Analisi di serinologia di leopoldo Codazzi 1948
Il Milanbianco

I MILANBIANCHI
Il Rag. Gerolamo Rossi, ha dimostrato di avere una spiccata sensibilità scrivendo con tanta esattezza e precisione sul detto canarino. Il Milangigante o Milanmaggiore è un alto portato della intelligenza italica, una creazione latina. È una razza di cui i migliori amatori e canaricoltori, lamentano la scarsità, e van attivamente ricercando. Essa dovrebbe essere diffusa, divulgata dagli allevatori di tutta la penisola, ed esistere in ogni allevamento.
Tutti gli allevatori italiani, dovrebbero avere almeno una coppia di Milangiganti.
Cito il Sig. Berna di Monza, che presentò i primi esemplari, con lievi e brevi arricciature, fra i pionieri della nostra canaricoltura, perché fu dalla sua idea, dalla sua favilla, e dalla sua trovata, che scaturì la nuova razza. E i signori che ne continuarono il perfezionamento; Sigg. Astori, Gallo Giacinto, Faccioli, Mario, Aggradi... tutti di Milano devono avere i loro nomi scritti nell'Albo d'oro della Serinologia Italiana, e nella Storia della nostra Canaricoltura. Fu per merito loro se oggi si ha una superba razza e italiana!
Scrive il Rag. Rossi: < Fu per merito del Sig. Astori Francesco, che si costituì a Milano un piccolo gruppo di allevatori provetti, allo scopo e coll'impegno reciproco, di iniziare i primi incroci, e di collaborare strettamente fra loro, onde ottenere nel più breve tempo possibile, i risultati sperati. Il piccolo gruppo venne formato oltrechè dal Sig. Astori, dai Sigg. Gallo. Faccioli, Aggradi. Qualcuno degli allevatori era del parere di sospendere ulteriori tentativi, poichè la mèta si palesava lontana e forse irrangiungibile. Vi fu un momento in cui per poco il lavoro stava per essere abbandonato e la razza Milanbiance non sarebbe perciò mai esistita. Tuttavia vinte le perplessità, il lavoro proseguì con nuova lena e si arrivò cosi al 1939, anno in cui si poterono esporre alla Mostra di Milano alcuni soggetti ». Ciò noi abbiamo qui riportato perchè sia di monito e di esempio ai nostri canaricoltori, perchè meditino su ciò che han saputo fare alcuni veri e seri amatori degni di tale nome. Anzichè -ruminare, plagiare, scimmiottare le fredde razze estere, essi, immuni da ogni insulsa e deleteria esterofilia, hanno pensato seriamente ad una razza italiana nuova, e sono riusciti nel loro intento e hanno raggiunta la meta.
Giorni fa il Segretario della Federazione, mi prospettava un tipo nuovo di canarino italiano ; ed io ho accettato tale idea, perchè mi sembrava giusta, e a suo tempo, in fine di questo piccolo lavoro, ne parlerò.
Non sò se le lenti dei miei occhiali siano difettose, ma io vedo attraverso di esse, molta bella la razza Milanbianco, e. sono un profondo ammiratore di di essa e se quella razza sarà o dai milanesi o da altri, maggiormente perfezionata, essa riuscirà non inferiore a nesuna. Voglio dire che a parer mio. la mole del Milanbianco dovrà essere un poco aumentata, e anche la lunghezza delle remiganti e delle timoniere, ed inoltre il cestino dovrà avere delle arricciature più lunghe e più spiccate, simili alla cima di un giglio ; e allora . il Milangigante diverrà così il nostro giglio alato, il canoro e palpitante fiore bianco italiano.
Le caratteristiche del Milangigante sono : la testa molto arricciata ; il petto ampio, arioso, tornito, con abbondante arricciatura : spallina in simmetria netta, ali e coda lunghe non incrociate, gambe alte, piumaggio niveo, soffice, fine, serico ; portamento alto, distinto, quasi grave : lunghezza 20 cm.
3) - Il Milanrninore, invece, o Milanpiccolo, chiamato anche leggero, ha .la testa breve, il collo non inclinato, il corpo tondo, spalline e fianchi in simmetria, ali é coda sottili, gambe alte non rigide ; piumaggio soffice e bianco ; 15 cm. di lunghezza.
4) - Il Milangobbo invece ha la' testa triangolare e piccola, il collo sottile, teso in avanti, fianchi simmetrici, coda rasente il posatoio, lunghezza da. 14 a 15 cm.
5) - Il Millanrosso, è un pò più piccolo del Milangigante e dovrebbe essere di colore rosso sanguigno. Ha la testa arricciata e le altre particolarità del gigante.
6) - Altro canario italiano è il migliorato che deve però essere ancora fis• sato nelle sue principali caratteristiche. Per lunghezza deve superare il nostrano comune, ed anche per mole e dimensioni generali, senza Rancia al petto, remiganti e timoniere completamente gialle, e molte lunghe.
Scrive un valente serinologo italiano : 11 Conte Budan « È un peccato che anche da noi non si pensi a selezionare la razza, e ad allevare dei soggetti particolari che per piumaggio e per canto potrebbere essere esportati e pagati a caro prezzo ».
Il noto grande maestro di serinologia il Dott. Nicola Falcone scrive
« Tutti gli scrittori italiani di canaricoltura, forse senza alcuna eccezione, lamentano in Italia la mancanza di una bella razza propria di canarini come ne hanno altre nazioni, e raccomandano gli allevatori di far tutto per produrne una. Il lamento è più che giustificato ; certo è che essi non hanno colmato la
lacuna, pur essendo le persone più adatte a farlo, per la loro esperienza e per la loro passione. Tutti i suddetti scrittori, parimenti senza eccezione, dopo la. raccomandazione agli allevatori di procurare la produzione di una bella razza italiana di canarini, aggiungono di selezionare il canario nostrano ».
