Il Fringuello.

[marco cotti]

Il Fringuello.
di Alamanno Capecchi

Finch. .finchè nel cielo volai
Finch. .finchè ebbi il nido sul muro
c'era un lume, lassù, in mà mai un
gran lume di fuoco e d'oro che andava
sul cielo canoro
spariva in un tacito oblio. .
il sole!. .
G. Pascoli:
"Il fringuello cieco"


I Fringuelli avevano attirato la mia attenzione fin dall'infanzia quando, in piccole gabbie ben allineate al muro di cinta del giardino, da pochi giorni tolti dalla chiusa, facevano udire i primi gorgheggi o quando numerosi, in ottobre, "squincionavano" a squarciagola sugli alberi vicini a casa.
Ricordo che da bambino ero attratto da questi uccellini, non dai colori o dal canto, ma per le cure e le attenzioni che mio padre e mio zio riservavano ai più pregiati cantori che "costano, dicevano, un occhio della testa". Poi il mio interesse per i Fringuelli diminuì per quella loro propensione a sbatacchiare contro le pareti del¬la gabbia al più piccolo brusco movimento, comportamento che fece scrivere al Lorenz — L'Anello del Re Salomone — "Non comprate i Fringuelli!"



Passarono gli anni e arrivò la guerra. Un pomeriggio dell'estate del 1944, ero sfollato, ospite di contadini parenti della tata, mi venne a trovare don Nelli, prete "libero", dottore di lettere, già mio professore d'italiano e latino alle scuole medie inferiori.
Tra le altre cose mi disse di possedere un Fringuello maschio dal piumaggio perfetto e per niente pauroso. "Se lo vuoi te lo regalo" aggiunse.



Lo ringraziai e il giorno dopo, di buon mattino, mi avviai a piedi verso la casa del sacerdote, distante alcuni chilometri, alla periferia di Marti, un paesino in provincia di Pisa. Il Fringuello era come don Nelli lo aveva descritto, calmo, bellissimo per il piumaggio perfetto, saltava con eleganza da un posatoio all'altro. Dopo una mezz'oretta di chiacchiere e un "caffè" fatto con i ceci, i vinaccioli e l’orzo tostati, il professore prese una piccola scatola di cartone per il trasporto. Fu allora che passai uno dei momenti più brutti della mia vita.
In una villa, nel punto più alto del paese, dalla quale si poteva vedere il corso dell'Arno, gli Americani avevano collocato il Comando.
I Tedeschi, che ancora occupavano il territorio al di là del fiume disponevano di un semovente, che spostavano in continuazione, armato di un cannone capace di sparare, a brevi intervalli, sei proiettili per volta. Iniziò il cannoneggiamento, le granate avrebbero dovuto colpire la villa dove era il Comando americano, ma per un errore di calcolo passavano sopra l'obiettivo e cadevano vicinissime alla villetta di don Nelli.
Una distrusse parte del muro di cinta del giardino, un'altra danneggiò il tetto, un'altra ancora cadde accanto alla porta d'ingresso ma fortunatamente non esplose. La sorella del prete, terrorizzata, gridava e pregava in ginoc¬chio con le mani giunte scongiurando il fratello di raccomandarle l'anima. Don Nelli, impassibile, spostandosi carponi sul pavimento, mi faceva vedere, un modo per distrarmi, alcune schegge conservate sulla scrivania, vecchi ricordi della prima guerra mondiale, di quando era Cappellano militare.
Poi finalmente il cannoneggiamento cessò. Corsi via per la strada piena di buche per le esplosioni, in una mano la scatola con il Fringuello, nell'altra un sacchetto di grani, allontanandomi a perdifiato. Appena mio padre mi vide mi abbracciò con forza: con il binocolo, dall'altro di un pianoro che sovrastava la casa colonica, aveva veduto tutto.


Il Fringuello fu alloggiato in una comoda vecchia gabbia con le stecche di legno e mi allietò con il canto e il comportamento estremamente docile fino a quando rientrai a casa mia, in buona parte distrutta dalle bombe. Prima di partire regalai il Fringuello al figlio più piccolo del contadino.





Alcuni mesi dopo tornai a far visita ai miei ospiti: la gabbia vuota era in un angolo del fienile. Mi dissero che "Mirolla" midolla, il gatto di casa, già "assassino" di pulcini neonati lo aveva ferito mortalmente con le unghie nel tentativo di afferrarlo.

Ricordi, lontani ricordi. Ricordi: nuvole bianche, grigie, nere che vagano nel cielo della memoria.

Alamanno Capecchi




Alamanno Capecchi
nato a Pontedera (PI) il 25 settembre 1927.
Laureato in farmacia. Zoofilo. Ornitologo dilettante.
Menbro della Società Italiana di Scienze Naturali (Milano)
Rappresentante nazionale C.R.O. ( Commission de ricerche ornithologique) della C.O.M.

Autore di circa trecento articoli pubblicati da riviste italiane ed estere (Avifauna, Uccelli, Italia Ornitologica, Atualidades Ornitologicas, O Paporrubio

[Rosario Balsamo]

Ho avuto la possibilità di ammirare un fringuello da vicino....l'ho avuto nel mio allevamento,un esemplare davvero bello dai colori vivi e dal canto potente.
Il racconto del Dr. Capecchi è, come al solito, fantastico.....non posso fare altro che ringraziare colui che ci dà la possibilità di leggere queste righe!!!!!!!!
Grazie Marco!!!!!!!!!!!!!!!!!

[marcopeluso]

Mi associo nel ringraziamento per questi racconti tutti belli e commoventi

[Fioravante Prontera]

Grazie Marco e Grazie Alemanno!!!!

Scusi se mi permetto di darle del tu (anche considerata la mia giovanissima età) ma un uomo così,con la mia stessa passione, non riesco proprio a darle del Lei...

[Luca Anniballi]

..........ho avuto la sfortuna di vedere e toccare cosa fà una guerra.
.............ho avuto la sfortuna di sentire e vedere proiettili traccianti nel buio della notte disegnare il cielo per poi scomparire all'alba e rendersi invisibili al sole......
......ho avuto la sfortuna di vedere e toccare le conseguenze di una guerra.

Oggi, posso confermare che anche in mezzo al caos esiste l'equilibrio.
Sembra la scena di un film, ma ricordo ancora quelle gabbie fatte a mano, quando nel 2000 gli americani compravano i cardellini di cattura nei mercatini kossovari e in mezzo alla strada....

......Oggi, guardo tutto quello che mi trovo intorno.
......Oggi sono una persona fortunata, per aver trovato l'equilibrio tanto ricercato grazie ai nostri piccoli amici.
......Oggi sono fortunato per poter condividere idee, ricordi e passioni con amici bellissimi quali siete.

Giù il cappello per il fringuello.


Un grazie infinito....................






Un caloroso abbraccio.....

[SERGIO]

Ciao Marco,

è un bel racconto come tutti gli altri già pubblicati. Bella anche la foto.
Complimenti a te ed al prof. Capecchhi.
Cordiali saluti.
Sergio
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