Il nuovo editoriale dal titolo ""PASSIONE ARRICCIATI "" - a disposizione gratuita dei nostri soci e simpatizzanti, nell'apposita sezione Editoriali dell’A.O.E.
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Discussione: selected flight cage?

  1. #1
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    La bandiera di Luca Anniballi

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    selected flight cage?

    Al giorno d’oggi, credo che la selezione in cattività, di varietà di uccelli, si sia spinta ad un livello impensabile, fino a qualche anno fa.
    Tecnologie, studi e aziende specializzate nei mangimi “professionali” ci hanno messo in condizioni di allevare man mano, sempre con maggiore facilità.
    Allevamenti e aviari curati ad hoc nei minimi dettagli, ricostruiscono spesso un habitat ideale, un paradiso per i nostri amici “alati” e per i nostri occhi.
    Nella stragrande maggioranza di allevamenti, si notano spesso gabbie studiate su misura, a volte (forse la maggior parte delle volte) messe ad incastro ricoprendo anche il minimo spazio che potrebbe rimanere libero…
    Più gabbie quindi, più coppie. Chiaro, limpido, naturale. Direttamente proporzionale.
    In ambiente domestico, la gabbia rappresenta “la casa” dove vivono i nostri uccelli, dove mangiano, dove cantano, dove si riproducono e dove VOLANO.
    “Se fossimo fatti per volare, ci crescerebbero le ali”
    Frase di un film che ricordo perfettamente, ricordo anche il timbro della voce che l’ha pronunciata, peccato che non mi ricordo il titolo.
    Qualche giorno fa, un canarino del mio vicino è scappato, volato via dal secondo piano. Lui è sceso e l’ha preso senza fatica, perché, non sapeva volare nonostante fosse un canarino adulto..
    Ebbene la mia domanda, (provocatoria??) è la seguente:
    Selezioniamo per caratteristiche morfologiche, cromosomiche e quant’altro, ma diamo i giusti spazi per far loro tramandare l’arte del volo?
    Non importa cosa facciamo....
    è come lo facciamo che realmente conta.
    _______________________________________________
    GIANLUCA ANNIBALLI F.E.O.r.a.e 0009 - A.O.E r.n.a SV 370

  2. #2
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    Quote Originariamente inviata da Luca Anniballi Visualizza il messaggio
    Ebbene la mia domanda, (provocatoria??) è la seguente:
    Selezioniamo per caratteristiche morfologiche, cromosomiche e quant’altro, ma diamo i giusti spazi per far loro tramandare l’arte del volo?
    hai perfettamente raggione Luca, non riesco proprio a capire quel tipo di allevatori... pensa ne ho conosciuto uno delle mie parti che allevava (non so seli alleva ancora) ondulati in gabie da 45 mi pare... ebbene mi aveva raccontanto che visto lo spazio limitato di cui disponeva per l'allevamento, aveva decis di cedere tutte le gabbie per prenderne o farne di più piccole cosi da poter aumentare il numero delle coppie !!!!!!!!!!!!!! per me un concetto impensabile!

    nel mio piccolo cerco sempre di garantirgli un minimo di esercizio fisico ai miei soggetti, anche per questo vorrei specializarmi in specie medio-piccole, cosi da poter garantirgli a parità di gabbia uno spazio maggiore.... sarà per questo che quando mi scappano, tranne casi di esemplari semi-domestici, gli altri una volta preso il volo non tornano più?
    Ultima modifica di Vincenzo Forlino; 26-09-11 a 08: 19
    Il Mio Allevamento: Allevamento Amatoriale PSITTACIFORMES


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  3. #3
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    io tengo i miei ciuffolotti in gabbie da 120 e da quest'anno ho a disposizione una grande voliera esterna nel giardino di un amico, che me la mette gentilmente a disposizione, visto che x motivi di tempo lui non alleva piu.Apparentemente i soggetti in voliera sono piu belli ,piumaggio serico e colori brillanti,però ho riscontrato una certa mortalità,molto superiore a quella dei soggetti che tengo in gabbia,quindi non sempre un maggior spazio di volo assicura benessere e salute agli uccelli.

