La forma tipo, Lonchura striata striata (Linneo 1776), è superiormente, compreso testa e collo, di colore quasi esclusivamente nero bruno mentre inferiormente presenta un crema luminoso che a distanza può apparire quasi bianco.
Esistono varie sottospecie, di cui alcune endemícamente insulari, come Lonchura striata fumigata (Walden 1873) delle isole Andamans e Lonchura striata semistriata (Huma 1874) delle isole Nicobar, con il groppone scuro ed altre, tutte continentali, con il grop*pone chiaro, come Lonchura striata acuticauda (Hodgson 1836) in cui il piumaggio nero bruno del dorso viene interrotto solo scarsamente da piccole striscioline chiare longitudinali. Forse per il disegno, ma più sicuramente per ragioni geografiche, le forme subspecifiche con il groppone scuro parrebbero a mio avviso non essere state usate dai cinesi per la selezione del Passero del Giappone, ma piuttosto, oltre a Lonchura striata acuticauda, anche Lonchura striata subsquamicollis (Stuart Baker 1925) il cui areale di diffusione confina con la Cina e Lonchura striata swinhoei (Cabanis 1882) endemica della Cina meridionale.
Sono entrambe di colore ciocco*lato, soprattutto al collo, e presentano su tutto il piumaggio una maggiore striatura. Le parti inferiori sono decisamente grigio bruno. In complesso sono di colori più tenui ed il groppone è spruzzato di grigio. L'aspetto generale è piuttosto monocorde e Lonchura striata subsquamicollis si differenzia da Lonchura striata swinhoei per il groppone ancora più chiaro, simile a quello di Lonchuraa striata acuticauda.
Queste differenze di disegno e di intensità di colore ritornano nella semi totalità dei casi nella maggior parte dei Passeri del Giappone e si possono ancora ritrovare abbastanza riconoscibili nei soggetti pezzati di chiaro. Pezzati più scuri mostrano al collo piume brune più chiare e sono generalmente molto chiari sull'alto petto e nella parte bassa del collo. E' ancora sufficientemente distinguibile una striatura diritta grigio bruna.
Se invece i Passerí del Giappone fossero derivati (cosa che a mio avviso non è) dalla forma tipo, le zone attorno alla gola e sul groppone avrebbero dovuto essere prevalentemente bianche ed il groppone anche scuro monocolore, come abbiamo ricordato in precedenza accennando alle varie forme subspecifiche. Il groppone dei pezzati con colore di base scuro è di solito lavato di grigio.
Si può ragionevolmente quindi concludere che gli antenati ancestrali si limitino (più che a Lonchura striata acuticauda ) a Lonchura striata subsquamicollis e Lonchura striata swinhoei, mentre invece tutte le deviazioni di colore o disegno sono da ricondursi a mutazioni spontanee oppure ad incroci con altre specie, che ancora oggi esercitano nella discendenza la loro influenza sulle caratteristiche del fenotípo.
Nei primi decenni dell'allevamento del Passero del Giappone la tendenza dei selettori era orientata a far riprodurre i soggetti importati dal Giappone cercando di ottenere sfumature di colore diverse e più chiare. Si ebbe così la creazione di varietà ormai ben codificate, dal bruno al giallastro al crema al nero diluito ai pezzati, sino al bianco.
Successivamente si è venuto da anni delineando l'orientamento ad eliminare nuovamente il bianco delle pezzature e la diluizione di colore per ritornare a soggetti completamente scuri. Su base selettiva la cosa però si presenta difficile, dato che si tratta di invertire la tendenza (dopo un secolo di allevamento) che aveva prodotto uccelli in cui il bianco (più o meno esteso e regolare) era quasi sempre presente. In un primo tempo si pensò di procedere, per il " reincrocio all'indietro ", con le diverse sottospecie di partenza ma ben presto questa strada venne abbandonata dopo aver constatato che nelle varie razze di Lonchura striata, e soprattutto con Lonchura striata acuticauda di cui sul mercato era disponibile e a volte lo è tuttora un'offerta piuttosto ampia, si osservava nell'allevamento in purezza allo stato captivo la comparsa di una pezzatura bianca che iniziando dalla radice del becco si estendeva successivamente in tempi brevissimi (una o due generazioni) alle rimanenti parti del piumaggio.
