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Discussione: I Todi

  1. #1
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    I Todi

    GIovedi 11.10.07
    __________________________________________________ ______________

    I Todi
    di Alamanno Capecchi

    Presenti nelle Indie Occidentali, i curiosi e un po' strani Todi, (Famiglia Todidae,cinque specie monotipiche raggruppate nel genere Todus) sono piccoliCoraciiformi che nell'aspetto e nel comportamento ricordano assai da vicinogli Alcedinidi, con i qualihanno legami filogenetici.




    Sono Uccelli interessantissimi. Purtroppo, annota lo Grzimek:
    "A causa del loro elevato
    metabolismo è difficile, per non dire impossibile tenerli in cattività".

    Un dettagliato racconto sul Todo della Giamaica in cattività ci viene da Gosse
    (riportato dal Lessona nel secondo volume della Storia Naturale
    Illustrata, Edizioni Sonsogno 1890) che così scrive:
    ".. è comunissimo in molte parti della Giamaica, massimamente sulla cresta dei monti


    Todo della Giamaica

    Bluefulds coperta da impenetrabili pruneti e che sorge circa 3000 piedi sul livello del mare. L'abito lucido color verde erba e la gola rosso velluto attraggono ben tosto l'attenzione del cacciatore, che lascia accostare per una certa innata apatia anziché per eccessiva fiducia. Fugato si arresta su qualche ramo a brevissima distanza. Più volte ci venne fatto di prenderlo colla rete destinata agli insetti o di abbatterlo con un colpo di bacchetta;
    non è raro anzi il caso che i ragazzi lo piglino colle mani. Questa rara bonarietà lo ha reso noto e amato universalmente e gli ha procacciato moltissimi soprannomi scherzevoli. Non mi accadde mai di vederlo sul terreno. Saltella fra i rami e le foglie cercandovi piccoli insetti e mandando di quando in quando il richiamo posato su un ramo colla testa piegata all'indietro, il becco volta all'insù, le piume irte, sicché appare più grosso assai di quello che è realmente, ed assume aspetto straordinariamente goffo
    Questa è un'apparenza più che una realtà, giacché, se ben
    osserviamo, gli occhietti lucidissimi sono in continuo movimento e spiano in ogni senso; di quando in quando spicca un breve volo per ghermire qualche preda colla quale torna al suo posto. Non possiede la lena d'inseguire gli insetti a lungo, ma attende che gli si avvicinino ed allora li becca senza fallo.
    Non li vedi mai cibarsi di sostanze vegetali, osservai però spesso nel ventriglio piccole sementi miste a coleotteri e imenotteri. Un individuo da me allevato in gabbia beccava avidamente i vermi, che poi sbatteva contro il posatoio per dividerli e meglio inghiottirli; un altro che presi colla reticella e lasciai libero per la camera, si diede tosto a dare la caccia alle mosche e ad altri piccoli insetti, occupandovisi da mattina a sera con molto ardore e successo.
    Partendo ora dal tavolino, ora dalle incorniciature, ora dalle liste di tela appositamente distese attraverso la stanza, lo sbattere del becco mi annunciava ben presto il buon esito della
    spedizione, dalla quale tosto faceva ritorno al punto d'onde era partito.

    Guardava in tutti gli angoli più riposti nell'intento di sor prendere i piccoli ragni, ne faceva ricerca anche sulle pareti, sotto la tavola o sul soffitto, ed era ben raro che tornasse a bocca asciutta. Secondo il mio computo non passava minuto senza che facesse qualche preda, ed è facile quindi immaginare quanto fosse grande il numero degli insetti che distruggeva.
    Nella stanza eravi un bacino pieno d'acqua, sugli orli del quale amava talvolta posarsi; tuttavia non lo vidi mai bere, e, sebben vi tuffasse ad intervalli il becco, pure non beveva. Si consacrava con tale ardore a queste occupazioni che la mia presenza non lo disturbava punto, ed anzi veniva frequentemente a posarsi sulla mia testa o sulla spalla e si lasciava prendere, quantunque non senza qualche sdegno e qualche tentativo per liberarsi. Pareva amasse la compagnia, ed io fui molto dolente quando un caso impreveduto lo tolse di vita.
    Nella Giamaica non si ha il costume di allevare uccelli, altrimenti sarebbe questo da lunga pezza il prediletto. Sa cattivarsi l'attenzione dell'uomo anche il più indifferente; gli Europei non si saziano di ammirarlo. Finché sta posato fra le foglie è difficile discernerlo, ma dà subito nell'occhio quando si gonfia".


    Todo di Cuba Todus multicolor

    Il mio incontro indiretto con il Todo.