E ancora sempre scrive il Dott. Falcone « Torno a parlare delle razze del canario domestico e di quello che comunemente viene chiamato italiano. Non dico un paradosso affermando che in Italia abbiamo il canarino italiano, senza avere una razza italiana di canari. Se paradosso vi è, non è mio, ma di tutti gli scrittori italiani di canaricoltura, senza escluderne alcuno. Non v'è infatti scrittore magari di un articolo occasionale del genere, che non profitti della circostanza, per lamentare la mancanza di una razza italiana per esortare gli. allevatori a colmare siffatta lacuna e per indicare la maniera come colmarla cioè selezionando il canario italiano, che, per l'occasione viene portato alle stelle per la sua rusticità e chissà per quali superlative e a noi ignote virtù. E come spiegare il fati() che fra migliaia di allevatori, nessuno è mai giunto a realizzare la comune aspirazione ? Vi ha contribuito una certa mentalità, degna dei tempi più che oltrepassati, ancora abbastanza diffusa fra i canaricoltori italiani : di rinunciare a qualsiasi cooperazione. (Il Dr. Falcone ha colto nel segno e messo il dito sulla piaga) « Ognuno vuol fare da sé, non solo, ma gelosamente nasconde i suoi tentativi. i suoi risultati. E conce se non volessero conseguire lo scopo pel quale dicono di lavorare. Se invece i progetti fossero noti e discussi, si potrebbero eliminare quelli di meno probabile riuscita e si lavorerebbe concordemente attorno ad un solo o a pochi, con risparmio di tempo e' di spesa e con molta maggiore probabilità di nuovi risultati, e non si perderebbe tempo a ripeterere tentativi già risultati negativi. Inoltre la cooperazione fra gli allevatori gioverebbe in cento altri modi ».
Il Dott. Falcone ha l'anima di un grande canaricoltore e psicologo !
A buoni intenditori poche parole ! Che ne pensano i signori dissidenti ?
Vogliono continuare a minare la canaricoltura italiana e a perseverare nel loro dualismo ? Se non si crea l'unione, se non si favorisce questo spirito di corpo, questo fermento, questa atmosfera, questa . temperatura, non . si lavorerà mai fattivamente e intelligentemente ma con azione negativa e controproducente !
I dissidenti considerino il lamento di un grande maestro, il Dr. Falcone, meditino sulle parole che ho trascritte, e si dedichino tutti ad un lavoro proficuo, severo, redditizio, e anziché essere intenti a beccarsi come i famosi pollastri di Ronzo e ciò per futili motivi di gelosia, di campanilismo e di orgoglio, pensino tutti concordi alla selezione e al fissaggio del nostrano, del migliorato e alla crazione di nuove razze. Da dieci anni noi scriviamo sulle riviste italiane intorno a questo argomento e battiamo questo punto e questo chiodo !
Chi nega la possibilità di nuove creazioni e di nuove razze, non è canaricoltore, deve cambiare arte o mestiere, non ha tempra nè stoffa né metallo
di allevatore, non ha cultura, nè conoscenza tecnica, nè cognizione di serinologia, di ibridismo, di innesto, e delle possibilità innumerevoli del canarino, ignora la varietà degli alati lossini, manca di nozioni elementari e di studio, e, quel che più conta, non ha la sensibilità naturalistica o zoologica od ornitologica. È persona incolta ed ottusa. e grezza. Chi ha questa ottusità intralcia, ostacola l'opera fattiva di molti, è uno spirito negatore e deleterio che deve essere messo al bando. È il microbo che uccide ogni organismo, il bacillo che disfà e distrugge, il morbo che schianta e polverizza, è la parca nera che inesorabile taglia il filo della vita. Se si potessero invitare e pagare tecnici anglosassoni o tedeschi, o inglesi che sia, essi farebbero del nostro migliorato e del nostro nostrano, due razze eccellenti ! Ma sarebbe oltremodo offensivo e increscioso per noi canaricoltori italiani che fossero proprio gli stranieri a precorrerci in casa nostra e con la roba nostra e che fossimo menomati e minorati fino a questo punto. Occorre studio, cultura, o signori !
La serinologia ha secoli di 'vita, poichè il nostro canario ha oltre 500 anni di schiavitù, e dal 1500 in avanti i migliori naturalisti hanno scritto che questo uccelletto straordinario si presta a tutti gli innesti e a tutti gli incroci e che le razze che si possono creare sono numerose. E con questi illustri scienziati la Serinologia fece passi da gigante. Citiamo alcuni "nomi della numerosa schiera dei Serinologi italiani e stranieri perchè i più volenterosi possano consultarli e ricavarne le ispirazioni per le nuove razze italiane. Dopo il grande Linneo citeremo il Cuvier, il Brehm, il Buffon, il Bolle, il Gesner, l'Aldrovandi, il Budan, l'Understeiner, il Da Persico, il Molina, il Renna, l'Arrigoni, l'Albertazzi, il Gothe, il Skacleton, il Robson, il Wallace il St. John, lo Scots, l'Ornold, il Bade, il Balduzzi, il Becher, il Lembke, il Belon, il Borchart, il Bossi, il . Brusay, l'Holpp, il Lauener, il Lesson, il Marchi, il Megnin, il Mercier, l'Orfer, il Rodriguez, il Russ, lo Schuman, il Silvestri, il Terminch, il Wulf, il Zurn, il Paola, il Feuillé, l'Aubac, lo Smet, il Carpentier, il Cusinier ccc.
La serinologia assunse così con tali cultori dignità di alta scienza, branca della ornitologia e della naturalistica.
(continua)
LEOPOLDO CODAZZI