Fu ritenuto quindi opportuno, ed in parecchi casi positivamente gratificante, l'introdurre sangue nuovo procedendo in direzione di accoppiamenti con specie filogeneticamente vicine (per un esame più approfondito cfr. RADTKE 1979). Senza entrare in questa sede in una analisi tecnica dettagliata dei risultati ottenuti e delle verifiche da questi scaturite, argomenti che dovranno comunque essere oggetto di discussione sulla stampa specializzata e che prima o poi bisognerà affrontare per uscire dal generico e sviluppare, acquisendo nel nostro bagaglio di cognizioni le esperienze conseguite all'estero, un corretto lavoro finalizzato di specializzazione, mi limiterò ad accennare che gli ibridi ottenuti ai fini della ricostruzione della tipicità non presentano, all'occhio del profano, né pregi né caratteristiche particolari ed in sede espositiva sono scarsamente interessanti ( se il giudicante è padrone della materia li valorizzerà nelle voci appropriate della scheda) mentre invece possono costituire materiale validissimo in allevamento per il miglioramento dei ceppi, anche se la fertilità in F 1 riscontrata ( ma assolutamente non generalizzata) nei maschi è pressoché nulla nelle femmine ed è quindi giocoforza continuare l'allevamento in R 1, accoppiando i maschi con Passeri del Giappone femmina o, più raramente, con femmine della specie parentale.
Gli R i presentano buona fertilità anche nelle femmine ed è quindi possibile procedere ad accoppiamenti compensativi e meglio indicizzati soprattutto per quanto si riferisce al tipo, dato che gli ibridi ottenuti possono a volte essere migliorativi ai fini del colore e del disegno ma quasi sempre presenteranno caratteristiche debordanti per la sagoma, troppo affusolata in alcuni casi e troppo raccolta ed arrotondata in altri, e per la posizione as*sunta, quasi sempre eccessivamente eretta sul posatoio. A titolo di informazione ricordo che i giudici olandesi considerano non fra gli ibridi ma come Passeri del Giappone i risultati dell'accoppiamento con le varie forme di Lonchura striata (VAN DEN MOLEN 1971) .
Gli R 2 e gli R 3 sono totalmente fecondi in entrambi i sessi.
Le ibridazioni conseguite ai fini sopra accennati sono state ottenute per lo più con specie asiatiche del genere Lonchura (i Cappuccini) e precisamente (almeno per quanto a mia conoscenza) con: Cappuccino del Borneo Lonchura fuscans, Cappuccino a ventre ondulato Lonchura molucca, Cappuccino montano Lonchura kelaarti, Cappuccino di Giava, Lonchura leucogastroides, Cappuccino triste Lonchura tristis, Cappuccino a testa bianca Lonchura maja, Cappuccino a testa nera Lonchura malacca, Cappuccino tricolore Lonchura malacca atricapilla, Domino Lonchura punctulata.
Lonchura fuscans
Lonchura leucogastroides
Lonchura punctulata
Lonchura molucca
Lonchura maja
Interessanti esperimenti che hanno dato origine anche ad ibridi esteticamente pregevoli e dai quali in un primo tempo sembrava di poter ottenere risultati eccezionali (calda colorazione bruno intenso sulle parti superiori con mascherina nerastra, groppone nero intenso, parti inferiori più o meno perlate di grigio o squamate su fondo scuro, soggetti lievemente più grossi dei Passeri del Giappone, con portamento eretto e coda leggermente più corta e meno lanceolata) si sono ottenuti dall'accoppiamento con il Donacola a petto castano Lonchura castaneothorax.
Purtroppo, non fu possibile continuarne l'allevamento data la quasi totale sterilità delle femmine anche nei reincroci di seconda e terza generazione ( RADTE 1989).
