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Discussione: Le affascinanti ricerche di una studiosa eccezionale

  1. #1
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    Le affascinanti ricerche di una studiosa eccezionale

    Ogni sera, quando Irene Maxine Pepperberg lascia il suo laboratorio, alla Brandeis University di Waltham, nel Massachusset, Alex le dice: “Buonasera, a domani”. Alex è un Cenerino di 28 anni, Irene è una ricercatrice statunitense, che dal 1977 studia i rapporti di comunicazione tra le specie, soprattutto tra esseri umani e Pappagalli.


    UNA VITA DEDICATA ALLA RICERCA



    A partire dal 1900, la maggior parte degli studi sulla comunicazione tra uomini e animali si sono concentrati su grandi scimmie e su alcune specie di Cetacei.

    Gli uccelli sono stati raramente utilizzati in studi simili, ritenendo che essi fossero soltanto imitatori molto dotati e che avessero dopo tutto un "birdbrains", cioè un cervello di uccello.

    Esperimenti eseguiti qualche decennio fa principalmente su Piccioni in scatole di Skinner avevano, in effetti, dimostrato capacità inferiori a quelle dei mammiferi; si pensava che questi risultati riflettessero le capacità di tutti gli uccelli, malgrado altre prove suggerissero che specie come Ghiandaie, Corvi e Pappagalli potessero essere capaci di prodezze cognitive di maggior interesse.

    A partire dalla fine degli anni Settanta, Irene Pepperberg si propose di scoprire se i risultati degli studi sui Piccioni fossero necessariamente applicabili anche su altri uccelli e in particolare sui Pappagalli, animali estremamente socievoli e dotati di buone capacità di apprendimento.

    I suoi studi su un Pappagallo Cenerino maschio di nome Alex sono diventati da allora quasi noti come gli studi equivalenti sui Primati, dimostrando che l’intelligenza degli uccelli non è da meno di quella delle specie più evolute di Mammiferi.



    Ma chi è Irene Maxine Pepperberg?

    Nata a Brooklyn nel 1949, si è interessata al comportamento degli animali sin da quando era bambina. “Il mio interesse per la comunicazione tra le specie e il comportamento comparativo è di vecchia data -si legge nelle sue dichiarazioni-, anche se ho scelto dapprima di dedicarmi agli studi di Chimica e di Fisica. Mentre studiavo ad Harvard, ho tuttavia assistito a tutti i possibili seminari e corsi ove si parlava di comportamento sociale di animali, di biologia aviaria ed anche dell’acquisizione del linguaggio negli esseri umani.

    Durante questo periodo, mi sono resa conto che il mio interesse principale era infatti il comportamento degli animali e la psicologia comparativa, piuttosto che la Chimica teorica”. Irene Maxine ha completato il dottorato con il professor William N. Lipscomb nel giugno 1976. Successivamente ha cominciato a lavorare sui Pappagalli e sulle loro capacità di comunicazione. “Nel gennaio 1977 sono passata all’Università Purdue, come assistente.

    Ho acquistato un Pappagallo grigio africano e, utilizzando uno spazio preso in prestito dai colleghi del reparto di Biologia, ho iniziato, nel luglio dello stesso anno, a condurre esperimenti sulla comunicazione tra specie e sul comportamento negli Psittacidi”.

    La ricercatrice ha quindi assunto altri incarichi accademici negli anni successivi: dal 1994 è professore associato al Dipartimento di Ecologia e Biologia Evolutiva al Media Lab dell’Arizona ed è attualmente anche docente all'Università Brandeis di Waltham

