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Discussione: Riproduzione In Cattivita' Del Cappuccino Testa Nera

  1. #1
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    Riproduzione In Cattivita' Del Cappuccino Testa Nera

    Alamanno Capecchi

    RIPRODUZIONE IN CATTIVITA' DEL CAPPUCCINO TESTA NERA
    LONCHURA MALACCA ATRICAPILLA ( VIEILLOT 1807) : VERIFICA,
    OSSERVAZIONI, IPOTESI


    seconda parte


    Quando, esattamente il venti aprile del 1984 misi in voliera la suppo¬sta coppia dei Cappuccini t. n. dei quali scrissi nel 1983, insieme a specie appartenenti ai soli generi Lagonosticta, Granatina, Pytilia e Estrilda,




    per evitare più o meno facili ibridazioni, i miei dubbi sulla purezza dei tre Cappuccini nati l'anno precedente erano praticamente inesistenti. Nessun elemento, sia pur minimo, poteva far supporre che fossero degli ibridi, dato che anche le poche piume di colore bigio chiaro, presenti al centro dell'addome in due soggetti, erano scomparse. Una verifica comunqu¬e si imponeva perché, come ebbi occasione di scrivere nel precedente articolo, salvo le apparenze non avevo dati concreti per affermare che si fossero riprodotti in purezza. La verifica c’è stata e ha dato esito positivo. Anche in questo caso mi servirò del quaderno degli appunti per esporre con più immediatezza i comportamenti essenziali e significativi.



    8 MAGGIO — Un Cappuccino è sempre presente in un nido a cassetta e sembra stia covando.
    18 MAGGIO — Qualcosa si muove nel nido del Cappuccino a testa nera.
    21 MAGGIO — Ho controllato il nido dei Cappuccini; vi sono quattro pulli, con i gozzi pieni, identici a quelli dell'anno scorso. Anche questa volta non vi è stato apporto di nuovo materiale ma si sono limitati ad utilizzare quello già presente nella cassetta per costruire la solita cupola rada. Uso il plurale, ma, in realtà non danno assolutamente l'idea della coppia.
    26 MAGGIO — Nuovo controllo dei pulli. Sono tutti vivi; uno è circa la metà degli altri tre.



    8 GIUGNO — I Cappuccini hanno abbandonato il nido nel primo pomeriggio; colore, aspetto e comportamento uguali a quelli dei fratelli dello scorso anno. Sono tre; il quarto l'ho trovato nell'imbottitura ormai mummificato e con il gozzo pieno di panico e scagliola. A giudicare dall'aspetto, deve essere morto pochi giorni dopo il secondo controllo.
    29 GIUGNO — Ho notato che un Cappuccino è nuovamente in cova (cassetta già riempita in parte con fieno).
    1° LUGLIO — Da oggi anche l'altro Cappuccino cova contemporaneamente quattro uova chiare abbandonate da una coppia di Amaranti; il nido, sempre a cassetta, è posto a meno di un metro dal primo
    6 LUGLIO — I Cappuccini continuano a stare nei due nidi e ognuno cova indipendentemente dall'altro. Infatti se il Cappuccino che cova le uova degli Amaranti facesse la guardia dovrebbe sostituire l'altro quando abbandona il nido, ma ciò non avviene. L'impressione, che ho da tempo, che non si comportino come una vera coppia per quanto concerne le cure parentali, mi viene ulteriormente con¬fermata.



    12 LUGLIO —Sebbene il nido "buono" sia stato abbandonato frequente¬mente e a lungo, oggi sono nati i piccoli della seconda covata.
    14 LUGLIO — Ho controllato i pulli, sono quattro, tutti ben nutriti e vitali. L'altro Cappuccino sta ancora nel nido.
    19 LUGLIO — Il Cappuccino che non ha i nati ha cessato di incubare le uova infeconde degli Amaranti, ma continua a non occuparsi dei figli.
    1° AGOSTO — Sono usciti dal nido i quattro Cappuccini della seconda covata.
    15 AGOSTO — Ho notato che un Cappuccino alimenta diligentemente e con



