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Discussione: L'allevamento degli Psittacidi: opinioni e opinioni

  1. #1
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    La bandiera di Bernard

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    L'allevamento degli Psittacidi: opinioni e opinioni

    Salve a tutti, ho aperto questa discussione per dare uno spunto di riflessione a tutti gli allevatori di Psittacidi.
    Da molto tempo, sto cercando di informarmi su come allevare al meglio le varie specie di Pappagalli in cattività, garantendo loro alloggi ampi, stimoli Psicologici, alimentazione varia ed equilibrata, ambienti puliti e naturali ecc...
    Alcune volte, però, rimango basito davanti a certi metodi di alcuni allevatori che, oltre a mantenere i loro animali in maniera apparentemente errata, ottengono anche ottimi risultati.
    Ad esempio, ho visto allevamenti che riproducevano con successo bellissimi pappagalli, nutrendoli solo con girasole, arachidi e poco altro, ottenendo risultati che noi comuni mortali non possiamo nemmeno immaginare.
    Allo stesso modo, ho potuto osservare cenerini, Poicephalus, amazzoni e altri grandi parrocchetti, che venivano riprodotti con successo in gabbioni da meno di un metro, svezzando ogni anno innumerevoli novelli.
    Al contrario, i miei soggetti che sono alloggiati in voliere da 4 metri, riproducono in maniera meno assidua e cominciano a deporre solo dopo qualche anno dal raggiungimento della maturità sessuale.
    Per non parlare di gabbioni mantenuti in luoghi bui, sporchi, umidi... Che contenevano animali perfettamente in salute e molto prolifici.
    Cosa ne pensate?
    Saluti, a presto.

  2. #2
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    Ciao Bernard,
    Il problema che hai esposto è estremamente complesso e richiederebbe pagine e pagine di argomentazioni.
    Proverò a ritrarre un quadro generale della situazione senza dilungarmi troppo sui vari aspetti.

    I pappagalli sono animali estremamente adattabili: il loro organismo è in grado di sopperire alle carenze alimentari, evitando di far trasparire i disagi fisici.
    Non bisogna aspettarsi, però, che la loro salute resista all'infinito: dopo qualche tempo, compariranno le prime complicazioni, tra cui obesità, disturbi epatici e scompensi metabolici.
    Un'alimentazione molto grassa e sostanziosa, perciò, permetterà ai soggetti di mantenersi e riprodursi con buoni risultati per qualche tempo, ma immancabilmente il loro organismo accumulerà le conseguenze di una dieta errata, che risulteranno evidenti dopo il 5-6° anno di vita.

    Per quanto riguarda le dimensioni delle voliere, occorre considerare che alcuni Psittacidi (soprattutto le specie provenienti dalle foreste fitte e intricate) nidificano meglio negli alloggi ristretti perché comprendono di riuscire a controllare in modo ottimale uno spazio così esiguo .
    Inevitabilmente questo tipo d'allevamento, nel corso degli anni, provocherà notevoli disturbi psico-fisici nei riproduttori, come aspergillosi o altre malattie respiratorie; senza analizzare il fatto che i novelli, non potendo esercitare adeguatamente la muscolatura, rimarranno rachitici e di taglia inferiore.
    Obiettivamente: il gioco non ne vale la candela!

    Infine, concludo con l'affermare che una coppia di pappagalli, se intenzionata a deporre, si riprodurrà anche in condizioni poco idonee per l'allevamento dei nidiacei.
    Tra le variabili che andrebbero considerate, quindi, vi è anche un buon grado di affiatamento tra i partner, la vicinanza con altre coppie più esperte (in caso di specie gregarie) e - in fin dei conti - anche un pizzico di fortuna.
    Saluti,
    Luca Marani.



    Il mio sito: allevamentomarani.jimdo.com

  3. #3
    Cadetto del Forum
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    Avevo ipotizzato un teoria simile a quella che hai espresso: per qualche tempo si riproducono bene, ma dopo pochi anni insorgono i problemi.
    Ti ringrazio per la preziosa spiegazione.

  4. #4
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    Comunque bisogna ammettere che le esperienze non sono sempre univoche: un mio amico ad esempio, manteneva una coppia di Poicephalus Robustus in una voliera da 3 metri, e gli animali trascorrevano tutto il tempo nel nido.
    Dopo che i soggetti sono stati trasferiti di una gabbia da un metro, hanno cominciato a permanere per molto tempo all'esterno.
    Direi che in questo caso i due animali avrebbero molte più possibilità di ammalarsi in una voliera, piuttosto che in gabbia.

  5. #5
    Staff del Forum
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    La bandiera di Luca Marani

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    Quote Originariamente inviata da delend Visualizza il messaggio
    Comunque bisogna ammettere che le esperienze non sono sempre univoche: un mio amico ad esempio, manteneva una coppia di Poicephalus Robustus in una voliera da 3 metri, e gli animali trascorrevano tutto il tempo nel nido.
    Dopo che i soggetti sono stati trasferiti di una gabbia da un metro, hanno cominciato a permanere per molto tempo all'esterno.
    Direi che in questo caso i due animali avrebbero molte più possibilità di ammalarsi in una voliera, piuttosto che in gabbia.
    Mi dispiace, ma non mi trovi d'accordo con quanto quotato.

    In questo caso, l'allevatore dovrebbe occuparsi di applicare alla voliera un adeguato arricchimento ambientale per permettere ai soggetti di sentirsi a proprio agio anche in alloggi di dimensioni adeguate.
    La soluzione che hai descritto non mi pare per nulla valida.
    Saluti,
    Luca Marani.



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  6. #6
    Cadetto del Forum
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    Concordo pienamente con Luca. È inammissibile mantenere dei pappagalli come i robustus in un gabbione da un metro.

  7. #7
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    In alternativa, bisognerebbe trovare un buon compromesso tra dimensioni e esigenze dell'uccello.
    Ad esempio, per un cenerino una gabbione da un metro cubo è troppo ridotto, ma anche una voliera da 5 metri è eccessiva.
    Servirebbe una via di mezzo.

  8. #8
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    Altra precisazione che occorrerebbe aggiungere è che i pappagalli presentano comportamenti molto individuali (ricordiamo sempre la loro complessa psicologia): perciò (sempre restando sull'argomento cenerini) può capitare che alcuni soggetti nidifichino meglio nei grandi alloggi, mentre altri preferiscono gli spazi ristretti.
    Possiamo affermare che quest'aspetto dipende molto dalla provenienza degli esemplari: le coppie di cattura, com'è normale che sia, sono sempre le più schive.

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