Ciao Bernard,
Il problema che hai esposto è estremamente complesso e richiederebbe pagine e pagine di argomentazioni.
Proverò a ritrarre un quadro generale della situazione senza dilungarmi troppo sui vari aspetti.
I pappagalli sono animali estremamente adattabili: il loro organismo è in grado di sopperire alle carenze alimentari, evitando di far trasparire i disagi fisici.
Non bisogna aspettarsi, però, che la loro salute resista all'infinito: dopo qualche tempo, compariranno le prime complicazioni, tra cui obesità, disturbi epatici e scompensi metabolici.
Un'alimentazione molto grassa e sostanziosa, perciò, permetterà ai soggetti di mantenersi e riprodursi con buoni risultati per qualche tempo, ma immancabilmente il loro organismo accumulerà le conseguenze di una dieta errata, che risulteranno evidenti dopo il 5-6° anno di vita.
Per quanto riguarda le dimensioni delle voliere, occorre considerare che alcuni Psittacidi (soprattutto le specie provenienti dalle foreste fitte e intricate) nidificano meglio negli alloggi ristretti perché comprendono di riuscire a controllare in modo ottimale uno spazio così esiguo .
Inevitabilmente questo tipo d'allevamento, nel corso degli anni, provocherà notevoli disturbi psico-fisici nei riproduttori, come aspergillosi o altre malattie respiratorie; senza analizzare il fatto che i novelli, non potendo esercitare adeguatamente la muscolatura, rimarranno rachitici e di taglia inferiore.
Obiettivamente: il gioco non ne vale la candela!
Infine, concludo con l'affermare che una coppia di pappagalli, se intenzionata a deporre, si riprodurrà anche in condizioni poco idonee per l'allevamento dei nidiacei.
Tra le variabili che andrebbero considerate, quindi, vi è anche un buon grado di affiatamento tra i partner, la vicinanza con altre coppie più esperte (in caso di specie gregarie) e - in fin dei conti - anche un pizzico di fortuna.