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Discussione: Curiosità ornitologiche

  1. #1
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    Curiosità ornitologiche

    Atualidades Ornitologicas n.153 Janeiro/Fevereiro de 2010 pag. 26.
    Curiosità ornitologiche.
    Il Droma Dromas ardeola Paykull,1805 (Charadriiformes: Dromadidae)

    Alamanno Capecchi

    Il Droma è un Uccello dall'aspetto inconfondibile, per il becco grosso e nero, le lunghe zampe grigio-azzurro chiare, il piumaggio bianco, eccetto il dorso e le remiganti primarie che sono di colore nero. LT 35-40 cm, peso circa 400 g (la femmina è più leggera). Maschi e femmine adulti hanno livrea identica. Nei giovani la parte superiore del corpo è grigio-bruniccia, la sommità del capo e la nuca presentano linee scure. Nella postura tipica, con la testa sotto l’ala, il corpo del Droma ricorda quello di un gabbiano, ma le lunghe gambe indicano senza errori la sua appartenenza ai limicoli. In volo allungano il capo e stendono le lunghe zampe all'indietro oltre la coda. Il loro grido è un rauco « kruuk ».
    Alimentazione. Soprattutto al crepuscolo,e nelle notti illuminate dalla Luna, vanno a caccia di granchi, che smembrano col robusto becco. Apprezzano anche paguri, molluschi e vermi. I pulcini sono nutriti con granchi vivi, catturati a riva.
    Deposizione. Viene deposto un solo uovo di color bianco delle dimensioni di 65 X 46 mm.
    Diffuso, come nidificante, nella parte nord-occidentale dell'Oceano Indiano, tra Mar Rosso, Mare Arabico e Golfo Persico, il droma è l'unica specie dei Dromadidi, una famiglia di Caradriiformi che, secondo ricerche basate sull'ibridazione DNA-DNA, sembra essere da vicino imparentata a quella dei Glareolidi (corrioni e pernici di mare) e, più alla lontana, a quella dei Laridi (gabbiani) e degli Sternidi (sterne). Attualmente la specie non corre pericolo di estinzione: la popolazione mondiale è stata recentemente stimata in 60.000-80.000 individui con non più di una cinquantina di colonie riproduttive note al mondo, 21 delle quali scoperte sulle isole dell'Eritrea da un gruppo di ricercatori italiani che hanno fatto importanti scoperte sul particolare ciclo riproduttivo di questa specie,come vedremo in seguito .
    Intanto dobbiamo dire che le condizioni indispensabili per la presenza di una colonia di Droma sono, che il terreno si innalzi abbastanza sul livello del mare da evitare che le gallerie scavate da questi uccelli si allaghino durante l'alta marea, che vi siano aree sabbiose consolidate dalla vegetazione, che il sito adatto allo scavo si trovi in prossimità del mare o non troppo distante da esso (al massimo 10 km), per permettere ai droma di procacciare con facilità il cibo per i nidiacei e che non vi siano insediamenti umani e la presenza di predatori, (gatti, ratti, serpenti, uccelli rapaci etc) o di mammiferi (asini, dromedari etc) che possono sfondare le gallerie camminandoci sopra.
    Per nidificare, il Droma scava dei lunghi cunicoli nel terreno sabbioso compatto ed è l'unico tra i gli uccelli di ripa a fare il nido qui descritto.
    La "tana" del droma può misurare oltre 6 m (media 3,10 m), ma è piuttosto superficiale (la galleria non scende più di 50-80 cm) e ha un diametro all'imboccatura di circa 15 cm. Le gallerie sono continuamente soggette a scavo per tutta la durata della stagione riproduttiva. I nidi hanno l'andamento più vario (da diritto a uncino, a ripiegato su se stesso come un nodo) e sono mol*to ravvicinati tra loro. (l terreno sabbioso di una colonia nidificante appare tutto bucarellato come un favo). A volte presentano delle diramazioni, ma raramente si incrociano; quando ciò avviene, normalmente uno dei due scavi viene abbandonato. Nel fondo di queste gallerie i Droma depongono il loro unico grande uovo del peso di circa 65 g,(come abbiamo veduto), uno dei più grandi, tra gli uccelli, in proporzione al peso della femmina (il 22%).
    La localizzazione dei nidi in luoghi senza predatori, lo scavo di gallerie, la nidificazione coloniale e la deposizione di un solo uovo, unite al verificarsi di condizioni ambientali particolari (aridità e temperature estive molto elevate), da tempo avevano suscitato interesse tra gli ornitologi per capire le "scelte" evolutive della specie.
    Una risposta chiara, come già accennato, è stata possibile grazie alle ricerche effettuate in Eritrea, nella parte meridionale del Mar Rosso con l’arcipelago delle Dahlak, in particolare sulla piccola isola Dahret, da De Marchi G., Chiozzi G. & Fasola , con il patrocinio del Museo di Storia Naturale di Milano e del Dipartimento di Biologia Animale dell'Università di Pavia, ricerca pubblicata dal Journal of Avian Biology, ,2008, 39: 484-486. Con il titolo: “Solar incubation cuts down parental care in a burrow nesting tropical shorebird, the crab plover Dromas ardeola.”
    Per studiare la modalità di cova dei droma i ricercatori italiani utilizzarono alcune tecnologie moderne.
