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Discussione: Miscela di semi secchi universale

  1. #1
    Cadetto del Forum
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    Miscela di semi secchi universale

    Salve, vorrei chiedervi un parere per la formulazione delle miscele.
    Ho spesso parlato con grandi allevatori esperti sul'alimentazione dei pappagalli sud americani e sento spesso parlare di tantissime miscele di semi personalizzate e specie specifiche: ad esempio alcune persone utilizzano una miscela dalla composizione differente per ogni specie allevata, o addirittura per ogni coppia a seconda dell'età o del suo comportamento.
    Io, al contrario, mi domandavo: esiste la possibilità di formulare una miscela unica che soddisfi tutte le necessità delle specie (nel mio caso sud-americani).
    O almeno raggruppare le specie di macro-insiemi, ad esempio una miscela unica per ara, amazzoni e grossi conuri...
    Grazie delle vostre opinioni.

  2. #2
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    Innanzi tutto occorre premettere che, in una dieta correttamente bilanciata, una buona miscela di semi secchi dovrebbe costituire solo una limitata fetta del programma nutrizionale annuo, lasciando spazio ad un'ampia varietà di alimenti, oltre a cibo fresco, estrusi, granaglie in differente stato di somministrazione e prodotti selvatici; analiticamente, un erroneo rapporto tra le varie tipologie di semi del misto non dovrebbe influire in modo rilevante sull'esattezza delle sostanze assunte in complesso, in termini di proteine, lipidi, carboidrati, vitamine, minerali e oligoementi.

    Analizzando nel dettaglio la specializzazione alimentare in determinati periodi, potremo riscontrare un maggior utilizzo di miscela secca; durante l'inverno, per esempio, la somministrazione di sementi secche può raggiungere e superare il 50% della razione giornaliera totale.
    Focalizzandoci sui singoli programmi stagionali, dovremo essere portati a perfezionare la composizione del misto ove il suo ruolo nutrizionale sarà maggiore: non potremo certo permetterci di fornire una dieta «pressappochista» in un periodo di transizione cosi decisivo come lo è la stagione invernale.

    Oltrepassando le ragioni strettamente legate alla ponderazione della dieta, appare ovvio come un'ara non possa presentare i medesimi fabbisogni di un'amazzone, così come un conuro mitrato richiederà alimenti divergenti rispetto ad un più adattabile conuro guanceverdi.
    Il classificare le necessità nutrizionali in base alla taglia della specie consiste in uno degli errori più gravi che si possano commettere in ambito alimentare: il metabolismo ed i caratteristici consumi energetici non derivano affatto dalla taglia intrinseca, bensì dall'habitat originario ed alla peculiare nicchia ecologica in cui ciascuna specie si è evoluta.

    Pertanto, una dieta troppo magra può comportare ipersensibilità al freddo, secchezza del piumaggio e complicazioni nella produzione di gameti; al contrario, all'eccesso di lipidi conseguono problematiche di egual grado, come obesità, apatia e patologie epatiche.
    Sottolineiamo quindi l'importanza di particolarizzazioni specie-specifiche, in quanto possono risultare decisive per assecondare le esigenze dei nostri animali.
    Saluti,
    Luca Marani.



    Il mio sito: allevamentomarani.jimdo.com

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