    assiduità i figli mentre l'altro, tutte le volte che un pullus gli si avvicina per chiedere il cibo, o si allontana o lo becca .tra la mandibola e la mascella, come se quell'atteggiamento costituisse per lui una minaccia anziché un invito.
    Con questi dati, volendo generalizzare il comportamento della coppia in mio pos¬sesso nell'arco di questi due anni, si potrebbe ipotizzare che la difficoltà di ripro¬duzione in purezza del Cappuccino a testa nera dipenda sia dalla scelta dei sessi per assortire una vera coppia (vi sono alcuni maschi, come nel caso del mio, che non cantano mai) sia soprattutto dalla perdita, in condizioni di cattività, di de¬terminati moduli comportamentali attinenti al periodo riproduttivo. Autori affidabili, come mi fa notare TRUFFI (in litt.), alla cui cortesia e competenza anche in questa circostanza sono ricorso: « ... non parlano di anomalie di comportamen¬to e quindi tutto lascia supporre che in natura la specie si comporti come gli altri congenerici ». Pretendere però di trasferire alla specie il comportamento di una singola coppia sarebbe veramente operazione superficiale e approssimativa. Oltre tutto la stessa coppia, in cattività, può avere comportamenti diversi. Come esem¬pio ricorderò che quando, circa tre anni fa, scrissi l'articolo « Osservazioni e considerazioni su un caso di nidificazione del Coda di aceto » annotai una dettagliata descrizione del nido costruito in voliera da questo estrildide.

    Alcuni mesi dopo".', MIGNONE (1981), sullo stesso argomento, segnalando la positiva esperienza del fiammingo Frans De Winter, descrisse un nido più semplice e diverso. L'anno successivo i miei Coda di aceto nidificarono nuovamente, anche se la cosa non andò a buon fine. Il nido questa volta fu costruito in modo molto simile a quello riportato da Mignone.

    In definitiva: sarà veramente difficile, in cattività, la riproduzione in purezza del Cappuccino testa nera? La mia impressione è che, eccetto per poche specie delle quali si conoscono bene i comportamenti riproduttivi sia in gabbia sia in voliera, ci si basi su "voci" o esperienze singole senza una seria ricerca che stabilisca, almeno approssimativamente, quanti ornitocoltori si sono dedicati alla riproduzione di quella determinata specie, e con quante coppie o supposte tali, in modo da stabilire un rapporto fra i tentativi di riproduzione e i risultati positivi.
    Ancora un esempio: la letteratura di settore è concorde nel presentare il Cappuccino a testa bianca Lonchura maya come una delle specie più difficili a riprodursi in cattività, ma in un articolo pubblicato sul n. 9 di quest'anno di « Uccelli», VALSANGIACOMO comunica di averne ottenuta la nidificazione in una gabbia di tipo inglese di cm 40 x 30 x 30 riuscendo ad inanellare i nati!

    Sono convinto che per numerose specie, senza voler togliere niente nel caso specifico, al merito del bravo e capace ornitocoltore, l'antico proverbio: « Il diavolo non è poi così brutto come è dipinto » possa calzare a pennello.

    BIBLIOGRAFIA Brooksbank A., 1949 - Foreign birds for garden aviaries, Cage Birds, London.
    Ali S. & Ripley S.D., 1974 - Handbook of the Birds of India and Pakistan, Vol. 10, Oxford University, Bombay.
    .‘ Mignone G.P., 1981 - Riproduzione ed allevamento di Estrilda caerulescens (Vieillot) (Estrildidae¬ - Passeriformes) realizzata con esemplari in cattività, Avifauna, 4 (5): 196-198.
    Rutgers A., 1964 - The Handbook of Foreign Birds, Vol. I, Blanford Press, Poole (4' ed. 1977).



    __________________________________________________ _________



    Alamanno capecchi

  2. #2
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    Ancora sul Cappuccino t. n.

    L’articolo sul Cappuccino t. n., con modifiche ed aggiunte, in collaborazione con l’Amico Giuseppe Paolo Mignone, fu ripubblicato da Italia Ornitologica – 11/1988.
    Qui di seguito alcune considerazioni ed ipotesi.

