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Discussione: abbiamo riprodotto il CEREBA o SAI -D.Politeo

  1. #1
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    La bandiera di marco cotti

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    abbiamo riprodotto il CEREBA o SAI -D.Politeo

    abbiamo riprodotto il CEREBA o SAI

    DINO POLITEO

    Tre anni fa, con l'amico Zini, ho acquistato tre coppie di Tanagre da Bertagnolio di Rama, che ne è l'importatore, denominate Guit-Guit o Sai, nomi locali del sud America dove vivono. Solo in seguito, dopo ricerche fatte su pubblicazioni specifiche, l'amico Zamparo ci disse trattarsi del Cereba o Sai (Cyanerper cyaneus) di cui esiste un disegno del celebre Arthur Singer nel libro « Uccelli del Mondo» di Oliver Austin edito da Mondadori, attualmente fuori commercio.
    Secondo l'Austin il nostro Cereta o Sai apparterebbe assieme ad altre 28 specie alla sottofamiglia Dacninae che si distinguono dalle tanagre vere e
    proprie per avere il becco più lungo e snello e la lingua ruvida con un'evidente « convergenza evolutiva » verso le nettarinie.



    Uccelli di difficile classificazione

    A motivo di ciò molti studiosi le classificano tuttora in una famiglia a parte per quanto l'Austin sostenga che la loro struttura palatale e la particolare muscolatura autorizzano l'ipotesi che si tratti di tanagre che hanno subito modificazioni a causa della loro predilezione per il nettare. Il disegno di Singer, nel libro citato, lo mostra aggrappato ad un fiore tropicale dalle profonde corolle nelle quali il becco lungo può facilmente sia succhiare il miele che beccare i piccoli insetti o al limite, nel caso di fiori grandi, bucarli alla base. Già questa introduzione dice quali dovrebbero essere le predilezioni alimentari di queste tanagre speciali non ancora nettarinidi, che, se co
    nosciute inizialmente, ci avrebbero di molto aiutato nei nostri tentativi di riproduzione.



    II primo periodo, seguendo le istruzioni ricevute, li abbiamo alimentati con una soluzione zuccherina, con frutta dolce, banana e qualche tarma, non del resto malto gradite. Durante l'acclimazione ci mori una coppia, ma le altre superarono la crisi d'ambientamento (clima, cibo, ambiente) e sono, dopo tre anni, in perfette condizioni fisiche e di piumaggio.

    La vita in cattività

    Per l'inverno le due coppie furono alloggiate assieme in una piccola voliera munita di lampada a raggi infrarossi sotto la quale si `rifugiavano in caso di bisogno.
    A primavera le due coppie furono separatamente trasferite in una voliera più grande, ricavata, assieme ad altre, in una specie di capannone, razionalmente attrezzata e inverdita con finti pini di plastica agli angoli, tra i rami dei quali avevano sistemato dei cestini-nido del tipo canarini.
    In questo ambiente igienico, luminiso, intimo (ogni voliera è isolata dalle altre), ombreggiato da piante i finte piante verdi, le tanagre hanno dimostrato di adattarsi molto bene.




    Vi fanno vita attiva volando velocemente ed agilmente da un posatoio ad un ramo 0 da questo ad altro posatoio, ma più spesso facendo più giri senza toccare una paglia, beccando appena quanto viene loro ra portata di becco, cacciando forse piccole prede volanti, tenendosi di preferenza nelle parti alte della voliera, ma non temendo la nostra ,presenza. Evitando il suolo e facendo, come sicuramente fanno in libertà,
    vita arboricola conservano una invidiabile pulizia, aderenza e compattezza del piumaggio.

    I colori e l'eleganza del maschio

    Il nostro amico è un uccello snello ed elegante di 11 cm. circa di taglia. Nel suo abito nuziale il maschio è tutto d'un blu splendente, ha un diadema in testa o calotta verde smeraldo con riflessi turchese, un disegno nero velluto simmetrico, di linea molto elegante che comprende: una specie di forcipe che partendo dal becco gli mette sugli occhi una stretta mascherina da carnevale; una mantiglia corta che capre appena le spalle e termina a punta tra le scapole; 2e ali che copre nette; da parte terminale della cada che disegna a doppia freccia.




    Quand'è in volo nelle ali spiegate s'intravedono come delle pagliuzze gialle dorate. Le gambe e le zampe sono rosse. In autunno si riveste dei più modesti colori della campagna (verde oliva sfumato o smorto esternamente e giallastro internamente) salvo a mutare di nuovo già a dicembre per riassumere il brillante piumaggio descritto. I giovani hanno all'incirca i colori della madre che i maschi, cambiano in quelli del padre durante la muta a maturità sessuale raggiunta.

    II Cereba o Sai si estende, nella sua distribuzione da Cuba al Messico meridionale, fino all'Ecuador e alle regioni meridionali del Brasile ed è piuttosto comune nei bassipiani umidi.