    I PAPPAGALLI CAPISCONO

    La sua ricerca è da sempre incentrata sui Pappagalli, e in particolare, come abbiamo visto, sui Cenerini africani, dei quali Alex era il capostipite.
    A lui la studiosa ha dedicato quasi trent’anni di vita e di lavoro, un’esperienza che ha raccontato in un libro intitolato “The Alex Studies” (Harvard University Press, inedito in Italia), sulle abilità cognitive e comunicative dei Cenerini grigi. Ha inoltre istituito una fondazione per finanziare lo studio delle abilità cognitive e comunicative dei Cenerini in natura (The Alex Foundation) ed è autrice innumerevoli articoli sulle riviste di scienza più quotate nel mondo. La dottoressa Pepperberg sostiene che i Pappagalli non parlano perché imitano semplicemente i suoni della voce umana, come si è sempre creduto. Parlano perché capiscono e sarebbero quindi capaci di associare parole umane ai loro significati. Qualche ricercatore esprime dubbi sul fatto che i Pappagalli, per quanto estremamente intelligenti in confronto ad altri uccelli, possano avere le stesse capacità cognitive di un essere umano dell’età media di cinque anni, ma le teorie della Pepperberg e dei suoi stanno riscontrando nuove conferme scientifiche nel mondo.

    In un articolo pubblicato sulla rivista Nature riferisce infatti che l’encefalo dei volatili sarebbe evoluto come quello dei mammiferi.

    Una conclusione che viene da una ricerca durata sette anni, condotta da 29 scienziati di sei Paesi diversi. Gli uccelli, a quanto risulta, si servono di utensili, cantano, imitano e capiscono le parole umane e sanno far di conto. Ci sono però scuole di pensiero sul come e sul perché questo avvenga.

    Per alcuni, il cervello degli uccelli compie connessioni neuronali del tutto analoghe a quelle dei mammiferi e si è evoluto di pari passo. Per altri, invece, l'evoluzione dei volatili è stata del tutto autonoma: hanno sviluppato una particolare parte dell'encefalo che nei mammiferi si è invece atrofizzata.

    La ricerca è aperta a sviluppi interessanti, che rivalutano di gran lunga i pennuti e le loro capacità di apprendimento e cognitive e che possono in prospettiva, come dice Irene Pepperberg, migliorarne le condizioni di vita ed i rapporti con gli esseri umani.

    ALEX, GRIFFIN, WART E GLI ALTRI…



    La dottoressa Pepperberg ha acquistato Alex in un pet store di Chicago, nel giugno del 1977, quando era ancora un pulcino. Adesso Alex ha ventotto anni e -a quanto riferiscono- si comporta come un bambino di cinque. Alex è un pappagallo Grigio Africano (per l’esattezza uno Psittacus erithacus), considerata una delle specie più socievoli e comunicative. Alex non solo ha un vocabolario di oltre cento parole, ma può riconoscere sino a sette colori, sta imparando l'alfabeto, identifica 50 oggetti e può contarne fino a sei. Può anche identificare legno, plastica, metallo e carta.

    Conosce i concetti di "più grande", "più piccolo", "sopra" e "sotto". Messo davanti a due oggetti di diverso colore, riesce a individuare che sono differenti. Se gli si fanno vedere quattro oggetti, lui dice "quattro" e se gli si chiede "quale dei quattro è il più grande?", lui risponde "quello verde". Alex sta inoltre lavorando a identificare e a riconoscere le immagini sulle fotografie. Gli piacciono i contenitori di cartone, le catenelle ed i tappi di sughero.

    ALEX… L’INTELLIGENTONE

    Nel caso di Alex, non si tratta, secondo la studiosa, di un’imitazione meccanica. Lui non ripete “a pappagallo” le parole, ma ne capisce il significato. Ciò che viene considerato eccezionale è quindi il fatto che Alex capisce quello che dice


    Ad esempio, quando ad Alex viene mostrato un oggetto e gli viene fatta una domanda sulla sua forma, sul suo colore o sul suo materiale, può identificarlo correttamente.

    Quando è stanco di essere sottoposto a test, Alex dice: "Vado via" e se i ricercatori si mostrano seccati, Alex prova ad addolcirli con la frase: "Sono spiacente".

    La Pepperberg gli dedica otto ore consecutive al giorno, riempiendolo di domande. Gli insegna le parole in inglese, usando una particolare tecnica, definita “model-rival”.

    Questa tecnica implica la partecipazione di due ricercatori: il primo impersona la parte del maestro, quello che dà le istruzioni, il secondo rappresenta la parte dall’allievo-rivale. Si tratta di parti comunque intercambiabili, allenatore e allievo possono scambiarsi i ruoli, in modo che si capisca che il processo è del tutto interattivo.

