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Discussione: Il Genere Chloropsis (Alamanno Capecchi)

  1. #1
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    Il Genere Chloropsis (Alamanno Capecchi)

    Il Genere Chloropsis Jardine & Selby 1827.
    di Alamanno Capecchi


    Propri della Regione Orientale i Cloropsis sono Passeriformi di taglia mediopiccola,
    (LT 17-20 cm) e d’aspetto elegante. Il nome italiano: Verdini, deriva dal lungo e morbido piumaggio che è in prevalenza di un bel verde erba. Nella maggior parte delle specie i maschi si distinguono facilmente dalle femmine per la presenza di altri vivaci e contrastanti colori: blu, arancione, giallo e nero. Le ali sono lunghe, i tarsi corti e forti, il becco sottile e leggermente piegato. Il canto è aspro, ma non sgradevole, sono, inoltre, abilissimi ad imitare quello di altri uccelli. Prediligono le fitte foreste spostandosi, a piccoli gruppi o a coppie, tra le chiome degli alberi alla ricerca del cibo.
    Si nutrono d’insetti, frutta e semi. Particolarmente ricercato il nettare dei fiori e le bacche del vischio orientale. Importante il loro ruolo per l’impollinazione e la riproduzione di molte specie vegetali.
    Il nido, poco curato e a forma di scodella, è costruito con viticci, fili d’erba e fibre vegetali, ben nascosto tra i rami degli alberi. Il numero delle uova deposte è basso: in genere due, raramente tre. Tempo d’incubazione circa 14 giorni.



    Classificazione

    Se tutte le “Liste” più aggiornate e affidabili concordano nel suddividere il genere Cloropsis in otto specie, non vi è ancora tra gli studiosi, dopo anni di confronto d’opinioni, identità di vedute sulla categoria superiore (Famiglia).
    Lo Grzimek nell’edizione del 1971 annota: “La classificazione degli Irenidi
    (famiglia Irenidae) non trova concordi tutti gli zoologi.
    Distinguiamo qui 2 sottofamiglie:
    1) Cloropseini (Chloropseinae) con due generi e circa 12 specie;
    2) Irenini (Ireninae), con un solo genere (Irena) e 2 specie.
    Di recente alcuni ornitologi hanno però collocato questa seconda famiglia tra gli Oriolidi.
    Preferiamo tuttavia non insistere su una simile questione, del resto ancora aperta, e seguiamo il celebre zoologo francese Jean Delacour, che riunisce i Cloropseini con gli Irenini nella famiglia degli Irenidi.
    I primi, oltre alle specie del genere Chloropsis, comprendono
    probabilmente anche quelle, assai differenti, del genere Aegithina”.
    Il Sibley riunisce nella famiglia Irenidae i generi Irena e Chloropsis.
    Il Perrins nella famiglia Irenidae include soltanto le due specie del genere Irena e colloca i generi Chloropsis e Aegithina nella famiglia Chloropseidae.
    Howard e Moore, infine, riuniscono i tre generi Aegithina, Chloropsis e Irena
    nella famiglia Irenidae.
    Qui di seguito la classificazione del genere Chloropsis:
    specie, sottospecie e areali
    CHLOROPSIS Jardine & Selby 1827
    Chloropsis flavipennis (Tweeddale) 1878 Verdino delle Filippine
    Cebu, Mindanao Is
    Chloropsis palawanensis (Sharpe) 1877 Verdino di Palawan
    Palawan I
    Chloropsis sonnerati Jardine & Selby 1827 Verdino maggiore
    C. s. sonnerati Java C.s.zosterops
    S Thailand, Malaysia, Sumatra, Borneo C.s.parvirostris Nias I
    Chloropsis cyanopogon (Temminck) 1829 Verdino minore
    C.c.cyanopogon
    S Burma, Thailand, Malaysia, Sumatra, Borneo C. c. septentrionalis
    S Thailand
    Chloropsis cochinchinensis (Gmelin) 1788 Verdino ali azzurre
    C. c. cochinchinensis Burma, SE Thailand, Cambodia, S Indochina
    C. c. kinneari E Thailand, N Indochina C. c. serithai S Thailand C. c. moluccensis S Thailand. Malaysia C. c. icterocephala S Malaysia, Sumatra
    C.c.natunensis Natuna Is C.c.billitonis Billiton I C. c. viridinucha Borneo C. c.nigricollis Java
    C. c. jerdoni S India, Sri Lanka
    Chloropsis aurifrons (Temminck) 1829 Verdino fronte dorata.
    C. a. aurifrons Himalayas, Burma, NE India C. a. frontalis C & S India
    C. a. insularis SW India, Sri Lanka C. a. pridii S Burma, N Thailand, N Laos
    C. a. inornata C & S Thailand, Cambogia, S Vietnam C. a. incompta SW Thailand, S Indochina C.a.media Sumatra
    Chloropsis hardwickei Jardine & Selby 1830 Verdino ventre arancio
    C. h. hardwickei Burma, E Himalayas, N Thailand, N Vietnam
    C. h. malayana Malaysia
    C. h. melliana S China. N Vietnam C.h.lazulina Hainan I
    Chloropsis venusta (Bonaparte) 1850 Verdino mascherato
    Sumatra

    C. h. hardwickei Burma


    segue........