Poco interessanti, poiché di taglia ridotta, gli ibridi con la Nonnetta Lonchura cucullata e con la Nonnetta nana del Madagascar Lonchura nana (quest'ultima il più delle volte impiegata senza coerenti finalizzazioni). Il ROBERTS ( 1989) e così pure il RADTKE ( 1989) ci parlano di F 1 ottenuti con la Nonnetta bicolore Lonchura bicolor e con la Nonnetta maggiore Lonchura fringílloides sull'esistenza dei quali avevo in precedenza avanzato riserve (TRUFFI 1982) che ora mi pare però doveroso ammettere meritevoli di ripensamento dopo la comunicazione giuntami ( Forgani, com. pers. ) che nei primi mesi del 1982 si è avuta in un allevamento amatoriale dell'Emilia - Romagna la schiusa di tre pulli figli di Nonnetta maggiore maschio e Passero del Giappone femmina.
Lonchura bicolor
Lonchura malabarica
Di non spiccate caratteristiche anche gli ibridi ottenuti con il Becco d'argento Lonchura malabarica cantans e con il Becco di piombo Lonchura malabarica malabarica, interessanti però per l'armonica fusione delle sfumature di colore della livrea, disturbata da una più o meno vistosamente presente tacca gulare bíanchíccia bordata di nerastro, ed a mio parere più che accettabili per quanto si riferisce al tipo.
Ai soli fini espositivi poi si sono avuti incroci con varie specie, per lo più di origine australiana, e precisamente con il Diamante a coda lunga Poephila acuticauda, il Diamante a bavetta Poephila cincta, il Diamante mascherato Poephila personata, il Diamante mandarino Taeniopygia guttata castanotis, il Diamante a coda rossa Neochmia ruficauda, il Diamante di Bicheno Poephila bichenovii, il Diamante guttato Emblema guttata (a proposito di quest'ultima ibridazione, a mio ricordo mai presentata in una esposizione italiana, cfr. Buchan 1991), alcuni di questi di veramente appaganti caratteristiche estetiche e che sino ad ora non hanno offerto casi di fertilità, manifestatisi invece (ma raramente e per quanto mi consta solo nei maschi) con il Padda Padda oryxívora di cui sono state utilizzate sia la forma grigia ancestrale sia le varietà bianca e isabella.
La letteratura ( ROBERTS 1982, RADTKE 1985) dà notizia di altre ibridazioni con il Diamante pappagallo Erythrura psittacea, il Gola tagliata Amadina fasciata ed il Cordon blu Uraeginthus bengalus, che cito per dovere di cronaca ma che sono senz'altra poco comuni e non mi risultano sino ad ora presentate in Italia.
BIBLIOGRAFIA
Ali S. and Ripley S.D., 1974 - Handbook of the Birds of India and Pakistan, vol. 10, Oxford University, Bombay.
Buchan J., 1981 - Foreign Birds, exibítion and menagement, Saiga Publishing, Hindhead. Cheng T.H., 1976 - Distributional list of Chinese Birds, Academia Sinica, Peking (testo in cinese).
Molen (van den) D.J., 1971 - Moineaux du Japon unicolores, Le Monde des Oiseaux, 26 (7).
Radtke C.A., 1979 - Domestizierte Prachtfinchen, Albtecht Philler, Minden. Roberts M.F., 1979 - Society finches, T.F.H., Neptune Cíty.
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Rutgers A., 1964 - The Handbook of Foreign Birds, vol. one, fourth (rev.) ed 1977, Blanford Press, Poole.
Truffi G., 1980 - Il Diamante mandarino, S.A.F.E. Edizioni Zootecniche, Udine.
Giorgio Truffi
Forse i più giovani non lo ricordano perché da qualche tempo si era ritirato nella sua Genova, consapevole che le forze lo stavano pian piano abbandonando. Io, come tutti i meno giovani che lo hanno conosciuto, preferisco ricordarlo nel pieno del suo vigore, sempre sorridente, disponibile, pronto a lottare per le proprie idee, meticoloso nelle ricerche ornitologiche. Nella sua vita si è occupato di vari aspetti dell'ornitologia ligure e nazionale. Voglio solo ricordare i suoi approfonditi studi sull'avifauna ligure, dai classici lavori faunistici ai moderni atlanti, sempre ricchi di dati bibliografici, anche di quelli storici più reconditi; per non parlare delle minuziose ricerche sulle specie parassitate dal Cuculo in Italia. Capo Redattore della Rivista Avifauna dal 1978 al 1986, Dirigente Nazionale dell'Associazione Ornitologica Nazionale