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Discussione: InformazionI sul nido

  1. #1
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    InformazionI sul nido

    Salve ragazzi , quanto tempo è necessario ai pappagalli per ambientarsi e far si che si possa procedere a mettere il nido ?

  2. #2
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    Ciao Raffaele,
    Non esiste un tempo determinato per poter introdurre nido e materiale d'infrasco all'interno dell'alloggio, ma occorrerà osservare con attenzione il comportamento dei nostri soggetti e riservarsi il periodo necessario per constatare l'affiatamento della coppia e il loro stato di salute, oltre a permettere agli individui di assuefarsi alle nostre tecniche alimentari e di prendere confidenza con l'ambiente.

    In normali condizioni, tale processo si conclude nell'arco di circa 40-60 giorni, tuttavia ciò non significa che gli animali già si rivelino in condizioni di riprodurre ed il tutto sarà subordinato a diverse variabili, in primo luogo periodo riproduttivo ed età degli animali.

    Inutile precisare che, non disponendo alcuna informazione su età e provenienza dei soggetti, sarà più prudente rimandare la cova alla seguente stagione riproduttiva, al fine di scongiurare la possibilità di incorrere in complicazioni legate all'immaturità sessuale, come infertilità degli embrioni o ritenzione dell'uovo.
    A tal proposito, molti allevatori optano per l'acquisto di esemplari in età giovanile, attendendo l'anno seguente prima di tentare la riproduzione: ciò permetterà, inoltre, di controllare al meglio tutte le fasi d'allevamento, consentendo agli esemplari di giungere alla deposizione in prestante forma fisica.

    Oltrettutto, occorre anche rammentare che il periodo più idoneo per la cova coincide con le stagione autunnale e primaverile; di certo, introdurre il nido nei maggio o novembre rappresenterebbe una mossa piuttosto azzardata, in quanto rischieremmo di assistere alla nascita dei pulli in un periodo sfavorevole all'allevamento.
    In conclusione, ti invito a valutare il quadro della situazione ed - in base a quanto esposto- potrai stabilire quando e come tentare la prima cova.
    Ultima modifica di Luca Marani; 09-02-17 a 14: 16
    Saluti,
    Luca Marani.



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  3. #3
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    Luca Grazie sei veramente gentile e grazie sempre per le tue risposte molto curate , ho un altra domanda ,sto provando tutti i giorni a far mangiare ai miei pappagalli frutta e verdura ma neanche la beccano ,ho provato prima in una vaschetta posta sul. fondo della gabbia,ma niente ,oggi l'ho mezza in una mangiatoia interna sollevata ,se non la mangiano cosa devo fare ,continuare a provare oppure c'è qualche altro metodo ?

  4. #4
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    Il problema su come somministrare cibo fresco affligge comunemente molti allevatori di agapornis, che - al contrario di altri Psittacidi - non si rivelano certo dei gran divoratori di frutta.

    Alcuni proprietari sono soliti consigliare alcuni stratagemmi a mio avviso poco funzionali, come mischiare semi e frutta o fornire porzioni di vegetali in composizioni accattivanti.
    Ciò può risultare certamente utile per stimolare i soggetti, ma la questione sta alla base del problema: per ragioni evolutive, gli animali sono indotti a consumare gli alimenti in grado di fornire grandi quantità di energia disponibili a lungo termine, preferendo i semi secchi - di gran lunga più nutrienti e calorici - al cibo fresco e acquoso.
    Appare quindi ovvio che, in presenza di un'abbondante fornitura di granaglie, il fabbisogno energetico giornaliero verrà presto esaurito in un'unica consumazione

    Di conseguenza, volendo obbligare i nostri animali a consumare una corretta porzione per ciascun alimento, occorrerà proporzionare tra loro le razioni di sementi e vegetali freschi.
    In funzione al tempo di cui disponiamo, possiamo rispettare diverse prassi: somministrare porzioni ponderate e strettamente legate al consumo quotidiano, oppure lasciare disponibile la miscela secca per un numero limitato di ore al giorno.

    La prima tecnica è senz'altro più indicata e funzionale, ma richiede una maggior attenzione al fabbisogno degli animali: essa consiste nel fornire solamente la quantità di cibo che la coppia è in grado di consumare.
    Sappiamo, ad esempio, che un agapornis tende ad assumere una quantità di granaglie mature pari al 15-17% del proprio peso, con qualche leggera variazione in base a temperatura esterna, qualità della miscela e attività fisica: un roseicollis di taglia ancestrale pesa all'incirca 60-65 g e consumerà di conseguenza 10-11g giornalieri di miscela, 22-24g se riferito alla coppia. Ovviamente, per i primi giorni potremo fornire quantità abbondanti per poi determinare in seguito le razioni corrette.
    Tale metodologia è senza dubbio da preferire in quanto permette di possedere l'assoluta certezza sulle porzioni assunte, oltre a combinare tra loro una più ampia varietà di prodotti: semi secchi, estrusi, legumi e cereali bolliti, frutta e verdura e via discorrendo.

    La seconda modalità, di gran lunga più approssimativa, ma caratterizzata da un'attuazione più semplice e rapida, consiste nel fornire piccole porzioni di frutta, rimuovendo temporaneamente (3-4 ore) qualsiasi altra forma di cibo dall'alloggio.
    Inoltre, esistono frutti meglio graditi di altri, come mela, pera o melone, tuttavia è bene ricordare che i gradi di appetibilità dei cibi non sempre corrispondono con la salubrità degli stessi
    Saluti,
    Luca Marani.