    __________________________________________________ _______

  2. #2
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    Il Genere Chloropsis (Alamanno Capecchi) seconda parte

    seconda parte

    Vita in cattività

    Tutti gli uccelli del genere Chloropsis sono interessanti e gradevoli uccelli da tenere in cattività. Tra questi il Chloropsis aurifrons, Verdino fronte dorata, meglio noto tra gli appassionati di Esotici con il nome di Tordo del Malabar, è frequentemente descritto nei libri dedicati agli avicoltori del settore. Queste le caratteristiche somatiche minuziosamente descritte da Vriends: “Lunghezza 20 cm. Gola blu e stria nera all'occhio; guance, collo e petto hanno un riflesso porpora; vertice giallo. Il petto è bordato da una grande stria gialla. La curva delle ali è blu, il dorso verde scuro, le parti inferiori color verde-erba chiaro; remiganti brunastre; coda
    gialla. Occhi marrone, becco nero, zampe grigio-azzurro. Nella femmina il nero è meno profondo, il colore e le macchie sono più opachi”.
    Lievi differenze di colore e di taglia in rapporto alla sottospecie.
    Alcuni autori ritengono il loro allevamento poco impegnativo, ma il Woolham avverte che “sono assai delicati nella fase di acclimazione e devono essere tenuti in ambienti riscaldati, anche se l’acquisto avviene durante la stagione estiva.
    Gabbioni spaziosi, il bagno quotidiano e una scrupolosa pulizia sono fattori essenziali perché possano superare senza danni il critico periodo dell’ambientazione. Una volta superata l’acclimazione ed alloggiati all’aperto, non è detto che tutto sia risolto; perché bisognerà garantire un costante leggero riscaldamento del ricovero e trasferirli prontamente al chiuso non appena le
    condizioni climatiche lo consigliano”.
    Dello stesso parere è il Vriends che scrive: “Inutile dire che durante l'inverno bisogna tenere questi uccelli al coperto (a circa 18° C di temperatura)”.
    Cristina afferma che sono robusti e resistenti alle basse temperature e durante l’inverno è sufficiente tenerli in ambienti dove non scenda sotto i sei- otto gradi. Aggiunge che si addomesticano facilmente e vengono volentieri a prendere le larve
    della farina dalle mani.
    Il conportamento fiducioso è confermato dal Bechtel con queste parole : “anche in una grande voliera si addomestica molto facilmente”.

    Alimentazione

    L’alimentazione deve essere varia e ben equilibrata: biscotti ammollati in acqua e miele, frutta a polpa morbida, arance, banane, piccole larve di Tenebrio molitor e, come base, un appropriato pastoncino per insettivori del commercio, Sempre a disposizione acqua abbondante e pulita ( Bevono molto e fanno frequentemente il
    bagno)

    Riproduzione

    Particolarmente difficile. Bechtel (1976): “Finora non si è mai riprodotto in cattività”. Più possibilista Woolhan (1979): “Spazio, abbondanza di vegetazione e attente cure sono fattori che in genere portano, prima o poi, a qualche probabile risultato”. Ma avverte che il Verdino fronte dorata “è specie che mette a dura prova l’abilità dell’allevatore (anche il più esperto)”.

    Esperienza personale.

    Per un ornitofilo avere tra gli amici un importatore di uccelli esotici è una fortuna perché possono capitare occasioni favorevoli. Una volta a quest’ amico arrivarono dal Sud- Est asiatico dei Verdini con il piumaggio in gran parte ricoperto e danneggiato
    dall’alimento liquido e appiccicoso, collocato nelle cassette senza la dovuta attenzione. In buona parte riuscì a venderli. Quattordici, in pessime condizioni, nessuno li volle e come era successo altre volte li affidò alle mie cure. Diceva sempre: “ portali via, tanto qui muoiano tutti”. Era la sua maniera per dire: “se li vuoi te li regalo” Come prima operazione, appena giunto a casa, li presi uno per uno e con una spugnetta imbevuta nell’acqua calda lavai il più possibile le penne e le
    asciugai con il fhon poi li misi tutti in una comoda voliera interna ben fornita di cibo adatto e li lasciai tranquilli. Il giorno dopo, sebbene avessero le ali e le zampe più libere, pochi occupavano i posatoi più bassi. La maggior parte era ancora a terra e le
    piume gonfie, l’aspetto sofferente e l’estrema magrezza facevano presagire niente di buono. Nei giorni successivi i più magri e mal ridotti iniziarono a morire. Riuscii a salvarne otto, tutti maschi : sette aurifrons e un hardwickii. Morirono tre aurifrons e
    altri quattro che non riuscii a classificare: forse erano una sottospecie di Chloropsis
    cochinchinensis ancora in abito giovanile.
    I superstiti alimentati con biscotti ammollati in acqua e miele, arance tagliate a rondelle per evitare che immergendo troppo il becco nel frutto si danneggiassero le piume della testa, un buon pastoncino del commercio e larve d’insetti, pian piano si rimisero completamente.