    Con questi dati, volendo generalizzare il comportamento della coppia di Cappuccini t.n. nell'arco di questi due anni, si potrebbe ipotizzare che la difficoltà di riproduzione in purezza del Cappuccino t.n. dipenda sia dalla scelta dei sessi per assortire una vera coppia (vi sono alcuni maschi , come in questo caso, che non cantano mai) sia soprattutto dalla perdita, in condizioni di cattività, di determinati moduli comportamentali attinenti al periodo riproduttivo.
    Sono tutti problemi, questi, che ruotano in quella branca relativamente nuova delle discipline etologiche ed ecologiche che va sotto il nome di ecologia comportamentale o eco-etologia.
    Qualora, per esempio, desideriamo trovare le risposte ai nostri quesiti nel caso considerato ed in altri, dobbiamo valutare il comportamento dei Cappuccini t.n. in relazione ai parametri ambientali, quali il tipo di cibo disponibile, i requisiti necessari per il nido, la presenza di spp. competitrici e dell'ibridismo. Saranno pertanto questi ed altri aspetti ecologici, valutati e correlati all'etologia di quella sp., che ci consentiranno di enucleare i fattori e le modalità con cui essa opera. Avremo perciò da considerare gli adattamenti etologici alle caratteristiche ambientali; le scelte nel bilancio economico dell'individuo; il comportamento aggressivo; la selezione sessuale ed il « conflitto » tra i sessi; le cure parentali ed i sistemi di accoppiamento; le strategie alternative; l'ibridismo, la cooperazione e l'altruismo; la struttura dei segnali di comunicazione in relazione alle variabili ecologiche ed ai fattori selettivi; l'evoluzione del comportamento in individui diversi, ma interagenti.
    Un aspetto di non trascurabile importanza, che va enfatizzato malgrado le troppo rigide opinioni di molti naturalisti, è che in ecologia com*portamentale — come del resto in ogni altra disciplina scientifica — vanno formulate non soltanto le descrizioni analitiche tipiche delle Scien*ze Naturali, ma precise ipotesi di lavoro da verificare sperimentalmente, ove possibile com'è nel nostro caso, trasportando la ricerca dall'ambiente naturale alla cattività o segregazione controllata o laboratorio. Sono finiti i tempi in cui l'osservazione del comportamento era prevalentemente passiva e le conclusioni venivano raggiunte soltanto attraverso correlazioni tra i parametri ambientali e quelli etologici, o perfino attraverso ipotesi non verificate. Questo è vero, ma attenzione! Pretendere di trasferire alla sp. il comportamento di una coppia soltanto è veramente operazione superficiale e approssimativa. Oltre tutto la stessa coppia, in cattività, può mostrare comportamenti diversi. Come esempio…
    Alamanno Capecchi


  3. #3
    Paride
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    Cappuccino testa nera

    Ho letto il suo articolo e come sempre la ringrazio per essere riuscito a farci sognare. Mentre Lei descriveva le varie fasi, la mente da un lato analizzava avidamente quanto letto e dall'altro immaginava.
    In merito ho una domanda da porLe, ma più che domanda è solo una mia curiosità.

    In tutto l'articolo relativo al Cappuccino testa nera ma maggiormanete nella descrizione dei periodi della riproduzione, dai primi di maggio (l'8 se non vado errato) al 15 di agosto, l' ho "percepita" più freddo, distaccato, professionale e mi domando: lo studioso, lo scienziato ha preso il sopravvento sull'uomo e sulla sua passione? oppure è proprio la passione, l'amore smisurato per queste creature alate che riesce a dominare il sentimento delll'uomo a tal punto da renderlo "professionale e asettico" ???

    Grazie ancora.

  4. #4
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    Per Paride.

    Per la riproduzione in voliera del Cappuccino t. n., nel tentativo di chiarire un “mistero” che veniva da lontano, mi limitai a “fotografare freddamente” e con poche parole, quanto avveniva per poi tentare timidissime supposizioni. Dubbi, mai certezze assolute, nella speranza che qualcuno, veramente esperto, potesse formulare ipotesi più probanti e con un linguaggio settoriale più colto.
    Grazie degli elogi, ripetuti anche in altra parte del forum, ma vi prego datemi del tu e chiamatemi Alamanno. In questo forum dei “Marco Novelli”, plurale che include tanti altri validissimi esperti, io mi sento il signor nessuno.

    Cordialità,
    Alamanno.
    Alamanno Capecchi


  5. #5
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    ^[[[]]
    E' sempre un piacere leggere questi interessantissimi articoli, ci si immedesima, e forse si riesce ad immaginare come potrebbe essere gratificante poter ripetere esperienze simili d'allevamento. Ormai penso che per la maggior parte di noi resti solo da immaginare, magari leggendo e rileggendo esperienze come questa.

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