    Due insuccessi a causa del nido incompleto

    Il secondo anno la femmina di una delle due coppie iniziò ]a costruzione del nido intrecciando pochi fili di cotone in un incrocio di rami ignorando i cestini. Ne risultò un nido poco fondo, quasi piatto, nel quale le femmina vi depose due uova da cui schiuse, dopo 13 giorni di cova, un solo piccolo.
    Sei giorni dopo venne rinvenuto morto sul fondo della voliera probabilmente scivolato dal nido. Lo stesso incidente si ripeté nel secondo nido costruito dalla stessa coppia.
    Da successive ricerche e letture abbiamo appreso:
    1) che nella riproduzione le Cerebe seguono il sistema delle vere tanagre portando il cibo - frutta e insetti - al nido col becco;
    2) che il Cereba o Sai costruisce un nido aperto a forma di tazza, fatto di sottili fibre vegetali tenute saldamente assieme con tele di ragno (il che rende probabile che si alimenti anche di ragnetti) nel quale depone 2 uova bianche picchiettate;
    3) che esemplari della stessa specie, che vivono nelle Indie Occidentali e nel Sud America, intrecciano un nido sottile, allungato, a forma di borsa con una piccola entrata di lato all'estremità, nel quale depongono 2 uova tanto macchiate da sembrare nere.
    Queste conoscenze, se note prima, ci avrebbero indotti forse ad intervenire, almeno nel secondo nido, fortificando la sua costruzione e approfondendo le sue sponde, mentre non conoscendo a fondo l'uccello abbiamo temuto, interferendo, di guastare tutto.



    Pieno successo

    Quest'anno invece, la stessa coppia ha portato a termine un solo nido ma con pieno successo e nostra immensa soddisf azione.
    Due uova, deposte in un nido contenuto in un solido cestino, sono schiuse ed i piccoli, esemplarmente alimentati dalla madre e portati all'indipendenza sono ora in attesa della prima muta. Il loro colore è sul verde; il sesso si rivelerà alla muta. La madre ha dalla schiusa alimentato i piccoli con tarme piccole (una razza diversa dalla tarma comune), lumachette schiacciate, frutta dolce. Molto gradite le drosophile, le piccole mosche della frutta o dell' aceto, che si formano in numero impressionante dovunque ci sono sostanze zuccherine o amidacee, in fermentazione alcoolica. E' cibo gradito, facile, economico, accessibile a tutti, facilmente catturato dagli uccelli che consigliamo in modo particolare.



    Il maschio, durante tutto il periodo della riproduzione - costruzione del nido, cova, allevamento della prole - s'è limitato a seguire la femmina, osservare, controllare quasi che tutto fosse a posto e venisse eseguito nel modo dovuto senza mai intervenire direttamente.

    L'alimentazione di base

    All'alimentazione di base indicata in apertura, a noi suggerita dal signor Bertagnolio (soluzione zuccherina, frutta e tarme) si può aggiungere - secondo la nostra esperienza - miele d'api allungato nell'acqua e precotti per bambini che sostituiscono i pastoni per insettivori del commercio. In quanto frutta, sempre dolce e matura, preferire nell'ordine: banana matura ma non marcescente, uva dolce anche passita, mele a pasta tenera e dolce, fichi anche secchi ma ammollati nell'acqua come l'uva passita, arancie ma non troppo. Le soluzioni zuccherate non devono essere troppo dense, ma diluite e mai somminitrate in beverini aperti dove gli uccelli farebbero il bagno incollando il piumaggio, perdendo delle piume e togliendo il loro effetto termo isolante. Le Cerebe gradiscono il bagno come tutte le altre tanagre e in genere tutti gli uccelli.



  2. #2
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    complimentoni marco.
    bellissimi uccelli. son contento per voi.


  3. #3
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    Il Cereba o Sai

    Marco ci fai stupire in continuazione. Che bravi gli allevatori, i signori Zini e Politeo. Non basta essere fortunati ed avere la possibilita di costruire voliere ma ci vuole la dedicazione, perseveranza e molta esperienza. Complimenti ancora.

  4. #4
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    articolo primi anni 90

    L'articolo è dei primi anni 90, magari avessi la posibilità e i soggetti da riprodurre.
    In quegli anni l'allevamento delle Sai sembrava avesse preso piede, dopo che già verso la metà degli anni 80 si ebbero notizie in tal senso
    (vedi articolo di Giorgio truffi in precedenza postato)
    http://lnx.ornieuropa.com/forum/show...ghlight=cereba

    poi però non ci fu grande seguito a questi successi, e allevatori Belgi e Olandesi sono al momento i più esperti ad allevare questi magnifici soggetti

    [[[]]]
    Marco Cotti FEO 0004





    http://digilander.libero.it/cocoricoland/index.htm

    http://tarantamyblog.blogspot.com/

    Dove tuona un fatto, siatene certi, ha lampeggiato un'idea.
    Ippolito Nievo

  5. #5
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    Grazie di nuovo a Marco per questi bellissimi articoli sull'allevamento delle varie razze,dalle specie diciamo più semplici a quelle più difficili.
    Grazie anche per le bellissime foto.((/
    Cristian R.A.E. 52

  6. #6
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    Maron di brugnera PN
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    Meraviglie della natura!
    Grazie Marco per l'articolo.

  7. #7
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    Che meraviglie...

    Quello che c'è in fondo al cuore non muore mai...LA MIA FEDE NON RETROCEDE!!!!!!Fino alla fine forza JUVENTUS

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