    Per circa un mese e mezzo nella piccola colonia la vita si svolse tranquillamente: mangiavano con appetito, facevano ripetuti bagni e dedicavano la maggior parte del tempo alla cura del piumaggio. Poi, avvicinandosi il periodo riproduttivo il loro
    naturale istinto territoriale e battagliero si fece sentire, e fui costretto ad intervenire.


    Metterli singolarmente in gabbie da canarini avrebbe richiesto troppo tempo per la manutenzione. Scartata l’idea di alloggiarli nella voliera con gli altri uccelli non mi rimase altra soluzione che ridurre il numero. Tenni due aurifrons e l’hrdwickii
    Gli altri li riportai all’amico che volle darmi in cambio due coppie di Vedova del Fischer Vidua fischeri
    Per concludere, basandomi anche sull’esperienza dei tre maschi seguiti per anni, ritengo il Verdino fronte oro e il Verdino ventre arancio interessanti uccelli da gabbia, ma per il tipo di alimentazione richiesta, con conseguenti feci liquide, e
    l’abitudine di sparpagliare il cibo vuotando i contenitori della gabbia non sicuramente ideali uccelli da compagnia da tenere in salotto.
    La cosa migliore, come riportato in alcuni libri è alloggiare le singole coppie in voliere adatte e simulare approssimativamente il loro habitat naturale, per stimolare la riproduzione. Per il Verdino fronte dorata abbiamo veduto che è difficile. Per il
    Verdino ventre giallo, il Bechtel non ha dubbi: “Finora non si è mai riprodotto in cattività”. Il “finora” si riferisce al 1986 D’allora è trascorso molto tempo e la situazione potrebbe essere cambiata.

    Bibliografia
    Austen, Singer, 1962 – Uccelli de mondo – A. Mondatori, Milano.
    Grzimek, 1971 – Vita degli animali - vol 9°, Bramante, Milano
    R. Massa, L. Bottoni, C. Violani, 1993 – Lista in lingua italiana degli uccelli di tutto il mondo -
    Università degli studi di Milano
    7
    R. Howard and A. Moore, 1991 – A complete Checklist of the birds of the World – Academic
    Press, London
    Charles G. Sibley, 1996 - Birds of the World – Edizione su CD
    Christopher M. Perrins, 1991 – Enciclopedia illustrata degli uccelli - A. Mondatori, Milano
    M. Woodcock, H. Heinzel, 1987 – Handguide to the birds of the Indian Sub-Continent – Collins,
    London
    B. King, M. Woodcock, E. C. Dickinson, 1984 – Birds of South-East Asia – Collins, London
    Salim Ali, 1986 – Field guide to the birds of the Eastern Himalayas – Oxford University Press.
    R. M. De Schauensee, 1989 – The birds of China - Oxford University Press.
    D. Holmes, S. Nash, 1990 – The birds if Sumatra and Kalimantan - Oxford University Press.
    D. Holmes, S. Nash, 1989 – The birds of Java and Bali - Oxford University Press.
    J. E. du Pont, G. Sandstrom, John R. Peirce, 1971 – Philippine birds – Delaware Museum of
    Natural History, Greenville, Delaware.
    F. Woolham, D. Avon, T. Tilford, 1979 – Aviariy Birds in Colour – Blandford Press, London
    G. Mandahl-Barth, M.G. Peyrot-Maddalena, 1972 - Uccelli da gabbia e da voliera - Editrice
    S.A.I.E., Torino.
    Matthew M. Vriends, 1985 - Uccelli da gabbia e da voliera – A. Mondatori, Milano
    P. Cristina, 1969 – Uccelli da gabbia e voliera di tutto il mondo - U. Hoepli, Milano.
    Helmut Bechtel, 1976 – Il libro degli uccelli da gabbia e da voliera – Muzzio editore, Padova


    __________________________________________________ __


    Alamanno Capecchi
    nato a Pontedera (PI) il 25 settembre 1927.
    Laureato in farmacia. Zoofilo. Ornitologo dilettante.
    Menbro della Società Italiana di Scienze Naturali (Milano)
    Rappresentante nazionale C.R.O. ( Commission de ricerche ornithologique) della C.O.M.

    Autore di circa trecento articoli pubblicati da riviste italiane ed estere (Avifauna, Uccelli, Italia Ornitologica, Atualidades Ornitologicas, O Paporrubio

  3. #3

    Altre meravigliose creature.
    Ricordo anni fa in un negozio una folgorante Irena Puella...sembrava una creatura uscita da un sogno...

  4. #4
    Classe A Forum
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    si possono trovare????????

    Mi sa che continuando così vorrò tutti i soggetti che ci fai vedere......
    Rosario Balsamo SV284
    i miei errori????? nè più nè meno dei tuoi!!!!!

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