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Discussione: L'uso delle «mani» nei pappagalli

  1. #1
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    L'uso delle «mani» nei pappagalli

    In etologia ci sono tanti test per stabilire il grado d'intelligenza di un animale, forse quello più famoso è il "test dello specchio", che valuta "l'autoconsapevolezza" degli animali, purtroppo è stato superato da un solo uccello: la Gazza europea.

    Secondo voi, c'è differenza dal punto di vista intellettivo, tra gli psittacidi che sanno utilizzare, correttamente, le zampe per afferrare cibo, oggetti?

    In fin dei conti per l'evoluzione umana il pollice opponibile è stato fondamentale proprio perché permette l'utilizzo di oggetti in modo più preciso...

  2. #2
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    Sicuramente nell'operazione di coordinamento degli arti inferiori, atti a svolgere funzioni manipolatrici, rientra anche una componente intellettiva, tuttavia l'origine di tali atteggiamenti è prettamente relativa al contesto evolutivo degli animali.

    Gli Psittacidi caratterizzati da abitudini di vita arboricole avranno imparato ad utilizzare le zampe come mezzo di locomozione principale, utili per arrampicarsi e aggrapparsi saldamente a rami esili o ricoperti di muschio.
    Inoltre la consumazione di cibo in posizione sopraelevata avrà sviluppato, così come in alcuni falconiformi, una maggior capacità di controllo delle articolazioni mobili, al fine di mantenere saldamente un grosso frutto durante il lento processo di distruzione e assunzione, senza sfruttare alcuna base di appoggio.
    A sostegno di questa tesi, è interessante notare come i pappagalli di foresta presentino falangi relativamente più lunghe rispetto ad altri Psittaciformi.

    Uno Psittacide proveniente da contesti aridi e poco alberati, al contrario, avrà sviluppato una maggior potenza muscolare per intraprendere lunghi spostamenti alla ricerca di cibo e acqua, il tutto a discapito dell'impiego degli arti inferiori.
    Inoltre, tutti gli uccelli pascolatori sono soliti consumare il pasto - principalmente composto da spighe immature ed erbe - permanendo al suolo: in simili contesti, lo sviluppo di capacità prensili non si rende necessario.

    L'intelligenza caratteristica di una determinata specie si rileva principalmente in base alla capacità di interagire con svariati oggetti, anche per semplice gioco o per curiosità, preservare le esperienze accadute in una memoria a lungo termine, risolvere problemi straordinariamente complessi, nonché in funzione del livello di spirito d'inventiva e capacita d'adattamento.
    Saluti,
    Luca Marani.



    Il mio sito: allevamentomarani.jimdo.com

  3. #3
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    Certo, l'origine degli arti inferiori prensili è stato un adattamento ambientale, ma questa capacità, oltre che a svolgere le funzioni che l'evoluzione richiedeva, agli uccelli in natura è servita ad altri fini? La zigodattilia presente negli psittacidi, fa presupporre che l'origine di tutta questa famiglia sia arboricola, in seguito alcune specie si sono adattate a situazioni ambientali differenti dove l'arrampicarsi non era fondamentale. In cattività si sono visti esperimenti incredibili in cui, anche grazie al'interazione con oggetti i pappagalli potevano esplorare e manifestare il loro potenziale intellettivo. In natura, esiste qualche segnale dove la capacità di afferrare oggetti, col tempo, si sia essa stessa evoluta dando ulteriori potenzialità ai pappagalli?

    p.s. io credo che l'afferrare oggetti/cibo sia essa stessa una capacità successiva, lo scopo evolutivo principale degli arti prensili (credo) fosse
    quello di arrampicarsi in zone dove la foresta troppo fitta impediva spostamenti in volo.

  4. #4
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    Sentiamo cosa ne pensa Luca, comunque la questione mi sembra estremamente complessa, analizzabile esaurientemente solo tramite studi approfonditi.

    Comunque confermo quanto espresso da Luca, che l'utilizzo delle zampe per manipolare deriva dalle abitudini degli animali e solo in parte dall'intelligenza.
    Per fare un'esempio pratico, osserveremo raramente un Calopsite consumare il cibo usando le zampe, ma evidentemente si servirà solo del becco, essendo una specie pascolatrice che consuma il cibo stando a terra.
    Un Rosella di pennant, al contrario, sarà solito reggere i grossi semi o legumi con le zampe, poiché è una specie arboricola abituata a consumare il cibo ad elevata altezza, senza potersi appoggiare.
    Da questo, non possiamo dedurre che un Rosella abbia un'intelligenza più sviluppata: si è solo evoluta in contesti diversi.