    Il maestro mostra ad Alex l’oggetto preso in considerazione e ne insegna all’allievo (cioè un altro ricercatore) il nome. Quando l’allievo ripete il nome, lo ricompensa dandogli l’oggetto. Poi passa al Pappagallo: se anche lui riesce a ripetere il nome, gli viene dato l’oggetto.

    Questa tecnica è stata applicata dalla psicologa Diane Sherman di Monterey anche a gruppi di bambini autistici ed a bambini
    con difficoltà di apprendimento della lingua, dei concetti numerici e di capacità relazionali ed affettive con risultati alquanto soddisfacenti.

    continua....

  2. #2
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    Le affascinanti ricerche di una studiosa eccezionale (seconda parte)

    NOCE O BANANA?

    Quando Alex rispondeva correttamente, gli veniva dato un premio. Anzi, doveva essere Alex a chiederlo.

    A differenza degli altri animali negli esperimenti convenzionali di condizionamento, egli non ottiene niente, a meno che non lo richieda per nome. E Alex ha un bel caratterino e vuole proprio quello e non altro. Se dice: “Voglio una banana”, ma gli viene invece offerta un noce, fissa l’oggetto in silenzio e chiede di nuovo una banana oppure prende la noce e la getta al ricercatore. Questo incredibile Pappagallo ha anche coniato una nuova parola.

    Dapprima, non ha associato una mela alla parola "mela" (apple), ma alla parola "bannery", e poiché i nomi degli altri frutti che gli presentavano erano “banana”, “apple”, “cherry” i ricercatori hanno pensato che bannery era per lui un’elisione linguistica di "banana" e di "ciliegia" (banana e cherry).

    Negli ultimi anni la Pepperberg lo sta educando a riconoscere fonemi inglesi, nella speranze che possa collegare concettualmente una parola scritta inglese con la parola detta. Sono esperienze che lasciano piacevolmente meravigliati. Però la domanda è inevitabile: Alex dimostra di capire quello che dice, ma utilizza davvero la lingua nel suo significato? Secondo la stessa ricercatrice, Alex non utilizza la lingua umana, ma utilizza piuttosto "una comunicazione complessa a doppio senso ".

    Il mistero della comunicazione nei Pappagalli è rappresentato dal fatto che in natura essi non imitano né impiegano un sistema di comunicazione complesso. Sono uccelli estremamente sociali e sembra probabile che, quando gli esseri umani sono i loro compagni, essi tentino di utilizzare il sistema di comunicazione di quegli esseri umani, cioè la lingua.

    Nondimeno, come questi animali siano in grado di utilizzare con tale abilità la lingua umana non è noto. Secondo la Pepperberg, in ogni caso, Alex è veramente intelligente e, soprattutto, prima di rispondere ragiona e pensa.

    Oggi Alex è affiancato da altri Pappagalli, ciascuno dei quali segue uno specifico aspetto delle ricerche.

    Tra i più noti, ci sono Arthur, l'informatico del gruppo, Griffin (covato nel 1995) e Wart, il più giovane, con i quali sono stati studiati nuovi aspetti metodologici dell'apprendimento.

    GRIFFIN conosce i nomi di molti degli oggetti in laboratorio e sta imparando le figure ed i colori. Ama l'uva, le banane e i tappi delle bottiglie. Odia i sugheri ed i camion.

    WART ama giocare con tutti i suoi giocattoli. Elemosina solitamente il pranzo dagli studenti che lavorano nel laboratorio. La sua parola favorita è "spool” (bobina). Wart sta attualmente lavorando alle video sessioni e ad imparare i nomi degli oggetti.

    E ALEX SCOPRI’ IL SENSO DEL…NONE (nessuno)


    Il concetto di zero è una nozione astratta che gli esseri umani non riescono a padroneggiare prima dei tre-quattro anni di età e che può rivelarsi particolarmente ostica per bambini che hanno difficoltà di apprendimento.

