri che si accoppiano e producono l’uovo invernale. L’obbligatorietà della partenogenesi è data dal fatto che in assenza non possono essere prodotti maschi e, quindi, le uova resistenti che ricominciano il ciclo l’anno successivo.
    Non in tutte le specie, è così frequente imbattersi in maschi, n’è un esempio Carausius morosus (fasmidi) in cui i maschi sono molto rari e, quando presenti sono sterili, in tale specie la partenogenesi diventa ovviamente obbligatoria. Il genere Cnemidophorus comprende un gruppo di rettili di cui circa un terzo delle specie è costituito da popolazioni esclusivamente femminili. L’induzione della partenogenesi avviene in maniera comportamentale, così alcune femmine mettono in atto un comportamento sessuale maschile, simulando un amplesso. Anche tra i nematodi sono note alcune specie in cui i maschi sono sconosciuti.
    Geografica: accade a volte che popolazioni localizzate di una certa specie regolarmente anfigonica si riproducono per partenogenesi (es. crostaceo Artemia salina; lepidottero Solenobia triquetrellas, embiottero Haploembia solieri e coleottero Otionhynchus dubius).

    Vantaggi partenogenesi
    Il vantaggio della partenogenesi è quello di un risparmio energetico e di tempo nella riproduzione (rapida colonizzazione di ambienti). Ad esempio nella partenogenesi geografica popolazioni locali vicine ai limiti dell'areale di distribuzione risultano maggiormente partenogenetiche, ciò che consente la colonizzazione di un ambiente anche in assenza di maschi. Tra i vertebrati la partenogenesi è in generale piuttosto rara; essa si riscontra talvolta in alcuni pesci, anfibi e rettili, ma il suo significato adattativo in questi casi è poco studiato.

    Svantaggi partenogenesi
    Minore variabilità genetica. Le specie con ciclo eterogonico (periodi con partenogenesi e anfigonici) traggono vantaggio dalla partenogenesi riproducendosi rapidamente e mantenendo la variabilità genetica elevata grazie all’accoppiamento.

    GINOGENESI
    In certi casi lo spermio attiva l’uovo, ma non si unisce al pronucleo femminile e, quindi, non contribuisce geneticamente alla determinazione delle caratteristiche del nuovo organismo. Nel nematode Rhabditis monohystera dopo la penetrazione dello spermatozoo segue una sola divisione maturativa, con meiosi atipica (meccanismo apomittico). Nel pesce rosso, Carassius auratus l’uovo aploide, dopo l’attivazione, può non dividere il citoplasma dopo la prima divisione mitotica e restaurare la diploidia (meccanismo automittico). Ci sono casi di specie in cui non esistono i maschi, quindi sono necessari gli spermi di specie affini per attivare l’uovo (es. le uova di Poecilia formosa sono attivate da P. sphenox e latipinna; avviene anche tra i pesci appartenenti al genere Poeciliopsis e tra le salamandre del genere Ambystoma). Il significato adattativo di questi fenomeni rimane piuttosto incerto.

    PARTENOGENESI SPERIMENTALE
    La partenogenesi sperimentale è iniziata nel 1886, quando Tichomiroff ottenne lo sviluppo di uova del baco da seta. C’è naturalmente bisogno di un’induzione (es. shock acido; stress meccanico). La si può indurre anche nel coniglio dopo l’accoppiamento con un maschio con i deferenti legati (in questa specie l’ovulazione avviene solo dopo stimolazione) e refrigerando poi le uova ovulate. Individui aploidi arrestano il loro sviluppo. Nei casi in cui si è ottenuto uno sviluppo completo i conigli erano diploidi, in seguito ad autoregolazione.

    Partenogenesi sperimentale nell’uomo
    Il tentativo di produrre blastocisti umane con la partenogenesi al fine di isolare cellule staminali dalla massa cellulare risale al 2001. Dato che le cellule prodotte per partenogenesi presentano due set di cromosomi identici, invece che uno dato dal padre e l'altro dalla madre, diminuisce il rischio di rigetto nel caso si riesca ad ottenere un tessuto da trapiantare.
    Il ricorso alla partenogenesi consente di superare il problema etico dell’utilizzo degli embrioni umani nella sperimentazione? Lo studente attento e interessato faccia le sue considerazioni…
    Alessandro
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