  5. #5
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    Quote Originariamente inviata da SimoneF Visualizza il messaggio
    Un Rosella di pennant, al contrario, sarà solito reggere i grossi semi o legumi con le zampe, poiché è una specie arboricola abituata a consumare il cibo ad elevata altezza, senza potersi appoggiare.
    Da questo, non possiamo dedurre che un Rosella abbia un'intelligenza più sviluppata: si è solo evoluta in contesti diversi.
    Ciao Simone, su questo sono d'accordo anche io, è stata l'evoluzione a fornire questa capacità a determinati pappagalli. Ma ora che c'è l'hanno, la stanno utilizzando per altri fini? In cattività è sicuro che questo accade perché c'è l'intervento dell'uomo. Ma in natura? (Troppa attività documentaristica sui felini e poca sugli Psittacidi ^_^ )

    Faccio un esempio, così ci capiamo meglio: «Da alcuni anni un gruppo di Are, raccoglie i frutti su un rametto, infilzandoli come uno spiedino, per trasportarli comodamente alle loro compagne che intanto stanno badando ai nidi» - è ovviamente una mia invenzione, l'Ara maschio non ha bisogno dello spiedino di frutta per offrire cibo alla femmina. La domanda è se esistono esempi in natura di pappagalli che, grazie alle loro capacità, abbiano imparato ad utilizzare strumenti rudimentali, e che magari siano riusciti a trasmettere questa capacità ai loro figli.
    Ultima modifica di Francesco Boccia; 14-08-16 a 08: 46

  6. #6
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    Sto cercando di rammentare se possa esistere quelche episodio rilevato allo stato selvatico che possa rispondere alla tua domanda, ma sinceramente non mi risulta alcun rapporto scientifico in tal senso, almeno che io sappia.

    L'unico riferimento che mi balza ora alla mente, consiste nell'originale abitudine caratteristica di alcuni Psittacidi, quali Loricoli e Bolborynchus, di trasportare il cibo sulle cime degli alberi e consumare il pasto a testa in giù, reggendosi al posatoio con un'unica zampa e utilizzando l'altro arto per sorreggere il frutto.
    Probabilmente tale adattamento rivela scopi mimetici, atti a confondersi con la forma penzolante di fichi maturi, pratica che permette di sbocconcellare i cibi con più tranquillità.



    Un simile comportamento risulta puntualmente replicato anche in ambiente protetto; non si tratta certamente di un esempio esaltante, ma situazioni così eclatanti come quella da te immaginata mi paiono alquanto fantascientifiche.
    Saluti,
    Luca Marani.



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  7. #7
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    Anche se non c'entra molto con l'uso delle zampe, mi ricordo qualche tempo fa una mia coppia di ecletti che aveva imparato a lasciare a mettere le noci in ammollo nella vasca del bagno per farle ammorbidire, il giorno seguente le prelevava e le consumava.

    Questa osservazione dà prova di un'intelligenza particolarmente sviluppata: se ci pensiamo, questi animali hanno dimostrato di possedere la concezione della lungimiranza, sfruttando in loro favore l'ambiente circostante.

    Solamente i corvidi hanno sviluppato la capacità di "nascondere" il cibo per consumarlo in un secondo momento (e talvolta nemmeno rammentano il luogo).
    Inoltre, da un punto di vista logico, non sarebbe ragionevole non consumare immediatamente il cibo, perché si potrebbe entrare in concorrenza alimentare con altri animali.

  8. #8
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    Quote Originariamente inviata da SimoneF Visualizza il messaggio
    Anche se non c'entra molto con l'uso delle zampe, mi ricordo qualche tempo fa una mia coppia di ecletti che aveva imparato a lasciare a mettere le noci in ammollo nella vasca del bagno per farle ammorbidire, il giorno seguente le prelevava e le consumava.
    Credo che questo comportamento ormai faccia parte del patrimonio genetico, la mia amazzone, i primi tempi, immergeva gli estrusi o i biscotti in acqua per mangiarli dopo, e non l'ha mai visto fare a nessuno. La loro intelligenza è impressionante, e questo è un esempio "ancestrale", non appreso dai genitori.

  9. #9
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    Quote Originariamente inviata da Luca Marani Visualizza il messaggio
    Un simile comportamento risulta puntualmente replicato anche in ambiente protetto; non si tratta certamente di un esempio esaltante, ma situazioni così eclatanti come quella da te immaginata mi paiono alquanto fantascientifiche.
    Interessante il tuo esempio.
    La mia ipotesi è sicuramente fantascientifica e poco verosimile, era solo per far capire quello che intendevo ^_^

    Proverò a fare qualche ricerca in lingua inglese, sono sicuro che esiste qualche forma di comportamento risultato di esperienze e adattamenti a situazioni nuove e recenti. Forse soprattutto quando il loro habitat naturale entra, sempre più spesso, in contatto con quello umano.

  10. #10
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    Bene Francesco, tienici aggiornati! L'argomento mi pare interessante...
    Saluti,
    Luca Marani.



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