    Storicamente, l'uso dello zero per indicare un insieme vuoto non è scontato nemmeno nelle culture umane, che in alcuni casi sono prive di un termine formale per indicare questo concetto. A sorpresa, durante le sessioni per esaminare le sue capacità di conteggio, Alex ha utilizzato spontaneamente e in maniera corretta il termine "none” (nessuno) per descrivere l'assenza di una quantità numerica su un vassoio

    Pare che lo straordinario volatile abbia compiuto la prodezza non seguendo le istruzioni dei suoi istruttori, ma per un gesto di stizza nei loro confronti. L’esercizio consisteva nell’individuare il colore corrispondente a un determinato numero di oggetti. Dopo diverse sessioni di lavoro in cui rispondeva sempre in modo esatto, il Pappagallo ha cominciato a ignorare le domande o a dire parole a caso. Sembrava annoiato dal compito che gli veniva proposto e divertito di fronte alle reazioni di frustrazione dei ricercatori.

    Dopo due settimane di ostruzionismo, è tornato al lavoro, attirato da un premio più allettante, ma si è comportato di nuovo in modo strano. Alla domanda “di che colore tre?” -ovvero “di che colore è il gruppo formato da tre oggetti uguali?”- insisteva a rispondere non con un colore ma con il numero “cinque”.

    Realizzando che il cinque era l’unico numero che non corrispondeva a gruppi di colore, la ricercatrice ha quindi chiesto: “di che colore cinque?” e Alex ha risposto il famoso “none”, nessuno, una parola che gli avevano insegnato anni prima con un significato un po’ diverso, ovvero come equivalente di un’assenza di informazioni. Alex è quindi riuscito a collegare il concetto ed a concepire l’assenza relativa a una quantità numerica.

    La scoperta ha suggerito una serie di ulteriori esperimenti, nei quali Alex ha dimostrato ripetutamente di essere capace di identificare una quantità nulla, cioè un’assenza di quantità. Il concetto di zero è stato già appreso da altri animali (Primati), ma Alex è stato il primo uccello a dimostrare di comprendere l'assenza di una quantità numerica. I risultati dello studio, pubblicati sulla rivista "The Journal of Comparative Physiology", forniscono nuove prove scientifiche del fatto che il cervello degli uccelli, pur differente dalla corteccia dei mammiferi dal punto di vista fisico e organizzativo, è capace di processi cognitivi superiori a quanto si riteneva in precedenza. "Non possiamo dire esattamente quale processo cognitivo ha portato a questa azione -ha affermato Irene Pepperberg-, ma sembra che, arrivando dopo un periodo di non collaborazione, sia un tentativo di rendere l’esercizio più avvincente.

    Non è nemmeno del tutto chiaro se le capacità di Alex, o quelle di altri animali come gli scimpanzé, possano essere il risultato di un addestramento. Piuttosto sembrano basate su capacità cognitive più semplici e necessarie per la sopravvivenza, come il riconoscimento di 'molto' o di 'poco'. Certo questo genere di ricerca cambia il nostro modo di pensare agli uccelli e all’ intelligenza, ma ci aiuta anche ad abbattere barriere alla capacità di apprendere negli esseri umani e l'importanza di tali risultati non può essere sottovalutata ".

    ARTHUR, NEOFITA DEL WEB

    Al MediaLab dell’Arizona, Irene Pepperberg ha attivato progetti alquanto bizzarri, come l'Interpet Explorer, ovvero la costruzione di ambienti interattivi per Pappagalli, che verrà presto esteso ad altri animali. Arthur, l’informatico del gruppo, è tecnologicamente avanzato rispetto ad Alex. Come altri Pappagalli, Arthur passa parte della giornata davanti allo schermo del computer. Ogni tanto, mentre naviga su Internet, Arthur inizia a sgranocchiare pezzi di verdura, che poi getta a terra, aggredendo a volte con stridii acuti i visitatori che si affacciano nel laboratorio dove…lavora.

    Irene Pepperberg e il supervisore della ricerca, Ben Resner, stanno perfezionando un web browser per animali.