    Molti anni fa, durante la buona stagione, in automobile e con il binocolo, amavo spostarmi per la campagna e le strade poco frequentate per fare, alla
    buona, un po' di birdwatching. Un giorno, guardando un parco che circondava una antica e grande villa, vidi seminascoste dagli alberi e dalle siepi, alcune voliere. Incuriosito percorsi il breve viale che portava all'abitazione, scesi di macchina e mi avvicinai al cancello per meglio osservare. Due grossi Pastori tedeschi
    di guardia iniziarono ad abbaiare. Un giovane, che da come era vestito doveva essere un cameriere, si affacciò alla porta e subito rientrò. I cani, intanto, continuavano ad abbaiare senza interruzione. Stavo per risalire in macchina quando vidi un distinto signore sulla settantina, elegantemente vestito, con in testa un
    cappello di paglia dal quale usciva un ciuffo di capelli bianchissimi, che mi osservava da di là del cancello con aria interrogativa. Mi avvicinai, dissi il mio nome e dopo aver chiesto scusa per il trambusto causato spiegai il motivo che mi aveva spinto a curiosare. -Anche lei è un ornitofilo? - Disse sorridendo il mio
    interlocutore; si presentò a sua volta e dopo aver fatto tacere i cani che furono portati via dal giovane che avevo prima veduto, mi invitò ad entrare per visitare lo "zoo", come sottolineò scherzosamente. Le voliere, di diversa forma e grandezza,
    ben distribuite e armonizzate tra il verde erano più numerose di quanto pensassi.
    Alcune ospitavano Gru e Colombe coronate, altre coloratissimi Pappagalli, altre ancora Sturnidi e Corvidi esotici. Tutti gli uccelli erano associati secondo la taglia e la reciproca tolleranza cosicché l'accordo sembrava perfetto. Quasi in fondo al parco in una confortevole costruzione in muratura con grandi finestre luminose, in volierette e gabbie affiancate a ridosso delle pareti svolazzavano: Astrildidi, Ploceidi, Carduelidi e alcuni piccoli insettivori. Dopo la visita all'interessante collezione il mio gentilissimo ospite volle offrirmi un aperitivo. Seduto su una delle due poltroncine di vimini, notai, da una parte, sul bordo della tovaglia, ricamato in azzurro, un nome noto: Umberto Saba. Sollevai delicatamente la becca e lessi quanto era scritto sopra: "L'alata genia che adoro - ce n'è al mondo tanta! - varia d'usi e costumi, ebbra di vita, si sveglia e canta" Così, parlando di reciproche esperienze con Specie delicate e "difficili" venni a sapere che per alcuni mesi aveva posseduto un Todo, regalatogli da un amico. La descrizione che mi fece, sul comportamento e le esigenze vitali di questo Uccello, si discosta poco da quanto riportato in letteratura. In sintesi ecco quanto mi disse.

    Il Todo non temeva la sua presenza e liberato nella stanza volava da una parte all'altra fermandosi molto vicino a lui ma si allontanava rapido ad ogni tentativo di catturarlo. Mangiava esclusivamente enormi quantità di mosche e di
    altri piccoli insetti alati al punto che, per assicurargli una sufficiente alimentazione, era costretto a portare la gabbia sulle concimaie o nelle stalle. Per alcuni mesi tutto andò bene, poi la "tragedia": sulla concimaia di turno, per ridurre il numero delle mosche divenute insopportabili, era stato sparso un potente insetticida!


    "Torni a trovarmi, le mostrerò alcuni antichi libri d'ornitologia che ho in biblioteca e faremo altre due chiacchiere",
    mi disse il signore al momento d'accomiatarmi.
    Qualche tempo dopo, trovandomi da quelle parti, mi diressi alla villa e suonai al cancello. Accorsero abbaiando i soliti due cani, venne il giovane con la giacca a righe e mi informò che - il signor conte - era ricoverato in clinica.
    Non ebbi più l’occasione d'incontrarlo. Ora, da diversi anni, il conte ornitologo riposa nella cappella di famiglia nel piccolo camposanto del paese. La villa è stata in parte ristrutturata; le voliere non esistono più; abbattuti gran parte degli alberi secolari; al loro posto vi sono due basse costruzioni e il parcheggio del ...., molto noto nella zona.

    Insomma l'avrete capito, c'è uno di quei ritrovi caratteristici, tanto di moda per matrimoni e cerimonie.

    __________________________________________________ ___________




    Alamanno Capecchi
    nato a Pontedera (PI) il 25 settembre 1927.
    Laureato in farmacia. Zoofilo. Ornitologo dilettante.
    Menbro della Società Italiana di Scienze Naturali (Milano)
    Rappresentante nazionale C.R.O. ( Commission de ricerche ornithologique) della C.O.M.

    Autore di circa trecento articoli pubblicati da riviste italiane ed estere (Avifauna, Uccelli, Italia Ornitologica, Atualidades Ornitologicas, O Paporrubio

  2. #2
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    Sempre fantastico leggere delle sue esperienze.Un altro Capecchi da nobel 1--.

  3. #3

    Commovente e bellissimo.
    Come sempre.

  4. #4
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    Sono a pezzi.......
    Influenza..... non aviaria spero--^°--^°--^°
    Stavo per farmi un'aspirina...... macchč!!!!!

    Il grande Alamanno sā come fare per far alzare la barriera immunologica!!!!

    Mitico Alammanno, come sempre, ti abbraccio fortemente.
    Grazie anche al tuo collaboratore Marcone!!!!!
    Non importa cosa facciamo....
    č come lo facciamo che realmente conta.
    _______________________________________________
    GIANLUCA ANNIBALLI F.E.O.r.a.e 0009 - A.O.E r.n.a SV 370

  5. #5
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    senza parole!!!!!!!!!!

    Semplicemente FANTASTICO ]]^^
    Rosario Balsamo SV284
    i miei errori????? nč pių nč meno dei tuoi!!!!!

  6. #6
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    Ok - Ok - Ok

    Ciao a tutti,

    sempre pių belli ed istruttivi questi " splendidi intermezzi" del dott. Capecchi.

    Cordiali saluti.

    Sergio
    ][+1--.][+

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