Ciao Sovral,
La monogamia è da sempre stata considerata una delle peculiarità principali tipica di molte specie di Psittaciformi.
Tuttora, al contrario, si è arrivati a rivalutare quest'aspetto un tempo quasi considerato apodittico, dal momento che sono state osservate numerose situazioni caratterizzate dalla disgunzione di coppie affiatante, seguite da un insolito ricongiungimento con ulteriori compagni.
Prima di raggiungere conclusioni affrettate, tuttavia, occorre considerare che le circostanze in cui vengono posti gli animali in cattività, si rivelano spesso inadeguate, e - conseguentemente - sono in grado di riplasmare i comportamenti ancestrali delle varie specie.
La causa di questo atteggiamento anomalo dovrebbe essere imputata alla perenne scarsità di stimoli psicologici e all'eccessiva monotonia della vita in ambiente protetto, favorita soprattutto da un'alimentazione poco variegata, dalla mancanza di passatempi ed, infine, da un'insufficiente arricchiemento ambientale.
Tali considerazioni possono implicare che, al fine di favorire un cambiamento nella ripetitività della vita in voliera, alcuni soggetti cerchino di optare per una «periodica sostituzione di partner», qualora la sistemazione la consenta.
Sarà quindi nostro compito, nei limiti che ci sono stati posti, quello di ricreare un contesto idoneo affinché gli esemplari possano esternare la loro personalità estremamente complessa e sensibile.
Inutile sottolineare come l'alimentazione possa rivestire un ruolo fondamentale per il conseguimento di tale obbiettivo: la dieta dei nostri animali, oltre che completa ed equilibrata, dovrà dimostrarsi decisamente variegata e fresca; qualsiasi sforzo in tal senso si rivelerà superfluo se ci limiteremo a somministrare un unica tipologia di alimento: in poche parole, la varietà è una premessa indispensabile per una buona nutrizione.
In secondo luogo, non bisognerebbe mai trascurare una costante fornitura di cibi caratterizzati da una consumazione impegnativa, che intrattengano gli animali nella manipolazione, nella frantumazione o nella ricerca attiva di prodotti commestibili (cito, ad esempio, semi in spiga, frutta secca da sgusciare, rami verdi da scortecciare e via dicendo)
Le spiegazioni sopra riportate derivano dal fatto che, per qualsiasi pappagallo, il cibo ricopre un ruolo principalmente psicologico e non solamente organico: il rispetto di tale caratteristica di rivela indispensabile non solamente per il successo riproduttivo, ma anche per la salute psico-fisica degli individui stessi.
In seconda analisi, troviamo la necessità di socializzazione: ad esclusione di rare eccezioni, la maggiorparte dei pappagalli presenta atteggiamenti fortemente gregari e si caratterizza per una struttura sociale principalmente paritaria.
Per i casi più eclatanti, sarebbe preferibile optare per l'allevamento in colonia, oppure, ove non risulti fattibile, assicuriamoci di garantire un approccio visivo tra le varie coppie riproduttrici (salvo per le specie che nidificano in maniera isolata).
Inoltre, in seguito allo svezzamento dei novelli, ricordiamoci di mantenere i giovani esemplari a stretto contatto tra loro, al fine di favorire l'apprendimento vicario e l'acquisizione degli istinti necessari per il sostentamento degli stessi.
La solitudine si rivela quindi una condizione sconosciuta per gli Psittacidi e, se prolungata per considerevoli lassi di tempo, può comportare l'insorgere di problematiche comportamentali irreversibili.
Ultimo aspetto degno di nota è l'ambiente circostante: oltre all'impiego di voliere idonee, sufficientemente ampie ed adeguatamente collocate, è possibile munire l'alloggio di passatempi e dedicarci alla creazione di un'ambientazione il più possibile affine ai biotopi originari: rami e frasche da scortecciare, vegetazione caratteristica, arredi da distruggere e manipolare, ecc...
Da tali fattori deriva, inoltre, una considerazione sull'eticità dell'allevamento degli Psittacidi: ricordiamo, infatti, che alcune alterazioni comportamentali rappresentano solamente la punta dell'iceberg rispetto all'irreversibile quantità di conseguenze che un'ambiente inadeguato può comportare.
Analiticamente, è imperativo che ogni ornicoltore ponga in primo piano il rispetto delle caratteristiche ecologiche di ogni specie, con particolare priorità per gli aspetti sopra descritti.
In conclusione, per dovere d'informazione, è bene sottolineare l'esistenza di alcune specie considerate occasionalmente poligame, quali ecletti, ondulati e via dicendo.