  4. #4
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    io personalmente ho cessato di allevare fringillidi perchè 90 e 120 mi sembravano misure insufficenti per far vivere e riprodurre questi animali,a maggior ragione lo sono per dei pappagalli.Un po' meglio per gli esotici di piccola taglia,il fatto che una o più specie riescano a riprodursi in gabbie di piccole dimensioni non significa che siano le misure idonee per la loro salute e per irrobustire i muscoli che permettono il volo.

  5. #5
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    questo non spiega la mortalità maggiore nella voliera esterna rispetto alle gabbie da 120 all'interno.Sono rimasto parecchio deluso xchè credevo che i novelli stessero benissimo con tutto quello spazio,sole, aria aperta,bagno quotidiano ecc,invece ogni settimana c'era qualche cadaverino sul fondo.Ora li ho riportati tutti nelle 120 in allevamento e le morti sono cessate,ma intanto ne ho persi circa una decina,e quel che è peggio quasi tutte femmine.

  6. #6
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    Sono completamente d'accordo con Pierre. Non è solo lo spazio di volo a disposizione che è importante, ma anche posatoi, mangiatoie, beverini, età dei soggetti, le prime cose che me ne vengono in mente.

  7. #7
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    Perfettamente ragione ma quanto spazio noi diamo potrebbe essere sempre poco confrontato a quello che c'è per loro in natura.
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  8. #8
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    Cmq quel cardellino è uno spettacolo.
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  9. #9
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    Quote Originariamente inviata da pierre Visualizza il messaggio
    questo non spiega la mortalità maggiore nella voliera esterna rispetto alle gabbie da 120 all'interno.Sono rimasto parecchio deluso xchè credevo che i novelli stessero benissimo con tutto quello spazio,sole, aria aperta,bagno quotidiano ecc,invece ogni settimana c'era qualche cadaverino sul fondo.Ora li ho riportati tutti nelle 120 in allevamento e le morti sono cessate,ma intanto ne ho persi circa una decina,e quel che è peggio quasi tutte femmine.
    Stranezze della vita...
    Credo che il problema, vada ricercato "attentamente", è assolutamente paradossale associare a voliera e moria.
    Considera l'ipotesi che prima stavano all'aperto(ripari sufficienti??) alimentazione adeguata? La voliera era autocostruita(magari avevano zone d'impiglio e ti sono sfuggite)?
    Non concordo sul fatto che più spazio hanno e peggio stanno, assolutamente!
    Ora, per tornare in merito a domanda provocatoria(non a te, e non polemica, per carità), non è che magari si trattava di animali allevati in piccoli ambienti magari selezionati in tali luoghi, con la prima caratteristica degli uccelli, l'arte del volo, leggermente inibita?
    Se non trovano risposta i punti espressi in precedenza, dando per scontato un ottimale stato di salute, mi verrebbe CERTAMENTE da pensare che un uccello che "vola male" avrebbe difficoltà a divincolarsi liberamente in ampi spazi.....
    Tornando alla domanda iniziale, li selezioniamo anche in base alle loro caratteristiche genetiche/motorie?
    Un cardellino è meraviglioso, canto melodioso a campanellio, ha i colori stupendi, è definito l'esotico degli indigeni non a caso, si vede da lontano per il suo il caratteristico "volo" a farfalla....
    Non importa cosa facciamo....
    è come lo facciamo che realmente conta.
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  10. #10
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    in effetti devo dire che i soggetti sopravvissuti sono stupendi,(presto posterò un video),colori e piumaggio perfetti come in libertà.L'unica spiegazione della mortalità piu elevata potrebbe essere la prevaricazione dei soggetti piu grandi nei confronti degli ultimi arrivati piu giovani.Infatti via via che i novelli erano svezzati ,li immettevo nella voliera in gruppi di 10 15 ,quindi si trovavano a convivere i nati ad aprile -maggio con quelli di luglio agosto,e proprio in questi ultimi ho riscontrato una maggior mortalità,anche se in apparenza i piu grandi non mostravano particolare aggressività verso i nuovi arrivati.Ora sono in dubbio se riutilizzare questa voliera anche x le prossime stagioni cove,o ritornare alle solite 120,con molto piu lavoro sulle mie spalle e novelli dal piumaggio e colori piu scadenti,ma vivi..

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