seconda parte
Vita in cattività
Tutti gli uccelli del genere Chloropsis sono interessanti e gradevoli uccelli da tenere in cattività. Tra questi il Chloropsis aurifrons, Verdino fronte dorata, meglio noto tra gli appassionati di Esotici con il nome di Tordo del Malabar, è frequentemente descritto nei libri dedicati agli avicoltori del settore. Queste le caratteristiche somatiche minuziosamente descritte da Vriends: “Lunghezza 20 cm. Gola blu e stria nera all'occhio; guance, collo e petto hanno un riflesso porpora; vertice giallo. Il petto è bordato da una grande stria gialla. La curva delle ali è blu, il dorso verde scuro, le parti inferiori color verde-erba chiaro; remiganti brunastre; coda
gialla. Occhi marrone, becco nero, zampe grigio-azzurro. Nella femmina il nero è meno profondo, il colore e le macchie sono più opachi”.
Lievi differenze di colore e di taglia in rapporto alla sottospecie.
Alcuni autori ritengono il loro allevamento poco impegnativo, ma il Woolham avverte che “sono assai delicati nella fase di acclimazione e devono essere tenuti in ambienti riscaldati, anche se l’acquisto avviene durante la stagione estiva.
Gabbioni spaziosi, il bagno quotidiano e una scrupolosa pulizia sono fattori essenziali perché possano superare senza danni il critico periodo dell’ambientazione. Una volta superata l’acclimazione ed alloggiati all’aperto, non è detto che tutto sia risolto; perché bisognerà garantire un costante leggero riscaldamento del ricovero e trasferirli prontamente al chiuso non appena le
condizioni climatiche lo consigliano”.
Dello stesso parere è il Vriends che scrive: “Inutile dire che durante l'inverno bisogna tenere questi uccelli al coperto (a circa 18° C di temperatura)”.
Cristina afferma che sono robusti e resistenti alle basse temperature e durante l’inverno è sufficiente tenerli in ambienti dove non scenda sotto i sei- otto gradi. Aggiunge che si addomesticano facilmente e vengono volentieri a prendere le larve
della farina dalle mani.
Il conportamento fiducioso è confermato dal Bechtel con queste parole : “anche in una grande voliera si addomestica molto facilmente”.
Alimentazione
L’alimentazione deve essere varia e ben equilibrata: biscotti ammollati in acqua e miele, frutta a polpa morbida, arance, banane, piccole larve di Tenebrio molitor e, come base, un appropriato pastoncino per insettivori del commercio, Sempre a disposizione acqua abbondante e pulita ( Bevono molto e fanno frequentemente il
bagno)
Riproduzione
Particolarmente difficile. Bechtel (1976): “Finora non si è mai riprodotto in cattività”. Più possibilista Woolhan (1979): “Spazio, abbondanza di vegetazione e attente cure sono fattori che in genere portano, prima o poi, a qualche probabile risultato”. Ma avverte che il Verdino fronte dorata “è specie che mette a dura prova l’abilità dell’allevatore (anche il più esperto)”.
Esperienza personale.
Per un ornitofilo avere tra gli amici un importatore di uccelli esotici è una fortuna perché possono capitare occasioni favorevoli. Una volta a quest’ amico arrivarono dal Sud- Est asiatico dei Verdini con il piumaggio in gran parte ricoperto e danneggiato
dall’alimento liquido e appiccicoso, collocato nelle cassette senza la dovuta attenzione. In buona parte riuscì a venderli. Quattordici, in pessime condizioni, nessuno li volle e come era successo altre volte li affidò alle mie cure. Diceva sempre: “ portali via, tanto qui muoiano tutti”. Era la sua maniera per dire: “se li vuoi te li regalo” Come prima operazione, appena giunto a casa, li presi uno per uno e con una spugnetta imbevuta nell’acqua calda lavai il più possibile le penne e le
asciugai con il fhon poi li misi tutti in una comoda voliera interna ben fornita di cibo adatto e li lasciai tranquilli. Il giorno dopo, sebbene avessero le ali e le zampe più libere, pochi occupavano i posatoi più bassi. La maggior parte era ancora a terra e le
piume gonfie, l’aspetto sofferente e l’estrema magrezza facevano presagire niente di buono. Nei giorni successivi i più magri e mal ridotti iniziarono a morire. Riuscii a salvarne otto, tutti maschi : sette aurifrons e un hardwickii. Morirono tre aurifrons e
altri quattro che non riuscii a classificare: forse erano una sottospecie di Chloropsis
cochinchinensis ancora in abito giovanile.
I superstiti alimentati con biscotti ammollati in acqua e miele, arance tagliate a rondelle per evitare che immergendo troppo il becco nel frutto si danneggiassero le piume della testa, un buon pastoncino del commercio e larve d’insetti, pian piano si rimisero completamente.
Per circa un mese e mezzo nella piccola colonia la vita si svolse tranquillamente: mangiavano con appetito, facevano ripetuti bagni e dedicavano la maggior parte del tempo alla cura del piumaggio. Poi, avvicinandosi il periodo riproduttivo il loro
naturale istinto territoriale e battagliero si fece sentire, e fui costretto ad intervenire.
Metterli singolarmente in gabbie da canarini avrebbe richiesto troppo tempo per la manutenzione. Scartata l’idea di alloggiarli nella voliera con gli altri uccelli non mi rimase altra soluzione che ridurre il numero. Tenni due aurifrons e l’hrdwickii
Gli altri li riportai all’amico che volle darmi in cambio due coppie di Vedova del Fischer Vidua fischeri
Per concludere, basandomi anche sull’esperienza dei tre maschi seguiti per anni, ritengo il Verdino fronte oro e il Verdino ventre arancio interessanti uccelli da gabbia, ma per il tipo di alimentazione richiesta, con conseguenti feci liquide, e
l’abitudine di sparpagliare il cibo vuotando i contenitori della gabbia non sicuramente ideali uccelli da compagnia da tenere in salotto.
La cosa migliore, come riportato in alcuni libri è alloggiare le singole coppie in voliere adatte e simulare approssimativamente il loro habitat naturale, per stimolare la riproduzione. Per il Verdino fronte dorata abbiamo veduto che è difficile. Per il
Verdino ventre giallo, il Bechtel non ha dubbi: “Finora non si è mai riprodotto in cattività”. Il “finora” si riferisce al 1986 D’allora è trascorso molto tempo e la situazione potrebbe essere cambiata.
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Alamanno Capecchi
nato a Pontedera (PI) il 25 settembre 1927.
Laureato in farmacia. Zoofilo. Ornitologo dilettante.
Menbro della Società Italiana di Scienze Naturali (Milano)
Rappresentante nazionale C.R.O. ( Commission de ricerche ornithologique) della C.O.M.
Autore di circa trecento articoli pubblicati da riviste italiane ed estere (Avifauna, Uccelli, Italia Ornitologica, Atualidades Ornitologicas, O Paporrubio