Splendido animale e articolo, grazie Marco !
L'USIGNOLO
di ERNEST O. HAUSER
Il nome inglese dell'Usignolo (nightingale) deriva da night, notte, e galan, cantare, in antico anglo-sassone. Un nome assai appropriato, poiché quest'uccello, se è vero che canta a qualunque ora del giorno o della notte, può in realtà essere ascoltato al meglio nella calma della sera, quando pochi altri suoni interferiscono con la sua voce chiara e melodiosa
Il suggestivo canto notturno
Mentre canta, l'Usignolo guarda verso il cielo, pregando Dio, giorno e notte, scrisse un dotto dell'VIII secolo; e la sua gola vibra disperatamente e, a volte, tutto il suo corpo freme. Contrariamente alla credenza popolare, l'Usignolo non canta mai per la notte intera ma, dopo aver concesso un numero sufficiente di bis, nasconde la testa sotto l'ala e si addormenta.
Perché Filomela
L'uomo, fin dalle più lontane età, ha guardato all'Usignolo con gli occhi del sentimento, attribuendogli perfino una sensibilità umana.
Gli antichi Greci gli vollero dare una personalità tragica, basata sul truce mito di Filomela («amante della melodia») una principessa ateniese violentata dal cognato, il re di Tracia Tereo.
Per vendetta, Filomela e la sorella assassinarono Iti, figlio prediletto del re. Quando Tereo, pazzo di dolore, si scagliò contro le due sorelle con la spada sguainata, gli dei pietosamente trasformarono le due donne in uccelli.
Procne, sorella della principessa, divenne una Rondine; Filomela, un Usignolo.
Procne e Filomela
Ispirò Eschilo, Shakespeare, Milton ed altri
Il nome rimase. L'Usignolo-Filomela (il suo nome, in francese, è Rossignol philomèle) sopravvisse come una figura perseguitata dal rimorso.
Il tragediografo greco Eschilo, ancora nel 458 a.C., descrive questo uccello, nella tragedia Agamennone, come una creatura afflitta, rosa dalla pena, che invoca instancabilmente: Iti, Iti!
Shakespeare non ha esitazioni e lo chiama semplicemente Filomela. «Dolce Usignolo» scrive John Milton «che clamor di follia rifuggi, così musicale, così malinconico».
John Keats, il poeta romantico inglese, nella sua Ode a un Usignolo, sospira- «Il tuo doloroso inno si spegne, oltre i vicini prati, sull'acqua immota».
Eschilo
Anche nella «Pastorale» di Beethoven
Ma a onor del vero va detto che è altrettanto facile interpretare gli arpeggi di Filomela come un inno di gioia o un canto venato di tristezza. Ludwig van Beethoven, nella sua Pastorale, appropriatamente ne trascrive la voce per il flauto, a cui assegna due trilli prolungati
Splendido animale e articolo, grazie Marco !
Grazie mille per questo articolo Marco...
Leo
Uccello in gabbia, o canta per amore, o canta per rabbia...