    Procediamo per ordine. La prima delle verifiche sperimentali realizzata, fu quella di ottenere una misurazione delle temperature esterna ed interna al nido, lungo un periodo di tempo abbastanza significativo, per trarre delle valide indicazioni di tendenza generale posizionando, per un anno, dei datalogger (microchip programmabili per registrare ogni 6 ore la temperatura rilevata tramite un appropriato sensore) in vecchi nidi abbandonati, a varie distanze dall'imboccatura della galleria (50 cm, 100 cm e 200 cm) e altri datalogger all'esterno del nido nella semiombra di un cespuglio di acacia. Dall'analisi di questi dati fu possibile capire che, mentre la temperatura dell'ambiente esterno alla galleria oscillava ampiamente nell'arco di un anno, quella all'interno della galleria si manteneva relativamente costante, specialmente intorno alla posizione dove mediamente veniva incubato l'uovo (142 cm).
    Un dato significativo: nella stagione riproduttiva del 2006, (periodo compreso tra la deposizione delle prime uova, 8 maggio, alla schiusa delle ultime, fine luglio,) fu rilevato che la tempera*tura si manteneva mediamente vicina a 35° C con escursioni termiche giornaliere tra 0,9°C e 2,5°C, mentre esternamente, nello stesso periodo, le escursioni erano di oltre 20°C! Soprattutto emerse che le temperature registrate nel nido erano compatibili con la sopravvivenza e lo sviluppo embrionale essendo collocabili comodamente all'interno dell'intervallo tra la temperatura letale, cioè la temperatura alla quale l'embrione degli uccelli muore (40,5°C), e lo "zero fisiologico", ovvero la temperatura alla quale lo sviluppo dell'embrione si ferma (24-26° C).
    Per controllare l’incubazione i ricercatori utilizzarono una telecamera a luce infrarossa, calata nella galleria in posizione posteriore all'uovo, e successivamente i datalogger inseriti in una custodia a forma di uovo, sostituendo l'uovo di un droma con questo "uovo tecnologico", rapidamente adottato dall'uccello.
    Con ciò fu possibile constatare, senza ombra di dubbio, quanto segue.
    Gli adulti covano l'uovo e ne provocano anche il rotolamento periodico, un'azione fondamentale negli uccelli per evitare l'incollarsi tra loro delle membrane embrionali ed aumentare le possibilità di sopravvivenza del pulcino. I droma dedicano all'incubazione 17-94 sedute al giorno con tempi che variano da I minuto a 68 minuti ciascuna. L'uovo viene abbandonato nel nido per periodi che vanno da I minuto a 58 ore consecutive (circa 2 giorni e mezzo). L'uovo, dunque, viene incubato ma con un ritmo molto intermittente per ricevere, in definitiva, un apporto di calore inferiore a l°& Fasola C; è perciò naturale dedurre che la temperatura interna del nido, in sé, sia sufficiente per lo sviluppo dell'embrione. I nidi dei droma sono dunque delle incubatrici natu*rali. L'elevato ritmo giornaliero di cova causa una ridotta costanza di incubazione (28,3%) che si è rivelata essere la più bassa tra quella degli uccelli che covano le loro uova (in media 81,5%), escludendo i Megapodidi. Una modalità di incubazione tra gli uccelli fino a poco tempo fa sconosciuta. I droma si collocano in un punto evolutivo intermedio tra quello occupato dai Megapodidi e gli altri uccelli. L'abbandono definitivo della cova da parte dei droma non è probabilmente possibile considerando la lunga dipendenza alimentare dei pulcini dai genitori per molti mesi dopo l'involo e la necessità di ruotare periodicamente l'uovo, prati*che dalle quali l'evoluzione ha esentato solo i Megapodidi.
    Bibliografia.
    Chiozzi G, De Marchi G & Fasola -“Solar incubation cuts down parental care in a burrow nesting tropical shorebird, the crab plover Dromas ardeola.”- Journal of Avian Biology, ,2008, 39: 484-486.
    Giorgio Chiozzi e Giuseppe De Marchi - In Eritrea sulle traccie del Droma - Natura vol. N.96, Dicembre 2006, Milano.
    Giorgio Chiozzi, Giuseppe De Marchi, Dawit Semere – Wings over the Red Sea. The birds of the Eritrean islands – Natura Vol. N.99 Luglio 2009 Milano.
    Giorgio Chiozzi, Giuseppe De Marchi – Incubazione solare nei Droma: novità dal mondo degli uccelli - Natura Vol. N. 100 Gennaio 2010, Milano.
    B. Grzimek, 1971 – La Vita degli Animali: Uccelli Vol. II° Ed. Bramante, Milano.
    R.Howard and A. Moore, 1991 – A complete checklist of the Birds of the World - Academic Press, London.
    B. Lanza, 1982 – Dizionario del Regno Animale – A. Mondadori, Milano.
    Chr. M. Perrins,1991 – Enciclopedia illustrata degli uccelli – A. Mondadori, Milano.
    Alamanno Capecchi


  2. #2
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    Bellissimo articolo, grazie mille. Conoscevo già questa specie per via delle sue particolari abitudini, ma un articolo così completo non lo avevo mai letto. Ecco una foto e dei video dell'uccello in questione: http://www.arkive.org/crab-plover/dr...video-09a.html........ http://www.arkive.org/crab-plover/dr.../video-08.html
    Immagini allegate
    Leo



    Uccello in gabbia, o canta per amore, o canta per rabbia...

  3. #3
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    Grazie per aver messo la foto e l'indirizzo dei video. Rileggendo ho notato un errore. Verso la fine: "... un apporto di calore inferiore a l°& Fasola C..." chiaramente va letto "... un apporto di calore inferiore a l°C..."
    Alamanno Capecchi


  4. #4
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    Superlativo assoluto!!!
    CIAO DONY
    LA SPERANZA E'UN ESSERE PIUMATO CHE SI POSA SULL'ANIMA E CANTA MELODIE SENZA PAROLE....E...NON SI FERMA MAI !

  5. #5
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    Grazie Alamanno. E' veramente molto interessante
    Filippo Gregorio[/SIZE][/FONT]

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