Ciao Duduokt,
Le are sono indubbiamente uccelli affascinanti e straordinariamente intelligenti, rappresentanti per antonomasia del genere dei cosiddetti "pappagalli parlanti" e per questo molto ambiti dal grande pubblico, tuttavia non bisogna mai dimenticare che si trattano di animali particolarmente esigenti, sia sotto il profilo affettivo, che per quanto riguarda l'esplicazione delle più banali necessità fisiologiche: alimentazione, attività ginnica,... e via discorrendo.
Non conosco quanta esperienza tu abbia potuto accumulare nel mondo dell'ornitologia, ma per un neofita totalmente a digiuno di qualsiasi nozione del campo della zootecnica, l'acquisto di un animale di simile impegno può rappresentare un'azione avventata e, prima di gettarsi a capofitto nella pianificazione pratica, occorre informarsi a fondo, su internet e in letteratura, confrontarsi con allevatori e proprietari rodati e regolare l'attività di mantenimento nel lungo periodo, per affrontare l'acquisto nella maniera più consapevole possibile.

Per ora mi limito a rispondere alla tua domanda: la stazza di un'ara richiede ampi spazi per formare e rinvigorire la muscolatura. Un alloggio di dimensioni strettamente necessarie permette di preservare l'integrità del piumaggio (la coda ben dimensionata e le lunghe remiganti aumentano in modo consistente la taglia complessiva) e sgranchire gli arti, in attesa di poter svolgere il corretto movimento fuori dalla gabbia.
Inutile ricordare che l'impiego di una voliera ristretta implica che l'animale dovrà trascorrere in casa buona parte del tempo, possibilmente intrattenendosi a lungo con le attenzioni di persone e del proprietario.
Posti questi presupporti, possiamo affermare che per un'ara ararauna, dotata di un un'apertura alare massima di oltre un metro e dall'imponente taglia di 90 cm all'apice dello sviluppo, la gabbia che hai descritto può rivelarsi sufficiente: forse sarebbe preferibile un'estensione orizzontale di circa 120x100, anziché 120x70; tuttavia, non credo che una larghezza inferiore potrà generare grossi problemi.