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  5. #5
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    Grazie come sempre Luca sei il migliorè ,proverò con il primo metodo speriamo bene ,grazie veramente assai

  6. #6
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    Nessun problema, figurati...
    Tienici informati in caso id eventuali complicazioni
    Buona fortuna
    Saluti,
    Luca Marani.



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  7. #7
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    Ciao Luca sto usando il primo metodo ,ma in più ho aggiunto qualche semino nella frutta ,ieri ho provato con la mela, oggi con la pera ma sia ieri che oggi me l'hanno buttata per terra e nella mangiatoia dei semi ,questo comportamento e buono oppure no ?

  8. #8
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    Certo, è impossibile pretendere che nell'arco di un paio di giorni comincino a consumare un alimento prima d'allora sconosciuto.
    Sicuramente il fatto stesso che gli animali ne facciano uso per gioco lascia ben auspicare. Se addirittura lo ignorassero, si prospetterebbe un sfida più ardua ed in salita.

    Serve costanza e pazienza, oltre alla volontà di variare: sicuramente, ora che è inverno, possiamo usufruire di poca frutta di stagione, ma fra qualche mese potremo già disporre di albicocche, fragole e frutti di bosco, pesche ed erbe prative come tarassaco, centocchio, piantaggine...
    Prova anche con un po' di verdura, probabilmente più gradita della frutta in quanto meglio rispecchia l'alimentazione naturale: carote grattugiate o a tocchetti, cicoria, cavolo, verza, spinaci...
    Saluti,
    Luca Marani.



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  9. #9
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    salve luca , ho intenzione di mettere il nido ai miei pappagalli , ho letto che la miglior cosa da dare a loro per costruirlo sono i rami di salice , hai qualche consiglio da darmi su dove acquistarli (nel mio paese non esistono alberi di salice) oppure qualche buon alternativa ?

  10. #10
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    Ciao Raffaele, mi compiaccio che la tua coppia sia ormai predisposta a deporre.
    Innanzi tutto, per completezza d'informazione, è bene ricordare che ciascuna specie di agaporis sfrutta modalita polivoche e peculiari per realizzare l'imbottitura della camera di cova.

    Gli agapornis cosiddetti "ad occhio cerchiato" sono solidi trasportare frasche e ramoscelli di pezzatura piuttosto grossolana all'interno del nido, sminuzzando il materiale in un secondo momento nei pressi del giaciglio di incubazione. I roseicollis, al contrario, prediligono optare per la frammentazione quasi immediata del materiale dispinibile, potendo così gestire in maniera più agile l'allestimento e sistemazione del substrato.

    Analizzando il tuo caso specifico, occorre giungere alla conclusione analizzando i comportamenti riproduttivi originari della specie.
    Ciò è prima di tutto necessario per rimarcare la necessità di rispettare e sviluppare le caratteristiche etologiche della specie, evitando di subordinarle fallaciamente alle necessità di allevamento categorico ed intensivo.

    Alcuni allevatori, per massimizzare e semplificare il mantenimento dell'igiene, sono soliti rilegare gli agapornis alla deposizione su un comune fondo di trucioli, fagiolino o altro genere di lettieria: in tal senso, seppur sia apodittico affermare che uno Psittacide così adattabile e versatile non presenti particolari problematiche a deporre in differenti contesti, è necessario distinguersi da altri generi di avicoltori nella protezione e tutela delle specie, assecondando per quanto possibile le necessità evolutive dei nostri esemplari e disdegnando l'allevamento iper-produttivo a favore della conservazione e dello studio a fini protezionistici.

    Ovviamente, non tutte le coppie sembrano approfittare dell'opportunità di personalizzare ed infrascare il nido, ma è pur sempre prudente rispettare tale peculiarità caratteristica di questi piccoli pappagalli africani.
    Ottimo è invece abbinare le lettiere prima esposte ad un'abbondante quantità di fieno per conigli, aggiungendo in seguito -all'esterno della cassetta- una ridotto numero di ramoscelli freschi.
    A tal punto i riproduttori procederanno con l'assettare la paglia già disponibile all'interno, rifinendo il tutto con filamenti di giovane corteccia o altro materiale vegetale.

    Concluso il pistolotto di premesse, i materiali adoperabili per l'imbottitura sono molteplici - alcuni dei quali non risultano nemmeno contemplati dalla letteratura ornitologica tradizionale.
    L'utilizzo più naturale e gradito dai riproduttori consiste in frasche e ramoscelli verdi: questi si dovranno dimostrare sufficientemente fibrosi, elastici, duttili e teneri.

    Il salice rappresenta una delle piante abbastanza comuni per diffusione che meglio rispondono ai suddetti requisiti, tuttavia nessuno ci vieta di adoperare legno di diversi alberi e arbusti, purché non si rivelino tossici e presentino la conformazione richiesta per lo scopo: i rami raccolti dovranno essersi sviluppati durante il corso dell'ultimo anno - poiché di norma entro questa scadenza la corteccia si dimostra ancora sufficientemente sottile e malleabile - e presentare uno spessore inferiore al mezzo centimetro.
    Alla luce di una simile descrizione, potremo approfittare della presenza di ulivi, eucalipto, pioppi, faggi... e via discorrendo.

    Volendo reperire un'alternativa, può essere utile sapere che i roseicollis possono accontentarsi dell'uso di diversi materiali, non propriamente affini alle frasche, ma che comunque svolgono egregiamente il loro compito: foglie di bambù, striscioline di carta assorbente, erba in fase di essiccazione dal lungo stelo, ecc...
    Saluti,
    Luca Marani.



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