    Il progetto che coivolge Arthur prevede che il Pappagallo impari a navigare su Internet. E sembra che ci riesca, stando a quanto affermano i ricercatori. Egli ha a sua disposizione uno speciale mouse, con due pulsanti: quello sulla destra gli consente di cambiare musica, quello sulla sinistra di passare da un'immagine a un'altra. Non è ancora una vera e propria navigazione sul web, ma si avvicina molto.

    E per il momento sembra che fra le immagini preferite di Arthur vi siano, come per molti navigatori, soprattutto quelle di ragazze, principalmente della sua ricercatrice, che sembra riconoscere.

    Pepperberg e Resner hanno intenzione di continuare l'esperimento con altre specie animali, a partire dai cani. Anche se la ricercatrice americana sostiene che i Pappagalli restano gli esemplari più adatti, perché più ricettivi. Unico neo, si annoiano facilmente e hanno bisogno di compagnia continua, al punto da diventare aggressivi se lasciati troppo spesso soli. Uno degli scopi dell'esperimento, stando agli autorevoli ricercatori, starebbe proprio nel trovare un nuovo hobby per i Pappagalli e gli altri animali da compagnia che soffrono di solitudine.

    Molto meglio della tv, che non consente interattività, Internet permetterebbe loro di trascorrere piacevolmente il tempo libero soli in casa. "Potrebbero nascere veri e propri siti web per pappagalli" spiega Resner- che potrebbe conquistare inaspettate "nicchie di mercato”. I pappagalli potrebbero dimostrarsi assidui navigatori”.

    LA FONDAZIONE ALEX

    http://www.alexfoundation.org/

    L'obiettivo della Fondazione Alex, istituita da Irene Pepperberg, è sostenere una ricerca destinata ad ampliare le conoscenze sulle capacità cognitive e sociali dei Pappagalli come creature intelligenti.

    Le scoperte saranno utilizzate per: incoraggiare il possesso responsabile di Pappagalli conservare e mantenere i Pappagalli in natura la ricerca veterinaria nelle malattie psicologiche sensibilizzare i proprietari all'attenzione verso questi intelligentissimi uccelli. In sintesi, si può dire che l’obiettivo della Fondazione Alex è quello di migliorare la vita dei Pappagalli.

    IL LIBRO THE ALEX STUDIES: cognitive and communicative abilities of grey parrots Harvard University Press (il libro non è tradotto in italiano) Il libro rappresenta la sintesi degli studi con Alex e costituisce un riferimento nella psicologia comparativa moderna. La ricercatrice racconta la sua esperienza e fornisce esempi delle tecniche di addestramento da lei adottate, che prevedono l’incoraggiamento dei Pappagalli a comunicare piuttosto che ad imitare. Dopo il libro è stato pubblicato anche un video. Parte dei proventi della vendita vengono devoluti alla Fondazione.

    DICONO DI LEI


    Michel Tomasello e Joseph Call, studiosi del comportamento animale “Ciò che distingue il lavoro di Irene Pepperberg da quello della maggioranza dei ricercatori del linguaggio che lavorano con le scimmie è che lei è interessata effettivamente ai processi cognitivi coinvolti nel comportamento del suo soggetto.

    Lei pone domande e progetta esperimenti per provarne le effettive potenzialità cognitive.

    Il libro rappresenta un educativo reportage di una nota studiosa che vuole capire la mente di un’altra specie e evidenzia come in un’ onesta e rigorosa ricerca è possibile essere sia “genitori” e sia investigatori. Charles T. Snowdon, Università del Wisconsin, Madison “La Pepperberg ha elegantemente riassunto 20 anni di successi, dimostrando che un Pappagallo grigio Africano può equiparare la competenza cognitiva e sociale delle grandi scimmie. Il suo protocollo di addestramento permette di esprimere capacità finora inattese negli uccelli e sfidare i tradizionali punti di vista sull'evoluzione dell’ intelligenza”. Marian Dawkins, Università di Oxford “Gli studi di Irene Pepperberg su Alex sono alcuni dei più notevoli e più significativi nel campo della conoscenza degli animali”.

    (da http://www.hup.harvard.edu/reviews/PEPALE_R.html )

    COS’E’ IL BEHAVIORISMO (o COMPORTAMENTISMO)

    Termine che deriva dall’inglese Behaviour, che significa comportamento, esprime una corrente della psicologia sperimentale del Novecento. Nasce nel 1913 con l’articolo “La psicologia come la vede il comportamentista” di John Watson e diventa ben presto la corrente dominante della ricerca psicologica nei Paesi anglosassoni. (…) Il comportamentismo si propone uno studio rigorosamente sperimentale avente per oggetto i comportamenti osservabili e misurabili dall’uomo. Questa scuola tende a risolvere il comportamento in unità semplice S-R (stimolo-risposta), prescindendo dall’analisi dei processi di elaborazione degli stimoli che si svolgono nella mente. Il tema principale della ricerca comportamentista è costituito dai processi di apprendimento, studiati in laboratorio con esperimenti sugli animali. Tra i principali esponenti, oltre a Watson, si segnalano Thorndike, Hull, Toleman, Skinner.

    (da “Dizionario di filosofia e scienze umane” – Emilio Morselli – Signorelli Editore



    CURIOSITA’


    Fra tutti i pappagalli di medie e grandi dimensioni, il Cenerino è il più intelligente e dotato di notevole personalità. I Cenerini sono particolarmente noti per le loro capacità cognitive, che si crede si siano sviluppate in seguito alla loro storia di adattamento e di vita sociale sviluppatasi nella loro habitat. I Cenerini si annoiano velocemente nell’ambiente domestico e bisogna offrire loro giocattoli sempre nuovi, stimolandoli all’interazione con i loro simili o con gli esseri umani.

    La loro speranza di vita in cattività è di circa 60 anni.

    Sembra che la storia di allevamento dei Cenerini sia databile a più di 4000 anni fa; alcuni geroglifici egiziani rappresentano chiaramente tali Pappagalli come animali domestici. Anche presso i greci i Pappagalli erano tenuti in casa, costume poi adottato in seguito dai Romani. Le famiglie romane ricche hanno spesso tenuto pappagalli in gabbie elaborate e li apprezzavano per la loro capacità di parlare. Risulta che anche il re Enrico VIII di Inghilterra abbia avuto un pappagallo grigio africano.

    CONSIGLI GENERALI

    * Non acquistate MAI soggetti di ******* * Non acquistate MAI soggetti non svezzati * Alloggiateli in voliere di adeguate dimensioni e dotate di giochi, cambiati con frequenza perché i Pappagalli non si annoino * Non lasciateli troppo spesso soli e date loro tutta la vostra attenzione, esattamente come ai cani ed ai gatti di casa. Giocate con loro e sarete voi ad imparare!

    M.P.

  3. #3
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    Su indicazione di Pierpaolo Palozzo ho letto il libro della Pepperberg "Parla con alex".
    Commovente, istruttivo, di facile lettura, sicuramente un libro da leggere.
    La Pepperberg, tra l'altro, nella sua carriera da ricercatrice, non ha avuto per niente una vita facile.
    Sempre alla ricerca di fondi e, quindi, sempre perennemente alla ricerca di un'Università disposta a finanziare i suoi studi.
    Da tenere presente, poi, che negli anni 70 non era facile, soprattutto per una una donna, sostenere che l'intelligenza di un pappagallo fosse simile a quella dei primati.
    La vita è movimento

    R.N.A 71RR

  4. #4
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    Curiosita' sui pappagalli cenerini.

    CURIOSITA' SUI PAPPAGALLI CENERINI.

    -Il pappagalo più intelligente del mondo è stato Alex ed è un Cenerino, questi uccelli possiedono una particolare sensibilità rispetto a tutte le altre specie di pappagalli e sono al secondo posto dopo le Ara come parlatori.
    L' addestratrice di Alex Irene Pepperberg, dell'Università dell'Arizona, è convinta che le proprietà cognitive dei cenerini siano superiori a quelle delle scimmie antropoidi e dedica a questi animali fino ad otto ore giornaliere.
    Su Alex la Pepperberg ha scritto un libro "The Alex studies: Cognitive and communicative abilities of Gray Parrots".
    Alex è stato allevato fin da piccolissimo dall'uomo ,"allo stecco" o "a mano" nel gergo del mondo dei pappagalli, Alex ha vissuto più di vent'anni ed il suo comportamento, come per tutti i pappagalli, era sempre come quello di un bambino di quattro o cinque anni. Alex distingue riconosceva oggetti, forme e colori ed era in grado di fare associazioni, era in grado di fare delle richieste specifiche, come di essere portato in un luogo preciso e se non veniva accontentato si arrabbiava, proprio come un bambino, non ripeteva solo le parole ma ne capiva il significato.
    -Visita il sito della fondazione Alex Foundation

    IL PAPPAGALLO CENERINO N'Kisi
    Londra
    N'Kisi, è un altro pappagallo cenerino con un vocabolario di oltre 1000 parole.In grado come Alex di creare associazioni con gli oggetti e le parole.La differenza sostanziale tra Alex e N'Kisi è che a N'Kisi sono state attribuite proprietà telepatiche, una sua capacità molto discussa e sottoposta a studi.
    Riporto un articolo de la Repubblica in cui si parla di questa speciale abilità di N'Kisi.

    (28 gennaio 2004)

    Il pappagallo primo della classe
    Non ripete, ma inventa e ricorda
    Un cenerino coda rossa di sei anni stupisce gli scienziati
    Conosce 950 parole, coniuga verbi, forse ha capacità telepatiche
    LONDRA - Possiede un vocabolario di 950 parole, coniuga verbi al passato, presente e futuro, ha un buon senso dell'umorismo, probabilmente capacità telepatiche. Strano? Beh, visto che parliamo di un cenerino coda rossa, cioè di un pappagallo, la cosa senz'altro stupisce. Tanto che la rivista britannica BBC Wildlife Magazine ha dedicato un ampio servizio a N'kisi: questo il nome del volatile che ha sei anni e, originario dell'Africa, è ora di proprietà di un artista newyorkese.

    Tanto straordinarie le capacità comunicative del pappagallo che gli esperti si sentono costretti a fare una nuova valutazione della portata della comunicazione tra uomini ed animali. N'kisi insomma riesce a usare le parole nel contesto giusto, a ricordare, a riconoscere, insomma a compiere quelle attività che ne fanno il primo della classe nella materia linguaggio degli esseri umani.
    Qualche esempio? N'kisi, in maniera simile ai bambini piccoli, ricorre alla creatività per descrivere nuove idee: gli olii per l'aromaterapia usati dal suo padrone diventano per lui "medicine con odore gradevole".
    L'animale riesce anche ad associare persone e oggetti reali con le loro fotografie. Incontrando la famosa primatologa Jane Goodall per la prima volta e avendone soltanto visto una fotografia che la ritraeva assieme a degli scimpanzè, le ha subito chiesto:"Ce l'hai lo scimpanzè?". Goodall ritiene che l'entusiasmo di N'Kisi nell'imparare a comunicare col proprio padrone sia un "esempio straordinario di comunicazione intraspecifica".
    Ma le capacità di questo pappagallo non si limitano all'uso del vocabolario: Eleanor O'Hanlon collaboratrice del BBC Wildlife racconta di aver assistito a un esperimento il cui esito poteva solo essere spiegato dalla capacità telepatica dell'animale. Quando N'kisi e il suo padrone sono stati messi in due camere separate il pappagallo è stato in grado di descrivere l'oggetto delle fotografie che l'artista stava osservando con un'accuratezza ben tre volte più alta che se avesse indovinato a caso.
    Questi primi risultati sono ancora controversi ma O'Hanlon rivela nel suo articolo che ci sono molti nuovi studi che analizzano la comunicazione tra le specie e che stanno inducendo nuove riflessioni sull'intelligenza degli animali. E, forse, degli esseri umani?
    Fonte articolo:repubblica.it

    -Visita il sito ufficiale del Progetto N'kisi

    Marco Cotti FEO 0004





    http://digilander.libero.it/cocoricoland/index.htm

    http://tarantamyblog.blogspot.com/

    Dove tuona un fatto, siatene certi, ha lampeggiato un'idea.
    Ippolito Nievo

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